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Autore: Nuraicha    30/03/2012    3 recensioni
Ma se un giorno tu trovassi le parole.
Forse quel giorno capirò le tue paure.
Ma adesso non riesco a non lasciarti.
Forse sto buttando tutto (non senza rimpianti).

Sherlock ama John; John ama Sherlock. Ma nessuno dei due riesce a esprimere i suoi sentimenti.
Genere: Romantico, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson , Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rating: Verde

Genero: Song-fic, romantico, triste

Avvertimenti: Slash, spoiler 2x03, one-shot

Beta reader: Nacchan

Nº da parole: 1437 [secondo fiumidaparole]

Disclaimer:  Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Sir Arthur Conan Doyle in primo posto e poi da Steven Moffat, Mark Gatiss e la BBC; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. 

NdA: E’ il POV da Sherlock e credo sia abbastanza OOC. La canzone in cui mi sono ispirata è Tu come stai da Zero Assoluto, potete ascoltarla qui. Ce ne sono frasi e dialogi da tutto il 2x03 (vi raccomando potete guardarlo mentre legete o dopo). Questa è la prima storia che scrivo in italiano in tutta la mia vita, così vi prego: criticatemi, criticatemi! Ho bisogno da ammigliorare un sacco, lo so!

 

 

 

 

Sentio et excrucior

 


Tutto è troppo semplice
Se non sai distinguere
Parlano dei tuoi silenzi
Dicono quello che pensi
Contano di più
Più di mille chiarimenti

 


Ma se un giorno tu trovassi le parole.

Perchè io le trovo, ma non so come dirle. Le penso, le sento, ma non riesco a dirle. Cosa penseresti tu? Io ti guardo negli occhi e le vedo. Quelle parole, ogni volta che mi guardi. Tu non mi capisci? Non vedi nei miei occhi quello che per me è palese? Davvero sono così freddo? Davvero ci credi? Sociopatico? Come faccio? Come faccio a fartelo capire? Il tuo nome. Mi piace dirlo. Suona particolarmente bene sulle mie labbra.  John. Mi piace. Mi piaci. Ti voglio.

 


Forse quel giorno capirò le tue paure.

Hai paura di morire, certo. In fondo hai ragione, perché da quando sei con me sei stato rapito dai cinesi e minacciato dalle bombe addosso al tuo corpo. Ma tu sei un soldato. Non dovresti avere paura della morte. No, tu non hai paura dalla morte. Tu hai paura che la gente muoia per te. Avevi paura che quel coltello colpisse Sarah. Paura che una pistola mi sparasse al cuore. Non volevi che io fossi ucciso. Tu tieni a me. Ma continui a uscire con tutte quelle stupide ragazzine. Perché? E’ un prodotto dalla tua educazione religiosa? Timore del “cosa diranno gli altri”? Stupidi pregiudizi? No, non hai pregiudizi contro l’omosessualità. La tua sorella è lesbica. Hai paura di me, della mia reazione. Io sono il gelo, tu sei il fuoco. Hai paura della reazione chimica. Mi brucerai? Ti spegnerò? Sei un soldato coraggioso. Ma questo è troppo. Qui c’è il tuo cuore e il mio cervello. Hai paura che uno dei due si sciolga. Paura per te. Paura per me. Un gioco che pensi che qualcuno perderà. Ma io ti posso lasciare vincere, se vuoi. Io tengo a te.

 


Ma adesso non riesco a non lasciarti.

Il tuo taxi è arrivato. Ed io devo chiamarti. Ma ho un nodo nella gola. Pensavo a questo da mesi, ormai. A come dirti addio. Pensavo che fossi preparato. Bugia. Non so come farlo.

-John.

Ah, il tuo nome. Il tuo bellissimo nome. Maledetto nodo.

-Sherlock stai bene? 

No. Non riesco a farlo, John. Ma devo farlo.

-Voltati e torna dove eri.

-Sto andando!

-Fai quello che ti chiedo! Per favore. 

Ti prego, John. Per me. Per te. Per noi. E’ l’unica maniera. Te lo giuro. Ci ho pensato tanto. Il mio cervello è superiore a quello dei comuni mortali. E non ho trovato altra soluzione per questo problema. Per il problema finale. Non c’è.

-Oddio. 

-Non posso scendere. Dovremmo farlo così.

-Fare cosa?

-Chiederti scusa. 

Scusami, John. Perché so che questo farà male. Scusami perché non ti ho detto quello che avrei voluto. Scusami perché non ti ho fatto capire che io ti voglio, che tengo a te, ho bisogno di te. E so che tu mi vuoi, tieni a me, hai bisogno di me. E io l’unico modo che ho adesso (perchè non ho voluto rischiare prima) di dimostrarti il mio amore è questo.  Bugie.

-E’ tutto  vero.

-Cosa?

-Tutto quello che hanno detto su di me. Ho inventato io Moriarty.

La mia vista non è così buona da riuscire a leggere le emozioni che adesso sono sul tuo viso. Ma non c’è bisogno. Io sono la parte del cuore che ti manca. So quello che stai provando adesso. Paura. L’ombra del dubbio, di nuovo, nei tuoi occhi. Qualcosa che si spezza dentro di te.

-Perché dici così? 

-Sono un imbroglione. 

Sono il tuo gelo, John. Quel gelo che ti brucerà quando crederai che non ci sono più. Sono quello che ti da sollievo nei tuoi incubi. Sono quell’ uomo che sogni ogni notte. Lo so. Ti ho guardato mentre dormivi. E se tu avessi imparato a osservare e non solo vedere, avresti visto il mio sorriso negli occhi ogni mattina a colazione. Perchè ho ascoltato il mio nome nelle tue labbra. ‘Sherlock’. Quanto è bello quando lo dici tu. Sopratutto quando lo dici con quell’ amore. Quell’ amore che non riesci a esprimere quando sei sveglio.

-Ok Sherlock. Stai zitto. La prima volta che ci siamo incontrati... la prima volta che ci siamo incontrati, tu  sapevi tutto su mia sorella, vero?

-Nessuno può essere così intelligente.

-Tu puoi.

(Maledetto nodo nella gola). No. Non lo sono, John. Non lo sono. Se fossi davvero così intelligente come tu mi pensi, ti avrebbe detto quello che sento. Ti avrei fatto capire quello che provo per te. E invece no. Solo sguardi persi, tocchi leggeri, insulti al tuo cervello (ma dai, John, sai che in fondo sei idiota). Sì, lo sei. Idiota. Perchè non mi hai capito. Perché non hai avuto il coraggio di rischiare di congelarti. Idiota. Avresti dovuto spingermi contro il muro e baciarmi. Lo so che l’hai desiderato tante volte. I tuoi occhi si fanno più scuri. Ti umetti le labbra. Subito, qualcosa dentro di te ti dice ‘non devi fantasticare sul tuo coinquilino’ e volti lo sguardo. Oh, John. Così tutto sarebbe stato più facile. O forse no. Almeno non avrei più quel nodo nello stomaco (per quanto tempo?) che ti fa chiedere ‘perché non gli ho mai detto quello che provavo per lui?’. Un bacio, dato che non trovavi le parole.

-Ho fatto delle ricerche su di te. Prima da conoscerti, ho scoperto tutto quello che potevo per impressionarti. E’ un trucco. Solo un trucco di magia.

Erano secoli che non piangevo. Emozione. Quella cosa che non ho mai voluto provare. Quella cosa che tu mi hai fatto provare. Non sai quanto ti ringrazio per questo. Grazie per le tue fiamme.

-No. Ok, smettila adesso.  

Non sai quanto mi piacerebbe, davvero. Ma non posso. Forse non hai capito la mia più grande paura: che tu muoia. Non posso farcela.

­-Non muoverti.

So che non potrò toccarti mai più. Ma devo provare. (Irrazionalità. Fuoco addosso). I metri ci dividono. Magari avessi potuto sentirti più vicino. Pelle contro pelle. Io e te.

-Tieni gli occhi fissi su di me! Per favore, potresti fare questo per me?

-Fare cosa?

Resistere. Sopravvivere. Non morire quando io sarò lontano. Sei un soldato, John. So che puoi farcela. Anche se sarà dura. Ma tu riuscirai. Sono io quello che adesso non sta riuscendo a farlo.

-Questa chiamata è... è la mia nota. E’ quello che fa la gente, no?

Se solo potessi leggermi nel pensiero, John. Davvero vorrei dirti quelle parole. Tutte. Ma non posso. Per te. Perchè ho paura. Perchè ci tengo. Devo riuscire. Per te.

-Lasciare una nota quando? 

Quando non riesci a trovare le parole. Perchè è più semplice. Perchè non posso fare altro. Ti giuro. Non voglio farti del male. Credimi. Leggi i miei pensieri come io riesco a leggere i tuoi.

Devo riuscire a lasciarti. Lo faccio per te, John.

-Addio John.

Ti amo.

 


Forse sto buttando tutto
Non senza rimpianti.

Scusami. Ti giuro che era l’unica maniera. Credimi. Per favore, John.

Vorrei urlare, gridare. ‘Sono qui, John’. Ma non posso. Per te. Perchè ti amo. E la mia più grande paura è vederti morire. So che sarà dura. Per entrambi. Non so quanto durerà tutto questo. Spero poco. Ma la domanda è se quando tutto finirà mi vorrai ancora al tuo fianco. Se troverai le parole. Se dimenticherai le tue paure. Lo farai?


You... you told me once... that you weren’t a hero.

There were times when I didn’t think you were human, but let me tell you this.

You were the best man, the most human... human being that I’ve ever known and no one will ever convince me that you told me a lie, so... there.

I was so alone... and I owe you so much.

But please, there’s just one more thing, one more thing, one more miracle, Sherlock. For me.

Don’t be dead.

Would you do that... just for me? Just stop this. Stop this.


Nemmeno davanti alla mia tomba l’hai detto. Tipico di te. Fuoco dentro. Ma il mio gelo è sopra di te. Lo dirai solo a te stesso. Forse hai ancora paura. Forse pensi che un corpo morto potrebbe ascoltarti. Magari preferisci dirlo a voce bassa accarezzando il mio violino. O nei tuoi sogni. So che sarò sempre lì. E anche tu lo sai.

Davvero vorrei smettere con tutto questo. Non sai quanto. Ma non posso. Perchè ti amo. E giuro che un giorno riuscirò a trovare le parole.

Ti allontani da me. Mi allontano da te. Ma in fondo sai che saremo sempre insieme. Nononstante il tempo che passerà tra questo attimo e il giorno che tornerò. Perchè io sono la parte che manca al tuo cuore. Io sono il gelo. Tu sei quello che manca dentro di me. Il mio fuoco.

Non mi brucerai, John. Ed io non ti congelerò. L’hai capito già, vero?

Addio John. Fino al giorno in cui sarai sicuro. Ti prego, non odiarmi. Non dimenticarmi.

Un passo. Due passi. Cinque passi. Dieci passi.

Spero che mi perdonerai. Non voglio buttare via tutto senza dirtelo.

Ti amo, John.

 


***

 

 

Hola gente! =) Prima da tutto: GRAZIE per essere arrivati fino qui e per legere questa merda storia; davvero significa un mondo per me! Adesso è ora da fare un pò più di chiaramenti:

1- Il titolo vuol dire “sento e mi torturo” ed è un pezzo da un piccolo poema da Catulo che dice: 

Odi et amo, quare id faciam, fortasse requiris

Nescio, sed fieri sentio et excrucior. 

 Che vuol dire, più o meno: "Odio ed amo, perchè lo faccio, forse ti chiedi/ Non lo so, ma così lo sento e mi torturo". Penso che è perfetto per Sherlock, perché lui “odia” (è freddo, insensibile, ecc) e “ama” (a John), e forse a tutti può sembrare che non può amare, solo odiare, e anche lui prima lo pensava, fino a conoscere a John; così, lui sente, ama, prova emozioni, ma non sa transmitirle e soffre per quello.

2- Per scrivere nell POV da Sherlock mi sono ispirata nell meraviglioso style da ivyblossom nella FANTASTICA storia The Progress of Sherlock Holmes, che sta essendo tradotta da luciamondella qui. Potete legere l’originale qui, vi raccomando!

3- I pezzi dall capitolo li ho tradotto dai sottotitoli in spagnolo, non so se in italiano dicono le stesse frasi, ma comunque io voleva tradurre l'originale, così... Per la stessa ragione ho deciso da inserire il discorso da John in inglese, penso che sia più emotivo!

4-Per ultimo, se ancora avete più voglia da soffrire con The Reichenbach Fall¸ vi consiglio di guardare questo video che ho scoperto ieri e che, probabilmente, se lo avessi visto prima da scrivere questo mi avrei ispirato anche nella sua canzone! Buona visione =)

Ringrazio: a Nacchan, perché senza il suo aiuto e le sue correzioni mai avresse pubblicato questa storia, e perché le sue storie mi hanno ispirato dall primo attimo a provare a scrivere qualcosa in questa bella lingua. A Francesca F., per legere questa storia senza nemmeno essere fan da Sherlock solo per volere aiutarmi; i tuoi consigli sono stati molto utili, ¡gracias hermanita <3! A Veronica e Cristina, alla prima per farmi diventare talmente pazza per Sherlock, e alla seconda per dimostrarmi che il slash e il yaoi sono la migliore cosa che ce ne sono nell mondo; grazie alle due per incoraggermi a scrivere fanfics su Sherlock! Grazie anche alle autori da tutte le storie che ho letto qui (e anche fuori) perché con i suoi lavori ho imparato più vocabulario e mi hanno spinto a scrivere anch’io qualcosa. E per ultimo, grazie da tutto cuore a tutti i lettori che legeranno questo!!!

Un bacio a tutti, gracias <3

Irene

  
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