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Autore: CowgirlSara    03/04/2012    4 recensioni
Ambientato nell’universo del film 2009. Dopo che il vecchio Spock ha visto distruggere Vulcano e il giovane Spock ha sparato via Kirk dall’Enterprise, avviene un incontro inaspettato.
Quando guarda negli occhi un passato che credeva perduto e ci vede la speranza di un nuovo futuro, anche un vulcaniano può ritrovare le proprie emozioni.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James T. Kirk, Spock
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Il futuro del mio passato
Oh, Dio! Come faccio a spiegarvi e a non scrivere una noiosissima introduzione più lunga del Signore degli Anelli? Beh, Star Trek è una delle cose più importanti della mia vita – e spero che chi legge possa capirmi – perché ha fatto parte della mia esistenza da quando ho memoria. Le sue storie, i suoi personaggi, il suo universo, sono mattoncini fondamentali di ciò che sono oggi.
Non ho mai scritto ff su Star Trek. Non che non ci abbia mai provato. La verità è che non mi sono mai sentita all’altezza. La profondità di personaggi, storie, ideali mi hanno sempre scoraggiato. Lo so che sembrano cavolate, ma è così.
E ora, dopo che ho – finalmente – letto il fumetto che precede l’ultimo film, rivisto lo stesso e dopo un’abbastanza recente rivalutazione della TOS – sono cresciuta con TNG quindi capitemi – eccomi qua con la mia prima vera prova. Cortissima. Forse inutile. Passatemi il tentativo. Credo che potevo fare di meglio, ma questo dovete dirmelo voi.
La faccio finita, sennò la intro è più lunga della storia!
Vi lascio alla lettura. Vi prego, fatemi sapere cosa ne pensate!

I personaggi usati sono di proprietà degli aventi diritto ed io li ho usati perché sono praticamente dei parenti e senza alcun scopo di lucro.

Lunga vita e prosperità
Sara


Il futuro del mio passato


La gigantesca creatura è fuggita, evidentemente il mio piccolo trucco è stato sufficiente per spaventarla, ma tornerà.
L’uomo che ho salvato è ancora seduto e ansimante alle mie spalle, ma deve alzarsi, perché non possiamo perdere tempo.
Mi volto, lo guardo. E, per un lungo attimo, mi blocco.

Questo viaggio nel tempo non cessa di essere fonte di emozioni difficilmente gestibili anche per una mente dedita alla logica da più di un secolo come la mia.

Quei corti capelli chiari, quel viso ben disegnato, quegli occhi affamati di vita e di emozioni, quelle labbra piegate in una smorfia conosciuta…

Un volto che conosco perfino meglio del mio, di cui ho passato ore a studiare le espressioni fino a riconoscerle a prima vista. Occhi che mi bastava incrociare per capire.

L’unico viso che abbia veramente contato, per me.

E che non avrei mai logicamente pensato di poter rivedere. Non così giovane, almeno.

Mi chiedo se l’intensità di questa emozione – che giunge dallo stomaco al cuore, con un percorso illogico ma così giusto – possa uccidere perfino un vecchio vulcaniano che, oramai, ha visto tutto.

Il vecchio, caro, dottor McCoy avrebbe senz’altro pensato che c’è dell’ironia in tutto ciò. Ed anche a me viene da pensare che, se il destino esiste, è veramente dotato di un sarcasmo squisitamente umano.

Dovevo proprio arrivare in questo sperduto asteroide ghiacciato, perdere tutto ciò che avevo e ritrovare… la persona più importante della mia vita.

Fisso la sua faccia confusa, l’espressione perplessa sotto le sopracciglia aggrottate, ma so che sta già pensando ad una soluzione. Conosco i percorsi dei suoi ragionamenti: lui decide velocemente, segue l’istinto e non si arrende mai.

Mi domando come io possa essere riuscito a sopravvivere più di ottant’anni convivendo con la sua mancanza. È illogico. Come lo è farsi certe domande.

Ho accettato la sua scomparsa tanto tempo fa, perché non c’era niente che razionalmente io potessi fare per cambiare le cose. Se n’era andato così come era vissuto. Io ho sofferto così come deve fare un vulcaniano: senza rumore.

Lui è sempre stato fatto di cuore, d’istinto e di passione. Come io sono fatto di cervello, di razionalità e di scienza. Forse per quello siamo sempre stati così perfetti insieme.

I ricordi mi annebbiano la mente, devo riporli negli armadi della logica e agire. Perché lui ha bisogno di spiegazioni da questo vecchio pazzo.

Lui, che ora è un ragazzo dagli occhi grandi e spaesati.

Lui, che è l’unico che può ancora salvarci.

L’uomo in cui, nuovamente, ripongo tutta la mia fiducia, che ha avuto la mia amicizia, la mia devozione, il mio affetto. Tutto ciò che la mia mente logica ha filtrato dal mio cuore verde. E anche di più.

“James T. Kirk.”

Pronuncio il suo nome e finalmente, dopo che ho visto scomparire il mio pianeta nel cielo, sembra che il mio vecchio cuore possa battere ancora.


FINE



Scusatemi ancora per il pippone in introduzione, sentivo di dovermi spiegare… Per ora vi saluto e aspetto i vostri commenti. A presto!
Scotty, portami su!
   
 
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