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Autore: The Black Dahlia    05/04/2012    4 recensioni
Un uomo. Una giovane ragazza. Lui professore alla University of New York, lei studentessa fuori corso a causa di mille problemi economici. Trentasette anni di differenza, un divorzio e un bagaglio di solitudine sulle loro spalle.
I loro destini si incrociano una sera come tante altre, ad una festa alla quale lei non sarebbe voluta andare e lui non avrebbe dovuto partecipare: il figlio del professor Mannrich festeggia la sua indipendenza nel suo nuovo appartamento, e Caileigh Hope Matthews è costretta prenderne parte a causa dell'insistenza della sua amica Janis, segretamente innamorata del tenebroso Arthur.
Ma Arthur non desidera Janis. Il suo cuore batte solo per Caileigh.
E quando il professor Mannrich lo scoprirà sarà solo troppo tardi.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prologo - Unsuspecting Mornings


Anthony Mannrich sorseggiava tranquillo il suo caffè mentre con passo solenne scendeva le scale dell’aula magna della University of New York dove insegnava Storia delle Origini del Continente Americano, o come la chiamavano i suoi studenti, semplicemente Storia degli Stati Uniti. Detestava profondamente quell’abbreviazione  del nome del suo corso di studi: aveva come l’impressione che denigrasse in qualche modo il complesso fascino e la varietà di argomenti che trattava, ma nonostante ogni anno sprecasse le prime due lezioni nel cercare di scongiurare quel pericolo, inevitabilmente i veterani del corso vanificavano ogni suo sforzo con le nuove leve.
Distrattamente prese posto alla cattedra, ripiegando con cura la copia del New York Post che non aveva ancora avuto modo di sfogliare: quella mattina il suo unico figlio, Arthur, aveva preteso il suo aiuto per il trasloco dalla casa del padre al nuovo appartamento che aveva affittato nella periferia della città.  Onestamente Anthony aveva dubitato fino all’ultimo momento sulle intenzioni di suo figlio di trasferirsi per andare a vivere da solo e, se da un lato era felice che a venticinque anni avesse trovato un impiego che gli permettesse di essere finalmente indipendente, dall’altro era stato costretto ad ammettere a se stesso che la sua presenza gli sarebbe mancata. Per anni aveva cercato di responsabilizzarlo, arrivando quasi al punto di minacciarlo di buttarlo fuori di casa rispendendolo dalla madre se non avesse messo la testa a posto, ma adesso che quel momento tanto agognato era giunto sapeva che avrebbe dovuto fare i conti con la solitudine e il silenzio di una casa troppo grande per un uomo solo. Da quando il suo matrimonio era fallito quasi undici anni prima, si era dedicato anima e corpo al lavoro non riuscendo a rifarsi una vita: a sessantadue anni era un uomo in forma che dimostrava almeno dieci anni in meno rispetto alla sua reale età, e nonostante le ammiratrici non mancassero, sia all’interno del corpo studentesco che in quello docenti, non aveva mai incontrato nessuna donna capace di attirare la sua attenzione. Si era quasi rassegnato all’idea di trascorrere una vecchiaia tranquilla e in solitudine; i capelli grigi e le rughe sul suo volto non lo spaventavano, ma la prospettiva di perdere il suo posto di lavoro si. Sempre più insistentemente il rettore della University of New York gli suggeriva di prendere in considerazione l’idea di assumere un assistente, un qualcuno che in seguito avrebbe potuto prendere il suo posto in vista dell’avvicinarsi dell’età pensionabile , ma Anthony si era sempre rifiutato. Perché avrebbe dovuto farlo? Per diventare un sessantenne pantofolaio il cui unico diversivo era portare il cane al parco due volte al giorno? Fino a quando il corpo glielo avrebbe concesso, avrebbe continuato ad insegnare la sua materia a generazioni di nuovi studenti.
Si risvegliò dai suoi pensieri all’ingresso dei primi studenti nell’aula: li osservava con finto interesse e una vena di sarcasmo, inconsapevole del fatto che tra di loro si nascondeva la persona che avrebbe inesorabilmente cambiato le sorti del suo destino di lì a poche ore.

Caileigh Hope Matthews detestava esser chiamata Caileigh e detestava  dover alzarsi alle sei del mattino per assistere alle lezioni di Storia delle Origini del Continente Americano, ma per entrambe le cose non aveva potuto fare altro che farsene una ragione. Aveva provato a presentarsi col suo secondo nome, ma non appena qualcuno scopriva quale fosse il suo primo nome inesorabilmente l’uso di Hope veniva messo da parte a vantaggio di Caileigh. Odiava il suono di quelle poche sillabe, e sentirle risuonare per i corridoi ancora semi deserti della University of New York aveva il potere di renderle ancora più sgradevole. Controvoglia si voltò e vide Janis, la sua amica e coinquilina, che le correva incontro con un sorriso smagliante.
- “Caileigh! Caileigh! Aspettami!” – disse con il fiatone.
- “Ma come fai ad essere così sorridente di mattina?” – mugugnò controvoglia.
- “Guarda qua, ho ricevuto un messaggio da Arthur. Dice che ha traslocato e stasera darà una specie di festa nella sua nuova casa e… indovina chi ha invitato?” –
- “Chi ha invitato?” – le fece eco Caileigh cercando di imitare la voce di Janis.
- “Come chi? Noi due! Ci andremo vero? Oh ti prego non puoi abbandonarmi, non puoi dirmi di no! Non stasera. Sento che potrebbe essere la sera giusta!” –
La giovane sospirò. Quelli erano i momenti in cui avrebbe voluto essere brava a inventare bugie su due piedi come sua sorella Ellis, ma Madre Natura non era stata così clemente da dotarla di quel dono.
- “Ecco non saprei, dovrei studiare per l’esame di Letteratura Inglese e poi domani mattina ho… ho il dentista e devo alzarmi presto!” –
- “Non prendermi per il culo, signorina! Non hai nessun dentista, e inoltre studi per quell’esame da tre mesi, non succede niente se per una sera abbandoni i tuoi amatissimi libri e ti concedi qualche ora di svago per aiutare la tua amica”. – ribatté offesa Janis.
Caileigh alzò gli occhi al cielo: non voleva andare alla festa di quell’ Arthur perché era consapevole che i sogni della sua amica non si sarebbero mai avverati, non nell’immediato futuro. Arthur le aveva messo gli occhi addosso dal momento in cui si erano conosciuti in un pub di New York pochi mesi prima, ma solo Janis sembrava non essersene accorta. Da quando aveva percepito l’interesse del ragazzo nei suoi confronti aveva fatto tutto ciò che era in suo potere per mantenere le distanze ma in un modo o nell’altro lui trovava sempre la scusa perfetta o il pretesto per vedersi, senza farsi scrupolo nell’utilizzare la forte simpatia che Janis provava per raggiungere i suoi scopi. Non che fosse una persona sgradevole nei modi o nell’aspetto, ma Caileigh non voleva ferire i sentimenti della sua amica rivelandole quella tacita verità. In tutta onestà in un primo momento si era sentita attratta dal verde degli occhi di Arthur, dal suo modo di gesticolare e dei discorsi da mancato artista che faceva, ma aveva organizzato la sua vita secondo precise priorità e in quel momento un ragazzo non era nei suoi progetti. Aveva venticinque anni ed era una delle studentesse più anziane del suo corso, impegnata in mille lavori saltuari per riuscire a pagare la retta universitaria e i costi esorbitanti dei libri e del suo appartamento, e voleva realmente smettere di inventarsi dei nuovi metodi per racimolare più denaro possibile: voleva laurearsi, trovare un lavoro e non dover entrare ogni mese in crisi a causa di una bolletta troppo alta, senza gravare sul bilancio dei suoi genitori che ogni mese le inviavano delle piccole somme di denaro dal minuscolo paese della Florida dal quale proveniva.
- “Davvero Janis… non me la sento…” –
- “Ti prego! Ti prego! Ti prego! Ti prego!” – piagnucolò l’amica guardandola con i suoi grandi occhi castani.
- “E va bene! Ma io me ne torno a casa presto! Devo studiare. E adesso corriamo, altrimenti il professor Mannrich mi fucila se entro in aula a lezione iniziata!” –
- “Ah, il bel tenebroso… quasi quasi inizio a seguire anche io il corso di Storia degli Stati Uniti solo per rifarmi gli occhi!” –
- “Si chiama Storia delle Origini del Continente Americano… e poi diamine! potrebbe essere tuo nonno!” – esclamò ridendo Caileigh.
- “Magari avessi un nonno così!” – sospirò Janis prima di scoccare un bacio sulle guance dell’amica e scappare alla sua lezione di Storia del Cinema.
Caileigh si fermò qualche istante sulla porta dell’aula ad osservare la figura della sua amica che si faceva sempre più piccola lungo il corridoio e, con un mezzo sorriso sulle labbra, spinse la porta e prese posto giusto in tempo prima dell’inizio della sua lezione.


***

Ciao a tutti! Mi presento, io sono The Black Dahlia e sono per lo più attiva nel fandom di Harry Potter e in quello dei My Chemical Romance, ma da tempo avevo in mente di pubblicare un’originale e … sono qui!
E’ il mio primo esperimento in cui scrivo di qualcosa di interamente mio, quindi se avete osservazioni o commenti da fare, suggerimenti vari, sono tutta orecchi!
Al momento vi saluto e se vi va potete raggiungermi alla mia pagina Facebook semplicemente cliccando QUI.
Un bacio, Dahlia.

   
 
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