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Autore: betacchi    31/03/2012    2 recensioni
Hueco Mundo. Grimmjow. Ulquiorra.
L'amore è qualcosa che nessuno riuscirà mai a capire. Figuriamoci un Arrancar, poi, che nemmeno sa cos'è un cuore.
Figuriamoci Ulquiorra, che è talmente calcolatore che non riesce mai a non eseguire un ordine.
Figuriamoci Grimmjow, che in mente ha solo una cosa: la lotta, il sangue, il desiderio di sconfiggere tutto e tutti.
Quindi, cos'è questa sensazione che provano?
Mera, semplice, pura passione.
[A Kuro-kun]
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Jaggerjack Grimmjow, Schiffer Ulquiorra
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hueco Mundo


« Ulquiorra. Ho un compito da affidarti. »
L'ennesimo compito che doveva eseguire. L'ennesima seccatura, l'ennesima perdita di tempo con esseri spazzatura. Non aveva alcun senso perdere tempo con loro; eppure, lui lo faceva. Perché?
« Certo, Aizen Sama. »
Doveva tornare nel mondo degli esseri umani. L'ennesima seccatura, l'ennesima perdita di tempo. Ma Ulquiorra non poteva lamentarsi. Doveva solo eseguire gli ordini di Aizen Sama, il capo. L'unico essere superiore a lui.
Anche se Aizen Sama non lo considerava il migliore, anche se lui preferiva tre Arrancar sopra di lui, Ulquiorra sapeva perfettamente di essere il migliore. Sia per cervello che per prontezza in battaglia. Era di certo il miglior Arrancar al servizio di Aizen Sama. Ed essendo il migliore, era anche abbastanza intelligente da capire che era meglio rimanersene buoni senza scatenare polveroni.
Per sopravvivere in quell'inferno desolato, si doveva fare solo una cosa: eseguire gli ordini senza contestare.
Cosa che non a tutti riusciva bene, a quanto pare.
« Devi recuperare Grimmjow. Si è di nuovo immischiato in affari che non lo riguardano. »
Il solito elemento troppo aggressivo. Era un peso enorme per Ulquiorra, quell'essere; non sapeva contenere le sue emozioni. Rabbia, dolore, passione: per Ulquiorra non esistevano nemmeno. Ma per Grimmjow erano pane quotidiano. Ecco perché la quarta espada era così diversa dalla sesta.
Ecco perché la quarta espada si sentiva così attratta dalla sesta.

Mondo degli umani


« Ichigo Kurosaki! Il nome del mio sfidante è forse questo? »
Grimmjow si stava divertendo. Amava combattere con persone più forti di lui. Molti lo avrebbe considerato un masochista di prim'ordine. Fissava il suo sfidante, un ragazzo con degli strani capelli arancioni, con uno sguardo altamente divertito.
Aveva appena sconfitto con gran stile una nana con i capelli neri, che nemmeno si meritava di essere sconfitta da un essere superiore come lui. Degli stupidi Menos sarebbero bastati a farla fuori, Grimmjow nè era convinto.
« E tu chi saresti, eh? »
Che tono strafottente che aveva appena usato quel ragazzino. Un tono che aveva divertito Grimmjow. Aveva sempre più voglia di scontrarsi con lui.
Si leccò le sottili labbra. Si stava iniziando a divertire.
« Grimmjow Jaegerjaques. Ricordati bene questo nome, Shinigami! Sarò io a darti una morte lunga e dolorosa! »
Stava per mettere in atto la sua previsione, quando di fronte a lui si parò l'ultimo essere che aveva voglia di vedere in quel momento. Uscì dal nulla, improvvisamente, tanto che anche quell'Ichigo si fermò stupito. Grimmjow, che prima si stava divertendo come un matto, ora aveva perso tutta l'aria divertita e vogliosa di combattere che aveva in volto. Degli occhi verdi che non trasmettevano nessuna espressione lo stavano fissando con.. «..disprezzo? » Grimmjow lasciò che i suoi pensieri uscissero dalla sua bocca con un sussurro impercettibile.
Impercettibile per tutti, tranne per l'essere che lo stava fissando.
« Ulquiorra. Che vuoi, bastardo? Io mi stavo divertendo qui. »
Era andato in quel mondo di incompetenti giusto per divertirsi un po'. Aveva un incontenibile bisogno di combattere. Era qualcosa che nemmeno lui capiva, ma che sapeva essere di estrema importanza per il suo organismo.
Lui era fatto per combattere.
Ma quell'altro là, Aizen, non lo voleva capire. Lasciava sempre ad Ulquiorra tutto il divertimento, a lui e a quell'altro idiota di Yammy. Non capiva, quel fesso del suo capo, che era lui il più forte? Lui e nessun altro.
« Quindi, questa spazzatura per te è fonte di divertimento? »
Ulquiorra osservò per qualche istante Ichigo Kurosaki. Se lo ricordava, quello sguardo, e non era cambiato per niente: era sempre e solo spazzatura. Non riusciva a capire come Aizen Sama, e ora anche Grimmjow, potessero essere così interessati a lui.
Combattere.
A Grimmjow interessava solo il combattimento.
Potere.
Ad Aizen Sama interessava solo il potere.
Che quel ragazzo potesse soddisfare i desideri di entrambi?
Ma che cos'è poi, un desiderio?
« Finchè posso combattere, tutto mi diverte! » Grimmjow si leccò nuovamente le labbra. Aveva scorto un'allettante opportunità nella comparsa di Ulquiorra. « Vuoi forse prendere il suo posto, eh, Ulqui? »
Combattere.
Era l'unico vero desiderio di Grimmjow. L'unica cosa per qui valeva la pena continuare a sopportare tali e tante umiliazioni. Ma c'era un tipo di lotta che lo soddisfaceva più delle altre, un tipo di lotta che lo rendeva letteralmente euforico.
Ulquiorra fissò Grimmjow. Il suoi occhi verdi che non permettevano a nessuno di penetrare all'interno della sua mente fissarono per un istante gli occhi azzurri di Grimmjow.
Sei come un libro aperto.
Ulquiorra si voltò, attraversando lo spazio e il tempo. E Grimmjow lo seguì, come un fedele cagnolino.
Perché, dopotutto, tu sei il mio fedele cagnolino, Grimm.

« Ma…ehi! » Ichigo Kurosaki, capelli arancioni, 16 anni o giù di lì, aveva appena perso il filo del discorso. « E io con chi dovrei combattere adesso? »

Hueco Mundo


« E dai, Ulqui, ora scappi? » disse Grimmjow con un tono che prometteva molto poco, di buono.
Ulquiorra non aveva nessuna intenzione di scappare. Ma non voleva nemmeno che accadesse uno scandalo. Yammy lo stava cercando, molto probabilmente, e lui non voleva che lo trovasse con quella feccia li.
« Ulquiorra! Sei tornato! Aizen Sama ti cerca, dice che ha un compito per noi… » Ma Ulquiorra non voleva andare. Non se aveva un conto in sospeso con il suo Grimm. Avrebbe lasciato a Yammy quel compito, qualunque esso fosse stato.
Nemmeno Aizen Sama era più importante del suo Grimmjow.
« No, Yammy. Aizen Sama ha un compito per te. » disse Ulquiorra, senza distogliere il suo sguardo da Grimmjow.
Yammy rimase non poco sbalordito da quella affermazione della quarta espada. Non si era mai permesso -mai- di contestare un ordine da parte di Aizen Sama. Cosa stava accadendo al suo amico?
Grimmjow, da parte sua, sorrise. Sapeva che ciò che l'aspettava non era altro che puro divertimento. E non vedeva l'ora.
« Su, sparisci, Yammy. Ora ha da fare con me. Sono sicuro che riuscirai perfettamente nel compito affidatoti anche senza l'aiuto di Ulquiorra. Vero? »
Grimmjow osservò Yammy, aspettandosi da lui una reazione degna del sentimento che a lui si collegava: l'ira. Ma ciò non avvenne; mansueto come non mai, la decima espada, la più potente fra tutte, si girò facendo spallucce, senza fare domande nè altro.
L'espada dai capelli azzurri fece un'espressione di disprezzo palese. Voleva divertirsi, e quell'idiota di Yammy gliel'aveva impedito reagendo in quel modo.
« Che palle. Non c'è divertimento così.. »
Stava per aggiungere altro, quando notò la spada di Ulquiorra, dietro di lui, pronta a tagliargli la gola, togliendogli così la vita. Grimmjow sorrise divertito; sorriso che poco dopo si trasformò in una fragorosa risata.
Finalmente!
Ulquiorra stava pensando a quanto fosse invitante quel collo. Sembrava così impenetrabile, la sesta espada, ma quel suo collo era così facile da tagliare, dopotutto.
« Quindi? Mi vuoi uccidere? »
Ulquiorra sapeva bene cosa voleva, anche se non sapeva descriverlo con le parole che conosceva. Ed anche Grimmjow sapeva perfettamente quello che desiderava l'espada dietro di lui.
E Grimmjow non si sarebbe di certo tirato indietro.
Si girò, lentamente, abbassando la spada che mirava alla sua gola. Sorrise, anzi, ghignò. Che altro ci si poteva aspettare da Grimmjow, se non uno dei suoi soliti ghigni presuntuosi?
« No. »
Le solite risposte secche di Ulquiorra, quelle risposte che infondevano in Grimmjow una voglia malsana, inconcepibile. La voglia di possederlo tutto per se, come se fosse un nuovo giocattolo per un bambino capriccioso e viziato.
Per Grimmjow, Ulquiorra era una droga.
Lo avrebbe volentieri spezzato con le sue mani, tanto appariva fragile ai suoi occhi. Ulquiorra era così fragile, dopotutto: eseguiva semplicemente gli ordini, e nemmeno sapeva come ci si poteva sentire ad infrangerli. Non conosceva nessuna emozione, niente. Era vuoto; era sempre stato vuoto.
Eppure, in quel momento il suo sguardo non sembrava vuoto come sempre; non era il solito sguardo indifferente. Osservava Grimmjow con interesse.
« Posso farlo io, Ulqui? »
Stupito. Era la prima volta che si sentiva stupito. Che strano sentimento, lo stupore. Ti fa sgranare gli occhi e sembrare un cretino di quelli che non capiscono nulla.
Lui non voleva sembrare stupito, ma ciò che aveva appena affermato Grimmjow non riuscì a provocare altro in lui.
Ucciderlo.
Perché voleva farlo fuori? Ulquiorra non riusciva a capirlo. Erano…cos'erano loro?
« Cosa? »
Un Ulquiorra stupito, ecco cosa voleva Grimmjow. Si era stufato di quell'espressione passiva che aveva l'espada, si era stufato di vederlo così sottomesso.
« Ucciderti. Posso? Pensi mancheresti a qualcuno, eh? No. Nessuno sentirebbe la tua mancanza. »
Il viso di Ulquiorra tornò ad essere quello di sempre. Grimmjow sembrava alquanto deluso, invece. Nessuna reazione, di nuovo? Non era la sua giornata.
« Mancherei a te. »
Quella volta fu Grimmjow quello stupito. Non si sarebbe mai aspettato una risposta del genere da un essere così passivo. No, era troppo strano. Che se lo fosse immaginato?
« Che? »
Ma aveva capito benissimo. Lo sguardo di Ulquiorra non dimostrava di certo il contrario.
Si avvicinò. Piano, senza far nessun rumore superfluo, con passo felino. Toccò il viso dell'altro con mani che tante, troppe volte si sono macchiate del sangue altrui. Posò leggermente le sue labbra su quelle di Ulquiorra, facendolo sussultare. Lasciò che le loro lingue si incontrassero, lasciò che le mani dell'altro toccassero bramosamente il sua corpo.
Ma si nascosero: sapevano perfettamente che, se li dovessero vedere, sarebbe stata la loro fine. Se li vedessero, la morte dell'uno sarebbe stata la vita dell'altro, e viceversa. Avrebbero dovuto combattere, autodistruggersi a vicenda, per dimostrare a tutti il loro valore, per dimostrare a tutti che quello era stato solo un errore.

Ma non lo era. E uno di loro sarebbe morto di sicuro.
« La morte è triste, eh, Ulqui? »
« Non saprei. Noi siamo morti, dopotutto. »
« Ma si può morire da morti. E dopo la morte, cosa c'è? »
« Dovresti morire di nuovo per saperlo. »
« Ma io non voglio morire, stupido! »
« E allora non fare questo tipo di domande. »
Grimmjow odiava non poter controbattere. Grimmjow odiava il comportamento di Ulquiorra. Grimmjow voleva poter affermare di odiare tutto del compagno, ma non ce la faceva. Ulquiorra lo rendeva mansueto come un gattino di un'adolescente nei primi anni della pubertà.
E Ulquiorra odiava il comportamento idiota di Grimmjow. Ulquiorra odiava il suo essere così irritabile, il suo essere così emotivo. Ulquiorra voleva poter affermare di non sopportare la sesta espada, ma non ci riusciva. Grimmjow lo rendeva l'essere più ottimista del mondo, lo rendeva una persona.
Per questo, niente e nessuno sarebbero riusciti a dividere il nulla dal tutto.

Note dell'autrice: E fu così che nacque la mia prima fic yaoi. Che poi non è mica tanto yaoi, alla fine. A tutte quelle che hanno aperto la storia aspettandosi cose sconcie, mi spiace, ma nulla. Non sono brava nelle cose spinte. Sono ancora una bambina in fasce, io (?)
Comunque. Fu durante una particolarissima serata noiosa che iniziai a scrivere questo orrore qua sopra -e non smentitemi, che lo so che fa schifo. Ma l'idea mi venne durante una particolare -noiosa- lezione di latino. Quindi, ecco a voi i miei due espada preferiti flirtare senza ritegno davanti ad un Ichigo un po' fesso ed a uno Yammy menefreghista.
Spero di non essere andata fuori personaggio, ma ai miei occhi questi sono Ulqui e Grimm.
Ah, la dedico a Kuro, il mio piccolo Kuro-kun, che è mio e basta. Tanto lo so che Cal non leggerà mai sto coso, quindi, Cal, Kuro è mio quindi impiccati u.u No, non impiccarti, ma comunque, hai capito che voglio dire u.u La dedico a Kuro perchè boh, mi andava. Dato che lui dedica tutto a tutti, lo faccio anche io. Pace e amore.
   
 
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