Anime & Manga > Vampire Knight
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Autore: LoveShanimal    01/04/2012    3 recensioni
Cosa fai quando la persona a cui tieni di più al mondo potrebbe essere uccisa?
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kaname Kuran, Un po' tutti, Yuki Cross
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è la prima volta che scrivo qualcosa su Vampire Knight. 
Beh, spero che vi piaccia ^^'
(Forse è troppo smielato, però mi è uscito così x3)

Vampire princess.


Yuuki si girò indietro per l’ultima volta.
I vampiri la guardavano con occhi vitrei, spenti, senza alcun segno di vita.
Succedeva così ogni qual volta un vampiro purosangue impartiva ordini ad un suo sottoposto: aveva il potere di farlo piegare alla sua volontà, di trasformarlo in un burattino nelle proprie mani. Ma questo Yuuki lo provava per la prima volta, e quegli occhi le facevano paura, le facevano sentire ancora più pesante il peso della sua coscienza.
Aveva sempre preferito essere sola piuttosto che usare quel potere, non voleva strappare a nessuno la possibilità di scelta.
Ma adesso ne aveva la necessità, non poteva fare altrimenti.
Solo due occhi, al centro della folla e in prima fila, risplendevano ancora di un rosso acceso, erano ancora vivi e trasmettevano una determinazione fuori dal comune: Aidou.
Era lì, per lei, per lui, per se stesso.
Si era legato a Yuuki sempre di più, le stava troppo a cuore per lasciarla andare da sola, non poteva correre il rischio di farle accadere qualcosa senza provare nemmeno a proteggerla.
E farle cambiare idea era stato impossibile.
Anche lui.. era legato troppo anche a lui, dopotutto, e non riusciva a lasciarlo morire. Anzi, non morire, ma essere ucciso.
Kaname non sarebbe morto, sarebbe stato ucciso.
Era riuscito nel suo intento, tutti i purosangue, eccetto lui e Yuuki, erano morti.
Non aveva ancora spiegato le sue motivazioni, ma si era lasciato catturare dai Cacciatori.
Per quanto potessero essere bravi, era impossibile che questi ultimi che avessero catturato così facilmente un purosangue, ancora di più se si trattava di Kaname.
Lui si era lasciato catturare, probabilmente per farsi uccidere e completare il suo lavoro.
Yuuki a questo pensiero strinse la presa sulla custodia di Artemis.
“Andiamo” disse, dopo aver preso un profondo respiro.
Aido fece due passi avanti, e la raggiunse, staccandosi dall’esercito di vampiri che la ragazza aveva radunato, composto da tutti gli alunni della classe della notte e da altri che aveva trovato per la strada.
“Adesso puoi dirmi del piano?” Yuuki si sarebbe aspettata un’ultima possibilità di ritirata, ma non arrivò.
“Scusami, non ne ho fatto parola per essere sicura che nessuno potesse parlarne ai Cacciatori.. di sua spontanea volontà o meno.” Prese un attimo di pausa, poi ricominciò. “In questo momento i Cacciatori sono tutti rinchiusi nella sala grande per un’assemblea straordinaria per.. – un’altra pausa – ..per decidere il giorno dell’esecuzione di Kaname. La faranno in piena notte, in una piazza. Vogliono fare una cosa pubblica, in grande.”
Aidou sussultò, sorpreso. Non ne sapeva nulla.
“Ma quindi..” provò a dire, ma la ragazza lo fermò.
“Quindi a fare da guardia alla cella di Kaname ci saranno solo pochi cacciatori, più per mantenere la facciata del vampiro cattivo e pericoloso che per vera sicurezza. Kaname non da segno di voler scappare.”
L’aria si fece pesante, e per un po’ non dissero nulla, nel silenzio delle strade addormentate, e come sottofondo solo il rumore delle suole delle scarpe che sbattevano sull’asfalto.
Poi, però, Aidou non poté far a meno di fare una domanda: “E quando sarai lì, cosa farai?”
“Ho bisogno di parlargli. Di vederlo e di toccarlo e di poterlo sentire vicino a me, dopo così tanto tempo. Non mi fanno avvicinare a lui perché mi potrebbe costringere a farlo scappare.. – accompagnò le parole con una smorfia, che si trasformò in un sorriso sarcastico – ..ma in realtà lo fanno solo perché mio padre gli ha ordinato così, pensa che potrei stare male dopo averlo visto.”
“E starai male dopo?”
“Non ne ho idea.”
Ed era vero. Non lo sapeva. Non sapeva cosa avrebbe detto standogli davanti, cosa avrebbe fatto e come sarebbe andata a finire. Ma non poteva non farlo.
Ogni singola fibra del suo corpo la costringeva ad andare avanti, ogni cellula del suo corpo si proiettava verso di lui, nella sua direzione, ed ogni passo era un passo verso la cosa che più gli stava a cuore al mondo.
“Non ti abbandonerò. Ti starò vicino e ti aiuterò.”
Quelle furono le ultime parole che uscirono dalla bocca di Aido.
Il quartier generale dei Cacciatori si impose maestoso davanti agli occhi di tutto l’esercito di Yuuki.
Cacciò Artemis dalla custodia, e strinse forte la presa sull’arma: doveva smettere di essere la ragazza troppo tenera, quella che non si sapeva imporre sugli altri e nelle battaglie prendeva le decisioni al sicuro, nelle retrovie; doveva passare in prima fila, doveva combattere per quello che voleva e doveva diventare finalmente la Principessa vampira che scorreva nel suo sangue.
Man mano che camminavano la porta si avvicinava, e i due puntini che la proteggevano si trasformavano in guardie.
Non sembravano prendere molto sul serio il proprio ruolo, essendo tutt’altro che vigili e attenti.
Uno dei due sembrò avvertire qualcosa, perché si girò verso quelle strane figure in cui il colore predominante era il bianco delle divise della Cross Academy.
Fu un attimo: Yuuki scattò in avanti, raggiungendole e abbattendo su di loro tutta la potenza della sua Artemis. Il sangue iniziò a cadere copioso dai loro corpi senza vita, e i vampiri si agitarono, avanzando velocemente. Ma una sola occhiata della vampira li fece fermare.
Si leccò le labbra anche lei, stuzzicata da quell’odore così gustoso, ma riuscì a voltarsi verso il portone senza abbassarsi a bere il sangue rimasto in quei cadaveri: aveva già troppo poco tempo, non poteva permettersi di sprecarne altro.
Con un solo calcio lo sfondò, e si meravigliò della sua forza: non aveva avuto mai la possibilità di mettere alla prova le proprie capacità.
Uno spiazzale rotondo, all'aperto, si stagliò davanti al suo corpo minuto: adesso non avrebbe più avuto nessuna possibilità di cambiare idea.
La strada era solo una, dritta fino alla cella, e l'avrebbe dovuta compiere ad ogni costo.
“Seguitemi.” Disse, autoritaria. Sentendo la sua voce i vampiri le obbedirono, in silenzio.
Altre due guardie comparvero, e non fecero una fine diversa delle precedenti: senza che potessero neanche rendersi conto della situazione, erano stati uccisi dalla lama tagliente di Artemis. Quella stessa lama era ricoperta di sangue, e Yuuki pensò che quello stesso sangue non sarebbe riuscito a lavarlo via dalla propria coscienza in nessun modo.
Sfondarono un’altra porta, e continuarono ad avanzare, con passo solenne.
I corridoi erano deserti, nessuno si sarebbe mai perso quella assemblea.
Così riuscirono ad arrivare al corridoio che portava alle celle senza alcun problema.
Si girò verso i vampiri, che la guardavano in attesa di un ordine.
“Rimanete qui. Fate in modo che nessuno oltrepassi questa porta oltre me, per nessun motivo. A costo di ucciderlo.” Tutti mossero la testa all’unisono, in segno di assenso.
Solo una testa rimase ferma, quella stessa testa che era tanto malata da seguire la vampira con tutte le conseguenze che questa scelta avrebbe portato.
Yuuki gli sorrise, e Aidou non poté fare a meno di ricambiare.
“Se qualcosa va storto.. vienimi a chiamare immediatamente. E nel caso qualcuno ti vedesse.. sostieni la mia versione dei fatti. Tu sei qui solo ed unicamente perché io ti ho costretto con il mio potere.” Lui cercò di protestare, ma lei non glielo permise.
“Non posso perdere altro tempo. Non farmi usare il mio potere con te, Aidou. Fai come ti dico.”
Abbassò la testa, arreso.
Lei si girò e aprì l’ultima porta.
Quel posto lo conosceva bene, ci era andata anche lei quando avevano sospettato che aiutasse Kaname. Al contrario, non sapeva neppure che lui avesse un piano, perché non gliene aveva parlato.
Strinse con rabbia la mano, sentendo le unghie graffiare la pelle.
Avanzò a lunghi passi, superando una cella dopo l’altra, sempre più veloce fino a quando non si ritrovò a correre.
Sentì un odore e lo seguì: era lui, era il suo odore. Era quell’odore che sentiva ogni volta che lo abbracciava, quell’odore del suo collo quando lo mordeva, quell’odore che la faceva sentire a casa.
In un attimo si ritrovò davanti alla sua cella, e le tre guardie sobbalzarono.
Non si fece scrupoli: con un colpo solo tagliò la testa al primo cacciatore, e subito dopo diede un calcio alla mano del secondo, che aveva appena impugnato una pistola. Prima che lui potesse riprenderla da terra, lo stese con un solo colpo, trapassandogli il cuore.
Il terzo era paralizzato dal terrore e dalla sorpresa, e l’unico movimento che riusciva a fare era strisciare all’indietro per evitare che la pozza di sangue che si stava espandendo sempre di più sul pavimento lo toccasse.
“Apri la cella.” Le disse lei, in fretta.
Lui non si mosse.
“Apri questa maledetta cella!” disse, afferrandogli il colletto con la mano sinistra.
“C..c..avi..” balbettò lui.
“Cosa?” la sua pazienza stava finendo.
La guardia non parlò più, ma indicò tremando il corpo della prima guardia, senza testa.
Qualcosa luccicò nella tasca della sua divisa, e Yuuki si chinò a raccoglierla: erano le chiavi delle celle.
La guardia però riprese improvvisamente vigore, e si lanciò sulla pistola che era atterrata al centro del corridoio: Yuuki lo raggiunse e lo colpì prima che potesse raccoglierla.
Così, senza perder ulteriore tempo, si voltò verso la cella.
Kaname era incatenato al soffitto per i polsi, il suo corpo era abbandonato a se stesso, le caviglie erano legate da altre catene e la sua testa era reclinata di lato, con i suoi capelli che ricadevano disordinati davanti alla sua faccia. Sembrava essere lontano dal mondo, sembrava un’orrida fotografia di cui Yuuki non faceva parte, tanto che lui era rimasto impassibile davanti al combattimento con le tre guardie. Non un sussulto, né una minima reazione.
Era morto di fam.. sete?
Al solo pensiero la ragazza cercò immediatamente una chiave giusta per quella serratura, ma riuscì a trovarla solo dopo qualche tentativo.
Fece un profondo respiro, ed entrò.
Prima che potesse avvicinarsi troppo, una voce troppo bassa disse: “Ciao Yuuki.”
La vampira si spaventò quasi a sentirla, non aveva quella forza che contrassegnava Kaname, né quell’autorità né quella freddezza.
Era neutra, non esprimeva nulla, se non un’infinita stanchezza.
Senza rispondere, lo raggiunse e provò a liberarlo con le mani: non appena sfiorò le catene, queste la bruciarono.
“Stupide armi da cacciatori..” borbottò, e non poté far altro che ringraziare Artemis per la sua utilità. Infatti, usandola riuscì a spezzare senza difficoltà le catene.
Prima quelle alle caviglie, poi ai polsi, e il corpo di Kaname si afflosciò al suolo.
Le si spezzò il cuore a vederlo così debole, così si abbassò e si morse da sola il polso del braccio sinistro: il sangue le sgorgò dalle vene recise, e avvicinò la mano alla bocca del vampiro, prima che la ferita si richiudesse.
Lui però la scostò, con poco vigore.
Yuuki scosse la testa, sapeva che era troppo orgoglioso per farsi aiutare in quel momento, perciò lasciò cadere l’arma per terra per liberarsi la mano destra, con cui tenne ferma la testa di lui, mentre riavvicinava il polso sinistro.
Non appena le labbra le toccarono la pelle, ebbe un brivido, e finalmente riuscì a sentirsi vicina a lui, vicina come lo erano stati fino a qualche mese prima, vicina come lo erano stati prima che lui se ne andasse senza dirgli neppure addio.
Dapprima il vampiro si oppose con quel poco di forza che gli restava, ma poi non riuscì a resistere al dolce odore di quel sangue e iniziò a berlo. Yuuki sorrise, soddisfatta ma soprattutto felice. Felice perché lui stava finalmente bene. Felice perché si era lasciato aiutare da lei.
“Kaname, dobbiamo andare. Abbiamo poco tempo. Reggiti forte a me.” cercò di mettergli una mano sul fianco per portarlo fuori di lì, ma lui si ritrasse.
“Hai finalmente smesso di chiamarmi Kaname-sama.” I suoi occhi, ora che aveva ripreso un po’ le energie, la guardavano fissi, e lei si sentì improvvisamente consapevole di quanto quegli occhi le fossero mancati.
“Non riuscivo a chiamarti solo Kaname perché non mi sentivo alla tua altezza. Ma adesso finalmente lo sono, sono la principessa vampira finalmente degna di stare al tuo fianco. Sto lottando per quello che voglio, sono forte e sono determinata. Ora io e te siamo uguali.” Accompagnò quelle frasi con un sorriso.
“Ma io ti ho ferito. Io ti ho abbandonato. Cosa ti fa credere che voglia stare con te?”
“Io.. credo che tu mi ami. Me l’hai ripetuto più volte, e io ti credo. E comunque.. – si fermò un attimo, raccogliendo da terra Artemis – anche io sono una purosangue. E ancora non mi hai ucciso. Se non mi ami, se non vuoi più stare con me, uccidimi, ora, e completa il tuo piano.” Gli porse l’arma, tranquilla.
“Ti ricordi cosa mi hai detto una volta? Io accolgo con gioia immensa qualsiasi cosa provenga da te. Che si tratti di una richiesta crudele, o della lama che porrà fine alla mia vita, l'accetterei volentieri se provenisse da te. Sei l'unica che può portare colore nel cumulo di cenere nera che è il mio cuore. Sai, Kaname, quella volta non ti ho detto che anche per me è lo stesso. Quindi, se non mi ami, uccidimi. Sarò contenta comunque.”
Il vampiro alzò la mano, e la mise sopra l’arma.
Rimase solo un secondo così, un secondo che per Yuuki fu un’eternità, e poi la scansò.
Mentre Artemis cadeva a terra, per la seconda volta, e il metallo del suo manico produceva un tintinnio scontrandosi con il pavimento, il vampiro afferrò le spalle della ragazza e la tirò a sé, con sua enorme sorpresa.
Tuffò la sua faccia nei suoi lunghi capelli neri, e la avvolse, stringendola così forte da stritolarla.
Lei rimase senza parole per qualche secondo, per poi rendersi conto che quello, si, quello non era per niente un sogno, e che tutto quello lo stava vivendo davvero.
Iniziò a piangere, stringendolo a sua volta.
“Ti spiegherò tutto. Per me è stato un sacrificio lasciarti qui, ma non volevo coinvolgerti e metterti in pericolo. Dovevo .. dovevo proprio fare quello che ho fatto. Perdonami. Ma io non ho mai smesso di amarti, mai. Voglio sposarti, Yuuki, non voglio morire, voglio sposarti.”
Si staccò da lei, solo per prenderle tra le mani il viso e guardarla negli occhi, in attesa.
“Certo. Si, si, si!” rispose lei, entusiasta.
Le loro bocche si cercarono, e si ritrovarono, dopo così tanto tempo di lontananza.
Tempo che non aveva cambiato nulla tra di loro, né i loro sentimenti, né la loro passione, ma anzi aveva chiarito tutto, aveva chiarito l’importanza che l’uno aveva per l’altra.
 
 
La stanza sembrava ospitare molte più persone di quelle che in realtà potesse realmente contenere.
Tutti parlavano, senza ascoltare neppure le opinioni degli altri, e il caos era generale.
Solo due persone, tra tutte, erano tranquille: Zero e Kaien Cross.
Tutti e due erano seduti vicini, si guardavano intorno studiando ogni singola persona e ogni singolo commento che esprimevano. Però nessuno dei due prendeva alla leggere la questione, al contrario degli altri, perché entrambi sapevano che la decisione che sicuramente il consiglio avrebbe preso alla fine, avrebbe ferito una delle persone a loro più care: Yuuki.
Zero si girò di scatto, in direzione della porta.
I suoi sensi da vampiro colsero subito una nota storta, un odore insolito per quel posto.
Si voltò verso Kaien solo per dire “C’è odore di sangue!” , per poi precipitarsi fuori.
 
 
“Aidou!” Yuuki uscì finalmente dalla porta a cui il suo esercito faceva la guardia, e Aidou spalancò gli occhi non appena vide Kaname. Non riusciva a serbargli rancore, dopo tutto il male che gli aveva fatto.
“Andiamo!” disse di nuovo con il tono autoritario che fece muovere tutti i vampiri.
Lei si sentiva inquieta, quindi cercò di andare più veloce possibile, ma Kaname aveva bevuto poco sangue ed era ancora debole. Aidou se ne accorse e aiutò la vampira a trasportarlo.
Urlò di gioia vedendo il portone principale che dava sullo spiazzale, ma il suo sorriso se ne andò tanto velocemente quanto era arrivato: qualcuno si stava avvicinando.
“Andiamo via!” disse disperata.
Non poteva andare male, non poteva andare tutto a rotoli così vicino al traguardo.
Si raggelò non appena vide chi si stava avvicinando.
Zero stava correndo nella sua direzione, e si rabbuiò non appena la riconobbe.
Yuuki provò ad andare più veloce, mancava così poco all’altra porta che non voleva mollare.
“Ferma o ti uccido.”
Il cacciatore vampiro aveva puntato la pistola contro di lei, e lei si sentì persa.
Sentiva altre voci in arrivo, ancora parecchio lontane per fortuna, ma se tutti i cacciatori fossero accorsi per lei sarebbe stata la fine.
“Aidou, allontanati.” Ordinò, e con un solo sguardo zittì tutte le sue silenziose proteste. Il vampiro ritornò al suo posto, a recitare la parte nell'esercito.
“Non costringermi a farti attaccare dai miei vampiri! Li ho soggiogati tutti sai? Posso lanciarteli contro quando voglio!” urlò la ragazza, temporeggiando per trovare qualche via di fuga. E in realtà, si tolse un peso dalla coscienza: se fosse riuscita a scappare, Zero avrebbe detto a tutti che nessun vampiro aveva partecipato all’iniziativa di sua volontà e sarebbero stati scagionati.
“Sai cosa ti dico? – urlò di rimando, cambiando la direzione della pistola – fallo pure. Prima che arrivino qui da me avrò già sparato al tuo caro vampiro.” Iniziò ad avvicinarsi
Una rabbia la invase, e solo una volta prima d’allora si era sentita sopraffare dai sentimenti: così ebbe un’idea.
Lasciò che tutti i sentimenti la travolgessero, e li sentì fluire uno dopo l’altro nelle sue vene, fino ad invaderle il corpo.
Chiuse gli occhi per un istante, poi si liberò con un urlo, e sulle sue spalle comparvero due enormi ali.
Come quell'unica precedente volta, era stato l’amore per Kaname a fargliele spuntare.
Quest’ultimo, al contrario di Zero e Aidou che rimasero pietrificati vedendo quello spettacolo, sorrise.
Con un battito Yuuki  mosse la terra intorno a sé, facendo in modo che Zero si distraesse, anche solo un attimo: infatti, non appena lui riaprì gli occhi, lei stava già volando in cielo, muovendo velocemente le sue ali e trasportando con sé il vampiro purosangue.
Si girò indietro l’ultima volta, e vide Zero abbassare il braccio con la pistola, i vampiri risvegliarsi dal loro soggiogamento, e, per ultimo, il padre che accorreva con i Cacciatori.
Lo guardò triste, e lui aveva la sua stessa espressione.
 
 
Volò così per molto tempo, fino a quando non fu stanca e abbastanza lontana.
Atterrò in un boschetto, e non appena toccò terra le ali si ritrassero.
Guardò soddisfatta Kaname, che improvvisamente si girò verso di lei.
“Lo sai cosa comporta quello che hai appena fatto?” le domandò.
Lei non rispose. Lo sapeva benissimo.
“Ora sei tanto ricercata quanto me. Ora dovrai passare la vita a nasconderti insieme a me. Ora sarai in guerra aperta con tutti, tutti ti cercheranno e vorranno catturarti, tutti, persino tuo padre. E se ci riuscissero.. morirai.” Disse serio. Esattamente tutte le paure che l’avevano spinto a tenerla fuori dal suo piano si stavano avverando.
“Non importa.” Rispose invece lei. “Non mi importa degli altri. Voglio stare con te Kaname.  Te l’ho già detto: voglio essere macchiata delle tue stesse colpe. Non mi interessa del resto.”
Lui le scostò con un dito la ciocca di capelli che le era ricaduta sulla fronte.
“Ti amo, Kaname.”
A queste parole lui si arrestò, la guardò negli occhi per un lungo attimo, e poi prese di nuovo il suo viso tra le mani.
“Anche io, mia piccola principessa vampira. Ti amo anche io.”
Si chinò e la baciò.
Quel bacio fu solo il primo di una lunga serie, una serie infinita, infinita come la loro vita. Come il loro amore.
  
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