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Autore: Akemi_Kaires    28/03/2012    7 recensioni
{Bakuryushipping; Gold/Sandra}
- Hai perso solo una volta. Ed è stato contro di lui – esclamò a colpo sicuro, quasi certo di quella supposizione. Il sussulto di Sandra bastò come risposta. – Non lo hai ancora accettato. Sei troppo orgogliosa per farlo.
L’Allenatrice inspirò profondamente, nel vano tentativo di fare affidamento a tutto il poco autocontrollo posseduto, scoccandogli un’occhiata di odio puro e represso.

Prompt: Caos
Dedicated to lampadina and Cheche.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
- Questa storia fa parte della serie 'With You, My Love'
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The One Hundred Prompt Project



Just Be Friends

Just Be Friends. Or Not?

 

Gold corse perdifiato in direzione della Palestra, alquanto ansioso di sfidare l’ultimo Capopalestra e ottenere il lasciapassare per la prestigiosa Lega Pokèmon. Rivolse un sorriso incoraggiante al povero Typhlosion, il quale era alquanto teso per la battaglia ormai imminente, assestandogli poi un’affettuosa pacca di conforto sulla schiena.

Se la sarebbero sicuramente cavata, come sempre avevano fatto. Erano riusciti perfino a sgominare una perfida associazione criminale; che cosa mai avrebbe potuto ostacolarli, ora che avevano raggiunto un livello così alto? Non sarebbe stato quell’ultimo Allenatore ad infrangere i loro sogni di gloria. Lui non lo avrebbe assolutamente permesso.

Durante il loro breve soggiorno ad Ebanopoli, ove avevano curato le ferite riportate nella Via Gelata, aveva sentito parlare di questo Domadraghi leggendario. Si vociferava fosse potente, che avesse perso solo una sfida, e che trascorreva intere giornate ad allenarsi senza concedersi alcun riposo.

Un mito, insomma, una persona rispettabile e di grandi doti. Tuttavia, l’Allenatore non rimase affatto impressionato da quelle lodi. Dopotutto, avevano detto le stesse parole riguardo i suoi precedenti avversari, e lui era sempre riuscito a sfatare quei fantomatici miti senza problemi. Quella sarebbe stata la stessa fine che avrebbe fatto l’ultimo sorvegliante della Regione.

Gold non aveva superato tutti quegli ostacoli, percorso quelle lunghe e impervie vie, solo per uscire sconfitto da quella lotta. Si era impegnato troppo fino ad allora, e non avrebbe concesso a nessuno di vanificare i suoi sforzi. Non poteva permetterlo.

Rivolse un’ultima occhiata allegra al suo amico, sfoderando un’espressione convinta e sicura di sé, prima di fare il suo ingresso nel Castello. Era giunto il momento di deporre il Principe dal suo Trono.

 

Durante quel percorso di lava, Allenatori furiosi e pannelli mobili, Gold aveva fantasticato innumerevoli volte sull’aspetto del suo nemico. L’aveva immaginato forte e possente, quasi un Dio Greco dalla potenza ineguagliabile, dotato di grande astuzia e agilità.

Ma, non appena si ritrovò al cospetto di quella ragazza dallo sguardo gelido e il corpo slanciato, pensò di essere stato troppo condizionato dal giudizio altrui. Sbatté più volte le palpebre, scettico e incredulo come non mai, posando lo sguardo su quella giovane dai lunghissimi capelli color cielo.

Era davvero lei l’ultima Capopalestra, la stessa persona della quale si narravano leggende e si facevano onori? Davvero quella donna, vestita in modo a dir poco insolito e con una divisa fin troppo aderente alle sue prosperose curve, possedeva le tanto narrate capacità di combattimento?

Inutile dire quanto fosse rimasto deluso di fronte a quella visione. Gli sarebbe toccato sconfiggere un altro fantomatico eroe anche nella sua ultima battaglia, senza poter assaporare le vere gioie della lotta. Ciliegina sulla torta, il suo sfidante era anche una donna. Non avrebbe potuto desiderar di peggio.

- Allora, che hai da guardare, Tappo?

L’Allenatore si riscosse, scuotendo la testa per scacciare i suoi pensieri, raggelando sotto la gelida stilettata inferta nel suo orgoglio da quella Domadraghi. Strinse i pugni, rabbioso come non mai, offeso di fronte a quell’odioso appellativo. Lei era piuttosto alta - questo glielo poteva concedere - ma non poteva permettersi di chiamarlo in quel modo assurdo e alquanto umiliante.

- Non hai mai visto una donna in vita tua? Certo che i bambini, al giorno d’oggi, sono strani – proseguì l’altra, sfoderando un sorrisetto beffardo, istigando ancor più il suo avversario. Ridacchiò soddisfatta, non appena notò l’ira accendersi negli occhi del suo interlocutore. – Oh, ma non ti preoccupare. Entrerai presto nella pubertà, è solo questione di… tanti anni, Nano.

- Ti rimangerai quelle parole, non appena ti sconfiggerò – la minacciò il giovane, visibilmente irritato dalle parole canzonatorie dell’insolente Allenatrice.

Afferrò con decisione la pokèball di Typhlosion, mostrandogliela con aria di sfida. Si passò una mano sulla fronte madida di sudore, detergendo la pelle, cercando di sopportare il caldo asfissiante della lava. Si sforzò di sostenere lo sguardo strafottente di quell’ultima Regina, cercando di non soffermarsi ad osservare nuovamente quel corpo dannatamente invitante velato di gocce salate.

- Rimpiangerai di esserti messo contro Sandra, la Capopalestra! – ringhiò lei, scostando il suntuoso mantello color notte, scagliando con grazia la sua sfera pokè in aria. Spiccò un balzo, atterrando agilmente in groppa al suo fedele Gyarados.

Gold non poté fare a meno di trattenere una risatina, divertito e finalmente felice. La tanto sospirata lotta all’ultimo colpo si era presentata ai suoi occhi dopo tanta spossante attesa.

 

Nonostante quella battaglia si fosse rivelata la prova più ardua della sua avventura, alla fine Gold era riuscito a deporre la Regina dal suo Trono e conquistare il Castello. Ancora incredulo, richiamò Typhlosion nella ball, trattenendosi a stento dal gridare al mondo intero la sua immensa felicità.

Sandra saltò appena in tempo, evitando di schiantarsi al suolo assieme al suo pokèmon incosciente. Atterrò con agilità, precipitandosi immediatamente verso la sua adorata Kingdra. Con occhi sbarrati e ricolmi di incredulità, carezzò con dolcezza e paura la compagna esausta. Una volta capacitatasi della disfatta e dell’umiliazione subita, rialzò il capo verso il suo nemico, contraendo le labbra in una smorfia rabbiosa e minacciosa.

- Deve esserci sicuramente un errore… - mormorò con voce mesta e flebile, tornando a guardare il povero drago esausto. Digrignò i denti, imprecando decorosamente nei confronti dell’Allenatore, mentre estraeva una pozione rivitalizzante dal suo zaino. – Non puoi avermi battuta! Non è possibile!

Il giovane si irrigidì, non appena lo sguardo furente della ragazza violò la sua gioia. Pregò silenziosamente che la Capopalestra gli consegnasse immediatamente la Medaglia, senza gettarlo nella lava e fargli patire le pene dell’inferno. Sfilò il medagliere dalla tasca dei pantaloni, pronto a riporvi il suo ultimo trofeo, quando un grido irato giunse prepotente alle sue orecchie.

- Tu non sei degno di andare alla Lega – sbottò la Domadraghi, pervasa da tremiti di nervosismo. Lo additò con rabbia, quasi accusandolo per averla sconfitta, trattenendosi a stento dall’avventarsi su di lui e assestargli un pugno in pieno viso. – Mi hai sconfitta solo per fortuna! Ma questa non ti basterà per affrontare il… il Campione.

Gold assunse un’espressione incuriosita, non appena scorse un briciolo di esitazione e tentennamento nelle ultime parole pronunciate dalla giovane. Sebbene non la conoscesse da poi così tanto tempo, poteva affermare con certezza di aver scorto quelle guance velarsi di porpora. E questo sicuramente non era dovuto al caldo cocente di quel luogo.

- Hai perso solo una volta. Ed è stato contro di lui – esclamò a colpo sicuro, quasi certo di quella supposizione. Il sussulto di Sandra bastò come risposta. – Non lo hai ancora accettato. Sei troppo orgogliosa per farlo.

L’Allenatrice inspirò profondamente, nel vano tentativo di fare affidamento a tutto il poco autocontrollo posseduto, scoccandogli un’occhiata di odio puro e represso. Si voltò di scatto, dirigendosi con passo fiero e spedito verso l’uscita, il mantello svolazzante alle sue spalle.

- Non sei niente in confronto a lui, Tappo. Anche tu soccomberai, anche tu ti accascerai sfinito ai suoi piedi. Proprio come ho fatto io!

La osservò fino a quando non scomparve dalla sua vista, cercando di intuire che cosa si stesse nascondendo dietro quella maschera di orgoglio e rabbia. Posò gli occhi sulla celletta vuota del suo Medagliere, poco prima di richiuderlo e serrare le palpebre.

Se voleva raggiungere il suo sospirato traguardo, doveva prima sfatare il mito di quel Campione.

 

Contemplò un’ultima volta la lucentezza particolare della sua ultima Medaglia, tastandola ancora una volta prima di riporla nel piccolo cofanetto. Negli occhi fiamminghi e irosi di quel drago riconobbe quelli carichi di odio e grinta della sua Capopalestra.

Era scappata via da quel Tempio, correndo perdifiato verso la porta, dopo avergli lanciato letteralmente il simbolo di quell’ultima, estenuante, battaglia. Era scomparsa, lasciandosi alle spalle una scia di malinconica tristezza, senza proferir alcuna parola.

Gold non poté evitare di ripensare a come lei aveva tremato, una volta pronunciato un nome sacro per quella setta di Domadraghi. O almeno, lo era per la ragazza.

Lance. Era bastata solamente questa parola per disarmare la giovane, rendendola vulnerabile alle parole dei Saggi e del Maestro. Era servito pronunciare quelle poche lettere per veder vacillare la sua sicurezza, per osservare la sua maschera sgretolarsi in tanti piccoli frammenti.

Trovò strano come quell’uomo dai capelli rossi, che lo aveva accompagnato nell’avventura a Mogania, fosse legato in qualche modo all’estroversa e mascolina Allenatrice. Doveva essere una persona davvero importante per gli abitanti di Ebanopoli, se questi lo veneravano come una divinità.

Scese dalla groppa di Lapras, richiamandolo nella ball, dopo averlo ringraziato per la piacevole traversata sul lago. Non appena si voltò verso la luminosa uscita, notò una figura nell’ombra, con la schiena poggiata al muro e le spalle incrociate al petto.

Il ragazzo curvò le labbra in un sorriso soddisfatto, non appena la persona di Sandra emerse dalle tenebre. Si avvicinò a lui con fare circospetto, il capo chino e le mani leggermente tremanti. Giocava nervosamente con i suoi guanti, mentre tra le dita si rigirava un piccolo dischetto rosso e blu. Nulla sembrava in grado di portare i suoi occhi color ghiaccio sul corpo del vincitore.

- Tieni – disse la Capopalestra, porgendogli la macchina tecnica con decisione. Sospirò, riacquistando un briciolo di autocontrollo, tornando ad osservare l’acqua cristallina che circondava la vera e propria Tana del Drago. – Si tratta di Dragopulsar. Pulsar perché… oh, beh, che importa ora? Sappi solo che è una mossa potentissima!

L’Allenatore soffocò una risatina divertita, di fronte all’ostentata freddezza di Sandra. Sghignazzò, non appena il volto paonazzo della giovane si presentò dinnanzi a sé. Per quanto fosse sconfitta e demoralizzata, non aveva rinunciato per nulla alla sua maschera di orgoglio.

Sotto un certo aspetto, quella forzata austerità lo inteneriva e rattristava. Poteva dire di compatirla, perfino.

Gold gridò di dolore, non appena qualcosa lo colpì rapidamente e violentemente. Sbarrò gli occhi, indicando con orrore la frusta comparsa tra le mani della Domadraghi.

- Niente sorrisini! – lo rimproverò lei, facendo oscillare minacciosamente la sua fedele arma.

- E tu non mi frustare! – la rimbeccò l’altro, balbettando piuttosto terrorizzato.

Sandra alzò gli occhi al cielo, facendo spallucce. Sfoderò un ghigno beffardo, abbassandogli la visiera del berretto fino ad oscurargli completamente la vista, spingendolo poi dentro il piccolo laghetto. Una piccola e dolce vendetta.

- Se te lo chiedono, eravate in cinquanta e non mi avete dato tregua – esclamò poi, le mani puntate sui fianchi, non appena il moro riemerse furente. – E bada di non perdere, là, altrimenti sarà ancor più umiliante essere stata battuta da te!

Il giovane inarcò un sopracciglio, non appena quelle assurde parole giunsero alle sue orecchie. Osservò la ragazza, imponente sopra di lui, cercando di capire quale fosse la misteriosa espressione dipinta sul suo volto. Era rabbia? Tristezza? Odio, forse? Non era in grado di dirlo.

- Battilo. Devi farlo assolutamente – mormorò la giovane, voltandosi di scatto per dargli le spalle. Infossò la testa nelle spalle, chinando ancor più il capo come se sconfitta e afflitta. A giudicare dagli spasmi e dalla voce debole e spezzata, stava singhiozzando. – Cancellalo… dalla mia vita!

Uno schizzo d’acqua la bagnò, richiamando la sua attenzione e costringendola a girarsi nuovamente. Digrignò i denti, stringendo i pugni, fulminando letteralmente Gold con lo sguardo. Si sporse, pronta ad utilizzare nuovamente la frusta contro di lui, per punirlo di quell’affronto.

Senza alcun indugio e paura, il ragazzo l’afferrò per un braccio, trascinandola nel lago assieme a lui nonostante le lamentele e le urla. Sandra gli assestò uno schiaffo in pieno viso, non appena riaffiorò fradicia e con i capelli appiccicati al volto.

- Non permetterti mai più, maledetto Nano!

- E tu smettila di piangere – la ammonì, serioso come mai lo era stato fino ad allora. – Quell’uomo non si merita le tue lacrime.

Come faceva quel maledetto Tappo a capirla così perfettamente? Come potevano le sue parole confortarla così tanto, carezzarla e cullarla dolcemente?

La Domadraghi si sfregò gli occhi con stizza, sotto lo sguardo compiaciuto dell’Allenatore. Osservò quelle iridi antracite con rabbia, gemendo irritata come non mai.

Non era giusto! Quel bambinetto non poteva leggere così dettagliatamente la sua anima! Eppure lo aveva fatto, proprio lui, un perfetto estraneo conosciuto solo poche ora fa. Era totalmente illogico, ingiusto, insensato!

- Comunque ora devi pagarmi il conto della lavanderia – sbottò infine, camuffando il suo disagio e imbarazzo. Rise, non appena scorse lo stupore e lo sconcerto dipinti sul viso giocoso e allegro del ragazzino.

Forse un modo per dimenticare Lance lo aveva trovato.

 

 

Chiarimenti su alcuni fatti:

Innanzitutto spero con tutto il cuore di aver mantenuto l’IC di questi personaggi (su Sandra sono certa, meno su Gold) e di non aver creato uno strafalcione.

Riguardo al più volte citato riferimento a Regina, Castello e Trono, mi sono affidata all’anime, dove la Palestra di Sandra è un vero e proprio Castello. Volevo fare qualcosa di poetico, perciò ecco ‘sta boiata. E poi non volevo incappare in schifose ripetizioni.

Sandra chiama Gold “Tappo” o “Nano”. Questo è dovuto al fatto che lei sia più grande, sia come età sia come altezza, rispetto al suo sfidante. E, per mantenere l’IC di questacarognettaqui (*Sandra la frusta*), le ho fatto assumere questo atteggiamento strafottente e antipatico.

Sandra possiede una frusta nel manga. Quindi non sorprendetevi se l’ho cacciata anche qui: dovevo avere un pretesto per mantenere il suo IC nelle ultime parti. Ho scelto il prompt Caos per spiegare la confusione di Sandra, schiacciata tra l'amore per Lance e i nuovi sentimenti per Gold.

 

Ah, no, non chiedetemelo. Non domandatemi cosa ho combinato, perché non lo so neppure io. Fino a poco tempo fa mi ritrovavo con un irrimediabile (e tragico) blocco dello scrittore. E allora qualcuno mi dice come diavolo ho fatto a fare… a fare questo! Una Bakuryu!

I Dragonshipper mi impiccheranno. Oh, beh, oltre alla filosofia Kotone/Tutti mi sta bene anche Sandra/Tutti (ma la cosa non vale affatto per Lance. Oh, no, lui sta solo con Sandra). Perciò un giorno potrei sbucare fuori anche con una Punish (Sandra/Mewtwo) o con una Nemu (Sandra/Kotone). Massì, anche con una OnMyHonor (Valerio/Angelo/Eugenius/Sandra).

Macchinavo di fare da un bel po’ una shot di questo genere, a puntate, su questi due. Li ho sempre visti come migliori amici, sinceramente, sempre pronti a farsi gli scherzi e a litigare. Ecco perché lo sclero dell’ultima puntata, tra fruste e bagni. Non pensavo, però, di fare appunto una shot a puntate. Oh, beh, è uscita così. E la cosa comica è che sono una più lunga dell’altra. XD Perdonate questa testa bacata.

Ma il colpo di fulmine è venuto fuori oggi, mentre giocavo a Freddi Pesce (chi ride lo accoppo, è un gioco FAIGO. E chissene se è da bambini di nove anni ù_ù) e mi divertivo a incastrare quel fesso di Gillo. E, mentre imprecavo contro lo Scerfiffo Zaccaria Gamberetto, mi è venuta l’ispirazione per questa cosa. Ecco perché è delirante. Compatitemi.

Volevo ringraziare tutti quelli che hanno letto, che mi hanno sopportata e che continuano a seguirmi. Per me significa davvero tanto! Un grosso abbraccio a tutti!

Ma prima andate a farvi una giocata a Freddi Pesce. I miei ossequi!

E, carissime Sam e Cheche, per voi non è ancora finita!

 

Sam: Oh, sì, ammazzami pure. Avrei potuto scegliere coppia migliore da dedicarti, ma questa era così particolare che non ho saputo trattenermi! Volevo ringraziarti di tutto cuore per il tuo supporto, per il fatto che sopporti il mio lato di Dragonshipper e per essere così paziente nei confronti di questaritardatariaqua *indica le recensioni*. Spero che questa sciocchezzuola ti sia piaciuta, nonostante la coppia assurda. Spero di averti strappato un sorriso, di averti fatto apprezzare questa shipping, e di averti stupita ancora una volta. Questo è un grazie enorme per quello che fai, anche se penso non sarà mai abbastanza. Consideralo un “Ben Tornata” da parte mia.

 

Cheche: Maguardachic’èquiiii! Mia carissima Amante, io avevo promesso che ti avrei sommersa di shot, un giorno o l’altro, per sopire la tua crisi di astinenza. Ora, spero di averti appagata con questa Bakuryu… etipregonontirarmelaintesta. Basta fare la truzza. Volevo ringraziarti di cuore per tutto quello che hai fatto per me fino ad ora, per essermi accanto e sopportarmi ogni momento della giornata. Lodato sia EFP, il fandom Pokèmon e Silver per averci fatte incontrare! Non trovo le parole adatte per dirti Grazie, non trovo un modo decente per dimostrarti quanto sono grata. Davvero. Spero che questa sciocchezzuola ti sia piaciuta! Ma la prossima sarà una Dragon. E ora spupazzami, tesoro. :3

  
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