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Autore: manubibi    31/03/2012    0 recensioni
[Cloverfield] [SPOILER] Fic sul post-finale con Rob e Beth. Stringe le palpebre, immobile, consapevole di essere per qualche motivo in vita. Non sa perché, né crede a cazzate tipo "se sono vivo c'è una ragione".
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Titolo: It's a terrible thing.
Fandom: Cloverfield (film)
Personaggi: Robert Hawkins, Elizabeth MacIntyre, Clovey (Monster)
Genere: angst, introspettivo
Avvertimenti: spoiler, what if?
Parole: 756
Note: Sì, guardando sto film mi è venuta voglia di scriverci le fic. Sì, è un film horror del quale ho amato i personaggi. Sì, mi ci sono un attimo fissata. E sì, sicuro sta fic non la legge nessuno XD ma io ci scrivo su lo stesso perché IDGAF, sto film è geniale e i pg mi hanno fatto affezionare, soprattutto Marlena TT__TT e non c'è nessuno scopo dietro sta fic, la pubblico per puro divertimento. Da quant'è che non capitava? Btw, le voglio un pochino di bene (nonostante come al solito sia di sicuro una schifezza, vabbè) e questo è tantissimo, considerando quanto le stia odiando TUTTE, in quest'ultimo periodo "XD ah, ed è SPOILERISSIMA se non avete visto il film, perché riprende esattamente da dov'è finito, quindi da dopo il Protocollo Hammerdown eccetera.




Dio ti prego
Dio ti prego
Dio ti prego
Dio ti prego
Dio ti prego

Stringe le palpebre, immobile, consapevole di essere per qualche motivo in vita. Non sa perché, né crede a cazzate tipo "se sono vivo c'è una ragione". La ragione dev'essere una stupida e benedettissima conseguenza. Così come la ragione dietro tutto quel disastro di proporzioni immani dev'essere una coincidenza. Perché non può esistere un Dio che mandi un mostro alto trecento metri e che gli permetta di essere così brutale. Non può esserci un Dio se Marlena è esplosa in una tenda per la quarantena, se Hud è a pochi metri da lì, probabilmente carbonizzato. Se Jason ha finito la propria esistenza sul ponte di Brooklyn mentre Lily urlava il suo nome, senza speranza di poterlo salvare.
Dio ti prego
Dio ti prego
... Ti prego...
Non voglio morire.


«Aiuto...» Pigola una voce così flebile che potrebbe anche essersela immaginata, ma non osa muoversi. Rimane lì, sotto un cumulo di pietre e mattoni, senza neanche tremare, mantenendo il respiro ai minimi livelli.
In quel momento di stasi avverte tutto. La capienza dei propri polmoni, il sangue che pompa così forte da fargli male alle tempie, le orecchie che sembrerebbero volersi tendere fisicamente per cogliere qualsiasi suono. I brividi che non può tenere sotto controllo, e lo stomaco che fa male. Per la paura, per la voglia incontenibile di preservare la vita. Questa è basica sopravvivenza, e Robert Hawkins non si è mai sentito così vivo. Nemmeno la prima volta che ha fatto sesso, nemmeno quando si è svegliato a letto con Beth, realizzando quanto la volesse, quanto fosse completa quella mattinata in un letto caldo, con un futuro impegnato e vivace davanti agli occhi.
Ora, davanti a sé, vede solo macerie. Apre gli occhi ed eccole lì, immobili e polverose, esattamente come quello che resta della sua vita. Hud è morto. Beth è ferita, ed il solo pensiero basterebbe a farlo impazzire, se non fosse già travolto dalla portata di tutto quello che è successo. Può sentirla respirare contro il suo braccio, ma non ha la forza per muoversi, per girare la testa, per vedere come stia. L'importante è che sia viva. La priorità è quella, lo è sempre stata.
«Rob, ti prego, aiuto...» La sente mormorare, con la voce spezzata dalla paura, e se non avesse subito una dose di shock sufficiente per dieci vite si sentirebbe il cuore salire in gola per l'angoscia. Ma tutto quello che sente è un brivido al petto e l'esigenza di muoversi verso di lei. Ma la paura lo immobilizza sotto lo strato di mattoni. Il motivo non è nemmeno che quella bestia potrebbe essere ancora viva, ma è pura e gelida paura.
«Rob, sei vivo? Dio, cazzo, dimmi che sei viv--»
«Sono vivo, sì» Mormora, e la sente zittirsi e rilassarsi gradualmente, rimanendo comunque tesa e rigida attorno al suo braccio.

«Alziamoci» Propone dopo lunghissimi minuti passati ad ascoltare il silenzio. Se quel coso fosse ancora vivo, di sicuro ci sarebbe stato qualche rumore. Invece di sottofondo c'è solo il lugubre nulla di una New York che non esiste più. Forse loro due sono gli unici sopravvissuti in una città cancellata in un solo giorno.
«Rob, ti prego, non riesco a muovermi» Gli dice lei dopo qualche secondo, mentre scoppia in singhiozzi per la paura di rimanere indietro. Robert rabbrividisce, spinge via i mattoni dalla sua testa, intravede il suo viso sotto la coltre di polveri, briciole e sangue. Il suo sangue. Il loro sangue, per quanto ne sappia.
«Andrà tutto bene, Beth, andrà tutto bene. Sei viva, cazzo, vuol dire che andrà tutto bene.»
«Ma non c'è più nessuno in giro...»
«Sono sicuro che ci sarà qualcuno. Che verranno a vedere. Che... Se quel mostro...» Si interrompe per superarne anche solo la menzione «Se quel mostro è vivo o morto...»
«Promettimi che ne usciremo vivi.»
Rob la guarda, silente, cerca la sua mano sotto i detriti, la solleva fra le braccia. Non sa nemmeno dove trovi la forza per tenerla sollevata, ma incredibilmente le sue braccia reggono, pur tremando. Non le può promettere che non cadranno da qualche altra parte, ma finché il meccanismo prodigioso del suo corpo continuerà a girare, funzionare, pulsare, farà il possibile per tenersi in vita. Per tenerla in vita, per proteggerla.

Poco lontano, un cucciolo di una razza sconosciuta emette il suo ultimo rantolo, fissando una coppia di quegli esseri tanto piccoli e tanto spaventosi. Li fissa e non riesce ad accettare che siano ancora vivi. Li fissa e si sente perso, di nuovo spaventato, di nuovo arrabbiato, non può accettare di avere perso. Ancora prima di aver capito perché stava combattendo.

   
 
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