Tutta
questione di apparenza
Il
breve suono del tasto
schiacciato da Holmes, non sfuggì a Watson che
ritornò immediatamente sui suoi
passi. Holmes
alzò il capo verso di lui
e Watson non riuscì a rimproverarlo con la solita cantilena.
Era troppo
sconcertato da ciò aveva davanti a sé.
-Mi
dica Watson, è davvero
sicuro che questa sia la fine?-
Holmes
prese a camminare,
osservando, come era solito a fare, ogni angolo della stanza.
-Deduco
di no, ma ora mi
deve di dire come diavolo fa ad essere ancora vivo- rispose Watson
cercando di
tenere a freno le emozioni. Non sapeva se provare rabbia, per aver
partecipato
al funerale di Holmes o se provare sollievo di non aver perso un
compagno di
disavventure.
All’improvviso
altri passi
più leggeri si diressero verso lo studio, la signora Watson.
-Holmes?
–
Rimase
senza parole la
giovane donna, ai suoi occhi Holmes poteva benissimo essere resuscitato.
-Signora
Watson, è sempre
un piacere vederla- disse Holmes girandosi verso di lei.
Si
avvicinò a lei e la
oltrepassò, uscì dalla stanza e salì
velocemente le scale.
-Holmes!
Mi deve delle
spiegazioni!- gridò Watson, tentando di attirare
l’attenzione di Holmes. Lo seguì
e salì al piano di sopra. Holmes si era già
rifugiato nella sua stanza
polverosa.
-E’
lei che mi deve
spiegare come ha potuto fidarsi dell’apparenza!-
Watson
sospirò, per alcuni
minuti entrambi si rifiutarono di parlare.
-Ogni
rischio ha bisogno di
una sicurezza per essere placato, ho solo tentato di mettere in atto la
mia
sicurezza di non morire-
Fece
una breve pausa prima
di continuare, come se si divertisse a tenere Watson in tensione.
-Affittando
una mongolfiera
ad esempio- concluse voltandosi finalmente verso Watson, che era
rimasto in
silenzio fino a quell’attimo.
-Non
avrà mica assistito al
suo funerale-
-Ero
proprio accanto a lei,
credo di aver riciclato un vecchio travestimento- rispose prontamente
Holmes.
Si
avvicinò a lui
lentamente.
-Su,
non si affligga
troppo- affermò avvicinando il volto all’orecchio
di Watson.
-Si
ricordi che Sherlock
Holmes non morirà mai, anche se ha di fronte la sua stessa
bara, lei può
capire- sussurrò all’orecchio del compagno. Watson
sembrò accennare un sorriso
e annuì, guardando Holmes negli occhi, in uno sguardo
d’intesa. Come se ciò che
Holmes aveva appena bisbigliato fosse un segreto inconfessabile, velato
dal
mistero che ha sempre seguito Sherlock Holmes.
P.S.
Ciao a tutti. Spero
che questa breve storia vi sia piaciuta.
Sarei
molto felice se
lasciaste anche un breve commento se ne avete voglia. A presto, Iris.