Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: PaolaBH2O    28/03/2012    0 recensioni
Di recente ho notato che va di moda basare le proprio fanfiction sulle favole dei fratelli Grimm; volendomi ispirare a questi colleghi che fanno così, anch'io ho scritto una fic basandomi su una storia... Solo non dei Grimm u.u ho preso d'ispirazione una delle novelle del Decameron, precisamente "Federigo degli Alberighi", e facendone una parafrasi, ho scritto questa storia: perciò ecco a voi "Grell Sutcliffe" :D
Non insultatemi se non vi piacciono certi accoppiamenti o "ruoli", ma a mio giudizio, i personaggi calzavano a pennello con quelli della novella u.u un'ultima cosa, il Grell della storia non è lo shinigami, ma il maggiordomo :3 dopotutto un po' il personaggio originale e il povero Grell si assomigliano: dolci, devoti alla propria signora e "sbadati".
Buona letture a voi^^
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Angelina Durless, Ciel Phantomhive, Grell Sutcliff
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Grell Sutcliffe
 
 
 
A Londra visse un giovane più gentile e cortese di ogni altro giovane nobile d'Inghilterra. Costui si chiamava Grell Sutcliffe ed era soprannominato "Messer Shinigami" grazie all'abilità che aveva nel maneggiare le armi; Grell, come di solito avviene agli uomini della sua età, si innamorò di una gentil donna, ritenuta ai suoi tempi una delle donne più belle e leggiadre che vi fossero a Londra: Angelina Phantomhive. Per riuscire a conquistare il suo amore, Grell combatteva in scontri singoli, maneggiava le armi per dare spettacolo, organizzava feste in suo onore e le faceva di continuo regali, spendendo senza ritegno. Ma Angelina, non meno bella che onesta, non si curava di queste cose fatte per lei, né di chi le faceva; poiché Grell spendeva più di quanto potesse, le ricchezze cominciarono a mancargli, e divenne povero: gli rimasero soltanto un podere in campagna e un falcone, uno dei migliori al mondo. Siccome non poteva più vivere in città nel modo che tanto amava, andò a vivere nel suo podere (e grazie alle rendite di questo) nonostante le grandi limitazioni; qui, quando poteva, andava a caccia di volatili e sopportava la sua povertà senza chiedere prestiti o aiuto a nessuno. Un giorno però, proprio quando Grell era allo stremo della sua povertà, il ricchissimo marito di Angelina, Vincent Phantomhive, si ammalò, e poiché sentiva la morte avvicinarsi, scrisse il testamento: designò come erede suo figlio Ciel e, avendo amato molto sua moglie, la nominò erede secondaria nel disgraziato caso che il bambino fosse morto prematuramente senza eredi. Una volta rimasta vedova, Angelina andò in vacanza con suo figlio, durante l'estate, nella loro villa in campagna, che, casualmente, era assai vicina a quella del suo corteggiatore; così avvenne che Ciel iniziò a familiarizzare con Grell e assieme giocavano con i cani e andavano a caccia. Poiché il bambino aveva visto volare il suo falco più volte, e poiché gli piaceva straordinariamente, nacque in lui il forte desiderio di averlo, ma allo stesso tempo non osava chiederglielo vedendo che era così caro all'amico. Stando così le cose, Ciel si ammalò; siccome era l'unica figlio di Angelina, questa soffriva molto e gli stava accanto tutto il giorno, lo confortava, gli chiedeva spesso se desiderasse qualcosa, e lo pregava di dirglielo, perché certamente avrebbe trovato il modo di farglielo avere se fosse stato possibile. Ciel, sentite molte volte questa richiesta disse:
-Madre mia, se voi riuscite a fare in modo che io abbia il falcone di Grell, credo che guarirò subito.-
Angelina, sentito ciò, rimase incerta sul dafarsi e cominciò a pensare: lei sapeva che il ragazzo l'amava da molto tempo, e che lei non gli aveva mai rivolto uno sguardo, perciò tra sé e sé si diceva "Come potrò andare, o mandare qualcuno, a domandargli questo falcone che è proprio ciò che mantiene Grell al mondo? Come farò a essere così sfacciata da voler togliere a un gentiluomo l'ultima cosa rimastagli?"
E così, sebbene fosse certissima che l'avrebbe ottenuto se l'avesse domandato, non rispondeva al bambino e rimaneva indecisa. Infine vinse l'amore per Ciel, e così, decise di andare di persona a chiedere questo dono e disse al figlio:
-Figlio mio, rasserenati e pensa a guarire con tutte le tue forze, perché ti prometto che la prima cosa che farò domattina, sarà andare a chiedere il falco che tanto ami, e portartelo.-
Il fanciullo, contento di ciò, mostrò dei segni di miglioramento quello stesso giorno; la donna, la mattina seguente, presa un'amica perché le facesse compagnia come se andasse per piacere, si recò alla casa di Grell e lo fece chiamare. Lui, siccome non aveva avuto tempo di andare a caccia e non ce n'era stato in quei giorni, era nell'orto e faceva eseguire alcuni lavori; sentendo che Lady Angelina domandava di lui e lo attendeva alla porta, si stupì molto e corse da lei felicemente. Angelina, vedendolo arrivare, gli andò incontro sfoggiando il suo fascino femminile e, poiché Grell l'aveva salutata con deferenza, disse: -Spero tu stia bene Grell. Sono venuta a risarcirti dei danni che hai subito a causa mia, amandomi più di quanto avresti dovuto fare. E il risarcimento è così grande che intendo con questa mia compagna farti compagnia durante la mattina come tra persone di famiglia.-
Allora Grell le rispose umilmente: -Milady, non ricordo di aver mai ricevuto alcun danno a causa vostra, ma così tanto bene, che se ho mai avuto dei meriti è stato solo grazie alla vostra virtù e all'amore che ho nutrito per voi; e questa vostra generosa visita mi è molto più gradita di quanto lo sarebbe il riavere e il poter spendere tutto ciò che ho già speso.-
Detto questo, le ricevette timidamente in casa sua e le condusse nel giardinetto; qui, poiché non c'era qualcuno di degno che le potesse tenere compagnia, disse: -Milady, poiché non c'è nessuno in casa degno di voi che questa vostra amica, vi terrà lei compagnia nel frattempo che io vado a dare ordini per il pranzo.-
Grell non si era ancora reso conto di quanto avrebbe fatto bene a risparmiare qualcosa, ma quella mattina, ritrovandosi senza qualcosa con cui onorare Angelina, compì un gesto tale con cui quella si sarebbe resa conto del suo grande cuore. Con grandissima angoscia, andava da una parte all'altra, maledicendo sé stesso e la sua sorte siccome era tardi e lui voleva dare qualcosa in pegno ad Angelina, ma non aveva nulla e non voleva chiedere alcuna cosa né a un estraneo, né al suo contadino. Infine posò lo sguardo sul suo buon falcone che stava appollaiato sul trespolo nella sua stanzetta; non trovando altra soluzione, pensò che fosse una vivanda degna di una tale donna, così, senza pensarci due volte, gli tirò il collo e lo diede ad una serva affinché lo mettesse sullo spiedo e lo cucinasse accuratamente dopo averlo spennato. Preparata la tavola con tovaglie bianchissime, che ancora aveva, andò con viso gioioso dalla donna che stava nel suo giardinetto e disse che, per quel poco che si poteva fare, la tavola era stata apparecchiata. Allora Angelina e la sua compagna si alzarono, andarono a tavola e (senza sapere cosa avrebbero mangiato) insieme a Grell, il quale le serviva con grande devozione, mangiarono il falcone. Dopo essersi alzate da tavola e dopo aver trascorso con lui piacevoli momenti, poiché ad Angelina sembrava il momento per chiedere quello per cui era andata, si rivolse benevolmente a Grell:
-Grell, ricordandoti della tua vita passata e della mia onestà, che tu per scoraggiamento hai reputato essere crudeltà e freddezza, sono certa che ti stupirai della mia audacia sentendo per cosa sono venuta principalmente... Ma se tu avessi figli, o ne avessi avuti, avresti potuto conoscere quanta forza ti dà l'amore che loro ti donano, e quindi sono sicura che almeno in parte mi avresti perdonata.
Sebbene tu non ne abbia, io che ne ho uno, non posso ignorare la forza delle leggi che anche le altre madri rispettano. Devo quindi, contro il mio desiderio e contro ogni regola di convenienza e di dovere, chiederti un dono che so che ti è estremamente caro: questo dono è il tuo falcone, del quale il mio figliolo s'è invaghito così tanto che se non glielo porto, temo che la sua malattia si aggraverà così tanto da farlo morire. Perciò ti prego, non per l'amore che tu provi per me (rispetto al quale non sei obbligato in nulla) ma per la tua nobiltà, la quale hai dimostrato essere più grande di quella di chiunque altro, donami il tuo falco per piacere, affinché io possa dire d'aver salvato mio figlio grazie a questo dono, e che mio figlio, grazie a ciò, ti sia sempre riconoscente.-
Grell, sentendo ciò che la donna chiedeva e sapendo di non poterla accontentare, perché glielo aveva dato da mangiare, cominciò a piangere anziché rispondere a parole. La donna dapprima credette che piangesse perché si doveva separare dal falco, e stette quasi per dirgli che non lo voleva; ma pur trattenendosi aspettò la risposta di Grell, il quale, dopo il pianto disse:
-Mia signora, possa piacere a Dio che abbia posto in voi il mio amore, così come ho reputato avversa la mia fortuna e mi sono lamentato di lei; ma tutte le mie sventure non sono state nulla in confronto a quella che essa mi fa in questo momento. Non potrò mai avere pace pensando che voi siete venuta alla mia povera casa, dove la sfortuna ha fatto sì che io non potessi donarvi un piccolo dono che mi avete chiesto: ma vi dirò velocemente perché non ho potuto accontentarvi.
Non appena sentii che, per vostra bontà volevate pranzare da me, ritenni degno, avendo riguardo per la vostra eccellenza e il vostro valore, che vi dovessi onorare con la vivanda più preziosa che avevo a disposizione, piuttosto che con quelle che generalmente si usano per le altre persone. Quindi, ricordandomi del falcone che mi avete chiesto e della sua squisitezza, lo reputai un cibo degno di voi, e ve lo servii questa mattina arrostito e servito sul tagliere… Ma vedendo ora che lo desideravate in altro modo, provo un dolore così grande, che credo non potrò mai darmi pace.- E detto questo le mostrò le zampe, il becco e le piume in testimonianza di ciò che aveva detto.
La donna, sentendo e vedendo queste cose, prima biasimò lui per aver ucciso un tale falcone per dar da mangiare a una donna, poi biasimò la grandezza del suo animo, la quale non aveva diminuito e non avrebbe potuto diminuire la sua povertà; tuttavia, tra sé e sé lo lodo molto.
Poi, persa la speranza d’avere  il falcone e cominciando a dubitare della salute del suo figliolo, malinconica tornò da lui, il quale, trascorsi non molti giorni, morì, con grandissimo dolore della madre, o per il dolore di non poter avere quell’animale, o per la malattia che l’avrebbe comunque ridotto in quello stato. Angelina, poiché aveva pianto moltissimo ed era alquanto piena di amarezza, essendo ricchissima e ancora giovane, fu sollecitata più volte dai fratelli Claude e Sebastian a maritarsi nuovamente. La donna, sebbene non lo volesse, vedendosi infastidire continuamente e ricordandosi del valore di Grell e del suo ultimo sacrificio, disse ai fratelli –Farei a meno di sposarmi, se me lo concedeste, ma se proprio volete che prenda marito, di sicuro non ne prenderò mai nessun altro se non Grell Sutcliffe.-
Così i fratelli le risposero facendosi beffe di lei: -Sciocca, cosa stai dicendo? Come puoi volere lui che non possiede nulla al mondo?-
Lei rispose a quelli –Fratelli miei, so bene che le cose stanno come dite voi, ma preferisco un uomo senza ricchezze che un uomo privo di valore.-
Claude e Sebastian, sentendo le sue parole e sapendo quindi che Grell era un uomo di molto valore per quanto potesse essere povero, come volle quella, la donarono a lui insieme a tutte le sue ricchezze. Grell, vedendo che poteva  avere la donna che aveva amato così tanto e trovandosi di nuovo ricchissimo, con gran gioia amministrò meglio i suoi beni, e terminò i suoi anni.
 
 

Fine

   
 
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