Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: Rivaleth    30/03/2012    3 recensioni
Benedetta aveva degli occhi bellissimi.
O almeno così sembravano ad Agnese.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Buonasera! dopo "I kissed a girl" torno con una nuova storia su Benedetta e Agnese. E' una piccolissima one-shot, e si può leggere anche senza aver letto prima la storia precedente. Vi aspetto in fondo, buona lettura!


Cannelle Parfum



Benedetta aveva degli occhi bellissimi.

O almeno così sembravano ad Agnese.

Erano grandi e impercettibilmente allungati, di un castano chiaro e caldo, vagamente iridescenti. Quando c’era tanto sole assumevano una sfumatura verdastra sul bordo esterno dell’iride, mentre tante piccole pagliuzze dorate punteggiavano la parte più interna. Le piaceva quel particolare, il loro repentino cambiamento di colore. A volte sembravano di un marrone come quello della terra bagnata, e allora Benedetta era di cattivo umore, triste, o arrabbiata. Quando era pensierosa gli occhi assumevano una tonalità scura ma indefinibile, perché lei non ti guardava mai negli occhi quando pensava a qualcosa distante anni luce da ciò che tu potevi immaginare. I suoi occhi diventavano remoti.
 
Agnese aveva imparato a conoscere la bellezza misteriosa di quegli occhi.

 
Anche se avrebbe voluto conoscere i loro segreti più intimi e profondi.
 
Ma quel pomeriggio d’autunno, con una tazza di the fumante poggiata ai propri piedi e un lapis che teneva stretto tra le labbra, gli occhi di Benedetta erano presenti e vivaci, sembrava che potesse fare a meno delle labbra, perché i suoi occhi erano in grado di ridere da soli, catturando tutta la luce del sole pomeridiano come una rete, posandosi ogni tanto su di lei luminosi e timidi, per poi abbassarsi sul libro di storia che teneva appoggiato sulle gambe.
 
Agnese si portò la tazza di the fumante alle labbra, annusandone l’odore persa in pensieri che neppure lei riusciva a seguire.
 
Forse un giorno quegli occhi le avrebbero permesso di leggerli e scoprirli.
 
Un dolce profumo di cannella le sfiorò la punta del naso, e il calore della tazza si diffuse piacevolmente anche sulle sue dita. Istintivamente si chiese
 
Come sarebbe stato riflettersi in quegli occhi e sapere di essere il loro inizio e la loro fine, se lei l’avrebbe guardata con lo stesso amore con cui a volte la sorprendeva ancora a fissare Alessandro
 
se quel profumo fosse davvero il the o piuttosto i suoi capelli. Sicuramente era
 
stata innamorata, perdutamente. E allora i suoi occhi avevano brillato come stelle
 
un profumo avvolgente, una culla di piacere dei sensi
 
I capelli di Benedetta erano biondissimi, come il grano, come il sole di luglio, come oro colato, come il miele. Biondi, biondi, biondi. Attiravano la luce come uno specchio, incendiandosi e illuminandosi. Erano anche morbidi e setosi, incredibilmente soffici al tatto.
 
-Non riesco a ficcarmelo nella testa!- si lagnò Benedetta, sbuffando annoiata e mordicchiando nervosamente la punta del lapis che stava facendo oscillare tra le dita.
 
Agnese bevve un secondo sorso di the, sentendo un calore intenso pervaderle la bocca e la gola, riscaldandola tutta.
 
-Devi solo trovare la giusta concentrazione.- disse con tono incoraggiante, più a sé stessa che all’amica.
 
Benedetta si passò una mano tra i capelli con aria esasperata.
 
-Nell’ottobre ’23 fu emesso un nuovo marco il cui valore era garantito dal patrimonio agricolo e industriale...- ricominciò a leggere con tono annoiato.
 
Agnese ricominciò a osservarla, senza neppure preoccuparsi di mantenerla, la concentrazione, chiedendosi se
 
Alessandro avesse mai affondato le mani in quella cascata di oro liquido, se li avesse accarezzati con le dita, se li avesse sentiti morbidi
 
fosse stata una buona idea proporle di studiare insieme, visto che davvero non riusciva proprio a togliersi dalla testa quel
 
pensiero di loro due insieme, lei che gli sorrideva dolcissima e lui che raccoglieva i capelli e li lasciava scivolare sui palmi delle mani, senza sentire il
 
profumo di cannella che, ormai era sicura, non era solo quello del the.
 
Benedetta fece una pausa, sporgendosi e raccogliendo la sua tazza. L’avvicinò alle proprie labbra, stringendola con entrambe le mani e soffiando distrattamente. Adesso era pensierosa, e il suo sguardo si era smarrito da qualche parte in cui Agnese non poteva arrivare. In quei momenti di
 
silenzio in cui si estraniava, pensando a lui, appariva straordinariamente affascinante e fragile, turbata e nostalgica
 
pace, Agnese neppure ci pensava, a Pietro, il suo fidanzato, anche se forse doveva ammettere che studiando con lui si sarebbe distratta molto meno.
 
Benedetta appoggiò le labbra sulla tazza, bevendo un po’ di the e schioccando la lingua contro il palato.
 
-Com’è?- domandò Agnese.
 
-Bollente.- rispose Benedetta spalancando la bocca e sventolando una mano per farsi aria.
 
Agnese scoppiò a ridere.
 
-Però è...mmh...buono. Non avevo ancora assaggiato un the che mi piacesse. Hai detto che è alla cannella?
 
-Credo, non ne sono più tanto sicura.- rispose piano Agnese, abbassando lo sguardo sul liquido ambrato nella sua tazza.
 
Benedetta la guardò vagamente interdetta, poi stirò le labbra in un sorriso gentile, che divenne timido quando Agnese tornò a guardarla, rivolgendole uno sguardo intenso, lasciando trasparire la natura dei suoi pensieri, che erano inevitabilmente tornati a quella sera d’estate in cui si erano baciate, su quel letto ampio, togliendosi i vestiti e sfiorandosi a vicenda. Quella sera in cui Agnese aveva finalmente potuto saggiare la consistenza delle sue labbra vellutate e sottili. Le voleva baciare già da secoli, e le sarebbe piaciuto farlo ancora, anche se non riusciva a spiegarsi il perché. Erano delicate e poco carnose, come se fossero state disegnate dal tocco leggero di un pittore, di un rosa chiaro che lei non ripassava mai di rosso. Agnese si chiese se
 
Alessandro avesse mai indugiato su quelle labbra quando le baciava, le mordeva, le toccava
 
si sarebbe decisa a sorridere di più, visto che nelle foto raramente sorrideva, sostenendo di avere un sorriso pessimo, storto, sghembo, che mostrava
 
di nascosto, come se fosse uno sbaglio, una imperfezione, qualcosa da fare lontano dagli sguardi delle persone che avrebbero potuto trovare antiestetico
 
solo quando era insieme ai suoi amici, quando poteva ridere a crepapelle e essere libera, senza la soggezione che scatena una macchina fotografica puntata addosso. Perché lei sembrava disinibita e volubile, si divertiva a sembrare quella che non era, e questo la rendeva così intrigante, sensuale, ingannevole, imprevedibile, incomprensibile che
 
che un ragazzo bello e popolare e costruito e insensibile e arido come lui potesse stare con una ragazza bella e ingenua e innamorata, ma strana e incomprensibile e imprevedibile come lei.
Vera come lei.
 
Agnese avrebbe immensamente voluto baciarla.

 Così glielo disse.
 
-Voglio baciarti.

 

  *      *      *      *

Stavolta non ho usato la prima persona, avrebbe tolto tutto il pathos romantico. Inoltre la situazione è descritta dal punto di vista di Agnese. Il titiolo è in fracese, e forse vi state chiedendo cosa ci incastra il titolo in francese. Beh, non ci incastra una beata mazza. l'altro era in inglese, questo è in francese, il prossimo potrebbe essere spagnolo. Orsù, direi di essermi ridicolizzata abbastanza, basta, adesso vado a studiare! spero vi sia piaciuta, ciao ciao ^___^

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Rivaleth