Storie originali > Nonsense
Segui la storia  |       
Autore: NonnaPapera    31/03/2012    1 recensioni
Storia nonsense di amore slash e di un gatto con in bocca un picicone
Genere: Comico, Demenziale, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Regalo di fidanzamento

“Lo avevi promesso”
“Lo so, ma solo perché ero certo che non avresti mai trovato un gatto parlante”
“L’ho trovato”
“Me ne sono accorto”
“Mi dai un bacio… con la lingua?”
“Sei un ragazzo piuttosto insistente e anche petulante”
“Se mi baci anche tu ti innamorerai di me”
“Perché mi farai un maleficio?”
“No, non mi serve la magia, io bacio da dio”
“Da dio? Mi hai incuriosito, proviamo” acconsentì Pane.
Massimo non aspettava altro, si fiondò addosso al fornaio talmente violentemente che in un istante si trovarono sdraiati sul pavimento.
Il ragazzo si impossessò della bocca del suo innamorato, succhiando e mordendo come se fosse la cosa più piacevole che avesse mai fatto, e forse era proprio così.
Quando finalmente Pane si convinse a lasciarsi andare e ad aprire la bocca, Massimo insinuò la sua lingua nella cavità del partner quasi soffocandolo per l’irruenza che ci aveva messo.
Dopo alcuni minuti si separarono e subito il giovane insegnate domandò:
“Allora? Sono bravo?”
“Sì molto. Però la prossima volta preferirei farlo senza che tu mi toccassi”
“Non so se si può fare”
“Bhè trova un modo di baciarmi con il minore contatto fisico possibile, non mi piace essere toccato”
“D’accordo vedrò di fare come vuoi” rispose Massimo entusiasta e al settimo cielo per la gioia.
“Dunque adesso che si fa?”
“Vuoi fare sesso. Sarebbe una bella cosa”
“No, il contatto fisico non mi piace”
“Capisco”
“Quindi adesso siamo fidanzati”
“Certo amore mio”
“Non chiamarmi così”
“Come desideri Panino”
“Non chiamarmi così”
“Ok, Pane va bene?”
“Pane è il mio nome, perciò suppongo possa andare bene; però non usarlo troppo che me lo sgualcisci”
“Ogni tuo desiderio è un ordine per me amor… Pane”
“Dov’è il mio regalo?”
“Regalo?”
“Sì siamo fidanzati e sei stato tu a volermi incastrare in questa idiozia stratosferica, perciò mi devi un regalo di fidanzamento”
“Ho perso il tappeto”
“Non voglio un tappeto”
“Meglio, perché l’ho perso. Anche se non capisco come ho fatto era un tappeto grande”
“Non voglio un tappeto”
“Cosa desideri?”
“Voglio uno spillo”
“Spillo?”
“Sì, sai quelle cose che servono per tenere fermi i vestiti prima di cucirli”
“Ma… tua mamma non è una sarta?”
“Sì”
“Perché non lo chiedi a lei?”
“Perché lei li usa per lavorare… Io non darei mai la mia farina a mia madre, non la darei a nessuno comunque”
“E cosa te ne fai di uno spillo?”
“Li colleziono”
“Ma non sono tutti uguali?”
Pane fissò il suo novello fidanzato con sguardo indignato e l’altro capì subito di averlo offeso.
“Scusami, Pane non volevo ferirti” tentò di rimediare Massimo.
“Sei un fidanzato davvero ignorante. Chiunque sa che collezionare spilli è un lavoro da intenditori.”
“Certo” annuì il ragazzo riprendendo a grattarsi il fianco.
“Hai le pulci”
“Non è vero”
“E’ da quando ti conosco che non fai altro che grattarti”
“Mi gratto da quando tua madre mi ha fatto questo vestito”
“Magari lei aveva le pulci e te le ha passate. E’ per questo che non mi piacciono le persone, portano solo guai e fastidi”
Massimò accennò un accondiscendente e innamorato sì con la testa mentre infilava la mano sotto la veste per cercare finalmente di trovare il motivo di tutto quel fastidio.
“Forse ci sono” borbottò mentre afferrava qualcosa di stretto e appuntito in un angolo del vestito.
“Cos’è? Una pulce?”
“Non ho le pulci” e nell’affermare la il concetto per l’ennesima volta Massimo estrasse la mano, stringendo tra le dita un piccolo pezzo di ferro appuntito.
“Ma è…” mormorò Pane estasiato e quasi senza fiato.
“Uno spillo, tua madre deve averlo scordato”
Quasi non fece in tempo a finire la frase che Pane gli si gettò addosso e iniziò a baciarlo con trasporto senza curarsi di quanto contatto fisico indesiderato ci fosse tra loro.
“Amore mio, mio unico e splendido fidanzato” balbettava il fornaio tra un bacio e l’altro, “Ti amo, tu sei la mia anima gemella”
A quelle ultime parole Massimo ricambiò con trasporto baciandolo a sua volta.
Quando finalmente si staccarono il fornaio tese la mano:
“Cosa c’è?”
“Lo spillo, è mio giusto? E’ il mio regalo di fidanzamento!” rispose entusiasta Pane.
“Oh…sì certo ecco qui. Con tutto il mio amore”
“Anche io ti amo! Non posso ancora crederci è uno spillo fantastico, unico nel suo genere. Guarda come la struttura è piegata, segno della molta usura del tempo… e guarda qui, ruggine!” il fornaio era incontenibilmente entusiasta.
“Mi verrà il tetano” mugugnò l’insegnante un po’ preoccupato.
“E’ un dono stupendo”
“Sono contento che ti piaccia”
“Bene direi che per ricambiare il tuo incredibile regalo di fidanzamento dovrò fare un gesto altrettanto nobile e disinteressato”
“Cosa pensi di regalarmi?”
“Ti farò assaggiare un pezzo del mio pane” asserì orgoglioso Pane.
“Sul serio?”
A quella dichiarazione Massimo sentì nuovamente i morsi della fame attanagliargli lo stomaco; preso com’era dall’amore si era scordato del suo appetito, ma sentire menzionare il pane lo fece ritornare subito consapevole.
“Ecco qui. Un pezzo per te e un pezzo per me”
“Grazie infinite, questa è la cosa più bella che chiunque abbia mai fatto per me”
“Ti amo”
“Ti amo anche io”
“Bene mangiamo, sono certo che ti innamorerai del mio pane”
Senza più esitare, tenendosi per mano, addentarono entrambi il pezzo di pane.
“Ummm, è buonissimo, una vera delizia” dichiarò entusiasta l’insegnante.
“Te lo dicevo che era buon… Ehi un attimo ma che fine ha fatto la mia bottega?”
I due erano seduti su una panchina nel cortile della scuola dove insegnava Massimo.
“Siamo tornati nel mio tempo”
“Dove siamo?”
“A casa mai”
“Che fine ha fatto la mia bottega e la mia farina e il mio pane?”
“Non ti preoccupare, creeremo una nuova bottega qui, e ti darò tutto quello che ti serve; avrai farina, pane e potrai trattare male tutti quelli che verranno da te per comprare i tuoi prodotti”
“Lo giuri”
“Certo Pane, sarà tutto come nel tuo tempo”
“Oh no! I miei spilli, i miei adorati spilli, come farò senza di loro?”
“Tranquillo, in questo secolo gli spilli abbondano, nel giro di pochi giorni avrai una collezione splendida”
“Sul serio?!”
“Certo non ti mentirei mai amore”
“Allora credo che adorerò vivere qui”

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Nonsense / Vai alla pagina dell'autore: NonnaPapera