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Autore: Ire_me    04/04/2012    0 recensioni
Ci ripenso da giorni ormai.
Ai tuoi passi, al tuo sorriso e alla tua voce angelica.
Riuscirò mai a parlarti?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DANCING.



Ti vedo ballare.
La canzone ritmata ti coinvolge.
E riesco a capire, sebbene guardando da un minuscolo schermo, che tu sei nato per fare questo.
Il tuo corpo si muove con sinuosità e anche se non tutti ti accettano, tu sorridi e continui.
Come se non importasse niente, eccetto quello.
Quando si scopre che il giudizio è positivo, non riesco a non fare un respiro di sollievo.
Mi hai regalato pochi minuti di pura estasi, come incantata.
Ci ripenso da giorni ormai.
Ai tuoi passi, al tuo sorriso e alla tua voce angelica.
Riuscirò mai a parlarti?

Il sogno si sta avverando.
Cosa succede?
Ti vengo a vedere. Sì, sarò lì tra il pubblico: sarò una ragazza in mezzo ad un’orda di ragazzine urlanti, con cartelloni enormi.
Ragazze che faranno foto con te, perché a loro agio con il loro fisico.
Non come me.
Però non mi interessa: a me basta vederti ballare e tutto sarà perfetto, proprio come nei sogni.

Riesco ad entrare dopo mille controlli della sicurezza: ci tengono a voi, vero?
Mi siedo al mio posto, e vicino ho un gruppo di ragazze che potrebbero fare le modelle: alte, magre, sorrisi perfetti e non un capello fuori posto.
Siamo in onda e c’è gente che urla, che lancia pupazzi, e io rimango pietrificata:
sei entrato in scena.
Tutte urlano e tu sorridi imbarazzato.
Perché arrossisci? Sei perfetto e qui non fanno altro che ripeterlo: anche le Barbie vanno pazze per te!

Dopo vari cantanti, arriva il tuo turno.
Sei concentrato mentre prendi posto in mezzo alla pista; mi viene quasi voglia di zittire tutti per ascoltare i tuoi respiri mentre ti calmi.
Parte la musica e il pubblico esplode, tu balli e io provo la stessa sensazione che provo tutte le sante volte che ti vedo ballare: le farfalle allo stomaco.
Ma questa volta, tu sei a pochi metri da me, non lontano chilometri.
Sei bellissimo mentre balli e la giuria ti adora.
Passi il turno e questa volta anche io e, nonostante le Barbie mi guardino dall’alto in basso, mi alzo e ti applaudo forte, sperando che tu possa percepire i miei applausi che sembrano dire: li senti questi schiocchi? Sono tutti per te.

Pubblicità.
Le Barbie colgono l’occasione per andare a fare le foto.
Come al solito tutti le guardano scendere come se fossero Madre Natura.
Tutti.
Tranne te.
No, tu guardi fisso in una direzione, senza degnarle di uno sguardo.
Se ne accorgono e dopo aver fatto foto con tutti, tornano su, si siedono e ti giudicano, ti prendono in giro.
Le hai offese e adesso hai ancora più rispetto da parte mia.
Decido di scendere anche io qualche scalino per fare delle foto.
In lontananza, per non dare fastidio.

Non so come, ma in mezzo a tutte, tu ti accorgi proprio di me.
Mentre sto fotografando l’immenso pubblico, tu appoggi la mano sulla mia spalla, facendomi sobbalzare: mi giro e quando ti vedo, quasi svengo.
Mi aggrappo a te, goffamente, per non perdere l’equilibrio e tu, pronto come sempre, mi afferri.
Mi impedisci di cadere.
Biascico un “ciao” e tu sorridi, io sepolta dalla tua bellezza perdo quello che dici e ti chiedo di ripetere, arrossendo.
Mi chiedi se conosco le Barbie.
Ah, ecco.
Forse non sei tanto diverso. Forse io sono solo una scusa per farti avvicinare di più a loro.
No, non le conosco, ti rispondo e volto le spalle per andarmene.
Tu veloce, mi prendi per un polso, e sussurrando mi chiedi se voglio fare una foto con te.
Sgrano gli occhi.
Tu?
La foto?
Con me?
Aspetti una risposta, e io ti sorrido e annuisco.
Porgo la macchina fotografica ad una ragazza e lei ci fa segno di metterci in posa:
mi stringi la vita con un braccio e io faccio lo stesso. Ti sento avvicinarti e quasi per magia non mi sento a disagio, anzi. Mi sento sicura, protetta.
La ragazza mi restituisce la Nikon e guardo la foto:
Vorrei sprofondare.
Sono talmente bassa che per farmi entrare nella foto, la ragazza ha dovuto tagliarti metà testa. Che imbarazzo. 
Ti avvicini per vedere la foto, e scoppio a ridere, non sono riuscita a trattenermi. E tu mi segui a ruota.

La tua risata è il suono più dolce che io abbia mai sentito.
Perché devi essere così perfetto?!
Improvvisamente hai un’idea, te lo leggo negli occhi: un lampo li ha attraversati e vedo un ghigno compare sul tuo volto.
Cos’hai in mente ti chiedo e tu, dando la macchinetta fotografica alla ragazza, ti giri verso di me e mi prendi in braccio.
Mentre mi alzi sono sicura di essere un peperone.
Che cavolo hai in mente?
Mi aggrappo a mo’ di koala, per non cadere.
La ragazza ci dice ridendo di metterci in posa.
Prima mi dai un leggero bacio sulla guancia, poi sento la sua pelle vicino alla mia, guancia contro guancia.
Sorridiamo.
Click.
La ragazza si avvicina e prendi la Nikon, tenendomi solo con un braccio.
Guardiamo la foto:
L’unico commento che mi sfugge è WOW. Perché per la prima volta, mi guardo in una foto e non ho l’impulso di gettare la macchinetta nel water, perché per la prima volta mi sento bella. Davvero, davvero bella.
Sorridi e dici che sono venuta bene. Io che non so cosa replicare, ti sorrido e dico semplicemente: tu di più.
Mi accorgo che sono ancora tra le tue braccia e mi vergogno.
Scusa, ti dico, sono pesante! Cerco di scendere, però tu mi appoggi lentamente, come se fossi di ceramica.
Come se mi dovessi rompere.
Come se dovessi proteggermi.
Chiedi timidamente che puoi avere un abbraccio.
Mi avvicino e tu mi stringi.
Dopo svariati minuti, mi sussurri all’orecchio, non mi lasciare.
Credevo di averlo sentito solo io.
Invece no.
Il tuo microfono è acceso.

Tutti ci stanno guardando.
Affondo la testa nell’incavo del tuo collo.
Respiro il tuo profumo, e ti rispondo.
Ti rispondo sebbene ho 500 o più paia di occhi puntati contro.
Ti rispondo perché sentirti così vulnerabile è la cosa peggiore che abbia mai provato.
Ti rispondo perché io ho bisogno di te, come tu hai bisogno di me.
Ti rispondo perché mi sono innamorata di te, non conoscendoti a parole.
Ho conosciuto la tua anima, e l’ho conosciuta mentre ballavi.
E’ per questo che ti rispondo:
Lasciarti? Io? MAI.
  
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