Fandom: Mozart Opéra Rock
Genere: Romantico, commedia, comico
Personaggi principali: Salieri, Caterina Cavalieri.
Pairing principale: SalierixCavalieri
Rating: verde
Word Counter: 784
Note: Partecipa alla Challenge di Kukiness 'CHI, CON CHI, CHE COSA FACEVANO', con il plot bunny #2 : 3 vuole chiedere un appuntamento a 8, ma qualcosa o qualcuno gli metterà i bastoni tra le ruote.
(Antonio Salieri vuole chiedere un appuntamento alla Cavalieri, ma qualcosa o qualcuno (chissà chi XP) gli metterà i bastoni tra le ruote).
Buona lettura C:
Il solito
Antonio Salieri di sempre: ecco come egli appariva agli occhi estranei degli
esterni osservatori, sebbene in realtà, nel suo animo in subbuglio, sapeva
chiaramente che la facciata avrebbe crollato.
Quando la
Cavalieri ebbe finito la sua prova, un momento di assurdo ed assoluto silenzio
crollò improvviso nella vasta sala, dando un senso di illusorietà.
Ella sorrise,
rivelando quando fosse soddisfatta e scontenta della sua esibizione canora al
tempo stesso; lo stesso sorriso animò leggermente il volto di Antonio.
La sua
insicurezza era determinata però da ben altro che dalla voce del soprano: per
una volta Wolfagang non era di mezzo, né ad assillarlo con la sua sublime
musica, né a parlare con la Cavalieri.
Il momento
giusto, apparentemente.
«Complimenti»,
disse, chinando appena il capo.
«Grazie»,
rispose semplicemente, avvicinandosi al compositore.
Rimasero per
qualche secondo a guardarsi negli occhi.
«Siete
migliorata molto»
«Non posso che
migliorare, avendo avuto la fortuna di avervi avuto come insegnante, e
continuando a beneficiare dei vostri consigli».
Come risposta,
ricevette un sorriso.
«Sono felice di
sapere che la pensate in questo modo, Caterina».
«Oh, ma non sono
l’unica a pensarlo», rise, tra sé e sé.
Antonio sorrise:
chi, oltre a lei, poteva pensarla così? In effetti, molti, ma si chiedeva se
anche Wolfgang la pensava così.
«Sì?»
«Mi pare di
averlo già detto», rispose il soprano, convinta, voltandosi verso le ariose
finestre.
Tornò a guardare
l’uomo con cui stava parlando, quello che era stato il suo maestro.
«Bene, che ne
dite, Frau Kavalier, di uscir-»
«Ohoh, mio
soprano, non vi state facendo corrompere dal Maestro Salieri, vero?», chiese
Wolfgang, entrando trafilato nella stanza per poi prendere per la vita il soprano.
All’improvviso,
i tratti di Antonio si gelarono: serrò le mascelle, alzò il mento in un
istintivo moto di difesa per il proprio ego e portò entrambe le mani dietro la
schiena, ermetico ai movimenti che prima, in assenza di Mozart, si permetteva.
Vide gli occhi
di Wolfagang alzarsi nei suoi, divertiti.
Aveva – di nuovo – aspettato troppo. La
tempistica di Mozart era unica, davvero.
«Ebbene,
Caterina, rispondetemi!», disse il nuovo arrivato, staccandosi dal soprano,
fingendosi indignato.
«No, come potete
pensarlo! Dico! Mozart!», rispose lei, ancora più sdegnata.
«Oh, scusatemi,
allora», disse lui, con un inchino e portando una mano al petto, stropicciando
gli spartiti che recava con sé.
«Vi perdonerò,
vi perdonerò», disse con un sorriso Caterina.
«Vi prego di
perdonarmi anche voi, Maestro Salieri», sorrise, voltandosi verso Antonio.
I tratti
dell’italiano si gelarono ancora di più, animandosi di un sorriso quasi
disgustato: «E perché mai, dovrei perdonarvi, Herr Mozart?».
Forse Wolfgang
non comprese bene la domanda, o forse non volle comprenderla: non per che cosa voleva essere perdonato, ma
perché avrebbe dovuto accettare di
perdonarlo per l’interruzione.
«Beh, ho
interrotto la vostra conversazione. Sono stato terribilmente maleducato nei vostri confronti», riprese, con
un’espressione sinceramente dispiaciuta e riportando la mano al petto.
Un sorriso
spontaneo corruppe la maschera di freddezza di Salieri: lui era sempre terribilmente
maleducato, nei suoi confronti, non era certo una novità!
«Ma sapete
com’è!», continuò, entusiasta, Wolfgang, «Quando s’inizia a comporre, diventa
così difficile smettere! E ho bisogno della Cavalieri!».
Subito i tratti
di Antonio tornarono a gelarsi: parlare di composizione con Mozart non era tra
i suoi scopi della giornata, gli sarebbe bastato scambiare qualche convenevole
e poi uscire fuori con Caterina.
«Non
preoccupatevi, di certo potrò parlare con la mia allieva in un’altra
occasione», disse con il solito sorriso che occupava il suo volto quando
parlava con il rivale, «Ora, se volete scusarmi, vi lascio ai vostri lavori»,
si congedò, dileguandosi poco dopo.
«Cosa c’è ora
che non va!», cantilenò lui in risposta.
«Il Maestro
stava per dirmi qualcosa di vitale importanza!», si lamentò.
«Oh, ma adesso
il vostro Maestro sono io!», sorrise lui, giocoso, aggiustandosi con le mani la
giacca, in un movimento che doveva considerare sbarazzino.
«Non siete stato
certo voi a donarmi questa voce!», ribatté lei.
«Oh, meine
Liebe, ma è stato Iddio a donaverla!»
«Comunque non è
stato certo lui ad ammaestrarla!»
«La vostra voce
non è un cavallo! Al massimo l’ha allenata!»
«Ah, state
zitto!», disse lei, infuriata.
«Su, non siate
cattiva con me, aiutatemi con il mio lavoro!», la pregò, ma il soprano era già
fuori dalla stanza.
Wolfagang rimase
fermo sul posto, sorpreso dell’uscita della Cavalieri e scocciato del non aver
ricevuto una risposta: «Insomma», disse sbattendo gli spartiti sul piano nero e
lucido del pianoforte, «Cosa vi prende a tutti oggi?!», gridò, senza ricevere
nessuna risposta.
Grazie per aver letto, e ringrazio in anticipo chi recensirà e chi metterà questa storia tra seguite/ricordate/preferite C:
_Ayame_ (che non pubblicava da mesi XD)
(Questa storia la dedico a reilin, alla sua bravura, alla sua pazienza e a tutti gli incitamenti che mi fa ù__ù. Grazie, donnaH è_é/)