Alice Chapper, sono una ragazza solare e abbastanza aperta con tutti, ma mi sono accorta che da quando ho cambiato scuola sono diventata taciturna e abbastanza scontrosa. Non sono l'unica anche i miei genitori si sono accorti di ciò. Sono castana con le punte bionde, naturali, ho dei normalissimi occhi marroni niente di speciale, e come la maggior parte delle ragazze non riesco ad accettare il mio corpo.

30 agosto 2011 ~ Primo giorno di scuola.

Sono fuori scuola, e il mio cuore batte per conto suo senza rendersi conto che mi farà venire un infarto, sono preoccupate e non voglio fare la solita presentazione quando sei nuova. Si sente in lontananza la campanella che inizia a suonare e tutti che cominciano ad incamminarsi distrattamente verso le proprie aule. Ci metto un po' a trovare la mia, ma eccola, sono già tutti seduti e quindi l'unico posto libero è un banchetto nella prima fila vicino alla porta, mi siedo cercando di non dare nell'occhio ma la cosa non funziona, la professoressa mi chiede di fare una presentazione. Fisso per cinque minuti il vuoto, cercando di trovare delle informazioni più importante della mia schifosa vita.

«Piacere, mi chiamo Alice, Alice Chapper, ho 16 anni e vengo da Roma»

Non avevo nient'altro da dire, non volevo dire niente di più, mi girai a vedere i miei compagni, che mi fissavano come se non avessero mai viso una ragazza italiana. Scrutai gli sguardi di tutti, alcuni erano ostili, altri cercavano di capire che perché io ero li e altri completamente indifferenti della mia esistenza. Quando ad un certo punto incontrai lo sguardo di un ragazzo, aveva quegli occhi grigi che davano sul verde, era biondo, ma girai di colpo lo sguardo e cominciai a fissare il mio banco era bianco con nessuna scritta ma con delle piccole scheggiature ai lati.

P:'Dankan e H andate a parlare con la nuova arrivata'

Si scambiato uno sguardo abbastanza preoccupato, non li poteva semplicemente lasciare al loro posto, e farmi morire in solitudine. Vengono verso di me, il ragazzo biondo e un ragazzo dei capelli strapieni di gel e con degli occhiali.

D:'ehm.. Piacere io sono Jake e lui è Ivan'
A:'piacere io sono Alice'

Mi pose la mano, e io la strinsi amichevolmente, ma girai lo sguardo per non incontrare quello di Jake, aveva qualcosa di magico. Stavano parlando tra di loro, decidendo cosa chiedermi.

I:'Bene, come mai ti sei trasferita?'
A:'per via del lavoro di mio padre'

Si azzittirono di nuovo e io mi sorpresi a fissare Jake, ma girai lo sguardo prima che se ne potesse accorgere. Ma furono loro ad incominciare a fissarmi, così diventai completamente rossa.

J:'scusa non ti volevamo far imbarazzare'
I:'infatti non era nostra intenzione'
A:'ehm.. Non vi preoccupate è tutto okay'

La porta si apri da sola per via della serratura un po' difettosa e noi si scambiammo degli sguardi del tipo 'abbiamo appena visto un fantasma' Jake era veramente carino e molto gentile, ma penso che questa considerazione non era ricambiata, o almeno era la mia impressione.

J:'tu hai detto qualcosa riguardo te, adesso mi sembra giusto dire qualcosa anche riguardo me, mi chiamo Jake Dankan e ho 16 anni, ma tra poco ne farò 17.'
I:'io invece mi chiamo Ivan H, e ho 15 anni'

Sorrisi, per fargli capire che stavo ascoltando, ma io non sapevo proprio che dire, mi sentivo fuori luogo. Ma Jake mi fece un sorriso, come per rassicurarmi del fatto, che tutto quello che stavo pensando non era vero, e che erano felici che era arrivato qualcuno di nuovo.

J:'Alice, allora parlaci un pochino meglio di te'
A:'vorrei ma, sai la mia vita non è mai stata molto interessante, e neanche io sono molto interessante'