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Autore: __Sabotage    02/04/2012    2 recensioni
Quinn Fabray e Noah Puckerman hanno 22 anni e anche se frequentano due università differenti, sono riusciti a conservare intatto il loro amore. Ma se a travolgere le loro vite fosse qualcosa di più di qualche kilometro di distanza?
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Puck/Quinn
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LIFE MAKES LOVE LOOK HARD.

«Sposami, Quinn Fabray.» Disse il ragazzo con la cresta inginocchiato di fronte a lei, porgendole una caramella gommosa a forma di anello.
«Non é neanche un anello, é una caramella gommosa quella.» Puntualizzó la bionda con una risatina, punzecchiarlo era una delle cose che la divertiva di più.
«Neppure tu sei una principessa, peró per me lo sei sempre stata. E con questa.. - rimase un attimo interdetto, perchè in effetti non poteva chiamarlo anello - caramella gommosa..volevo dimostrarti che sei tu la persona che voglio al mio fianco e che voglio vedere invecchiare, perché sia chiaro io non invecchieró mai. - Interruppe il suo discorso per fare una risatina ed osservare come si illuminasse il volto della sua ragazza quando sorrideva - Sposami e insieme prenderemo a calci in culo il mondo.» Il ragazzo concluse il suo discorso, tenendo con una mano la caramella e con l'altra la mano della ragazza, che prese il cosidetto anello e se lo mangiò in un boccone. «Questa é una delle proposte più bizzarre che abbia mai sentito. Tu sei bizzarro, Noah Puckerman. E' anche vero che siamo bizzarri il doppio quando siamo insieme, quindi sì, ti sposeró.» Disse ridendo la ragazza abbracciando il suo futuro marito, che in quel momento era alle lacrime, anche se non l'avrebbe mai ammesso.

 ***


«Le hai fatto la proposta con un anello gommoso? Amico, dimmi che stai scherzando!» Un ragazzo alto e moro stava fissando incredulo Noah Puckerman, si chiamava Dylan Lottman ed era uno dei suoi compagni di università ed il suo migliore amico. Ebbene sì, aveva perso i contatti con i suoi amici del liceo.
 Non era successo niente di che, nessuna litigata, nessuna incomprensione, solo avevano smesso di vedersi e di sentirsi ed ognuno era andato avanti per la sua strada. Noah si era fatto dei nuovi amici, amici che Quinn non approvava perchè aveva paura che potessero nuovamente deviarlo però ormai aveva rinunciato a combattere con la testardaggine del suo fidanzato.
«Amico, ha detto di sì! E poi non posso farci niente, lo sai tu e lo sa Quinn che io non ho soldi e per lei va bene così..» Tentò di giustificarsi il ragazzo, anche se dentro di sè sapeva benissimo che Quinn si meritava di più di una caramella come anello.
«Amico, non va affatto bene così! Potrebbe pensarla così adesso, ma non andrà avanti a lungo, le ragazze non si accontentano di caramelle a forma di anelli, vogliono un sostegno economico. E se presto incontrasse qualcuno che potrebbe sostenerla meglio di quanto tu stia facendo adesso? Alla fine, vi vedete solo nei weekend..» Noah Puckerman era sempre stato un tipo violento e quel momento aveva davvero una grande voglia di picchiare l'amico, che infatti se ne accorse e scansò la sua mano, pronta a colpire la sua faccia.
«Hey hey, calmati e pensaci. Lo sai che ho ragione, devi regalare a Quinn un vero anello e so anche come procurartelo.»  Disse il moro con un ghigno, che era davvero simile a quello di Noah qualche anno fa.
Dieci minuti dopo, i due amici si ritrovarono di fronte ad una delle gioiellerie più famose della città.
«Dylan, quale sarebbe il tuo metodo? Corrompere la proprietaria del negozio?» Chiese Noah ridendo.
«No, anche se sarebbe sicuramente un metodo vincente!» Rispose l'amico con quel suo ghigno da strafottente «Parlavo di rubare, idiota, non ti ricordi più come si fa?!» E questo era il motivo per cui a Quinn non andavano tanto a genio gli amici di Noah, perchè erano la versione cresciuta di come era lui al liceo.
«Certo che mi ricordo, ma Quinn mi ammazza se ci beccano e in più non ci mandano al riformatorio ma in prigione perchè siamo maggiorenni!» Rispose a tono il ragazzo con la cresta.
«Eh no, mia idea tua azione! Non ho una donna, non ho bisogno di rubare niente in una gioielleria. Ricordati quello che ti ho detto, le donne hanno bisogno di un sostegno economico.» Si tirò indietro Dylan, alla fine lo sapeva anche lui che non era una buona idea, ma era l'unico modo per procurare all'amico un anello di fidanzamento .
«E va bene, farò tutto da solo. Basta che Quinn abbia un anello e sia felice, desidero solo quello.» Disse Noah, ormai convinto della sua idea. Aveva già in mente anche come agire, avrebbe chiesto alla commessa di mostrarle un anello, poi Dylan l'avrebbe distratta e in quel momento l'avrebbe preso e se ne sarebbero andati.
E infatti così fecero, peccato che non tutto andò secondo i loro piani perchè la commessa se ne accorse, li bloccò e chiamò la polizia.
Ecco, aveva rovinato tutto. Quinn lo avrebbe ucciso, ma soprattutto si sarebbe preso a schiaffi da solo per aver seguito l'ennesimo consiglio sbagliato di Dylan.

 ***

«Ripetimi con calma, dove sei?!» Quinn Fabray era assolutamente sconcertata, si stava tranquillamente mettendo lo smalto quando il telefono suonò. E all'udire la parola 'prigione' fece cadere il piccolo barattolino che rovesciò il suo contenuto sul tappeto, particolare non molto importante in quel momento.
«Non è giusto che tutte le ragazze abbiano un anello di fidanzamento e tu una caramella, io volevo solo farti qualcosa di speciale e Dylan ha detto..»
Al sentir pronunciare quel nome, Quinn si sentì il sangue alla testa. Non aveva mai sopportato Dylan Lottman, i suoi stupidi consigli, le sue feste alle quali c'erano solo ragazze seminude e il fatto che cercasse in ogni modo di riportare Noah sulla cattiva strada. E c'era riuscito, maledizione. In quel momento avrebbe voluto strozzarlo, e subito dopo avrebbe strozzato anche il suo fidanzato.
«Dylan? Quell'idiota..quante volte ti ho detto! Basta, non voglio più parlare di quell'essere viscido. Quant'è la cauzione? Ti voglio fuori di lì, subito.» La biondina assunse un tono molto freddo e diplomatico.
«Quinn..» Il tono di Noah si fece più pacato, anche se era ancora molto ansioso «Ho rubato in una gioielleria, non in un negozietto qualunque. Non ho neanche la metà della cauzione, in fondo sono solo tre mesi..»
«TRE MESI? - la finta diplomazia della ragazza crollò per trasformarsi in disperazione - Io.. volevo solo sposarti, non mi interessava l'anello e tu hai mandato tutto a farsi fottere, come al solito..» Chiuse la telefonata, consapevole che non avrebbe potuto risentirlo a breve, ma aveva davvero bisogno di farsi un pianto. Si sentiva distrutta, debole, come se il mondo le fosse crollato addosso.
I primi giorni furono tragici, Quinn non aveva nemmeno la forza di alzarsi dal divano, ma col passare del tempo e grazie alla sua amica Santana decise di andare avanti. Avanti con la sua vita, senza Noah.
Un giorno la biondina si svegliò con una strana sensazione e la prima cosa che fece fu chiamare Santana.
«San, avevi ragione. Non è finita, io vado a trovare il mio ragazzo.» L'impulsività di Quinn non lasciò neanche il tempo all'amica di parlare che la biondina era in macchina e doveva riagganciare.

***


«Ti dona l'arancione.» Non c'era ironia o amarezza nella voce di Quinn, quando si trovò di fronte Noah che indossava la tipica divisa dei carcerati.
«Mi dispiace Quinn, sono un vero idiota. Non avrei mai voluto farti soffrire, mi manchi e non ce la posso fare senza di te.» Era sincero Noah Puckerman, non avrebbe mai potuto mentire alla sua ragazza perchè lei lo conosceva troppo bene. Cercò un contatto, appoggiando la sua mano contro la vetrata, come a voler toccare Quinn.
«Non mi interessa. - esclamò dura per poi raddolcirsi - Non mi interessa niente di questa fottuta prigione, voglio solo diventare tua moglie. E poi è vero, mi hai deluso molto ma la vita fa sembrare l'amore difficile, no?» concluse sorridendo, facendo combaciare la sua mano contro quella di Noah.
«Proprio così. - si aprii in un sorriso il 22enne detenuto - Ti aspetto principessa, ti amo.» Guardò negli occhi la ex capo cheerleader, per poi essere scortato dalle guardie nella sua cella.

 ***


I mesi successivi passarono inesorabili, però dal chiarimento Quinn non si perse nemmeno un'occasione per fare visita al suo fidanzato.
Quando finalmente, venne rilasciato accadde l'impensabile. Judy Fabray, la madre di Quinn che era sempre stata contraria alla relazione tra sua figlia e quel mascalzone di Noah Puckerman, passò dalla loro parte e decise di finanziare addirittura il loro matrimonio.
«Mia madre criticava sempre i miei fidanzati, per lei nessuno era quello giusto ed io da figlia ubbidiente le ho sempre dato retta, anche quando ero davvero innamorata. E guardami ora, sono divorziata e potrei aver perso l'amore della mia vita per colpa di mia madre. Non voglio commettere lo stesso errore con te, so che Noah non è un ottimo partito, ma vedo che lo ami e con quanta forza sei riuscita a superare tutto questo, quindi sono dalla tua parte, figlia mia. E non preoccuparti per le spese del matrimonio, ho qualche soldo da parte.» Quinn non aspettava nessuno a casa quel giorno, e quando si trovò di fronte la madre con quella bella notizia non esitò a stringerla in un abbraccio.

 ***


«Sei assolutamente stupenda, Fabray.» Quinn indossava un bellissimo abito da sposa bianco e si stava guardando allo specchio, mentre da dietro la stava ammirando estasiata Santana Lopez. C'erano anche Rachel Berry e Brittany Pierce, le sue amiche del liceo che la stavano aiutando a prepararsi per l'imminente matrimonio. A differenza di Noah, lei aveva mantenuto i contatti con i suoi amici del liceo, infatti aveva invitato anche Finn Hudson, storico amico di Puckerman, sperando che i due riprendessero i contatti.
Aveva acconsentito anche ad invitare Dylan Lottman, che nel frattempo aveva incontrato una brava ragazza e aveva messo la testa sulle spalle, o almeno era quello che diceva Noah.
La cappella è gremita di gente, amici e parenti ed erano tutti impazienti che la storica coppia dei Quick finalmente coronasse il suo amore.
Noah indossava uno smoking nero e rimase letteralmente a bocca aperta quando vide la sua bellissima futura sposa varcare la soglia della chiesa.
Si scambiarono le promesse e il prete concluse la cerimonia dichiarandoli marito e moglie, tutti furoni soddisfatti del matrimonio e si avvicinavano ai novelli sposi per fare le loro congratulazioni.

«E questa è la storia di come io e tuo padre ci siamo sposati, ora a nanna, birba.» Quinn Fabray rimboccò le coperte al figlio, dandogli un bacio sulla sua bionda testolina.
«Ancora, ancora!» Si lamentò il piccolo, facendo gli occhi da cucciolo.
«Hai sentito la mamma, fila a dormire, hai capito peste?» Lo rimproverò bonariamente Noah, scompigliandogli i capelli.
«La mamma dice che ho preso da te. Notte papà, notte mamma.» Quinn fece un sorriso e poi entrambi i genitori diedero il bacio della buonanotte al figlio che aveva già chiuso gli occhi.
»
Quindi si alzarono dal lettino del loro piccolo e andarono a spegnere la luce della sua cameretta abbracciati, osservando incantati il frutto del loro amore.

   
 
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