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Autore: taisa    31/10/2006    19 recensioni
Bulma parte per un viaggio, e a Vegeta tocca gestire la casa, figli, e...
Genere: Generale, Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bra, Bulma, Goku, Trunks, Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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STRESS

STRESS

*

Una serata come tante

*

Erano le 20 in punto quando atterrò di fronte alla sede delle Capsule Corporation.

Si infilò una mano in tasca in cerca delle chiavi. Trovate.

Le inserì nella serratura girandole una volta sola per aprirla.

La spalancò e si guardò intorno, un aroma di un dolce appena sfornato, che proveniva dalla cucina, lo accolse piacevolmente.

Dalla stessa stanza proveniva il vociferare degli occupanti della casa e il rumore delle posate e dei bicchieri che venivano ordinatamente disposte sul tavolo.

Decise di raggiungere il resto della famiglia andando anch’esso in cucina.

Apparve sull’uscio con le braccia incrociate, e il giubbotto di pelle che non si era ancora tolto, indice che era appena rientrato.

Bulma alzò lo sguardo osservando con piacere il nuovo venuto, gli sorrise “Bentornato tesoro” gli disse con gentilezza.

“Mpf” rispose lui come da copione togliendosi la giacca e appoggiandola sulla sedia più vicina, quella che solitamente adoperava lui.

Anche Trunks lo osservò sollevando il volto dal tavolo che stava apparecchiando “Ciao papà…” lo saluto, guardandolo con lo sguardo di uno che deve chiedere qualcosa.

Quello sguardo a Vegeta non sfuggì, lo conosceva bene, squadrò il figlio diciottenne alzando un sopracciglio già seccato “Cosa vuoi?” chiese infine sapendo che Trunks non aspettava altro.

Colto sul fatto il ragazzo sembrò in leggero imbarazzo, colpito e affondato.

“Ehm…non è che mi daresti un po’ di soldi?” chiese infine cernendo di sembrare il più convincente possibile.

Vegeta lo guardò per un paio di secondi, poi si sedette sulla sedia sulla quale aveva abbandonato la giacca.

“No, scordatelo” gli rispose incrociando le braccia e socchiudendo gli occhi.

Bulma osservo marito e figlio e sorrise. In realtà quello scansafatiche di Vegeta non lavorava, era lei infatti che gli dava un po’ di soldi in caso dovessero servirgli quando usciva, così che li avesse sempre a portata di mano.

La cosa buffa era che per qualche strano e misterioso motivo, di cui nessuno aveva ricordo, quei soldi erano più che altro divenuti la paghetta di Trunks.

Infatti il figlio ogni volta che aveva bisogno di soldi si rivolgeva più spesso al padre che non alla madre.

“Ma papà!” implorò il ragazzo avvicinandosi al genitore “E’ sabato sera!!” si lagno infine il figlio con la smania di voler uscire a divertirsi.

“E con questo? Te li ho dati anche la settimana scorsa” rispose irremovibile il Saiyan, lui non aveva molto ben chiara la faccenda “sabato sera” per lui era una serata come le altre.

Il ragazzo si rattristò un po’ “Quelli erano per l’altra settimana” disse sapendo cosa avrebbe risposto il padre.

“Cosa? Non dirmi che gli hai già spesi tutti!” gli disse aprendo gli occhi per guardarlo in volto evidentemente contrariato dallo speco che il figlio faceva dei soldi.

“Bè…sì…” rispose il ragazzo mogio, sapeva che Vegeta gli avrebbe risposto così.

“Andiamo Vegeta darglieli, è un ragazzino, è gusto che si diverta” intervenne Bulma mentre trafficava ai fornelli, era ormai abituate a quella scena quasi tutte le settimane.

“Non rompere! Mi spieghi perché dovrei!” rispose irritato dall’interferenza della moglie, lei si girò incrociando lo sguardo con il suo che la guardava accigliato.

Il suo volto si contrasse in un ghigno, e con aria di superiorità si girò completamente incrociando le braccia osservandolo sprezzante “Perché, mio caro” disse ironica “quei soldi sono comunque miei, e potrei anche smettere di darli a te se volessi”.

Vegeta fece una smorfia, purtroppo aveva ragione, maledetta donna, possibile che non riuscisse mai a star zitta!

Nella stanza calò il silenzio, Trunks aspettava fiducioso, mentre i suoi genitori si guadavano con aria di sfida, come sempre, anche se era chiaro chi avrebbe avuto la meglio.

Vegeta infatti si alzò irritato infilando una mano nella tasca posteriore dei pantaloni tirandone fuori il portafoglio e sbattendo sul tavolo una banconota.

“Grazie tesoro” rispose Bulma che lo stava evidentemente prendendo in giro, cosa che al principe non andò giù, rimise il portafoglio in tasca e lasciò la stanza seccato.

Trunks guardò la banconota, poi sua madre “Grazie mamma…” le disse con un sorriso afferrando il tanto agognato pezzo di carta e infilandolo in una delle sue tasche.

La donna rispose con un sorriso e un occhiolino complice “Prego” disse tornando ai fornelli, il ragazzo sorrise a sua volta uscendo dalla cucina per cominciare a prepararsi in camera sua.

*

Vegeta si rifugiò in salotto buttandosi pesantemente su quella che era la sua poltrona preferita afferrando il telecomando della televisione al plasma cominciando a fare zapping in cerca di qualcosa da vedere.

Appoggiò i piedi sul tavolino da caffè diventando sempre più nervoso, irritato dalle stupidaggini dei terrestri.

Sbuffò spegnendo l’apparecchio che non gli aveva dato nessuno svago.

Buttò il telecomando sul divano accanto e tirò la testa all’indietro appoggiandola sulla schienale.

Lo squillo del telefono lo distolse i suoi pensieri.

“Tesoro, vai tu?” chiese Bulma dalla cucina all’indirizzo di Vegeta che rispose con un grugnito che la donna non aveva sentito.

“No, vai tu!” le rispose alla fine tirando su la testa senza muoversi un millimetro dalla posizione semi-rilassata che aveva assunto.

“Io non posso sono occupata! E tu sei quello più vicino” gli urlò lei mentre il timbro della sua voce si fece già più seccato.

Vegeta incrociò le braccia con l’intenzione di non muovere un muscolo “Scordatelo!” rispose ancora secco mentre lasciava che quell’irritante suono continuasse a riecheggiare per la casa.

“Vegeta! Insomma!” Bulma si stava ormai innervosendo e appoggiò uno straccio che teneva in mano sul tavolo apparecchiato andando per affacciarsi alla porta.

Una piccola mano si appoggiò sull’apparecchio telefonico facendo scomparire la cornetta sotto il tavolo riportando finalmente il silenzio.

“Casa Brief, chi è?” chiese la bambina che aveva risposto al telefono come le era stato perfettamente insegnato dalla madre.

La voce di una donna provenne dall’altro capo “Ciao Bra, sono Chichi, tua madre è in casa?” le chiese con voce tranquilla.

La bimba annuì ignorando che la sua interlocutrice non poteva di certo vederla, ma successivamente rispose “Sì…” e senza dire più nulla appoggiò la cornetta sul tavolo andando così alla ricerca della diretta interessata.

Passò davanti al salotto dove riconobbe l’inconfondibile capigliatura all’insù del padre.

Si fermò prima di andare in cucina in cerca di Bulma e si diresse verso la poltrona sulla quale esso era seduto.

Appoggiò le manine su uno dei braccioli osservando il genitore che appena si accorse della sua presenza la guardò con la coda dell’occhio.

“Cosa c’è?” le rispose seccato Vegeta osservando il viso della bambina che lo guardava, lei sorrise “Ciao papà!” disse scavalcando lo stesso bracciolo sulla quale aveva precedentemente appoggiato le mani raggiungendo la guancia del padre regalandoli un piccolo bacio.

L’uomo non si scostò, non riusciva mai a dire di no a quella mocciosa, così rimase zitto ad osservare la figlia mentre con un piccolo salto scese da dov’era salita.

Bra si diresse verso la cucina e una volta lì si guardò attorno, cercando, e trovando, chi stava cercando.

“Mamma… è Chichi” disse alludendo al telefono, inducendo la donna a un sorriso.

Bulma osservò la figlia “Grazie tesoro, dille che arrivo subito” disse poi immergendo un mestolo nella pentola per non far attaccare la cena.

Bra annuì e fece dietrofront tornando sui suoi passi, attraversò nuovamente il salotto arrivando sotto il tavolino sulla quale era disposto il telefono.

Afferrò la cornetta portandosela all’orecchio “Dice che arriva subito” disse velocemente senza dar tempo a Chichi di rispondere appoggiando nuovamente lo strumento nella medesima posizione in cui l’aveva adagiato prima, per poi sparire in uno dei corridoi dell’immensa casa.

Poco dopo Bulma uscì dalla cucina ripercorrendo la stessa strada che la figlia aveva percorso pochi attimi prima.

Appena giunse in salotto notò Vegeta seduto in poltrona con i piedi appoggiati sul tavolo.

La cosa non le piacque per niente, irritata fece tappa accanto alla poltrona appoggiando il dorso delle mani sui fianchi.

“Vegeta! Togli immediatamente i piedi da lì!” gli disse fissandolo con rabbia. Lui alzò la testa incrociando gli occhi di lei.

“Perché dovrei?” chiese sprezzante sbattendo i talloni sullo stesso tavolino per rincarare la dose, facendo irritare Bulma ancora di più.

Si chinò in avanti col busto “Sei il solito scimmione senza cervello! Ti ho detto di togliere i piedi da lì!” fece una pausa rimettendosi dritta “O ti lascio senza cena” sorrise, e Vegeta sapeva che lo avrebbe anche fatto.

Bulma si allontanò sapendo che il marito avrebbe ubbidito appena si fosse allontanata, cosa che in effetti lui fece togliendo i piedi dal tavolino.

Bulma raggiunse il telefono dove l’amica la stava attendendo, “Pronto”

*

Erano già seduti a tavola quando Bulma gli raggiunse, osservò i volti della sua famiglia, passando da quelle dei figli fino a soffermarsi su quella del marito.

“Scusate il ritardo” disse tirando la sedia verso di se per poi sedersi cominciando a riempirsi il piatto come già aveva fatto il resto della famiglia in attesa che lei si presentasse.

“Scusate un cavolo!” rispose nervoso Vegeta, non gli piaceva aspettare, soprattutto prima di riempire il suo vorace stomaco.

Bulma lo guardò accigliandosi “Sei sempre il solito egoista, mi ci sono voluti solo 10 minuti” sottolineò lei appoggiano una ciotola dalla quale aveva recuperato l’insalata che LEI avrebbe mangiato.

“Tsk…anche troppo” ripose lui cominciando ad ingozzarsi.

Bulma lo guardò per qualche istante prima di cominciare a sua volta a mangiare.

I figli seguirono l’esempio dei genitori cominciando anch’essi il loro pasto.

Ad un tratto Bulma si fermò appoggiando la forchetta che teneva in mano sul suo piatto e osservò il marito intento a mandar giù qualunque cosa gli capitasse.

“Chichi mi ha proposto di andare alle terme per qualche giorno” disse sorprendendo tutti, specialmente Vegeta che a momenti si soffocò con tutto quello che aveva in bocca.

Il Saiyan tossi dandosi dei colpi sul petto per mandar giù il cibo che gli era andato di traverso.

“E’ fantastico mamma” disse sinceramente contento per lei Trunks sorridendole, ottenendo un sorriso di rimando “Grazie Trunks” ripose la donna.

Anche Bra sembrò entusiasta all’idea “Posso venire anch’io?!” le chiese speranzosa, ma Bulma dovette scuotere leggermente la testa per dissenso “Mi dispiace Bra, sei ancora troppo piccola, ma ti prometto che quando sarai più grande ci andremo io e te sole” disse cercando di tranquillizzare la bambina che sembrò molto delusa, così la donna le passò una mano tra i capelli azzurri, tali e quali ai suoi con un sorriso dolce.

L’unica persona che ancora non aveva ancora detto nulla era per l’appunto Vegeta che era più intento a non morire soffocato, e Bulma gli rivolse uno sguardo attendendo che anche lui esprimesse la sua opinione sicuramente negativa alla quale lei non avrebbe comunque dato retta.

“Dove vai tu?” disse una volta ripreso colore e contegno l’uomo che era già pronto al solito litigio.

“Io e Chichi andiamo alle terme per un paio di giorni” ripeté lei con aria tranquilla.

“No che non ci vai!” disse deciso sbattendo i palmi sul tavolo, ma lei non sembrò preoccuparsi più di tanto, limitandosi a guardarlo con aria seria.

“Sì invece… Io e Chichi abbiamo bisogno di liberarci per qualche giorno dallo stress” gli disse guardandolo molto allusiva.

“Che cosa vorresti dire?” rispose Vegeta imbronciandosi guardandola torvo, anche se aveva chiaramente intuito quale fosse il senso della frase.

“Hai capito benissimo” gli rispose in codice per non dar modo di intendere, almeno a Bra che si sarebbe potuta allarmare, Trunks invece non ci faceva neanche caso.

“Benissimo! Fa quel cavolo che ti pare! Cosa vuoi che m’importi di te!!” rispose infine Vegeta alzandosi irritato uscendo dalla stanza.

Era troppo orgoglioso per ammettere che l’essere considerato stressante da lei lo avesse in qualche modo ferito.

Bra guardò preoccupata la madre che a sua volta guardava la porta dalla quale il principe dei Saiyan era appena uscito, sentendosi osservata abbassò lo sguardo incrociando quello della figlia.

“Cosa c’è Bra?” le chiese con tono dolce, e la bambina sembrò molto preoccupata.

“A papà importa di noi vero?” chiese includendo anche se stessa e il fratello nell’ultima affermazione del padre.

Bulma sorrise, “Ma certo che gli importa” Bra sembrò sollevata ricambiando il sorriso della madre.

Trunks si alzò in piedi tendendole una mano “Coraggio Bra, è ora di andare a dormire per te” le disse da ragazzo maturo, la bimba scese dalla sedia con un piccolo salto.

“Va bene…” si voltò verso la madre passando vicino alla sedia sulla quale era seduta “Buona notte mamma” le disse mentre Bulma si sporse in avanti per abbracciarla e baciarla per la buona notte “Notte tesoro” disse una volta che si staccò dalla figlia mentre questa andò a cercare la mano del fratello uscendo dalla stanza.

*

Un piccolo particolare sfuggì, o meglio Bulma non lo aveva detto.

Quei due Saiyan da soli non se la sarebbero mai cavata, ma unendo le forze a quelle dai figli che erano quasi adulti forse…

Infatti l’idea delle due donne era di andare alle terme una settimana permettendo alla famiglia Son di trasferirsi a casa Brief per quel periodo in modo che quei due potessero collaborare.

Purtroppo non potevano contare su Gohan e Videl, in quanto questi erano a casa del padre di lei per una visita, dando la possibilità all’altro nonno della piccola Pan di passare un po’ di tempo con la nipotina.

Il che lasciava Goku, Goten, Trunks, Bra e Vegeta a vivere sotto lo stesso tetto per una settimana intera.

E quest’ultimo ignorava il dettaglio della sua convivenza con il suo più acerrimo nemico, se così si può chiamare.

Quella mattina si ritrovò a passare davanti all’ingresso di casa quando sentì il citofono suonare.

Sbuffò secco deciso a sbattere in faccia la porta a uno scocciatore qualsiasi.

Appena la aprì si trovò davanti Goku, e famiglia, questi lo guardava sorridente mentre si grattava la testa imbarazzato.

“Ciao” gli disse appena vide chi gli aveva aperto, facendo un passo in avanti.

Vegeta invece lo guardò decisamente poco cordiale “Che ci fai qui?” rispose con tono altrettanto poco propenso a socializzare.

Goku lo guardò sorpreso smettendo di grattarsi la testa “Bulma non te lo ha detto?” chiese passando da un sorriso ebete ad un espressione… ebete.

“Detto cosa?” chiese ora irritato, gli piaceva sempre meno quel dialogo, già sapeva che sarebbe finita male.

“Delle term…” Goku non ebbe modo di finire la frase che la porta gli si richiuse brutalmente in faccia, colpendolo in pieno.

Dall’altra parte Vegeta si girò pronto ad andarsene borbottando qualcosa di incomprensibile.

Sentì dei passe ed alzò lo sguardo incrociando gli occhi azzurri della moglie “Chi era?” gli chiese riferendosi alla porta.

“Kakaroth” disse facendo un paio di passi in avanti per evitare che Bulma lo bloccasse.

“E perché non lo hai fatto entrare?” chiese perplessa, ma infondo non ci badò più di tanto abituata al suo modo di fare quando si trattava di Goku.

“Tsk…” rispose allontanandosi dall’ingresso dirigendosi verso la cucina.

Bulma lo guardò andare via poi decise che era meglio aprire allo sventurato Saiyan.

Ritrovò Goku con le mani in faccia che imprecava a modo suo chinato a terra dolorante.

“Benarrivati” li accolse lei a differenza dello scorbutico marito facendo segno loro di accomodarsi.

Goku tolse le mani dalla faccia incrociando lo sguardo con quello dell’amica alzandosi in piedi sfoggiando il suo volto lievemente arrossato per la botta.

“Ciao Bulma!” disse esaltato prima di afferrare una valigia che si era appoggiato accanto e che Vegeta non aveva notato.

Entrò seguito dal figlio, anch’esso con una valigia, che salutò a sua volta la donna, poi fu la volta di Chichi che si fermò ad osservare l’amica.

“Allora? Sei pronta?!?” le chiese emozionata la mora, mentre Bulma annuì decisa “Si, non vedo l’ora!” rispose con lo stesso tono dell’altra.

Goku si diresse verso la cucina sapendo di trovarsi Vegeta che era intento a mangiarsi una fetta della torta che Bulma aveva preparato il giorno prima.

La mano di Vegeta si blocco a mezz’aria appena lo vide entrare, lo squadrò e abbassò nuovamente la mano, guardando l’altro malissimo.

“Allora! Sembra che dovrai sopportarmi per un po’” disse Goku appoggiando la sua borsa sul pavimento accanto alla sedia sulla quale si accomodò.

Solo allora Vegeta notò quel particolare che assieme alla frase poco convincente di poco fa cominciò a fargli venire qualche sospetto.

“Cosa vorresti dire?” gli chiese preoccupato nonostante cercasse di nasconderglielo.

“E’ quello che stavo cercando di dirti prima…saremo ospiti qui per una settimana…” gli disse con tutta la tranquillità del mondo.

Vegeta si alzò di scatto facendo cadere la sedia sulla quale era seduto.

“COSA?!?!?” disse sbattendo i palmi sul tavolo.

Quella sarebbe stata una settimana estremamente stressante…

*

CONTINUA…

*

*

Come promesso ecco la nuova storia, questa volta l’ho buttata sul comico, spero riesca a strapparvi almeno un sorriso…

  
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