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Autore: YukiDagliOcchiBlu    01/04/2012    8 recensioni
I pensieri della piccola Mayu nell'episodio "Assalto dall'ignoto"
Dal testo: "...Poi, però, si ricordò dell’ocarina che portava a mo’ di ciondolo sul petto. Gliela aveva regalata Harlock il giorno del suo compleanno e da allora non se ne era mai separata. La aiutava a sentirlo vicino, lui che in quel momento, probabilmente, era lontano tra le stelle.
Sorrise e se la portò alle labbra, soffiandoci poi dentro con delicatezza. Subito la stanza dell’orfanotrofio in cui la direttrice l’aveva lasciata si riempì di quella melodia che tanto amava. Mentre suonava, il suo cuore di bambina si convinse che quella musica dolce potesse arrivare fino a lui e questa consapevolezza riuscì a consolarla.
Non importava quale punizione avrebbe dovuto subire, l’unica cosa importanza era che Harlock fosse salvo."
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Harlock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Autrice: Ed eccomi qui a postare la mia prima storia sul capitano delle stelle! I dialoghi sono originali, spero possa piacervi ^^ Baci.

PS: La colonna sonora della storia: http://www.youtube.com/watch?v=kYQOtO5nQL4 (non poteva essere che questa ^^)

 

 

Ti voglio bene, Harlock

 

Non le importava cosa diceva la direttrice, lei, quella lettera, non l’avrebbe scritta.

Preferiva subire la più crudele delle punizione, piuttosto che metterlo in pericolo.

Harlock non si sarebbe lasciato catturare tanto facilmente, lo sapeva, ma avrebbe corso comunque un rischio venendo sulla Terra e lei, questo, non poteva permetterlo.

Il pirata le aveva insegnato ad essere forte e lei non si sarebbe tirata indietro di fronte alle difficoltà. Avrebbe resistito e sarebbe andata avanti, esattamente come faceva lui.

Eppure quel foglio bianco era ancora di fronte a lei. La direttrice non gliela avrebbe fatta passare liscia. Avrebbe utilizzato qualunque mezzo per costringerla a chiamarlo.

All’improvviso si sentì solo e persa come solo una bambina può sentirsi.

 

                                                                                Harlock, dove sei? Vienimi a prendere!

 

Pensò nostalgica, le lacrime ormai prossime. Poi, però, si ricordò dell’ocarina che portava a mo’ di ciondolo sul petto. Gliela aveva regalata Harlock il giorno del suo compleanno e da allora non se ne era mai separata. La aiutava a sentirlo vicino, lui che in quel momento, probabilmente, era lontano tra le stelle.  

Sorrise e se la portò alle labbra, soffiandoci poi dentro con delicatezza. Subito la stanza dell’orfanotrofio in cui la direttrice l’aveva lasciata si riempì di quella melodia che tanto amava. Mentre suonava, il suo cuore di bambina si convinse che quella musica dolce potesse arrivare fino a lui e questa consapevolezza riuscì a consolarla.

Non importava quale punizione avrebbe dovuto subire, l’unica cosa importanza era che Harlock fosse salvo.

 

                                                                Un giorno mi porterai via da qui, vero, Harlock?

                                                                Mi verrai a prendere e staremo sempre insieme.

 

 

Ne era sicura. Un giorno Harlock l’avrebbe salvata, esattamente come facevano i principi azzurri nelle favole che leggeva. In realtà Harlock, più che un principe, era un pirata. Ma aveva comunque un grande cuore, più grande di qualsiasi altro terrestre.

E l’avrebbe salvata.

 

 

***

 

 

 

La punizione della piccola Mayu fu quella di pulire il pavimento della cappella, un compito apparentemente facile. Ma l’acqua utilizzata per la pulizia doveva essere presa alla gola della sorgente, che distava molto dall’orfanotrofio.

Inizialmente la bambina svolse volentieri quel compito, animata dal pensiero di fare la cosa giusta. Ma verso mezzogiorno il caldo e la fatica iniziarono a farsi sentire e lei si sentì di nuovo sola e persa.

 

                                                                 Harlock, cosa devo fare? La direttrice  continuerà ad insistere fino a quando non ti chiamerò. Ma io non voglio farti correre dei rischi. Gli uomini cattivi ti prenderanno. E sarà solo colpa mia! Ho paura, Harlock! Non so cosa fare! Aiutami!

 

Con questi pensieri nel cuore proseguì il suo lavoro per tutto il pomeriggio. Avrebbe potuto resistere ancora qualche giorno, ma poi si sarebbe arresa e avrebbe scritto quella lettera. Cosa sarebbe accaduto allora? Harlock cosa avrebbe pensato di lei? Se gli uomini cattivi l’avessero catturato cosa gli avrebbero fatto?

La piccola Mayu non si sentì mai così disperata come in quel momento. Era da sola contro tutti e non sapeva fino a quando sarebbe riuscita a lottare. Infondo, era solo una bambina.

 

***

 

 

Giunse infine la sera, ma la piccola Mayu  non fu assolta dal suo compito. Si sentiva tremendamente stanca, tanto che i secchi d’acqua che trasportava avanti e indietro dalla sorgente alla cappella sembravano essersi trasformati in macigni. Le sue manine di bambina erano gonfie, arrossate e cosparse di calli a causa del forte sfregare sul pavimento della cappella.

Sospirò e alzò gli occhi al cielo, osservando le tante stelle che lo illuminavano.

 

                                                                                    Non preoccuparti, Harlock. Io resisterò. Lo farò per te. Tu sei sempre così gentile nei miei confronti. Non posso permettere a quegli uomini cattivi di farti del male. Loro non ti conosco. Non sanno che ci proteggi e che vegli su di noi.

O Harlock! Mi manchi così tanto! E mi sento così sola!

 

All’improvviso un ringhio famelico attirò la sua attenzione e in un istante un lupo affamato avanzò verso di lei. La piccola Mayu indietreggiò.

-Aiuto! Harlock! Aiuto!- urlò terrorizzata, stringendo l’ocarina che portava al collo.

 

                                                                                 Harlock, dove sei? Ho paura!

 

Il lupo balzò su di lei, ma subito un pugnale lo colpì al cuore, strappandogli un rantolo di dolore.

La bambina sgranò gli occhi con sorpresa.

Harlock era in piedi sulla parete rocciosa di una delle colline che formavano il sentiero che collegava la sorgente alla cappella.

-Harlock!- urlò la piccola Mayu, la voce colma di gioia.

 

                                                                                   Sei qui! Sei qui!

 

Il pirata saltò giù dalla collina e in istante fu di fronte alla bambina.

-Hai avuto molta paura?- le domandò con voce dolce e pacata.

-O Harlock!-

La piccola Mayu si lanciò in lacrime tra le sue braccia.

Harlock ricambiò immediatamente l’abbraccio e la strinse a sé con fare affettuoso.

 

                                                                                    Le tue braccia sono così forti! Vorrei restare con te per sempre. Non lasciarmi Harlock!

 

-Portami via con te! Non voglio più rimanere qui! Portami via, ti prego!-

Il pirata la guardò a lungo, gli occhi velati di ricordi.

-Non posso prenderti a bordo di una nave pirata, Mayu-

La bambina sollevò il viso verso di lui, un espressione confusa.

-Perché?-

-Per rispettare la volontà di uno che ti amava molto-

La piccola Mayu pensò a lungo, poi la sua voce si fece timida e timorosa.

-Mio padre?-

Harlock annuì e sciolse l’abbraccio.

-Era il mio migliore amico. Abbiamo navigato insieme per tanto tempo- disse, recuperando il suo pugnale ancora conficcato nelle carni del lupo.

-Guarda,- proseguì -questa terra anche lui l’amava… quanto amava te. Pensava che presto, qui, ogni cosa sarebbe divenuta più bella e più buona e che tu ci avresti vissuto felice-

La piccola Mayu abbassò lo sguardo.

-Mio padre…-

 

                                                                                                             Mio padre mi voleva bene così come io voglio bene a te, vero, Harlock?

 

-Mi capisci adesso?- le domandò Harlock.

La bambina meditò qualche secondo.

 

                                                                                    Ma io voglio venire con te.

 

-Non so- rispose infine, poi si asciugò le lacrime e tese una mano verso il pirata, che la guardò a lungo. I suoi occhi erano così profondi e dolci che Mayu si sentì sollevata.

-Vattene! Non stare più qui! E’ troppo pericolo, lo sai!-

Harlock le strinse la manina tra le sue e la osservò mesto.

-Vattene tu, prima- disse poi con dolcezza.

La piccola Mayu annuì, afferrò i suoi secchi d’acqua e corse per il sentiero, strappando una risata affettuosa al pirata.

 

                                                                                   Farò come dici tu, Harlock. Mi fido di te.

 

Pensò felice e si voltò un istante a contemplare di nuovo la figura forte e rassicurante del pirata. Voleva conservare quel ricordo nel cuore per sempre.

-Và- la incitò il pirata e lei proseguì per la sua strada, sentendosi protetta dallo sguardo vigile e dolce di Harlock.

 

                                                                                  Ti voglio bene, Harlock.

  
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