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Autore: Gwen Kurosawa    04/04/2012    8 recensioni
In fondo alla storia ci sono le mie scuse.
Allora...in questo periodo pubblicherò due song-fiction, per vedere se sono migliorata in quel genere o meno.
Perciò pregherei chi è più bravo in quel genere di darmi qualche dritta.
Ok...la canzone è quella dei Vocaloid.
Alla fine finisce bene: mi baso sulla versione di Len e Rin Kagamine, non quella di Miku Hatsune.
Buona lettura!
"Fu in quell’occasione, che Olga si alterò del tutto: vedeva Kenny come un amico per sua figlia, come un ragazzo di cui si fidava ciecamente; e adesso…se ne era approfittato.
Quando la coordinatrice le disse che stavano insieme, la donna, presa dalla rabbia, alzò una mano e diede uno schiaffo al castano, così forte da lasciargli il segno nella guancia sinistra."
Genere: Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kenny, Lucinda | Coppie: Kenny/Lucinda
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Lei non riusciva a capire il perché sua madre non accettasse ciò che la ragazza stava provando.
Lucinda, una semplice coordinatrice, era da tempo innamorata del suo migliore amico Kenny, anch’esso un coordinatore ma, pensando che lui non la volesse a causa dei numerosi spasimanti che la blu aveva, ci aveva rinunciato.
Solo che, casualmente, a Duefoglie, i due amici si incontrarono: lei con un Piplup; lui con un Empoleon.
Kenny, con agitazione, decise di dare il tutto per tutto: confessò a Lucinda ciò che provava per lei da parecchio tempo.
La blu, sebbene con indifferenza e con agitazione nell’aver scoperto i sentimenti dell’amico, gli disse che era davvero contenta nell’aver scoperto che lui corrispondeva i suoi sentimenti.
Il castano, sentendo ciò, sorrise dolcemente e la abbracciò teneramente, dicendole che sarebbero andati a casa della ragazza, per dire ad Olga che si erano messi insieme.

 
 
watashi no koi wo higeki no JULIET ni shinai de
koko kara tsuredashite…

sonna kibun yo
 

Non lasciate che la mia storia d'amore 
diventi come quella di Giulietta 
portatemi via da qui.. 

questo è quello che sento. 

 

Ogni notte i due ragazzi si incontravano nella camera di Lucinda, clandestinamente, visto che la madre della blu si era opposta duramente al fidanzamento dei due coordinatori.
Kenny non si era dato per vinto, perciò, spesso e volentieri, la andava a trovare di nascosto nella sua camera.
Quando stavano insieme la sera, parlavano dei loro timori, dubbi e certezze; dei loro sogni e delle loro ambizioni che volevano a tutti i costi raggiungere e anche del loro amore apparentemente impossibile.
Stavano per la maggior parte del tempo uno di fronte all’altra, osservandosi gli occhi,come se avessero paura a parlare e ad esternare i loro sentimenti.
-Non voglio diventare come Giulietta!- gli disse una volta Lucinda, sdraiata nel suo letto, tra le lenzuola bianche e pure, affiancata da Kenny, che guardava il tetto,pensieroso.
-In che senso?-le domandò il castano, stupito da quell’affermazione della compagna, con un tono abbastanza distratto e sorpreso.
-Beh…-cominciò a parlare,tremando leggermente sia per il freddo, sia per l’agitazione.
-Non voglio che il nostro amore si trasformi in una tragedia!-
Il coordinatore, quando sentì il tono tremante e preoccupato della ragazza, ridacchiò appena, facendo irritare la compagna, ma si giustificò immediatamente con una scusa.
-Mi sa che ti sei letta troppe volte Romeo e Giulietta!-

 
PAPA to MAMA ni oyasumi nasai
seizei ii yume wo minasai
otona ha mou neru jikan yo

musekaeru miwaku no CARAMEL
hajirai no suashi wo karameru
konya ha doko made ikeru no?
 

Papà e mamma, buonanotte 
godetevi i vostri sogni 
è ora che gli adulti vadano a letto. 

Incantevole soffocamento al caramello 
ho incrociato le mie gambe nude timidamente 
dove andiamo stasera? 
 

 
 

Erano poco più di mezzanotte, orario in cui tutti gli adulti andavano a dormire e a dimenticare i loro comuni problemi andando nel magico mondo dei sogni, dove i loro desideri si realizzavano.
Solo due ragazzi di quella città erano svegli: erano uno affianco all’altra, si abbracciavano timidamente, e parlavano delle loro paure, di quell’amore impedito proprio dagli adulti.
-Questa notte sarà particolare!- aveva detto Lucinda, accarezzando il petto di Kenny, che al contatto arrossì vistosamente, anche se apparentemente, la blu sembrò non accorgersene.
Fra poco quei due ragazzi sarebbero diventati maggiorenni, avrebbero abbandonato tutto, ogni cosa e persona, e avrebbero fatto la loro vita.
Il coordinatore le ripeteva spesso che era troppo presto per parlare di fughe e varie cose; ma alla coordinatrice piaceva fantasticare anche su cose impossibili, giustificando questo suo gesto con delle parole strane: “Anche la nostra vita è fatta di impossibilità!”
-Perché dici che questa notte sarà particolare?- chiese il castano, ignaro di ciò che pensava la compagna che aveva al fianco.
Si chiedeva il motivo di quella frase detta dalla blu,in un modo così dolce, puro e innocente.
Spesso il ragazzo si perdeva nei suoi pensieri per lodare la diciassettenne. 
-Dove andremo stanotte?- domandò Lucinda, osservando il paesaggio al di là della finestra, e mettendosi seduta sul suo comodo letto.
Kenny la osservava interrogativo: non era abituato a sentire certe parole da lei, dalla Lucinda che lui conosceva sin dall’asilo.
 

 
amitsukanaide yasashiku shite
nigai mono ha mada kirai na no
MAMA no tsukuru okashi bakari tabeta sei ne

shiranai koto ga aru no naraba
shiritai to omou futsuu desho?
zenbu misete yo
anata ni naraba misete ageru watashi no…
 
 

Non mordermi, è facile 
non mi piacciono le cose amare 
a causa delle torte della mamma 
che ho sempre mangiato. 

Se qualcosa è ignoto, 
si può sempre essere curiosi che 
mi mostrerai tutto e 
solo tu vedrai il mio.. 

 
 

Anche Kenny si alzò e si mise seduto nel letto, ma al posto di guardare il paesaggio esterno, abbracciò da dietro Lucinda, facendola sussultare non poco.
Con la lingua, le bagnò l’orecchio dolcemente, poi scivolò nel collo e lo leccò dolcemente.
La blu si immobilizzava a sentire quella scia umida farsi strada nel suo corpo: decisamente quella sera stavano andando oltre.
La sua impressione era giusta: quella notte sarebbero andati oltre al semplice bacio.
Mentre il castano accarezzava il corpo della ragazza, una bretella nera del pigiama della blu si spostò leggermente.
Fra poco sarebbe caduto.
La coordinatrice, elegantemente e senza far male al compagno, si sdraiò nel suo letto, trascinando con sé anche il ragazzo.
Il castano si ritrovò sopra il corpo della compagna.
Si guardarono negli occhi, confusi da ciò che era successo pochi minuti prima.
Gli occhi azzurri di Lucinda mostravano tensione, nervosismo, agitazione e anche paura.
Non riusciva a esprimerli come faceva sempre, e ciò la faceva sentire molto a disagio.
Gli occhi di Kenny trasmettevano gli stessi identici sentimenti della compagna ma, a differenza sua, era abituato a trattenere le sue emozioni.

 
 
senobi wo shita nagai MASCARA
ii ko ni naru yo kitto ashita kara
ima dake watashi wo yurushite

kuroi RACE no kyoukaisen
mamoru hito ha kyou ha imasen
koetara doko made ikeru no?
 

Avevo chiesto un mascara poco appariscente 
Prometto di diventare una brava ragazza domani 
perdonami per questa volta. 

La striscia di pizzo nero, 
nessuno si contiene oggi, 
fino a che punto stiamo andando al di là di esso? 

 

Lucinda era sempre stata una ragazza molto appariscente e vanitosa di sé: si curava molto, soprattutto i capelli, da lei considerati estremamente sacri.
In quel momento però, non si vedeva quella parte di lei che si vedeva sempre; ma una parte semplice ed innocente.
Kenny l’aveva capito sin da subito: quella notte doveva essere all’insegna della loro sincerità.
Non dovevano nascondere i loro sentimenti; dovevano, invece, esporli nel migliore dei modi.
Il castano questo lo sapeva, ma non lo sapeva applicare, timido per quanto era.
Per mettere fine a quell’imbarazzo che nessuno dei due avrebbe retto un minuto di più, si alzò da quella posizione decisamente scomoda per lui e si mise seduto in una piccola sedia che stava di fronte alla scrivania della coordinatrice.
Sorpresa da quel gesto improvviso, si alzò pure la blu, mettendosi seduta, stringendo debolmente le sue gambe, nel letto.
Ma ancora le sorprese dovevano arrivare: la bretella del pigiama di Lucinda stava per cadere e Kenny, dolcemente, si avvicinò a quella striscia nera, e la fece cadere, toccandola delicatamente; facendo arrossire violentemente la compagna.

 
kamitsuku hodo ni itai hodo ni
suki ni natteta no ha watashi desho
PAPA ha demo ne anata no koto kirai mitai

watashi no tame to sashidasu te ni
nigitteru sore ha kubiwa desho
tsuredashite yo watashi no ROMEO
shikarareru hodo tooku he
 

così forte per noi, 
così forte che fa male, 
mi sono innamorata di te 
però papà ti odia anche se.. 

mi hai dato una mano 
e mi hai tolto il collare che mi imprigionava 
portami via, mio Romeo 
così lontano che non possano rimproverarci 

 
 
 

Quella maledetta mattina, quando Lucinda era entrata in casa allegra come non lo era mai stata, e andò dalla madre dicendole che aveva una sorpresa per lei…
Fu in quell’occasione, che Olga si alterò del tutto: vedeva Kenny come un amico per sua figlia, come un ragazzo di cui si fidava ciecamente; e adesso…se ne era approfittato.
Quando la coordinatrice le disse che stavano insieme, la donna, presa dalla rabbia, alzò una mano e diede uno schiaffo al castano, così forte da lasciargli il segno nella guancia sinistra.
La povera diciassettenne, vedendo il compagno scaraventato a terra, corse verso di lui, in lacrime; mentre il coordinatore era abbastanza tranquillo, così tanto da consolare l’amata, poggiando la sua testa in quella della ragazza.
“Non preoccuparti!” le aveva detto per non farla più piangere; ma il peggio non era ancora arrivato: Olga strappò dalle braccia di Kenny la figlia, accusandola di averla delusa amaramente e cacciò il castano dalla casa, dicendogli di non venire mai più.
-A cosa pensi?- la risvegliò dai suoi pensieri Kenny, notando lo sguardo assente della ragazza davanti a lui, che guardava un punto indefinito della stanza.
-A nulla…non preoccuparti!- gli sorrise la blu, sorridendo gentilmente e amorevolmente, per non far preoccupare il ragazzo, già eccessivamente preoccupato per lei.
Ma il coordinatore sapeva perfettamente che la ragazza pensava fin troppe volte a quel giorno.
 

 
 
 
 
 
 
watashi no kokoro sotto nozoite mimasen ka
hoshii mono dake afurekaette imasen ka
mada betsu hara yo motto motto gyutto tsumekonde
isso anata no ibasho made mo umete shimaou ka

demo sore ja imi nai no

ookina hako yori chiisana hako ni shiawase ha aru rashii
doushiyo kono mama ja watashi ha
anata ni kirawarechau wa
 

vuoi provare a guardare nel mio cuore? 
è pieno di desiderio, vero? 
Ma non basta, ci vuole molto di più dentro 
così tanto che non si può immaginare 
c'è di più forse? 

ma forse non avrebbe senso. 

La felicità sembra essere ricordata nella piccola scatola, 
piuttosto che in quella più grande 
cosa dovrei fare? molto è già stato fatto 
o forse dovrei dimenticarti? 

 

Una cosa che Kenny sapeva fare e gli altri ragazzi no era quello di sapere cosa affliggeva Lucinda.
Non era questione di conoscerla o no da tanto tempo; ma la amava talmente tanto che conosceva ogni minima sfaccettatura del suo carattere.
Conosceva i suoi punti di forza; conosceva le sue debolezze e ciò che la faceva star male.
Vedeva che in lei c’era tanta, ma tanta confusione, generata da quell’opposizione così strana e violenta da parte della madre perché magari al posto  di Kenny, avrebbe voluto come compagno di sua figlia un ragazzo più importante.
Ma che senso aveva?
Perché Olga voleva che Lucinda aveva come compagno un ragazzo ricco o importante?
Lei si faceva molto spesso queste domande e,mentre le stava pensando, Kenny tirò fuori dalla sua tasca una piccola scatolina di colore rosso scuro.
La blu scoppiò in lacrime quando vide la scatolina; ma pianse ancora di più quando il ragazzo la aprì: un anello con un piccolo diamante, semplicissimo, fatto appositamente per lei.
Il suo cuore batteva all’impazzata, soprattutto quando il castano mise quel semplicissimo anello nel dito.
-Non posso dimenticarti…- sussurrò Lucinda, facendo sorprendere ancora di più il coordinatore, che era abbastanza nervoso perché non era mai stato così audace nei suoi movimenti.

 
emo watashi yori yokubari na papa to mama ha kyou mo kawarazu
sou yo ne sunao de ii no ne
otoshita no ha kin no ono deshita

usotsuki sugita CINDERELLA
OOKAMI ni taberareta rashii
doushiyou kono mama ja watashi mo
itsuka ha taberarechau wa

sono mae ni tasuke ni kite ne
 

gli avidi mamma e papà vivono una vita normale 
Si, posso accettare la mia natura 
"Il cuore d'oro è ciò che ho perso" 

Cenerentola, che aveva raccontato troppe bugie 
Si dice sia stata mangiata dal lupo 
cosa dovrei fare? bisogna fare qualcosa 
o sarò mangiata 

Ti prego salvami prima che questo accada.
 
 

-I nostri genitori vivono la loro vita tranquillamente…perché non lo possiamo fare anche noi?- cominciò a lamentarsi Lucinda, con le lacrime agli occhi e cominciando a singhiozzare rumorosamente, provocando in Kenny un forte rimorso.
-Perché non scappiamo?- domandò ancora, singhiozzando sempre più rumorosamente, la blu, guardando gli occhi del ragazzo davanti a lei, apparentemente inaccessibili.
Lei possedeva ciò che le altre non avevano: la chiave del suo cuore.
Leggeva nei suoi occhi che era preoccupato per tutte le ripercussioni che avrebbe avuto quella fuga.
-Lucinda…anche io vorrei scappare, tanto abbiamo diciassette anni,ma…dove andremo?- domandò, sempre preoccupato e con una piccola nota di tristezza nella sua voce, il castano.
Non avrebbe mai deluso Lucinda, questo era poco ma sicuro.
Avrebbe dato la vita, pur di farla contenta.
-Andremo a Johto: è una bella regione…ci sono tante belle città come Fiordoropoli, Violapoli, Amarantopoli…fammi contenta!- gli rispose la blu, con gli occhi da cucciolo, sapendo che Kenny, a quello sguardo, non avrebbe resistito molto.
Il castano si sentì colpito e affondato: l’aveva preso per il suo punto debole.
Un piccolo sbuffo fece preoccupare la blu, ma fu rincuorata dal tono di voce dolce e romantico del compagno:
-Andremo a Johto…non preoccuparti!-
 
Il giorno dopo, Olga aprì la porta della camera della figlia, per svegliarla e per avvisarla che la colazione era pronta ma, nel letto disordinato, non vide nessuno.
Si avvicinò al letto per vedere se sua figlia aveva dormito ed era sveglia a casa sua; o, invece, non aveva dormito.
In quel suo intento, trovò un biglietto nel cuscino, tenuto fermo da una mela rossa.
La donna lo prese e lesse, e con suo grande dispiacere, capì che Lucinda era scappata.
Nel biglietto c’era scritto:

 

  Romeo e Cinderella

 
 
 
Spazio Autrice:
 
Mi spiace aver cancellato la mia ultima penguin, il punto è che pensavo di riscriverla, ma ormai ho dimenticato come ci si sente nel perdere un amico.
E’ vero, mi è successo parecchie volte, ma da quando ho allontanato (con mio grande piacere) il mio ex-fidanzato, nonché mio vecchio amico delle elementari, ho completamente dimenticato cosa si prova.
Parole senza senso…vi spiegherò meglio per messaggio privato.
Ultimamente, si sta facendo avanti la mia natura di ragazza depressa, anche se c’è ancora quella felicità derivata ad un mio obiettivo raggiunto.
Purtroppo, questa felicità…della gente me la vuole far sparire…
Spero che almeno, questa ff sia buona…visto che il periodo che sto traversando è complicato.
   
 
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