MAD LAUGHTER

I tuoi passi sono silenziosi al contrario del ticchettare nervoso di Regina sul pavimento.

Ti scopri a guardarla per una manciata di secondi; è così diversa dalla tua Alice, capelli biondi come sottili fili d'oro, occhi grandi pieni di illusioni, la tua Alice, un sorriso dolce e gentile, le labbra appena schiuse, la tua Alice, che vedi ogni giorno in Grace - Grace, Grace, lo stai facendo solo per lei, per la tua bambina, così piccola ma così grande. 

Le comprerai quel pupazzo, proprio quello che avete visto sulla bancarella della vecchia rugosa, gliene comprerai così tanti che potrete riempirci casa, e al suo tavolo ci saranno gatti colorati, conigli bianchi, lepri sorridenti, e ogni tipo di animale possibile [1]. Sarete felici insieme, canterete qualcosa e berrete il tè, ogni giorno alle sei[2].

Prendi un grande respiro e attraversi lo specchio, seguito dagli occhi attenti di quella donna perfida, manipolatrice, ripetendoti che non l'aiuterai mai più - Grace, Grace, lo stai facendo solo per lei, per la tua bambina, così piccola ma così grande.

Odi il Paese delle Meraviglie. E' questo il primo pensiero che ti balena in mente, quando gli anelli di fumo del Brucaliffo ti danno uno storto benvenuto. Sono tutti pazzi qui, superbi abitanti di un mondo che credono unico.

Hai voglia di andartene in fretta, di tornartene a casa. Hai fatto una promessa alla tua bambina, ed è questo l'importante. E' un pensiero dolce, e ti basta chiudere gli occhi e vederla lì, davanti a te, con il cappuccio della modesta mantella a circondarle i capelli, la piccola treccina che ricade sempre sul suo viso, il naso appena abbozzato, la pelle chiara.

E poi tutto si mescola, in una orgia di confusione: steli d'erba troppo alti, il silenzio quasi assordate dell'acciottolato, l'odore di bruciato delle mura, il piccolo tempietto dalla cupola dorata, quella scatola che è troppo piccola per contenere qualcosa - ma che probabilmente contiene tutto - la ferraglia delle guardie che corrono e sono così vicine, vicine, sempre più vicine, il tuo corpo che cade a terra, ma tu sei vivo, (come puoi essere vivo, il tuo corpo è lì a terra, no?).

Le tue mani seguono trame invisibili, l'ago entra ed esce rapidamente dalla stoffa – nera, blu, a pois – stacchi pezzi di feltro, il velluto si sovrappone alla lana, cuci sapiente e forse ti pungi appena il pollice, ma continui.

Ridi, una risata appena accennata, le tue mani seguono trame invisibili, l'ago entra ed esce rapidamente dalla stoffa – nera, blu, a pois.

Ridi, una risata un po' più forte, che viene da qualche parte dentro di te – le tue mani seguono trame invisibili, l'ago entra ed esce rapidamente dalla stoffa – nera, blu, a pois - stacchi pezzi di feltro, il velluto si sovrappone alla lana.

Ridi, una risata che non ha niente di umano, e tue guance sono rosse, gli occhi ridotti a fessure - le tue mani seguono trame invisibili, l'ago entra ed esce rapidamente dalla stoffa – nera, blu, a pois – stacchi pezzi di feltro, il velluto si sovrappone alla lana, cuci sapiente e forse ti pungi appena il pollice, ma continui.

Ricordi solamente di aver fatto una promessa dal sapore di tè.

Note dell'autrice:

So che potevo benissimo risparmiarmela questa flash. Ma dico, lo avete visto l'episodio?

A parte il fatto che Sebastian Stan è un gran figo, che la favola di Carroll l'ho amata in ogni salsa, ma non vi siete commossi anche voi?

Ora ci servono un po' di precisazioni, quindi non scappate.

Il titolo: può voler dire ridere a crepapelle, o una risata folle. Fate vobis!
Alice: so che nell'episodio non si accenna affatto a lei, ma come potevo io non inserirla? Nella mia storia è la moglie/ragazza del Cappellaio, e quindi mamma di Grace.

[1] Spero che abbiate colto il riferimento al Bianconiglio, la Lepre Marzolina e lo Stregatto. ù.ù
[2] So che l'orario “canonico” del tè è le cinque. Ma nella storia di Alice il tempo si ferma alle sei, offeso perché il Cappellaio lo uccide. Mi sembrava doveroso un piccolo tributo C:

Ora probabilmente non si capisce neanche questo, ma la storia segue un filo logico e consequenziale. L'ultima parte descrive appunto la scena finale, in cui si vede un Cappellaio decisamente pazzo. La ripetizione è voluta, proprio per cercare di suggerire qualche effetto di follia. Ma è il caso che la pianto, decisamente.

Alla prossima – perché tanto amo questo telefilm sempre di più.