«Mi dispiace, Hayley. Davvero. Mi dispiace.»

Jeremy aveva gli occhi lucidi, la voce rotta. Taylor, invece, sembrava un essere inanimato: fissava un punto lontano con gli occhi spenti, assente. Ci sarebbe stato da chiedersi se stesse realmente ascoltando la conversazione o se si fosse perso in qualche suo ragionamento contorto. Ma Hayley e Jeremy si stavano guardando, adesso, e non fecero caso a Taylor. Lo sguardo che Hayley rivolgeva al bassista era incredulo, triste, e nascondeva  una sola, precisa domanda: perchè? Perchè mi state facendo questo? Ma era una domanda troppo pesante per poter essere formulata. Jeremy capì che Hayley era in difficoltà e, dopo aver fatto un profondo respiro, diede la risposta alla domanda che aveva letto negli occhi di lei:

«Nell'ultimo periodo...ecco, sei cambiata. Penso. Cioè...con la band. Per il resto sembri sempre la stessa, ma...il quarto album è stato una delusione, ammettiamolo. E anche il quinto. Non sono piaciuti al pubblico, e mi dispiace davvero tanto doverlo dire ma il problema non è la musica: sono i testi che scrivi, e il modo in cui li canti. Sono banali, superficiali, e tu stessa li canti con superficialità. Siamo stati a lungo criticati dai nostri stessi fan, non veniamo più chiamati per i concerti. Con questo tuo diverso modo di fare hai condizionato negativamente l'intera band. Tutto questo mi fa male, davvero, ma la decisione giusta da prendere è una sola, Hayley: devi lasciare la band. E' la cosa migliore da fare. Noi potremo trovare un'altra cantante e tornare a livelli musicali alti; tu potrai passare del tempo con te stessa, per cercare di capire cosa ti succede. Adesso fa male, ma vedrai che staremo tutti meglio...»

Non ce la fece più, Jeremy. Scoppiò in un pianto disperato. Taylor aveva ancora lo sguardo perso nel vuoto. Nell'aria riecheggiavano solo i singhiozzi del bassista. Hayley si alzò in piedi e, senza scomporsi, uscì dalla stanza. Era rimasta talmente tanto sconvolta che non riusciva a pensare, a parlare, a piangere. Per un attimo pensò che le sarebbe piaciuto disperarsi, come stava facendo Jeremy. E invece niente. Non che la notizia l'avesse lasciata indifferente. Lei amava la band, e soprattutto, lei credeva nella band, più che a qualsiasi altra cosa, e quello che era successo nell'ultimo periodo...beh, non era ancora in grado di capire cosa fosse. Ma sapeva che non era niente di irrecuperabile. 

Guardò il tatuaggio, quel tatuaggio. Quello che avevano tutti e tre. Quelli che si erano fatti dopo l'abbandono di Josh e Zac. Perchè l'addio dei due fratelli sarebbe dovuto restare un caso isolato, basta addii, adesso si va avanti insieme, Hayley, Jeremy, Taylor, i Paramore, in tre, sempre insieme, senza dirsi addio, mai, sempre insieme, sempre...

E invece adesso era crollato tutto, all'improvviso. Boom. Hayley cominciò a percepire un vuoto dentro di sè, che cominciò ad espandersi rapidamente, portandosi via ogni cosa. Si sentì debole, senza forze. Impotente di fronte alla situazione, impotente di fronte a tutto. Iniziò a girovagare per la città, senza una metà, imboccando strade a casaccio. Solo quando si rese conto di essersi persa si fermò. "Mi fermerò un momento, un momento soltanto. Poi comincerò a cercare la strada di casa. L'unica cosa che posso fare, ora, è tornare a casa. Poi dovrò cominciare a mettere ordine, in tutto questo casino. Ordine."

Si perdeva mentalmente in questi giri di parole per soffocare la domanda che l'avrebbe stroncata senza pietà:

"Come posso fare, ora, senza Paramore?"