spero che questo ennesimo sogno ad occhi aperti possa piacere a qualcuno.
Buona lettura!
Spoiler
Monia
aveva appena passato l’esame su “Storia
dell’Antica
Dinastia” col
massimo dei voti.
Poteva considerarsi fortunata; quella materia era una delle
più difficili di tutto il suo corso di laurea.
Ma lei c’era nata con la vocazione per la storia.
Allegra e felice, stava tornando al suo attico per
annunciare al mondo i suoi successi personali.
Aveva già chiamato a casa. Tutti attendevano notizie, a
Catania, ogni volta che si dava un esame. E lei non perdeva mai
occasione di
raccontare per filo e per segno cosa succedeva ogni volta.
Ma quest’anno le cose erano un pò diverse. Aveva
finalmente
raggiunto quell’equilibrio tanto agognato, fra il mondo reale
e il suo mondo
virtuale, popolato da ragazze pazze e fa iper-attive.
Erano passati anni da quell’estate in cui una sua carissima
amica l’aveva istradata nel gruppo che ora lei considerava
quasi una seconda
famiglia.
Aveva passato tanto di quel tempo all’interno di esso che
era arrivata al punto di non riconoscere più
cos’era la realtà e cosa la finzione.
Ma col subentrare dell’università, il sogno di
Monia stava
prendendo realtà, e il gruppo di fan e tutte le ragazze li
conosciute avevano
preso la loro giusta collocazione.
Erano ormai solo un punto di ritrovo e di ricreazione,
subordinate al lavoro e allo studio.
Ciononostante, Monia continuava tutt’ora a seguire con
passione i film i telefilm e tutte le varie convention sugli attori,
cardini
del gruppo.
Negli
anni, in quel gruppo ne aveva visti di tutti i colori;
si andava dalle semplici premier dei film, al commento ossessivo e
costante
delle puntate del telefilm preferito. Una volta addirittura avevano
deciso di
incontrarsi tutte insieme, di persona.
Ricorda ancora
il giorno in cui le era stato recapitato alla
porta un biglietto aereo con destinazione a lei sconosciuta, che
l’aveva
portata in un’altra nazione, prima, e in un cinema, poi.
All’interno
di quel cinema, lei ci aveva trovato tutte le
ragazze del gruppo che sotto invito di Marta erano state catapultate in
quella
specie di convention personale, in cui avevano rivisto insieme tutti i
film di
cui si erano occupate ultimamente.
E nello
specifico si erano divertite a commentare e
sghignazzare su Iron Man (dall’1 al 3), o su Sherlock Holmes,
e avevano persino
schippato tante di quelle coppie, cinematografiche e non, che ne
avevano perso
il conto.
Ma infondo era
questo che le faceva divertire di più.
Arrivata
a casa, per prima cosa, apri le grandi
porte-finestre che connotavano la facciata interna del suo attico.
Aveva scelto
proprio quello per la particolare vista che esso le offriva.
Dava proprio sullo Juventus Stadium, la casa della sua
squadra del cuore.
Fin da piccola aveva tifato Juventus, e quando aveva saputo
della costruzione del nuovo stadio, la voglia di andare a vivere a
Torino si
era accresciuta nel suo cuore.
Dopo essersi cambiata con abiti più comodi, era costretta a
causa di una scommessa con un’amica a portare i tacchi alti e
una gonna lunga
al ginocchio, ad ogni esame; accese la musica nel suo stereo ultimo
modello e
si sedette sul suo comodo divano, prendendo con se il suo fidato
portatile.
Doveva ancora comunicare alle sue amiche il suo bel voto.
Dopo aver aggiornato il suo stato facebook e aver
raccontato, in una nota, tutto ciò che le era accaduto, si
concesse un po’ di
sano relax all’insegna dello spulciamento dei siti fan del
telefilm “The
Mentalist”.
Questi erano i momenti in cui il suo corso di studi le
veniva in soccorso, e più nello specifico la aiutava sempre
la materia “Ricerca
e catalogazione virtuale” che le aveva insegnato a scavare
nel profondo delle
pagine internet, alla ricerca della notizia anche più
insignificante.
Passò qualche minuto a cercare, neanche lei sapeva bene
cosa, fino a che una notizia del tutto inaspettata le giunse sotto gli
occhi.
“Comic
Coon Torino: quest’anno anche una sezione sui
telefilm”
La
cosa di per se non aveva molta importanza per Monia, se
non che aprendo l’articolo, lesse l’elenco che la
sezione telefilm, del Comic
Coon annuale torinese, avrebbe preso in esame.
E fra questi c’era proprio il telefilm su cui si basava una
parte del gruppo così a lei caro.
The Mentalist appunto.
E tutti sapevano che Comic Coon voleva anche dire,
attori/attrici a disposizione dei fan per un’intera giornata.
Cercando di mantenere la calma, e di non cominciare a
ballare per tutta la stanza, saltando e cantando, riaprì la
pagina facebook,
ritornò sul gruppo e annunziò la lieta novella a
tutti.
Il
pomeriggio intero, così come alcuni giorni seguenti,
furono passati da Monia incollata al pc; non aveva ancora un esame da
preparare, poteva quindi prendersi un paio di giorni di riposo.
Lei e le sue
amiche, passarono al vaglio ogni singola parola
di quella nuova notizia, fecero ipotesi su quali membri del cast
avrebbero
potuto essere presenti, pregarono, addirittura, che le loro ipotesi
fossero
giuste, al solo scopo di poter finalmente i loro beniamini. Ci
scappò perfino
qualche fanfiction, gentilmente ideata da una delle ragazze.
Il punto di
massimo giubilo, comunque lo raggiunsero quando
un comunicato, annunciò che in rappresentanza del telefilm
ci sarebbe stato il
regista e sceneggiatore Bruno Heller, e i due attori protagonisti Simon
Baker e
Robbin Turney.
Quel giorno
Monia e le ragazze resistettero per poco a
stappare le bottiglie di champagne.
Ma
come ogni bel sogno destinato a finire, purtroppo quando
diedero da data della convention, quasi tutte le ragazze sarebbero
state
impegnate o con il lavoro o con l’università e
quindi non sarebbero potute
andare.
Solo Monia
sarebbe stata disponibile e libera per il 3 Maggio,
e sarebbe quindi andata ad incontrare regista ed attori, insieme ad
un’altra
quantità di gente non meglio specificata, per poi una volta
tornata a casa,
raccontare tutto con dovizia di particolari a coloro che avevano dovuto
saltare
l’evento.
I giorni
seguenti furono interamente dedicati alla scelta
delle domande da porre, ma soprattutto alle parole con le quali porle.
Non si
poteva certo essere troppo diretti, o si correva il rischio di
offendere
qualcuno, senza considerare che magari all’interno della sala
poteva esserci
qualche fan che non sapeva certe cose.
Così
dopo lunghi ragionamenti, finalmente arrivarono i primi
di Maggio, e con essi l’ultimo incontro delle ragazze prima
del Comic Coon.
Ogni mese, il
primo giorno per la precisione, si incontravano
per scambiarsi opinioni o semplicemente per spettegolare un
po’.
E questa volta
l’occasione era anche stata colta per fare le
più sentite congratulazioni e auguri a Monia che si
apprestava a compiere
quella difficile missione.
Il
3 Maggio, una giornata molto assolata (insolita per
Torino, ma tant’è) Monia uscì di casa
per dirigersi verso Torino2, il polo
commerciale, cinematografico, teatrale (e ci più ne ha
più ne metta) della
città.
Arrivata al
polo multimediale, una diramazione di Torino2,
posteggiò la sua fedele macchinina al parcheggio, e si
diresse verso
l’auditorium in cui si sarebbe svolta la convention.
Già
dopo qualche metro si accorse del lungo serpentone che
si diramava dalle porte dello stabile. Così una volta
arrivata alla fine di
esso, si armò di pazienza e cominciò ad aspettare
che la fila procedesse per
farla entrare.
Dopo qualche
ora sotto il sole cocente, finalmente arrivò il
suo turno di entrare e mostrando il tesserino alla guardia,
varcò la soglia.
All’interno
l’auditorium era brulicante di voci e di persone
che cercavano il posso pre-assegnatogli. Per fortuna lei aveva
prenotato
abbastanza precocemente da poter godere (ora) di un posto centrale e
anche
abbastanza vicino alla prima fila.
Si sedette al
suo posto e uscendo dalla tracolla il piccolo
notebook, diede notizia alle sue amiche, prima che venisse dato il
segnale di
spegnere cellulari e apparecchi elettronici, per non disturbare il
segnale del
sofisticato impianto audio.
Qualche minuto
più tardi, una voce annunciò
l’imminente
inizio della convention, e sull’uditorio calò
istantaneamente il silenzio.
Improvvisamente le luci furono spente e un video cominciò a
mandare un breve
resoconto di tutte le stagioni fino ad ora mandate in onda.
Il filmato
catturò subito l’attenzione di tutti, concedendo
alle fan di calmarsi dopo la lunga attesa e di ripercorrere in 10
minuti,
interi anni di vita.
Alla fine del
filmato, mentre ancora un applauso di
apprezzamento scrosciava, le luci furono accese, e sul fondo del parco
apparvero il moderatore del dibattito e Bruno Heller visibilmente
imbarazzato,
seduto su un’enorme sedia da regista.
Ciò
che non tornava però era l’assenza di Simon e
Robinn.
Tutti i fan
cominciarono a guardarsi intorno, come cercando
qualcosa, ma solo quando sentirono Bruno schiarirsi la voce al
microfono,
prestarono attenzione a colui che aveva creato tutto.
“Mi...mi
scuso per la diserzione dei miei amici, ma...ma
hanno preferito fare un giro piuttosto che rimanere chiusi
qui”.
Silenzio.
“Me
li son fatti scappare come un allocco!” mormorò
Bruno,
credendo che il microfono fosse stato chiuso.
Una risata
comprensiva si sparse tra la platea.
Infondo anche
i fan avevano imparato a conoscere un po’ gli
attori, e sapevano come reagire a queste loro strane iniziative.
Di li in poi
la convention procedette speditamente,
analizzando quasi ogni avvenimento delle varie stagioni; dalla morte di
Bosco,
alla comparsa e conseguente sparizione dell Frey. Dal personaggio di
Mashburn,
alla Flyn. Da O’Lauglingh a Sarah. Da minelli, alla
Hightower, a Bertramo e
LaRoches, continuando per Wainwright. Parlarono della maggior parte dei
morti,
di John, Jane e Lisbon. Insomma si fecero una bella chiacchierata.
C’era
però una domanda che Bruno Heller temeva più di
tutte,
e che ogni volta che non gliela ponevano, ringraziava Dio per questo.
Ma se
c’era una cosa che agognava il gruppo di cui Monia
faceva parte era proprio il Jisbon. E tutte le ragazze, nel loro ultimo
incontro, le avevano raccomandato di fare attenzione proprio su questo
punto.
Quindi dato che il fantomatico argomento, non voleva saperne di
spuntare fuori,
Monia si sentì in dovere di menzionarlo.
Così,
alzò la mano, mostrando di voler fare una comanda a
Bruno e molto prontamente, il moderatore mandò una maschera
a portare un
microfono a Monia, in modo tale che tutti potessero ascoltare cosa
aveva da
dire.
Preso in mano
il microfono, dopo aver preso un bel respiro
d’incoraggiamento, chiese:
“Bruno,
quando ci darai ciò che più di ogni altra cosa
vogliamo?”
Nell’auditorium
era calato il silenzio.
Il momento era
infine arrivato, Heller lo sapeva.
Sapeva inoltre
che non poteva esimersi dal rispondere. Più
volte lo aveva fatto, ma sempre parlando con un giornalista a cui tutto
sommato
poco importava se lui avesse risposto o no a quella specifica domanda.
Ma ora, quando
di trovava davanti una platea di 3000 e più
persone, per giunta tutte fan del telefilm e della coppia,
l’unica cosa da fare
era rispondere.
Perciò
impaurito, senza guardare in faccia il suo pubblico,
sussurrò dentro al microfono.
“Lentamente,
molto lentamente, avverrà. Col tempo Jane e
Lisbon avranno la loro storia d’amore. E sarà
amore con
Silenzio.
Dopo la sua
risposta, nell’auditorium calò il silenzio.
Heller aveva
sempre immaginato uno scoppio di festeggiamenti,
urla, giubilo, magari anche qualche svenimento. Ma di sicuro non si era
aspettato il silenzio.
Quando
però si decise ad alzare gli occhi sul suo pubblico,
lo spettacolo che si trovò davanti lo lasciò
completamente senza parole.
Il teatro che
fino a qualche istante prima era pieno di più
di 3000 persone, era ora vuoto.
Non una sedia
era occupata, neanche un’anima, all’infuori di
lui, abitava quel posto. Tutto parlava di desolazione e abbandono.
Heller
cominciò a non capirci più niente, smarrito si
guardò
intorno in cerca di una spiegazione, ma non ce ne erano.
E proprio lì, all’esterno
dell’auditorium che li aveva
rinchiusi, Heller trovò quelle scene da finimondo che si era
sempre aspettato.
Cerano ragazze che piangevano, urlando quanto fossero felici per la
notizia.
Ragazze che parlavano al telefono, cominciando già a
diffondere il nuovo
spoiler. Ragazze che piangendo si abbracciavano per condividere la
gioia. E
dulcis in fundo c’era un idrante che rotto da
chissà chi, faceva zampillare la
sua acqua rinfrescando tutti.
Quella stessa acqua che scendeva per il collo di Monia che
appoggiata ad una parete, con gli occhi lucidi e il pc in braccio
annunciava
alle sue amiche la lieta novella.
Resistette ancora cinque minuti, finché il calore, ormai
insopportabile non la costrinse a spostarsi da quel getto bollente.
Aprì gli occhi e si ritrovò all’interno
della doccia, della
sua casa a Catania.
“Monia sbrigati con quella doccia, o non arriverai in tempo
al diciottesimo di Carla” le urlò la madre dalla
stanza accanto.
Improvvisamente capì:
Non c’era mai stato il Comic Coon.
Non aveva ancora preso il diploma di maturità.
Non si era ancora trasferita a Torino.
Non era ancora entrata nella facoltà di Egittologia a
Torino.
Ciò
non toglie, comunque, che lei sul gruppo fan ci
andasse ogni santo giorno, e che Heller quella dichiarazione sul Jisbon
l’avesse rilasciata VERAMENTE.