Anime & Manga > Puella Magi Madoka Magica
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Autore: Lucifer_    04/04/2012    2 recensioni
Salve. :) Questo non solo è il primo capitolo della fanfiction che ho intenzione di realizzare, ma è anche il mio primo lavoro in assoluto; quindi siate clementi. ç_ç
La fanfic. tratterà della coppia composta da Kyoko Sakura e Sayaka Miki. Cosa sarebbe accaduto se Kyoko si fosse iscritta alla stessa scuola di Sayaka e avessero passato più tempo assieme? Il loro rapporto sarebbe stato differente? Io direi di si. X'D
Ah, solo una precisazione: le virgolette usate all'interno del capitolo (e anche di quelli a venire) le ho usate per indicare i pensieri dei pg., mentre le freccette i dialoghi. :)
Bhè, buona lettura e spero che sia un minimo discreto come lavoro.
Genere: Comico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Era una giornata molto soleggiata. Si respirava già un’aria primaverile, dolce e gentile si potrebbe dire. Ma, nonostante la giornata fosse delle migliori, c’era qualcuno che aveva ben altre cose a cui pensare e a cui ‘‘giravano’’ non poco.

« Ma che cavolo, dico io! Io odio la scuola, dannazione! “E’ meglio che inizi ad integrarti un po’ di più in questa città, proprio come ha fatto e sta facendo Homura Akemi” … Blà, blà, blà! Prendere consigli da una sottospecie di furetto! Ma che palle!»

Eh si, quella non era propriouna “bella giornata” per Kyoko Sakura. La quale, tra una snack e l’altro, non smetteva di imprecare tra sé e sé, maledicendo Kyubey, quello che lei definiva “una sottospecie di furetto”.
Questa “sottospecie di furetto” le aveva effettivamente consigliato –o meglio: imposto- di iscriversi alla scuola già frequentata dalle sue “amiche” Madoka Kaname, Homura Akemi e Sayaka Miki. L’obbiettivo sarebbe stato, teoricamente, quello di instaurare maggiori rapporti con le persone che la circondavano, magari anche con le sue stesse colleghe maghe; ma a Kyoko tale idea non piaceva per nulla, anzi, non la convinceva proprio.
Mentre continuava a pensare, mangiare ed imprecare, d’un tratto il suo sguardo fu attirato da un ragazzo ed una ragazza che camminavano vicini. Il ragazzo aveva le stampelle, mentre la ragazza portava la stessa divisa scolastica della scuola delle sue due colleghe maghe e di Madoka Kaname.
Entrambe le figure le parvero in qualche modo familiari, soprattutto quella del ragazzo.

«No, non ci credo! Dici sul serio? »
« Te lo posso giurare! Dai, uno di questi giorni possiamo andarci insieme. Ho voglia di dimenticarmi completamente di quel letto d’ospedale e della mia vecchia sedia a rotelle.»
« Sarò ben lieta di aiutarti a dimenticare. »
Ed entrambi finirono con una simpatica risatina. Parevano due fidanzati.

« Ma che cavolo…?! »
Kyoko non poté fare a meno di ascoltare quella breve conversazione che c’era stata tra i due mentre passò loro di fianco. D’un tratto le venne in mente Sayaka Miki ed il desiderio di quest’ultima.
“Possibile mai che…?”
Senza neanche sapere perché, senza neanche pensarci due volte, si incamminò verso casa della sua collega maga, abbandonando tutti i suoi pensieri.


Sayaka si era rinchiusa nella sua stanza. Aveva chiuso le tende e si era abbandonata alla solitudine e alla disperazione, in un buio totale che di certo le rendeva più facile il compito. A farle un po’ di luce solo la sua Soul Gem.
“Perché? Perché!? Eppure sono io quella che ha sprecato il proprio desiderio per renderlo felice e per permettergli di suonare di nuovo … Non Hitomi …”distesa sul letto, avvolta dalle coperte, questo è quello a cui stava pensando Sayaka Miki in quel momento. Il suo sguardo perso nel vuoto. Il suo volto illuminato dalla Soul Gem.
“Sprecato …? Ma cosa sto dicendo? Che c’è, già mi sto pentendo della mia scelta? Ma che brava che sei, eh Sayaka?” Il fiato iniziava a mancarle, le lacrime ad accumularsi nei suoi occhi. “Sarebbe questo l’amore? E’ davvero una cosa-…” I suoi pensieri furono interrotti da quelli di qualcun’altro. Le lacrime decisero di fare un passo indietro e di non discendere sul suo viso.
“Una cosa orribile, stupida, inutile, noiosa, riprovevole?” Kyoko era ormai giunta sotto la finestra della camera di Sayaka.
“C-cosa? Ma chi diavolo…!?” Sayaka s’alzò di soprassalto dal letto e corse ad aprire le tende per fare un po’ di luce in camera. Ed ecco che, alla vista dell’amica, una strana sensazione le sfiorò il cuore. Solo dopo qualche istante, la ragazza, si accorse che il suo cuore aveva iniziato a battere più velocemente del normale.

“Sai, mi trovi d’accordo. Anch’io non lo capisco mica questo sentimento…” disse la rossa poco prima di addentare una coscetta di pollo.
“C-cosa?”
“Insomma, non che abbia mai provato un sentimento simile, si intende…” pausa per ingoiare e subito un altro morso “però, voglio dire…” un’altra pausa per inghiottire “oh! Ma insomma! La vuoi smettere di deprimerti come una scema?!”
Quelle parole, o meglio: grida, fecero balzare la ragazza dall’altra parte della finestra che fino a quel momento era intenta ad osservar ed ascoltare con interesse, e con propria sorpresa di ciò, la tipetta dalla chioma rossa che si stava ingozzando nonostante l’ora di pranzo non fosse ancora del tutto giunta.

“Senti, che ne dici se andiamo a farci un giro ed esci da quella stanza deprimente più deprimente di te?” chiese la rossa gettando gli avanzi di pollo in un cassonetto non molto distante.
“N-non saprei … E’ probabile che mia madre stia già preparando il pranzo, quindi …” la ragazza non finì nemmeno la frase che vide la sua interlocutrice avanzare di qualche passo verso la propria porta di casa.
“Va bene, ho capito.”
“N-no, aspetta, che stai-?”
DLIN - DLOOOON.
 “Kyoko!”

Sayaka corse veloce fuori dalla sua stanza, scendendo le scale più velocemente che potesse, ma la madre era già giunta alla porta, aprendola.
« Aspetta, mamma! »
« Oh, ciao. E tu sei …? »
Sayaka arrivò un secondo dopo alle spalle della madre. Il fiato a mille.
« Salve signora… » mani nelle tasche della felpa azzurrina, magliettina blu, pantaloni di jeans corti, stivali neri; intenta a masticare un gran bel chewing-gum. « Il mio nome è Kyoko. Kyoko Sakura. Non ha mica già iniziato a preparare il pranzo? »

Sayaka di fronte a quella frase sgranò gli occhi.
“Kyoko, ma sei impazzita?!”
“Perché, che sto facendo di male, scusa?”
La madre di Sayaka rimase a fissare Kyoko per qualche secondo, ma alla figlia sembrarono imbarazzanti ore. “… Non ha mica già iniziato a preparare il pranzo?” Ma che razza di modi erano? E poi, cosa diavolo voleva esattamente da lei? Come mai, tutto d’un tratto, Kyoko stava mostrando tanto interesse nei suoi confronti? E soprattutto: perché questa cosa le dava un inspiegabile senso di gioia e felicità?

« S-senti mamma, lei è una mia amica …» iniziò ad improvvisare Sayaka.
« Ah, davvero? » chiese la madre, senza staccare gli occhi di dosso a Kyoko. Sembrava come ipnotizzata.
« S-si, mamma! Ma, sai, alle volte fa un po’ la burlona … »
Si piazzò dinanzi Kyoko “riportando in sé” sua madre.
« In realtà tenta di fare la simpatica … Non sa che invece non fa ridere nessuno! »

“Hey!” pensò un po’ irritata la rossa.
“Tu sta’ zitta, o giuro che …!” rispose velocemente e molto più irritata Sayaka, continuando a mantenere un sorriso a trentadue denti di fronte alla madre.
“Giuri che cosa?” sfidò la rossa.

« Senti mamma, ti dispiace se per pranzo vado a mangiare qualcosa con Kyoko qui attorno? »
« Nessun problema. A dire il vero, devo ancora preparare qualcosa per pranzo. » d’un tratto la signora Miki iniziò a ridere di gusto.
Agli occhi di Kyoko la madre di Sayaka parve un po’ buffa. Per fortuna si trattenne dal riderle in faccia.
« A-ah, meno male. Allora a più tardi, mamma. » prese Kyoko per mano e la trascinò via correndo.
A Kyoko, quell’improvviso gesto, fece sgranare gli occhi. Non appena furono abbastanza distanti da casa Miki, Kyoko tirò via la sua mano con un improvviso scatto che fece sobbalzare Sayaka.

« Senti un po’, tu! » attaccò la ragazza dai capelli celesti « Si può sapere cosa cavolo ti è saltato in mente?! » le si fermò d’avanti, però lei proseguì a camminare.
« Tieni, ne vuoi uno? Sono davvero buoni. » rispose la rossa, porgendole degli spiedini di carne presi dal sacchetto che aveva con sé già da prima.
« Kyoko! »
« Non vedo il motivo per cui scaldarsi tanto, Sayaka. Volevo semplicemente aiutarti. Dai, prendi uno di ‘sti cosi e mangiamo. Possiamo discuterne con tutta calma. »
Detto ciò, Kyoko si sedette su una panchina appena fuori il viale che avevano giusto finito di percorrere –quello della casa di Sayaka- e l’amica fece lo stesso, non facendosi più offrire nulla ma iniziando a servirsi da sola.
Mangiarono con gusto tutto ciò che Kyoko aveva nel sacchetto di carta. Spiedini di carne, polpettine di riso, panini di carne. Fino a che entrambe non ebbero finito di mangiare, il silenzio regnò supremo.

« Allora … » il silenzio fu interrotto da Sayaka « Come mai sei venuta da me? »
« boh. » rispose secca la rossa.
« Come sarebbe a dire “boh”? Kyoko!? »
« Mentre camminavo per fatti miei qui attorno, ho visto il tuo innamorato ridere e scherzare con una ragazza che non eri tu. »
Al suono di quelle parole il cuore di Sayaka fece come per spezzarsi di nuovo, per l’ennesima volta.
« Tsk. Così hai pensato di venire a deridermi, giusto? » quelle parole erano colme di disperazione, di rabbia …
« C-che cosa?! »
« AVANTI! COSA ASPETTI?! Provi pena per me, non è vero? Sei qui per compatirmi, vero? Per schernirmi, forse? CHE COSA ASPETTI!?! »

La rossa si alzò di scatto dalla panchina e prese la sua compagna per il colletto della divisa scolastica.
Piangeva. Ancora una volta Sayaka piangeva.
« Sentimi bene, tu, brutta stupida! » Kyoko non aveva mai visto Sayaka piangere. Sapeva che in quel periodo stava soffrendo molto, che sicuramente il più delle volte piangeva e si disperava, ma non l’aveva mai vista direttamente. « E’ vero, abbiamo avuto le nostre divergenze ed incomprensioni, io e te; ma mi reputi davvero un mostro così spietato?! »
Sayaka non la smetteva di piangere, il cuore le faceva troppo male, e Kyoko non ne poteva più di guardarla negli occhi e vederla in quello stato.
Stava sentendosi anche lei inspiegabilmente male. Il cuore iniziava a darle dolore, ma non ne capiva il motivo.
« Oh, ma per favore! » lasciò la presa e Sayaka tornò seduta sulla panchina « Non sono il tipo da sopportare tali scenate. Me ne torno a casa! »
La ragazza non ebbe nemmeno il tempo di fare tre passi che sentì un paio di braccia avvolgerle i fianchi ed abbracciarla da dietro.
« Hey, ma che- …?! »
« Ti prego … » al suono di quella voce tremolante, dolce, distrutta, che chiedeva aiuto… « Ti prego, non andare via … » Kyoko sgranò gli occhi.
Si liberò dalla presa, prese Sayaka per mano, andarono a risedersi sulla stessa panchina e Kyoko abbracciò la ragazza in lacrime. Le lasciò tutto il tempo per piangere, sfogarsi e urlare, come probabilmente non aveva mai fatto prima.
Fortunatamente per quella stradina non passò nessuno.
Kyoko però, da parte sua, non capiva la natura del ciclone che in quel momento, in quel preciso momento, stava passando per il suo cuore.
  
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