Film > Altro
Ricorda la storia  |      
Autore: LivingTheDream    28/03/2012    2 recensioni
[Magnifica Presenza]
"Pietro, ogni notte, strizzava le palpebre sperando di addormentarsi al più presto, ma di certo non per stanchezza, né per paura del buio, visto che quello non si poteva chiamare proprio “buio”.
Si accoccolava nel calore e si fermava a pensare alle battute teatrali, ai movimenti di Beatrice, agli occhi truccati di Filippo, al sorriso di Yusuf nascosto sotto i suoi baffoni neri.
Pietro, ogni notte, si addormentava, ed aspettava."
Piccola one-shot. Nulla in confronto alla meraviglia del film.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Nda: Mi piacerebbe che voi leggeste con questa canzone di sottofondo. Non so la traduzione del titolo, quindi cliccate qui e buon ascolto.

Questo è solo un piccolo omaggio a questo bellissimo film, a questa bellissima storia. Tutto qua. Buona lettura.

 

 

Non ti svegliare, finché dormi sei il mio segreto. Da sveglio sarai vero, e di tutti."

 

Pietro, ogni notte, si infilava sotto le coperte, spegneva la lampada, e si voltava verso il muro per sfuggire alla luce che entrava prepotentemente dalla finestra, posandosi su qualsiasi superficie si frapponesse fra lei e la parete opposta a quella su cui si apriva il balconcino.

Non un rumore fuori, non un respiro dentro – neanche il suo, a momenti.

Pietro, ogni notte, strizzava le palpebre sperando di addormentarsi al più presto, ma di certo non per stanchezza, né per paura del buio, visto che quello non si poteva chiamare proprio “buio”.

Si accoccolava nel calore e si fermava a pensare alle battute teatrali, ai movimenti di Beatrice, agli occhi truccati di Filippo, al sorriso di Yusuf nascosto sotto i suoi baffoni neri.

Pietro, ogni notte, si addormentava, ed aspettava.

Finché dormi sei il mio segreto,” ancora sentiva quelle parole soffiargli sulle palpebre non per svegliarlo, stavolta, ma per farlo dormire, per far sì che Luca tornasse, che si sedesse sul letto, che rimanesse ad osservarlo, che rimanesse ad amarlo anche quella sera.

Eppure Pietro, quella notte, non si addormentò. Continuava a rigirarsi nel letto senza darsi pace, infilando la testa sotto le coperte o affondando il viso nel cuscino sempre per sfuggire alla luce.

Si voltò sul fianco destro, poi sul sinistro, destro, sinistro, destro sinistro destro, allungò le gambe e si scoprì di colpo, puntando gli occhi sul soffitto. L'orologio segnava le tre, e Pietro era da solo.

Come al solito, dopotutto, avrebbe detto chiunque eccetto lui.

In casa nemmeno un rumore.

Nemmeno un sospiro.

Non una sedia spostata, una serratura che scatta, un cuscino che si deforma. Nulla.

Poi, la porta si aprì e Pietro sentì un sorriso nascergli sul viso, soffocando una piccola risata. Così, come quando si è bambini e si vuol far credere alla mamma che stiamo già dormendo per non venire sgridati, si portò le lenzuola fino al naso e si rannicchiò sul fianco sinistro mentre la porta veniva richiusa con delicatezza.

Seguì con la coda dell'occhio la figura dello sceneggiatore che si avvicinava al letto quasi in punta di piedi, il mento proteso in avanti per sbirciare oltre le coperte, un angolo della bocca leggermente piegato verso l'alto, i capelli in perfetto ordine e lo sguardo che si accoccolava tra i piccoli ricci di Pietro.

Lo vide fermarsi davanti a lui, piegare le ginocchia per arrivare al suo livello e poi sedersi sul pavimento con il mento appoggiato sulle mani intrecciate. In verità l'ultima cosa la intuì solamente, perché appena Luca fu troppo vicino Pietro strinse di nuovo gli occhi, in una maniera troppo innaturale per essere davvero la maniera di qualcuno che dorme.

Eppure non si sentiva alcun movimento; Luca rimase fermo accanto al letto con il volto appena inclinato sulle dita allacciate insieme. Non un mormorio, non un respiro pesante. Solo il silenzio.

Pietro non seppe mai quanto tempo passò prima di decidersi ad aprire leggermente un occhio – la curiosità si faceva esagerata – ma, appena lo fece, un soffio fresco sembrò scompigliargli le ciglia, tanto leggero da sembrare praticamente inesistente. Il fatto che nulla di tutto quello che Pietro stava avvertendo fosse vero e che quel soffio era inesistente, però, era un pensiero che si teneva ben lontano dalla sua mente, almeno durante la notte – almeno durante quelle notti.

«Lo so che sei sveglio» sussurrò Luca, e Pietro aprì piano gli occhi, quasi con la paura che a far le cose troppo velocemente sarebbe sparito tutto. «Non riesci a dormire?» parlò ancora, così piano che a Pietro sembrò quasi di avercelo dentro la testa e da nessun'altra parte, e forse era davvero così.

Non rispose. Allungò una mano fuori dalle coperte e spostò una piccola ciocca di capelli sfuggita alla perfetta capigliatura dell'altro, arricciandosela attorno al dito e sistemandola poi dietro le altre.

«Non riuscivi a dormire a causa dell'imperfezione della mia pettinatura?» rise piano Luca.

«Rimani qui anche stanotte?»

«Non vedo perché no».

Pietro rimase immobile per qualche secondo, dopodiché quasi sobbalzò, spostandosi velocemente nel lato destro del letto e tirando su la coperta con le mani. Evitò lo sguardo dell'altro, fissandolo sul cuscino con ancora la forma della propria testa e rabbrividendo dal freddo del materasso libero fino a qualche secondo prima.

Gonfiò un po' le guance, imbarazzato. «Hai mai... dormito con qualcuno?»

«No» rispose Luca.

«Ti va?»

Lo sceneggiatore si sfilò piano le scarpe, riponendole ordinatamente ai piedi del letto, dopodiché afferrò la coperta nello stesso punto in cui l'aveva presa Pietro e si infilò al suo posto, lasciando poi che l'altro si sistemasse davanti a lui, la testa ricciuta appoggiata al suo petto rivestito di abiti di scena vecchi di una vita.

Stavano immobili, il mento di Luca appoggiato tra i capelli di Pietro e il volto di Pietro seppellito nella spalla di Luca – poi Pietro si mosse ed osservò il volto dell'altro.

La luce vi si appoggiava sopra, mostrandolo chiaramente per quello che era; la luce gli affogava negli occhi ghiacciati e freddi, e per una volta Pietro non preferì voltarsi dall'altra parte.

In quel momento aveva bisogno della luce, aveva bisogno che gli entrasse in camera, aveva bisogno che gli evidenziasse ogni particolare in modo da non scordarlo più.

Ora aveva bisogno della luce.

Ora aveva bisogno di Luca.



Nda: dedicata un pochino a Faust_Lee_Gahan, che ha visto il film con me, un po' a Miss Adler, che si è lasciata  leggere la storia.
Dedicata un po' di più a questo film.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Altro / Vai alla pagina dell'autore: LivingTheDream