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Autore: Eevaa    05/04/2012    14 recensioni
«Wow! Ma chi sei? Superman? L'uomo ragno? Ah no, ci sono! Sei Batman!»
«MA CHE CA-» sbotta improvvisamente l'individuo cercando però immediatamente di darsi un contegno «io non sono niente di tutto ciò, donna. Io non sono un paladino della giustizia. Sono molto di più»
Il suo tono si fa improvvisamente più fiero ed orgoglioso e, finalmente, con un gesto solenne si toglie il cappuccio.
Genere: Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Vegeta
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer:
Questa storia non è scritta a scopo di lucro.
I personaggi usati e tutto ciò che fa parte dell'universo di Dragon Ball sono di proprietà di Akira Toriyama© e Toei Animation©.
Le immagini non mi appartengono. 
Nessun copyright si intende violato.


 
Premessa: Quella che sto per raccontarvi non è una semplice storia, bensì una parte del sogno che ho fatto la scorsa notte! Siete avvertiti!



UN SOGNO ALQUANTO BIZZARRO

 

 
Tutto tace. 
Il ponte di marmo più grande della Città dell'Ovest sovrasta imponente il fiume oscuro, illuminato solamente dalla fievole luce della luna.
Le mie orecchie non avvertono alcun rumore al di fuori dello scorrere dell'acqua gelida.
Appoggiata sulla ringhiera del ponte osservo lo spicchio di luna con occhi affascinati, sognanti, a tratti malinconici. 
Cosa ci faccio qui? Cosa sono venuta a fare? 
Mi siedo sulla ringhiera cercando di mettermi più comoda ma, dopo una manciata di minuti, uno strano rumore cattura la mia attenzione costringendomi a farmi voltare.
Nel compiere quel gesto distratto perdo l'equilibrio, trovandomi così a penzoloni attaccata alla ringhiera.
«AIUTO!» grido spaventata «qualuno mi aiuti!»
Allo stremo delle forze tento di sollevarmi, invano. Le mie deboli mani stanno per cedere.
Inaspettatamente, dopo pochi secondi una figura incappucciata mi porge una mano al di sopra del ponte, cercando di aiutarmi. 
Ma io non ci arrivo. 
«Afferra la mia mano!» intima con tono severo «afferrala!»
Tento di aggrapparmi ma le forze vengono a mancare. 
Mollo la presa e serro gli occhi in attesa dell'impatto.
Come un sacco sto per cadere dentro l'acqua gelida tra i sassi appuntiti, ma la stessa figura che prima era sul ponte mi afferra al volo per i fianchi, trascinandomi sulla riva del fiume. 
Ansimante e spaventata rivolgo uno sguardo indagatore all'uomo incappucciato.
«Mi hai salvato la vita! Grazie di cuore!»
Non ottengo nessuna risposta ma, al contrario, il losco figuro gira il capo dall'altra parte con un impercettibile verso di disappunto.
«Ma quindi... quindi tu sai volare?»
Lentamente annuisce, ma non si lascia sfuggire neanche una parola. 
«Wow! Ma chi sei? Superman? L'uomo ragno? Ah no, ci sono! Sei Batman!»
«MA CHE CA-» sbotta improvvisamente l'individuo cercando però immediatamente di darsi un contegno «io non sono niente di tutto ciò, donna. Io non sono un paladino della giustizia. Sono molto di più»
Il suo tono si fa improvvisamente più fiero ed orgoglioso e, finalmente, con un gesto solenne si toglie il cappuccio. 
Lo guardo.
Mi guarda.
I miei occhi si spalancano affascinati, il mio cuore inizia a battere a mille.
Si impettisce sprigionando tutta l'energia in corpo, illuminandosi di luce dorata ed alzando un braccio verso il cielo.
«Io sono il Principe dei Saiyan!»
«VEGETA, SEI DAVVERO TU!?» urlo elettrizzata.
Sua maestà si spegne immediatamente, inciampa e cade al terreno con le gambe alzate. 
«Tu mi conosci?!» mi domanda quasi irritato, come se gli avessi rovinato la scena.
«Beh, sì, dalle mie parti sei famosissimo. Ma non pensavo fossi reale»
«Che cosa, donna?! Cosa vai farfugliando?! Certo che lo sono, in carne ed ossa!» mi risponde stizzito rialzandosi in piedi e togliendosi la polvere dalla tuta con fare spocchioso.
«Buono a sapersi, ma permettimi una domanda, Vegeta»
«Per te sono "Il Principe dei Saiyan"!» mi interrompe altezzoso incrociando le braccia al petto.
«Si, si, come vuoi. Tu non dovresti essere un tipo cattivo? Cioè, mi hai appena salvato la vita! Di solito pensi ai fatti tuoi, non ti sogneresti mai di salvare un'insulsa terrestre» puntualizzo enfatizzando le ultime parole con voce più profonda, quasi come per imitarlo.
Egli spalanca gli occhi fissandomi esterrefatto, quasi indispettito.
«Ma per chi mi hai preso, stupida donna!? Avrei dovuto lasciarti morire?! Nessuno sarebbe così crudele!»
Sollevo un sopracciglio confusa. 
«Mah, a me pare che un tempo tu uccidevi. Ciò vuol dire che adesso sei diventato davvero una specie di super-eroe...»
«Ma dico, mi senti quando parlo?! Non ho mai detto questo!» diventa rosso e si gira dall'altra parte, esacerbato. 
«Mi hai detto tu che sei molto più di un paladino della giustizia, Veg-ehm, Principe dei Saiyan!»
Lentamente si gira, sovrastandomi e sbraitandomi contro - esattamente com'è consueto fare con il suo rivale - tutta la sua frustrazione.
«E CHE PALLE! Voi donne volete avere sempre ragione! Quando sono cattivo: oh ma come sei cattivo, Vegeta» grida imitando una voce femminile «quando sono buono: ma tu dovresti essere cattivo. Vi volete decidere?! MI SONO STU-FA-TO! Basta, io divento gay e vado a vivere con Kaarot!».
 

 
ANGOLO AUTRICE:
Ehm... sì, mi rendo perfettamente conto che non ha alcun senso! Ma che ci volete fare: si tratta di un sogno. E i miei sogni non hanno mai senso. Credo.
  
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