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Autore: MyDirection    30/03/2012    3 recensioni
Cosa può accadere quando l'uomo più importante della tua vita decide di andarsene?
Di certo non ti senti bene. Soprattutto se hai 13 anni, e la tua vita è un casino totale.
Perdere la voglia di vivere a 13 anni è la cosa più brutta che possa accadere, e soprattutto quando accade principalmente per colpa di una delle persone che pensavi ti avrebbe potuto salvare da qualsiasi cosa.
UN PADRE.
Il mio aveva abbandonato me e mia madre. Certo. Marta era più accattivante, una 20enne sciocca e frivola che non so come era stata assunta nel suo ufficio.
Passarono tre anni. Tre interminabili anni. Di sopravvivenza, perchè vivere non è che avesse troppo senso per me. Tra i compagni di scuola odiosi, e una madre sempre al lavoro mi sentivo l'adolescente più sola del mondo.
Poi accadde qualcosa di magico, dall' X Factor inglese arrivò uno spiraglio di luce, il destino aveva deciso di salvarmi. E aveva deciso di servirsi di cinque ragazzi che avrei dato di tutto per incontrare!
Da li fu tutto in discesa, ritornai a sorridere. Come un adolescente dovrebbe fare sempre, e conobbi una persona speciale che diventò la mia migliore amica
Loro continuavano a essere il centro del mio mondo, e ogni mese che passava l'amore che provavo diventava più grande.
All'età di 17 anni ebbi la mia opportunità....
E chi lo avrebbe mai detto...Si realizzò molto di più di quanto avrei mai potuto sperare...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era arrivato il mio giorno avrei incontrato i miei idoli, cavolo! Li avrei avuti li davanti a me, dopo tanti anni..Tanto tempo, la mia felicità sarebbe stata completa.
I brividi mi percorrevano la schiena mentre quella fredda mattina di gennaio mi infilavo i jeans. Quella mattina non pensai a quanto fossi inadatta e a quante volte a scuola me lo avessero fatto notare, a quanto il mio corpo fosse 'diverso' dall'ideale che avevo sempre avuto, in effetti la mia corpuratura somigliava molto a quella di Demi Lovato, grandissima donna a quanto ne pensavo io, ma non riuscivo nonostante tutto ad essere forte come lei. Perchè non sempre riuscivo a rialzarmi ed ad andare avanti quando la semlice presa in giro di trasformava in un calcio.
Per giunta ero anche brava a scuola, cosa che i miei compagni sembravano considerare uno dei sette peccati capitali, che ottusi.
Ma qualcosa era cambiato da due anni a quella parte, certo non è che la gente fosse molto più gentile con me, ma c'era qualcosa per cui valeva la pena andare avanti. Infatti spesso mi ritrovavo di fronte allo specchio del bagno delle ragazze con un fazzolettino intenta a medicarmi la guancia livida, sorridendo. Con le cuffie nelle orecchie a canticchiare parole che sembravano farmi arrivare ad un mondo migliore, diverso. Quella mattina in quel mondo ci ero entrata da ore. Scesi in cucina con la borsa piena di oggetti, e aspettai il suone del campanello andando da una parte all'altra dandomi un pizzicotto ogni minuto per essere sicura che non fosse un sogno. Il campanello suonò. Scesi di corsa verso Emy che sorrise eccitata almeno quanto me. Arrivate praticamente davanti al grande studio. Mi ricordai!
"I disegni" esclamai bloccandomi. E si, i miei disegni quelli che avevo fatto uno di tutti i ragazzi e uno singolo di Niall. Li avevo lasciati a casa.
"Non ci credo!" esclamò "Va bhe glieli darai un altra volta Angel!"
"No non posso!" dissi guardando l'orario sul cellulare "Corro a casa tu inizia ad andare se vuoi."
"Va bene." disse. " Fa presto però!"
Mi allontanai di corsa verso casa, arrivata presi i disegni poggiati sulla mia scrivania e corsi di nuovo come non avevo mai fatto prima verso il luogo del signing.
Arrivai e davanti alla porta era tutto vuoto. Il mio stomaco si rivoltò.
Andai incontro alla guardia chiedendo di entrare. Il "No" pronunciato dall' omone in giacca e cravatta fu come una pungnalata dritta al cuore. Lo supplicai più volte ,mentre delle lacrime silenziose ma pesantissime mi solcavano il viso, nulla.
 Me ne andai sul retro e mi misi su una panchina a piangere con la faccia tra le gambe maledicendo me stessa e quei disegni che erano oramai divenutati il mio cuscino su cui piangevo nel mio letto. Una folla uscì dalla sala circa 30 minuti dopo. Fu un duro colpo da incassare...Dopo non so quanto la folla si dissolse, probailmente i ragazzi erano andati via....Oh che ne so.. Io rimasi la ancora, fregandomene. Ero troppo delusa la vita mi aveva chiuso in faccia anche l'ultima porta. Qualcuno si sedette di fianco a me. Io non lo guardai.
"Perchè piangi?" chiese qualcuno in un italiano incerto.
Non risposi.
"Dai, sei muta o cosa?" Alzai di poco la testa lasciando intravedere il disegno di Niall.
"Hei quel disegno è stupendo!" Esclamò.
" Prendilo te lo regalo." dissi arrabbiata prendendolo e facendo per darlo allo sconosciuto.
Ma il disegno scivolò dalle mie mani per lo stupore.
"Sono io!" esclamò "fantastico!" sorrise raccogliendo il foglio
"Sono in paradiso o roba simile..o sei davvero qua?!" dissi balbettando con la tentazione di toccarlo per accertarmi che fosse in carne ed ossa.
"No, ancora non sei tornata in cielo." Disse sorridendomi "Sono Niall, ma mi sembra che tu...già mi conosca." ricominciò a parlare in inglese e lo feci anche io.
" Ovvio che ti conosco!" dissi ascigandomi le lacrime. Giusto in tempo per fare spazio alle altre.
"Dai, fa freddo. Che ne dici di venire come me?" disse alzandomi e porgendomi la mano.
"Certo." Disse afferrandola e alzandomi. Lo guardavo come impietrita, quello era solo l'inizio del mio sogno. 
  
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