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Autore: ChiaraDanger    27/03/2012    4 recensioni
“Joseph la vuoi smettere?” disse ridendo perché continuavo a fare il cretino come mio solito.
“Dai Alice questo è un momento che rimarrà nella storia, tu che imbratti un’opera pubblica” dissi prendendola in giro e riprendendo tutto con la mia telecamera.
Nuova OS, spero vi piaccia
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Central Park era vuoto a quell’ora, e come pensare il contrario, erano solo le 7 del mattino.
Camminai tra gli alberi lasciando che quei sottili raggi di sole attraversassero la mia pelle.
Era ancora estate ma di mattina l’aria era ormai più fresca così camminando mi strinsi nel maglioncino di filo blu che avevo addosso.
Dopo una buona mezz’ora che giravo a vuoto in quell’angolo di paradiso nel centro di New York mi fermai e mi lasciai scivolare su una panchina.
Adesso la temperatura era un po’ più alta e il sole iniziava a riscaldare di più, così estrassi i miei Ray-Ban bianchi dal borsello e me li portai agli occhi.
La luce non mi dava fastidio, ma il parco iniziava a vedere le prime persone e non mi andava che queste si fermassero a guardare le occhiaie che avevo sul mio viso.
Sistematomi introdussi la mano nella tasca anteriore sinistra del pantalone e ne cacciai una foto, una foto raffigurante il posto in cui mi recai il pomeriggio prima.
Non appena posai lo sguardo sui volti riportati su quel pezzo di carta la mia mente immediatamente viaggiò riportandomi al precedente giorno e non solo..
 
Erano le 7 del pomeriggio e il sole iniziava a calare all’orizzonte .
Camminavo lungo la riva lasciando lungo la battigia le impronte dei miei piedi nudi che con regolarità venivano cancellate dalle onde del mare che su questa si infrangevano.
Camminai a lungo e mi fermai proprio lì.. sul quel pontile che fino a qualche anno fa era il nostro posto.
Mi avvicinai maggiormente e notai che benché fossero passati 6 anni le cose non erano cambiate.
Il molo ospitava ancora il vecchio chioschetto con le caramelle dove ci recavamo quando eravamo bambini e il proprietario sembrava non essere invecchiato per niente.
Anche il rifugio sotto il pontile sembrava invariato, solo il colore un po’ sbiadito.
Mi avvicinai ancora un po’ e così salii su quel vecchio pontile. Iniziai a percorrerlo tutto facendo scorrere la mia mano sinistra sul corrimano di legno invecchiato dal tempo.
Ad un certo punto la mia mano però si bloccò e alzandola trovai quella scritta lasciata li da lei proprio 6 anni prima.
Sfiorai con l’indice quelle parole incise nel legno e in un attimo mi sembrò di rivivere quel giorno..
 
Joseph la vuoi smettere?” disse ridendo perché continuavo a fare il cretino come mio solito.
“Dai Alice questo è un momento che rimarrà nella storia, tu che imbratti un’opera pubblica” dissi prendendola in giro e riprendendo tutto con la mia telecamera.
“Ti odio!” ribatté mettendo il broncio.
 “Ok la smetto se mi dici cosa stai scrivendo” cercai di corromperla, ma lei non si fece persuadere.
“Almeno me la concedi una foto insieme imbronciata?” le dissi stavolta con successo poiché la vidi rispondermi con un sorriso.
Immediatamente estrassi la mia polaroid e approfittando della sua distrazione lessi cosa aveva scritto.. Joseph and Alice Forever.
“Forever” le sussurrai nell’orecchio facendola arrabbiare, così iniziò a prendermi a schiaffi e in quel momento, con le facce più buffe che potessimo mai avere, scattai la foto.
 
Ritornato alla realtà ruotai la foto nelle mie mani e lessi le parole che scrisse lì dietro.
-Al più cretino di tutti gli amici.. al più rompiscatole di tutti gli uomini.. al più dolce di tutti i ragazzi.. grazie di tutto. Ti amo scemo! BFF <3-
Quel giorno ridemmo entrambi su quelle due semplici parole, quel ti amo che mi sembrava così innocente, quel ti amo del quale solo dopo ne capii il vero significato, quel ti amo del quale ebbi paura e da cui scappai..
Quel ti amo che mi portò via da lei.. Lei che da sempre era stata parte della mia vita; Lei che era l’unica in grado di farmi ridere sempre e star bene; Lei che se potessi tornare indietro farei di tutto per non perderla e separarmi da lei; Lei che mi aveva aperto il suo cuore e che io non ebbi il coraggio di amare.
 
Mi resi conto del tempo che era passato quando vidi che ormai Central Park era mosso da più gente che andava e veniva, così decisi che era arrivato il momento di andare.
Diedi un ultima occhiata a quella foto e poi la riposi nuovamente nella tasca dei miei pantaloni.
Lasciai quella tranquillità che il sole era ormai alto e mi diressi verso il mio luogo di lavoro, ma prima di entrare però mi fermai davanti alla buca delle lettere.
Titubante estrassi una bustina gialla dal borsello e iniziai a fissarla non essendo sicuro di quello che stavo per fare.
Me la rigirai almeno un centinaio di volte tra le mani prima di fermarla proprio sul lato dove avevo scritto il destinatario e una piccola postilla..
 
Alice Simmons,
sperando che non sia troppo tardi per riparare.
                                                                                      Il tuo amico Joseph.
 
Finalmente mi decisi ed imbucai quella lettera.
Tirai un sospiro di sollievo convinto di quello che avevo fatto e speranzoso per un sistemarsi delle cose.
Da quel momento in poi avrei fatto di tutto per tornare da lei e per avere una seconda opportunità, anche se ormai erano passati forse troppi anni.
Arrivai d’avanti al grattacielo che ospitava il mio ufficio e ne varcai la soglia. Salendo in ascensore diedi un occhiata al mio orologio che fu proprio Alice a regalarmi..
Guardai l’ora, 8:30 del mattino e poi la data, 11 Settembre 2001.
  
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