Puntata
3x01: il Dottore bacia Martha Jones per trasferirle il suo dna in modo
da
ingannare i Judòn.
“Ora,
perdonami per questo: potrebbe salvare mille vite e non significa
niente,
davvero niente.”
“….
E questo era niente?”
Perché
non l’hanno
fatto innamorare di lei? Io credo che il Dottore, invece, se fosse
dipeso da
lui, si sarebbe innamorato all’istante di Martha Jones.
Il
bacio del Dottore
3x02:
“The Shakespeare code”
“Se
Rose fosse qui, lo
saprebbe …” sospirò il Dottore, triste
e Martha si voltò dalla sua parte del
letto di scatto, punta sul vivo e gelosa. “Qualcosa non va,
Martha?”le domandò
il Dottore, sorpreso dal comportamento della ragazza.
Martha
non rispose: si
sentiva così stupida, ora che era a conoscenza
dell’esistenza di una Rose Tyler
nel suo cuore, per avere sperato che quel mero bacio utilitaristico
avrebbe
significato qualcosa per lui.
“Girati
verso di me,
Martha Jones” le disse con più decisione. E la
ragazza lo accontentò.
Il
Dottore lesse nei
suoi occhi il suo stesso tormento, e capì che Martha
soffriva come lui per un
amore impossibile, solo che ovviamente non poteva immaginare chi la
ragazza
amava.
“Martha…”
non seppe
come spiegarle cosa aveva dentro.
“Dottore…”
disse la
giovane abbassando gli occhi. “Vorrei dormire
adesso.”
“Come
vuoi.” Disse e si
girò di nuovo dall’altra parte. Erano vicini,
nello stesso letto, eppure non
erano mai stati tanto più
distanti di
così.
“Dammi
un bacio,
Martha. Solo un bacio.” Le disse Shakespeare tentandola.
“Ma
ci siamo appena
conosciuti!” ribatté scandalizzata la giovane.
“Sì
ma per me è
sufficiente. Cosa ti costa solo un bacio? Lui potrebbe non baciarti
mai…” le
disse cercando di vincere le sue ultime resistenze.
Mi
ha già baciato, veramente. Ma per lui è stato
solo un trasferimento di dna.
Pensò Martha Jones, mordendosi la lingua.
E
si lasciò baciare … e
il Dottore li vide. Si staccò dal poeta più
grande di tutti i tempi, in fretta,
con aria colpevole e un’espressione imbarazzata in volto,
mentre il Dottore,
impietrito sulla soglia del Globe la guardava in una maniera
indecifrabile.
“Vieni,
Martha…
dobbiamo andare.” Disse solo, salutando freddamente
Shakespeare, che sorrideva
maliziosamente insinuante.
Il
Dottore prese la
ragazza per un braccio e iniziò a tirarla con forza verso il
Tardis.
“Ahia!
Dottore mi stai
facendo male!” si lamentò. “Si
può sapere che ti prende?” si fermò,
incrociando
le braccia e impuntando i piedi.
Il
Dottore si passò
velocemente le mani tra i capelli, nervoso. “Cos’
era quella cosa?” domandò
riferendosi al bacio con Shakespeare.
Martha
abbassò le
braccia e strinse i pugni: “Si chiama bacio, non
l’avessi notato. E ce lo
stavamo dando, prima che tu ci interrompessi.”
Precisò mentre il Dottore andava
avanti e indietro con le mani dietro la schiena.
“E
perché lo stavi …. Baciando?”
domandò disgustato, come se la ragazza avesse baciato un
ramarro e non il poeta
più geniale di tutti i tempi.
“Sei
mio padre forse?”
domandò sbalordita Martha Jones “
Perché la cosa sembra darti fastidio”.
Il
Dottore negò e giurò
che lei poteva baciarsi anche uno Slitheen, se lo desiderava.
“ Andiamo. Entra.”
Le ordinò, ponendo fine alla questione.
“So
che ho detto solo
un viaggio e poi a casa …” disse a occhi bassi, e
iniziando a impostare la
nuova rotta. “Ma che ne dici se allargassimo un po’
il significato del termine,
e facessimo un viaggio nel passato e uno nel futuro? Ti
andrebbe?” domandò di
nuovo di buon umore.
A
Martha gli s’illuminarono
di nuovo gli occhi, nel sentire la sua proposta. “Certo che
sì!”
“E
allora ti porterò a
Nuova New York, miliardi e miliardi di anni dopo il tuo tempo. In
effetti”
disse mettendosi la giacca lunga e aprendo la porta del Tardis
“sarebbe meglio
chiamarla Nuova Nuova Nuova Nuova Nuova NewYork, visto che è
la quindicesima!”
Martha
uscì, eccitata,
ma un acquazzone violento la inzuppò completamente.
“Ma dove mi hai portato,
Dottore?”
Il
Dottore, incurante
delle lamentele della compagna di viaggio, e con un grande sorriso
iniziò ad
esporre la sua idea sul perché i Bassifondi fossero meglio
della Città che
sorgeva sopra, quando …
“Clienti!
Clienti!” dal
nulla uscirono dei venditori, e le saracinesche si aprirono.
“Felici.
Felici. Venite
da me, comprate la Felicità” iniziò a
dire un venditore.
“Non
andate da lui.
Venite da me, tesorini. Cosa volete? Rabbia? Venite da me
…” disse invece una
donna molto grossa, da dietro un bancone.
“Non
andate da lei, vi
deruberà. Provate felici
felici” replicò
l’uomo, come un invasato.
Il
Dottore e Martha
assistevano a quel teatrino, disgustati. “Ma vendono
droga?” domandò la ragazza
che stava per diventare medico.
“Peggio,
vendono stati
d’animo” rispose Ten.
“E’
la stessa cosa per
me” ragionò la ragazza, prima di venire agguantata
e rapita da due sconosciuti
armati.
“Ci
serve il terzo. Scusaci.
Scusaci tanto. Non ti avvicinare. Non ti avvicinare. Non le faremo del
male!”
disse la donna, mentre l’uomo trascinava via Martha.
Il
Dottore urlò disperato,
ma i due scomparirono portandosi via la sua amica.
“Cosa
intendevano con: Ci serve il terzo?”
domandò chiamando a
gran voce i negozianti di prima.
Loro
gli spiegarono che
l’autostrada non era che un infinito ingorgo e che, per poter
accedere alla
corsia veloce bisognava essere tre adulti.
Il
Dottore allora,
arrabbiato, disse loro: “Quando ritroverò la mia
amica, e potete star certi che
la ritroverò, questo schifo dovrà finire.
Stasera, al mio ritorno, voglio
trovare tutto sgomberato!” li ammonì prima di
correre verso la famosa
autostrada, nella quale molte auto si perdevano.