Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: 19_ACSECNARF_94    05/04/2012    0 recensioni
...Ma ci si può innamorare di un sogno? Si, Jasmin l’aveva fatto...
Questa è la storia di una ragazza che riesce a salvare il suo amore e a ricongiungersi con la sua dolce metà.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Era piena estate e in Pakistan, nella città di Lorelai, faceva un gran caldo già alle sette del mattino, e Jasmin, in un bagno di sudore, si risvegliò dopo un lungo sonno il quale era stato animato per l’ennesima volta dallo stesso ragazzo e quel gatto strambo.
Ormai erano due settimane che sognava di incontrare quel bellissimo ragazzo dagli occhi azzurri e capelli biondi che gli incorniciavano il volto e una carnagione molto chiara, sicuramente era un europeo. Indossava sempre un jeans e una maglietta tanto aderente da mettere in risalto i suoi muscoli. Ogni notte ormai entrava nei sogni di Jasmin e la portava in giro per il mondo mano nella mano e dopo un lungo bacio scompariva e al suo posto compariva un gatto nero con una macchia a forma di cuore sull’orecchio destro.
Era ancora immersa nei ricordi di quel sogno tanto intenso quando sua sorella Aisha entrò nella stanza. Jasmin si voltò di scatto per lo spavento e guardò male la sorella, ma questa non le diede neanche il tempo di dire niente e con voce svelta e allarmata le disse “ meno male, sei sveglia. Muoviti! Nostro padre ti vuole parlare”.
Non ebbe neanche il tempo di chiedere cosa volesse il padre da lei, che già se ne era andata, sbattendo la porta, e questo era un brutto segno, Aisha era una ragazza molto calma e adorava la sorella ed era strano che le avesse parlato con tanta freddezza e distacco.
Jasmin decise di non far aspettare oltre il padre, così infilò le pantofole e si incamminò al piano di sotto dove il padre l’aspettava in cucina. Appena la ragazza arrivò, vide i genitori già vestiti e pronti ad uscire. Il padre, uomo severo e che non ama essere contraddetto, guardandola disse “muoviti! Vatti a vestire! Che io e tua madre dobbiamo farti conoscere una persona molto importante per te, e non vorremo arrivare in ritardo all’appuntamento. Vai a renderti presentabile!”.
Jasmin guardò incuriosita la madre, ma questa non lasciava trapelare niente, così si diresse in camera sua, aprì l’armadio e prese i vestiti che di solito indossava nei giorni di festa e andò in bagno. Si guardò allo specchio e nonostante i capelli appiccicati al volto per il sudore, il suo viso era bellissimo, e dimostrava molto di più dei suoi diciassette anni.
Dopo essersi lavata e vestita raggiunse i suoi nel salotto. Appena la videro arrivare si alzarono e andarono alla porta. Jasmin, che era rimasta indietro, si imbatté in Aisha che, guardandola con u un sorriso mesto, le disse “ buona fortuna!”. Doveva saper qualcosa, e doveva essere una brutta notizia se non le avevano detto niente, con l’esperienza tutti avevano imparato che era meglio tenerla allo scuro di eventi che avrebbero potuto farla arrabbiare infatti, essendo molto impulsiva, poteva combinare dei guai.
Quando la ragazza entrò in macchina si trovò in un ambiente fresca, il padre aveva acceso l’aria condizionata. Dopo poco dalla partenza Jasmin si appisolò sui sedili anteriori della macchina, e piano piano cadde in un sonno profondo.
Ed eccolo lì. Di nuovo quel ragazzo. Come sempre l’aspettava, ma questa volta sul suo viso non era dipinta la solita felicità. Era triste. Il suo sguardo era malinconico. Questa volta non la prese per mano, non la portò in giro per il mondo, ma si limitava solo a guardarla. Così Jasmin gli si avvicinò e gli chiese “perché sei così triste? Cos’è successo?”. E lui le rispose “ tu mi lascerai Jasmin, te ne andrai via. I tuoi genitori ci separeranno, non potremmo vederci mai più!”
“Perché dici così?...Hei, ma come fai a conoscere il mio nome? Io non so niente di te?”. E lui con voce dolce le disse “ io so tutto di te! Comunque io sono Dylan”. Jasmin non capì come, ma si ritrovò di fronte a lui, si alzò sulle punte e avvicinò le sue labbra alle sue. Il bacio fu il più breve, ma anche il più intenso che si fossero dati in due settimane. Per un istante rimasero intrappolati l’uno negli occhi dell’altro, poi Dylan iniziò ad allontanarsi sempre di più e quando stava per scomparire disse “ ti prego Jasmin non mi lasciare, io ti amo”. La ragazza ancora intontita per il bacio disse “ anche io ti amo e non ho intenzione di lasciarti. Voglio stare con te tutta la mia vita”.
Tutto ad un tratto era sveglia e sentì il padre che con fare burbero diceva “ siamo quasi arrivati, dieci minuti e saremo lì!.
 Jasmin sentì all’improvviso delle gocce sulla mano, si toccò le guance e le trovò bagnate, stava piangendo, ma non sapeva neanche il perché. Anzi lo sapeva. Avrebbe tanto voluto che Dylan fosse vero e non il frutto della sua fantasia. Ma ci si può innamorare di un sogno? Si, Jasmin l’aveva fatto, sentiva di amare Dylan anche se non lo avrebbe mai conosciuto realmente, anche se poteva in contrarlo solo in sogno, e sentiva che per lui avrebbe rinunciato a tutta la sua vita.
Finalmente arrivarono, la ragazza si asciugò gli occhi e scese dalla macchina. Si ritrovò in un giardino ben curato, con molti alberi e cespugli fioriti. Jasmin con i genitori raggiunse il viale che conduceva all’ingresso della casa, fuori la porta vi erano una donna di circa 50 anni e due uomini, il primo con folta barba bianca, doveva avere sessant’anni e l’altro più giovane, ma era comunque un adulto, poteva avere sui trent’anni, era alto, robusto, sul viso cresceva una barba incolta e aveva piccoli occhi neri che scrutavano da capo a piedi Jasmin.
Le sei persone rimasero ferme le une di fronte alle altre, finché la donna sul uscio non parlò “ prego entrate! Cosa ci fate ancora fuori?”. E così dicendo li condusse in un luminoso e ampio salone. Jasmin e la famiglia si sedettero su di un divano, mentre gli altri tre sedettero su delle sedie.
Appena si furono accomodati tutti e fu servito loro una tazza di caffè, il sessantenne disse “ tu devi essere Jasmin. Io sono Brahim, il padre di Juan” e poi indicò l’uomo al suo fianco. La ragazza non sapeva proprio che dire, non sapeva dove si trovava e chi erano quelle persone e quindi si limitò ad annuire e fece un sorriso timido. Poi scorse sul tavolo una scatola aperta, all’interno della quale c’era un bracciale d’oro, dopo alzò lo sguardo e vide che Juan la spogliava con gli occhi.
Le si appannò la vista, nelle orecchie sentiva un ronzio di sottofondo. Ora le era tutto chiaro. Aveva capito cosa ci faceva lì. Si voltò verso suo padre che stava parlando con Brahim e gli stringeva la mano come se avessero appena concluso un affare. Era lei l’oggetto di quell’affare. Appena comprese questa sconvolgente realtà s alzò di scatto rovesciando la sua tazza di caffè sulla tappezzeria del divano. Il padre subito le fu addosso e le urlò contro “ cosa ti è preso sciagurata? Chiedi subito scusa alla tua futura famiglia e torna a sederti!”. “No!” disse con tanta fermezza. Aveva addosso cinque paia d’occhi quando a gran velocità si allontanò dal padre per evitare lo schiaffo in arrivo. Dal posto in cui si trovava ora vedeva la porta d’ingresso, così decise di scappare da quel luogo.
Si diresse correndo alla porta, la aprì e iniziò a correre veloce, ancora più veloce. Inizialmente il padre e Juan la seguirono, solo dopo parecchi metri si rese conto di essere sola in una città sconosciuta e con il fiatone.
Cosa avrebbe potuto fare ora? Era sola, non sapeva dove andare, ma era anche felice, era riuscita a salvare il suo cuore. Non avrebbe mai sposato un uomo che non amava, e lei ora amava solo Dylan…
Era immersa in questi pensieri quando pochi passi più avanti vide un gatto nero con una macchia a forma di cuore sull’orecchio destro che la guardava e le faceva segno di seguirlo con la sua piccola testolina. Jasmin con passo insicuro iniziò a seguire quel gatto per le stradine di quell’immensa città. Dopo circa mezzora di inseguimento il gatto svoltò in una stradina sulla destra ed entrò in quello che doveva essere un museo abbandonato. La ragazza decise di seguirlo all’interno dell’edificio. Le pareti erano bianche e sulle statue e i dipinti c’erano dei teli per  conservare le opere d’arte dalla polvere, e vicino ad un muro c’era un cartello con su scritto “ le statue e i dipinti saranno ritirati venerdì e verranno portati al museo nazionale”. Jasmin voltò lo sguardo e vide che il gatto saliva una rampa di scale, così si affrettò a seguirlo.
Si ritrovò in un lungo corridoio e sulle pareti cerano tanti dipinti coperti dai veli, solo uno era ben visibile, si trovava in fondo al corridoi ed era proprio lì che il gatto si era fermato e con la piccola zampetta indicava il nome del quadro. L’attenzione di Jasmin era tutta rivolta alla straordinarietà di quel gatto e solo quando lesse il nome del dipinto “ il Dylan innamorato” si rese conto dove il gatto l’aveva condotta e dove aveva già visto quello strano animale. Era il gatto del suo Dylan! Subito alzò gli occhi sul quadro e vide il suo affascinante ragazzo che le tendeva la mano e le fece l’occhiolino al quale seguì il più bello dei sorrisi. Jasmin subito afferrò la mano del ragazzo e una volta entrata nel dipinto Dylan le sussurrò “ sapevo che non mi avresti mai abbandonato” e la ragazza, sempre con un sussurro, gli disse “ non avrei mai potuto, ti amo troppo e voglio stare sempre con te”. Subito fu travolta dalla verità di quelle parole, preferiva restare per l’eternità in un quadro con il suo amore anziché continuare la sua vita accanto ad un uomo che non avrebbe mai amato.
Dylan prese il volto di lei tra le mani e la baciò.
I due giovani restarono per sempre immortalati in quella posa di amore eterno. 

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: 19_ACSECNARF_94