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Autore: Minari OppaRi    27/03/2012    1 recensioni
Come potevo far tacere il mio cuore?
Come potevo evitare che la mia mente ripensasse a quell’anno?
A quel 1947.
L’anno in cui ottenni la mia indipendenza.
L’anno in cui smisi di essere una tua colonia.
L’India smetteva di dipendere dall’Inghilterra.
E io vi persi.
Persi voi che eravate l’unica persona che amavo.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, America/Alfred F. Jones, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Come potevo far tacere il mio cuore?
Come potevo evitare che la mia mente ripensasse a quell’anno?
A quel 1947.
L’anno in cui ottenni la mia indipendenza.
L’anno in cui smisi di essere una tua colonia.
L’India smetteva di dipendere dall’Inghilterra.
E io vi persi.
Persi voi che eravate l’unica persona che amavo.
Arthur-Sama voi avete sofferto quanto me quando ci siamo dovuti dire addio?
“Non dispiacerti, Daman. Il nostro è solo un arrivederci.”
La vostra voce mi rimbombava sempre nella testa.
Non sarei mai riuscito a dimenticare la dolcezza con cui chiamavate il mio nome.
Eravate una persona davvero meravigliosa.
E’ vero, ci sono state occasioni in cui avete fatto soffrire me e la mia gente ma io non sono mai riuscito ad odiarvi.
Tenevo nella mia mente solo le cose buone che facevate.
Arthur-Sama non dimenticherò mai il nostro primo incontro.
 

Fissavo il cielo fermo in una distesa d’erba.
Ero ancora giovane e dovevo imparare come far funzionare le cose.
E quel giorno appariste voi.
“Daman Malik?”
Mi voltai facendo incontrare i miei occhi marroni con i vostri zaffiri verdi.
“Sono io. Voi siete?”
Il vostro sorriso mi scaldò subito il cuore.
“Sono Arthur Kirkland e da oggi tu sarai una colonia dell’Impero Britannico”
La vostra voce ferma e decisa mi colpì incredibilmente.
Sorrisi inchinandomi di fronte a voi.
Già dal primo istante in cui mi avevate rivolto la parola mi avevate conquistato.
 

Ormai erano passati tanti anni dall’ultima volta che vi avevo visto.
Dall’ultima volta che avevo udito la vostra voce chiamare il mio nome.
Arrivai al meeting con qualche minuto di anticipo con la speranza di trovarvi.
Sarebbe stata l’occasione perfetta per poter stare di nuovo con voi.
Iniziai a camminare lungo i corridoi.
Era impensabile che voi arrivaste tardi.
“Sta un po’ fermo, Arthur.”
Sentendo il vostro nome mi avvicinai lentamente alla porta di una stanza.
“Scordatelo, Alfred!”
La vostra voce.
Aprii leggermente la porta posando lo sguardo oltre ad essa.
Perché eravate tra le braccia di quell’Americano?
“Eddai, voglio solo darti un bacio”
Mentre lo respingevate eravate sorridente.
“Non è il momento! Dobbiamo pensare alle cose serie”
“Avere un bacio da te è una cosa seria!”
Alfred-San vi prese per il polsi addossandovi contro il muro.
“O-oi, f-fermo”
Volevo correre da voi ma le mie gambe non si muovevano.
L’Americano premette le labbra sulle vostre.
Il mio cuore sussultò per via dell’orribile visione.
Avevate le lacrime agli occhi ma non lo allontanavate.
Anzi, ricambiavate il suo bacio.
Fitte tremende mi colpirono.
In tutti quel tempo che ero stato lontano da voi avevate trovato qualcuno da amare che non fossi io.
“A-Alfred, fallo ancora e giuro che ti prendo a schiaffi”
Ridevate tirando le guance del ragazzo.
Io corsi via.
Dopo quello che avevo visto come potevo presentarmi davanti a voi?
Con quale coraggio ci sarei riuscito?
“Arthur-Sama….”
Sussurrai abbassando lo sguardo.
 

Passarono delle ore.
Al meeting mi sedetti lontano da voi ma riuscivo a sentire che ponevate lo sguardo su di me.
Quando finì corsi di fuori evitando che voi poteste raggiungermi.
Tenevo la mano sul mio cuore impedendo alle lacrime di rigarmi le guance.
Respiravo profondamente cercando inutilmente di calmarmi.
Voi amavate un ragazzo che non ero io.
“Hey, Daman.”
Mi voltai vedendo l’Americano.
Cosa voleva da me?
“Arthur vorrebbe vederti e a mandato da te l’eroe in persona”
Sorrideva e questo mi faceva imbestialire.
Lo presi per il colletto della giacca e lo spinsi contro il muro.
“D-Daman?”
Una reazione del genere era strana per un pacifista come me.
Strinsi i denti.
“Alfred-San…fate felice…..fate felice, Arthur-Sama! Ve lo chiedo per favore, Alfred-San! Non fatelo soffrire!”
Urlai con le lacrime agli occhi fissandolo.
Il biondo all’inizio piuttosto sorpreso mi sorrise accarezzandomi la testa.
Io lo lasciai sospirando.
“Contaci”
Mi rispose solamente.
Aveva perfettamente capito il motivo della mia richiesta.
Lui vi raggiunse.
Io rimasi fermo ad osservare mentre ancora una volta voi ve ne andavate lontano da me.
Mi bastava sapere che voi eravate felice.
Non m’importava che voi amaste un altro.
Non m’importava quanto voi poteste essere distante.
Se voi eravate felice allora lo sarei stato anche io.
I miei sentimenti per voi non sarebbero mai cambiati.
Io vi amavo, Arthur-Sama.
E naturalmente vi amerò per sempre. 
  
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