Libri > Il diario del vampiro
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Autore: iosnio90    05/04/2012    5 recensioni
Premessa: dimenticate la Fell’s Church della Smith dove i vampiri non possono procreare e sostituitela con una Fell’s Church dove per i vampiri è assolutamente normale avere figli con donne umane!
Tenendo presente questo, passiamo alla storia…
La vita scorre come al solito a Fell’s Church: Stefan e Damon sempre in lotta per Elena, Elena indecisa sul da farsi, Matt che comincia ad innamorarsi di Bonnie, Meredith alle prese con il suo rapporto a distanza con Alaric e Bonnie spaventata dai suoi poteri e con una cotta segreta per Damon.
Ma un bel giorno compare dal nulla un demone che tenta inspiegabilmente di ucciderli e che blatera sul voler estirpare il problema alla radice.
La confusione è totale e cresce quando appaiono dal nulla anche due ragazze bellissime e con cui tutti avvertono un istantaneo legame anche se non le hanno mai viste prima.
Chi sono? Cosa vogliono? Nemiche o amiche?
Ecco a voi una nuova storia in cui si mischiano azione, sentimenti e un pizzico di horror per creare delle situazioni totalmente nuove in cui presente e futuro si intersecano per destabilizzare ogni cosa.
Spero che mi seguirete anche in questa nuova avventura Donnie e Stelena!
BACIONI...IOSNIO90!
Genere: Fantasy, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La caduta di Astaroth

L’enorme sala progettata da Astaroth e che quel giorno aveva ospitato fin troppe atrocità si era improvvisamente riempita soltanto dei ringhi del demone e delle urla di guerra di Nicole che rimbalzavano da una parete all’altra infrangendosi nell’aria, trasportate dall’eco fino alle orecchie quasi sanguinanti di Bonnie.
Tutto in Bonnie stava sanguinando, metaforicamente parlando, ma stava sanguinando. Ogni parte del suo corpo, ogni brandello della sua anima, ogni cellula del suo essere, ogni suo respiro, ogni battito di ciglia, ogni singhiozzo, ogni battito del suo cuore portava con se un nuovo e doloroso fiotto di sangue che andava ad aggiungere sofferenza a quella che i suoi occhi stavano patendo nel vedere Nicole braccata, inseguita, ferita e colpita.
Non riusciva ancora a capacitarsi di come avessero fatto ad arrivare a quel punto. Erano successe così tante cose tutte insieme che la testa ad un certo punto le era andata in confusione e lei si era affidata soltanto ai ricordi e all’istinto. Erano quelli, infatti, che l’avevano aiutata contro la barriera e i demoni, ma adesso che il suo compito si era esaurito e che davvero aveva un minuto per tirare il fiato e pensare…non riusciva a farlo, forse aveva addirittura paura di farlo.
Damon, accanto a lei, l’aveva portata con se lontano dalla lotta, accanto ad uno dei grossi rialzi messi negli angoli della pedana sottostante, uno di quelli su cui avevano combattuto Elena, Stefan e le loro controparti.
Bonnie avvertì un senso di vertigini mentre si guardava intorno e realizzava con lucidità che quello che impregnava il pavimento su cui poggiava i piedi era il sangue dei suoi amici.
Afferrò un braccio di Damon, senza remore e senza imbarazzo, semplicemente per reggersi in piedi e non cadere perché non era sicura di riuscire a farcela da sola. Damon non la respinse, anzi…le passò un braccio intorno alla vita e la strinse cercando di aiutarla e forse addirittura di darle conforto.
Bonnie non lo sapeva questo né poteva constatarlo visto che i suoi occhi, i loro occhi, erano costantemente puntati verso l’alto, a Nicole.
Nicole ed Astaroth erano talmente veloci durante gli attacchi che Bonnie riusciva a vedere l’uno o l’altro soltanto quando uno dei due veniva colpito e lanciato via dall’altro. A volte si trattava di Astaroth, altre volte di Nicole, ma si sentiva così in ansia che arrivava a pensare che anche quando era il demone quello ad avere la peggio, alla fine quella che ne avrebbe pagato le conseguenze più serie era Nicole.
Non voleva che combattesse.
Voleva che Astaroth sparisse all’improvviso, senza che Nicole dovesse sottoporsi all’ulteriore supplizio rappresentato dalla caparbietà a restare e dalle ferite che il demone le infliggeva senza pietà alcuna.
Voleva che esistesse qualcun altro sulla faccia della Terra in grado di sconfiggere Astaroth, qualcuno addirittura più forte di Nicole che comparisse in quel momento e prendesse il posto della ragazza.
Era sperare troppo e Bonnie lo sapeva. Nicole era figlia di un vampiro molto potente e di una strega che, per quanto non fosse bravissima con i suoi poteri, aveva discendenza druida e tanto bastava a porla di diritto tra l’elite magica, di conseguenza Nicole non poteva essere nient’altro che ciò che era, cioè infinitamente potente e infinitamente sola nella sua potenza. Non ci sarebbe mai stato nessuno pienamente in grado di capirla, così come non ci sarebbe mai stato nessuno in grado di aiutarla nelle sue battaglie. Avrebbe sempre dovuto fare tutto da sola e Bonnie si chiese se, qualche volta, l’altra Bonnie si fosse mai sentita in colpa così come si stava sentendo in colpa lei in quel momento per la vita a cui avevano destinato Nicole. Si rispose di si, si disse che anche l’altra Bonnie aveva pensato quelle cose perchè…l’altra Bonnie era lei stessa, ma non aveva potuto fare niente perché aveva guardato tutto a posteriori, quando Nicole era già nata.
La presa di Damon per un attimo si serrò maggiormente sulla sua vita e Bonnie si voltò appena a guardare gli occhi preoccupati e attenti del vampiro che non perdeva una sola mossa di Nicole e che…soffriva con lei, si vedeva.
In quell’attimo si rese conto che neppure lei, con la fortuna che aveva di vedere in anticipo con i suoi occhi la vita che avrebbe avuto sua figlia, avrebbe fatto nulla per rendere diverse le cose.
Persino in quel momento con Nicole alle prese con Astaroth non riusciva a non pensare che quella sarebbe stata sua figlia, la sua meravigliosa figlia, figlia sua e di Damon, la persona che amava. Loro erano una famiglia e poco importava quale sarebbe stato il loro destino, ci sarebbero sempre stati l’uno per l’altra perché è quello che facevano i componenti di una famiglia: si appoggiavano a vicenda.
L’ennesimo boato distrasse Bonnie dai suoi pensieri e lei riuscì a concentrarsi quel tanto che bastava per vedere Astaroth afferrare Nicole per la gola e sollevarla per poi scagliarla violentemente giù dalla loro piattaforma, fino alla pedana su cui erano anche loro. Il corpo di Nicole atterrò malamente a poca distanza da lei e da Damon e Astaroth arrivò giù poco dopo con un sorriso soddisfatto sul volto.
Nicole si rimise presto in piedi, barcollando leggermente e tenendosi una spalla che, nel brutto atterraggio, era stata la prima a toccare terra riuscendo addirittura a spaccare il pavimento della sala tanta era la brutalità con cui Astaroth l’aveva buttata di sotto.
Bonnie trattenne il fiato e la lotta ricominciò in un attimo.
Si portò una mano sul cuore che batteva all’impazzata e sentì gli occhi riempirlesi di lacrime a stento trattenute.
Cominciò a tremare senza neppure rendersene conto.
Damon si voltò verso di lei e portò anche l’altro braccio intorno alle sue spalle, abbracciandola completamente e stringendola forte.
“Calma, streghetta!” - le sussurrò - “Andrà….tutto bene!” - aggiunse, ma Bonnie capì perfettamente che in quella breve frase non c’era la solita sicurezza che caratterizzava qualsiasi cosa Damon dicesse.
Si sentì preda del panico.
“Ho paura, Damon! Ho paura…di perderla…” - confessò.
“No, Bonnie!” - la interruppe Damon, portandole una mano al mento e costringendola a guardarlo - “Dì che hai paura di vederla morire, non dire che hai paura di perderla perché…in ogni caso, in qualsiasi modo andrà questa lotta…noi potremmo perderla comunque Nicole, almeno…perderla per adesso…”
Bonnie spalancò gli occhi e per un attimo non riuscì a rispondere nulla.
Cosa voleva dirle?
Perché…diceva quelle cose?
Possibile che si fosse sbagliata e che Damon fosse ancora convinto che voleva una vita diversa? Con Elena magari?
“C-che…che stai dicendo…?” - balbettò, confusa e terrorizzata.
“Bonnie, non è come pensi, sul serio! Sto solo dicendo che…pensaci….se Nicole sconfigge Astaroth allora tutto ciò che lui ha fatto verrà annullato così come tutte le conseguenze dirette delle sue azioni, giusto?” - fece Damon.
Bonnie prese un respiro e cerò di seguirlo nel suo ragionamento.
“S-si…certo, è giusto! E’ grazie a questo che se Astaroth muore tutti i nostri amici torneranno in vita perché è stato lui ad ucciderli e se lui muore, dato che è unico nel Tempo, allora sarà come se non fosse mai esistito…” - rispose, ricordando tutto ciò che Damon e Nicole si erano detti quel giorno e anche ciò che Matt le aveva confidato nei giorno passati.
“Ecco! E adesso rispondi a questo: se Astaroth non fosse esistito allora Nicole e Lilian che motivo avrebbero avuto per venire nel passato e poi trascinare noi nel futuro?” - le chiese Damon, portando alla luce, per la prima volta, qualcosa a cui Bonnie non aveva mai pensato veramente, qualcosa che nessun altro le aveva mai detto.
“Aspetta! Tu stai dicendo…” - disse.
“Si! Nicole e Lilian sono venute nel passato per seguire Astaroth e riuscire a fermarlo! Era quello il loro scopo! Quindi anche noi le abbiamo conosciute soltanto a causa di Astaroth, come…conseguenza del viaggio temporale fatto da Astaroth! Ma se Astaroth non fosse esistito allora Nicole e Lilian non sarebbero mai venute nel passato perché non ne avrebbero avuto motivo e quindi noi non saremmo mai venuti nel futuro e avremmo continuato la nostra vita normalmente!” - spiegò Damon.
“E se adesso Nicole riesce ad uccidere Astaroth allora sarà davvero come se lui non fosse mai esistito e allora la storia si riscriverà, la nostra storia si riscriverà e anche quella di Nicole e di Lilian che senza un Astaroth a tentare di ucciderci non verranno mai nel passato e noi non le conosceremmo mai! Ma questo significa che…” - ragionò Bonnie.
“Dimenticheremo tutto! Nel momento in cui Astaroth morirà, tutta la nostra recente storia cambierà del tutto e noi dimenticheremo di aver viaggiato nel futuro, dimenticheremo di avere incontrato gli altri noi stessi, dimenticheremo Nicole Lilian ed Owen…dimenticheremo tutto! Sarà come se anche questi ultimi avvenimenti delle nostre vite non fossero mai esistiti!” - concluse Damon.
Bonnie si sentì cedere.

Da due anni ormai viveva stabilmente a Fell’s Church e gli scontri con Nicole erano stati all’ordine del giorno.
Che fossero scontri fisici o verbali non aveva importanza, importava solo che ci fossero, che avvenissero, quasi come un monito silenzioso di ciò che un giorno li avrebbe attesi al varco oscuro che avrebbe fatto la differenza tra la vita e la morte per uno solo tra loro due o magari per entrambi. E adesso che quel giorno era arrivato l’unica cosa certa anche per Astaroth era che ad uscire da quella stanza vivo sarebbe stato uno solo tra lui e Nicole, uno solo con le mani sporche del sangue dell’altro.
Si stava battendo perché quell’ uno solo fosse lui, ovviamente.
Poteva sembrare uno scontro come gli altri, uno dei tanti in cui si erano spesso cimentati, ma per l’apparenza era facile ingannare.
Le volte precedenti in cui si erano scagliati l’uno contro l’altra erano soltanto servite a testare il terreno, a verificare fin dove l’altro fosse capace di spingersi con la sua forza e il suo Potere, un allenamento, una prova generale in vista dell’unico scontro che avesse davvero valore cioè quello che stavano affrontando adesso.
Sia lui che Nicole tenevano alte le barriere che difendevano i loro pensieri dall’intrusione dell’avversario.
Sia lui che Nicole facevano ricorso a pratiche magiche che si erano ben guardati dall’usare fino a quel momento.
Sia lui che Nicole si buttavano nel corpo a corpo senza riguardo e senza rispetto per la persona che avevano di fronte.
Sia lui che Nicole stavano facendo fatica!
Astaroth non si era mai aspettato nulla di diverso, ma - pensandoci - si sentiva quasi triste nel sapere che entro la fine di quella giornata Nicole sarebbe morta.
Se si fossero trovati in un’altra situazione l’avrebbe lasciata addirittura vivere, ma ormai….
Troppe cose erano successe, troppe cose erano state dette e fatte perché persino lui potesse trovare una soluzione diversa per uscire da quella situazione che non fosse la morte della ragazza che aveva di fronte.
Una lunga lingua di fuoco partì dal suolo sui cui teneva poggiati i piedi e lo avvolse completamente prima di intrecciarsi alla sua mano. Con un colpo deciso del polso Astaroth la scagliò contro Nicole come se fosse una frusta, ma la ragazza si tirò prontamente indietro. Quando Astaroth fece per tornare a colpire ancora e ancora, Nicole con un salto fu costretta ad issarsi sulle pareti della stanza, a correre su esse per tre passi, prima di riuscire a farsi forza e a spiccare il volo con un doppio salto mortale che la portò a poco meno di un metro da lui.
Si fronteggiarono.
Occhi negli occhi, il respiro affannato e i vestiti luridi, continuarono a fissarsi cercando entrambi di capire le prossime mosse dell’altro e, allo stesso tempo, di elaborare una propria strategia che non fosse prevedibile.
Questa volta Nicole fu la prima ad attaccare.
Una sequela di calci e pugni che non aveva nessuno schema e nessun senso si abbattè su Astaroth che alla fine fu costretto a farsi scudo tramite una delle sue barriere difensive pur di sottrarsi all’attacco.
Nicole non cedette.
Un vortice d’acqua scaturì dalle sue mani e lo scagliò contro Astaroth che, per un momento, ne restò sopraffatto. Nicole ne approfittò per arrivargli addosso, voltarlo bruscamente di spalle e colpirlo agli stinchi, costringendolo in ginocchio. Gli afferrò le braccia e gliele tirò indietro, puntandogli un piede a metà della schiena e spingendo, spingendo fino a che Astaroth non fu costretto a digrignare i denti per lo sforzo a cui stava sottoponendo i suoi muscoli pur di resistere.
Liberò una mano dalla presa di Nicole e le afferrò un braccio, facendo pressione per ustionarglielo. Nicole emise un gemito di dolore, ma non perse di lucidità e, prima che Astaroth riuscisse a liberarsi del tutto, gli afferrò la testa con una mano sola e gliela spinse di lato, esponendogli il collo e trapassandolo con i canini. Non bevve una sola goccia del suo sangue nero e amaro, ma affondò abbastanza in profondità e con così volutamente poco accortezza da riuscire a provocargli una ferita larga di carne maciullata e sangue.
Astaroth si ritirò di scatto giusto in tempo per riuscire a voltarsi e vederla mentre si puliva con una mano la macchia nera del suo sangue dalle labbra arcuate in un sorriso di sfida.
Nessuno mai aveva osato infliggergli un affronto simile.
I vampiri….
Erano tutti così….rozzi, creature inferiori e privi di qualsiasi diritto ed eleganza.
Il fatto che Nicole fosse per metà una creatura di così bassa lega e che glielo avesse ricordato in un modo così efficace sì, ma anche così irritante lo stava lentamente facendo perdere la testa.
In un moto di rabbia, le si scagliò contro con un ringhio. Nicole non riuscì neppure a capire dove fosse finito che si ritrovò la mano di Astaroth su una spalla - la stessa che precedentemente si era contusa - che stringeva e stringeva causandole un dolore che la fece tremare da capo a piedi prima che il demone la scagliasse lontano, alzandola di peso e buttandola a ridosso della colonna che svettava ancora in tutta la sua imponenza al centro esatto della sala.
Mentre Nicole era ancora troppo presa ad atterrare pesantemente al suolo e a rimettersi in piedi, Astaroth scattò ancora, ma questa volta il suo obiettivo fu un altro. Sia il vampiro che la strega erano troppo impegnati a seguire le sorti della loro futura figlia per riuscire ad accorgersi di lui in tempo utile da evitargli di afferrare una mano della strega e strattonarla fino a lui, tenendola bloccata con entrambe le braccia strette in una morsa micidiale dietro la schiena, premuta sul petto di Astaroth.
“Allora Nicole….com’è che dicevi? All’ultimo sangue? Adesso è la resa dei conti o roba simile?” - fece Astaroth - “Hai ragione! Adesso è la resa dei conti, ma per me, mia cara! Tu non uscirai viva da qui perché in un modo o nell’altro io ti ucciderò!” - e dicendo questo la presa su Bonnie si fece più forte tanto da portare la strega a gridare nonostante fino a quel momento si fosse morsa un labbro talmente forte da ferirselo piuttosto che mostrasi debole e sottomessa.
“Non ucciderai lei per poter uccidere me! Forse l’avresti fatto un po’ di tempo fa, ma non adesso, non dopo tutto quello che è successo, dopo tutto quello che ti ho fatto e soprattutto dopo che sono stata talmente sfrontata e selvaggia da morderti!” - ribattè sicura Nicole, immobile nella sua posizione, ma attenta.
“Selvaggia! Che termine poetico…forse fin troppo! Spero almeno che il mio sangue ti sia andato di traverso!” - fece Astaroth.
“Sono stata attenta!” - rispose Nicole.
“Davvero? Adesso lo vedremo…” - si ritrovò a dire con un sorriso fin troppo marcato sul viso crudele.
Il sangue di un demone non era come il sangue di una qualsiasi altra creatura.
Era male pure, liquido e viscoso. Era potente ed era legato inesorabilmente al demone stesso anche se ormai era fuori dal suo corpo.
Sapeva che Nicole non aveva bevuto niente da lui, ma dubitava che anche soltanto una piccola goccia del fiume nero che lo attraversava non le fosse entrata in circolo.
Ci provò. Tentare non gli costava niente.
Fissò i suoi occhi su Nicole e recitò un’antica cantilena il cui scopo e significato era, più o meno, quello di richiamare a se ogni parte del suo essere. Di solito questo potente incanto veniva usato dai demoni in fin di vita che cercavano di riprendere il controllo sul proprio corpo pur di riuscire a tenere duro fino all’arrivo dei rinforzi o di riuscire a racimolare abbastanza forze per un ultimo attacco, ma quello stesso incanto, come per qualsiasi altro tipo di magia, aveva mille sfaccettature, mille modi di essere usato.
Astaroth conosceva i più subdoli, alcuni li aveva inventati lui stesso.
Richiamare a se ogni parte di se stesso voleva dire anche - nel suo caso -  richiamare a se ogni goccia di sangue persa e se, per sua somma fortuna, anche una sola goccia era riuscita a scendere lungo la gola di Nicole fondendosi a lei allora ciò significava che nel momento in cui quella singola goccia di sangue si fosse spinta di nuovo verso Astaroth riconoscendolo come suo unico padrone allora avrebbe preso il controllo del corpo stesso di Nicole, spingendola a fare qualsiasi cosa Astaroth le ordinasse.
Ripensandoci bene, nonostante si sentisse oltraggiato e violato, Nicole non gli aveva fatto nient’altro che un favore mordendolo.
Astaroth aprì la sua mente e provò a lanciare un piccolo segnale, un impulso telepatico a cui, con gran divertimento, ricevette risposta immediata.
Cominciò a ridere, gettando la testa all’indietro senza riuscire a trattenersi.
Nicole serrò la mascella e si stranì non poco per quella sua reazione.
“Forse non sei stata così attenta come credevi, Nicole!” - le disse Astaroth.
Nicole cercò di parlare, ma dovette accontentarsi di mostrare soltanto la sua migliore espressione confusa con tanto di fronte corrugata perché all’improvviso le sue mani si tesero sotto il controllo di Astaroth e il suo corpo di fece avanti.
“Che mi sta succedendo? Cosa mi hai fatto? E’ sleale, Astaroth!” - tentò la ragazza.
Astaroth riprese a ridere.
“Ma non te l’ho fatto io! Te lo sei fatta da sola quando ti è saltato in mente di mordermi! Mai sentito parlare degli effetti collaterali di un morso dato ad un demone, soprattutto se il demone - francamente parlando - è il migliore? E poi…sai com’è?…A mali estremi, estremi rimedi, no?” - la schernì.
Nella sua mente, Astaroth visualizzò Nicole che continuava a camminare verso di lui.
Allentò la presa su Bonnie e la spinse leggermente in avanti verso le mani aperte di Nicole che, pochi istanti dopo e dietro suo suggerimento, si serrarono sul collo della strega.
Nicole strabuzzò gli occhi e Bonnie cominciò a piangere.
Una scena così tragica….
Alle sue spalle, il vampiro abbandonò la sua aria da falso impassibile e gli arrivò alle spalle. Astaroth si voltò appena e gli afferrò il collo con una mano, sollevandolo dal pavimento e scagliandolo il più possibile lontano da lui: per quel giorno ne aveva avuto abbastanza di vampiri e simili.
Nel frattempo Nicole stringeva e la pelle di Bonnie già candida di suo cominciava ad assumere dei toni che variavano dal rosso al viola per la mancanza di ossigeno.
Astaroth trovava tutto ciò parecchio affascinante, ma come aveva ben detto Nicole poco prima lui voleva ucciderla con le sue stesse mani, neppure vederla praticamente suicidarsi gli dava quel senso di esaltazione che desiderava provare.
Ritirò la sua presa sulla ragazza che, istantaneamente, mollò il collo della strega e si piegò in due in preda a forti spasmi e conati di vomito che imbrattarono il pavimento.
Astaroth arcuò un sopracciglio: a quanto pare Nicole quel giorno aveva deciso di mettere su una vera e propria fiera della maleducazione.
Stava per rimproverarla ma si trattenne quando lei alzò gli occhi, lucidi di pianto per fissarlo.
“Stavo per uccidere la mia stessa madre a causa tua!” - lo accusò.
Astaroth fece un passo avanti, sorridendo e scuotendo la testa in risposta a tanta ingenuità.
Davvero credeva che ciò di cui lo accusava per lui era un problema?
Arrivò dalla strega e le strattonò un braccio, spingendola all’indietro e restando a guardare mentre il vampiro si riprendeva dall’attacco subito e si precipitava a soccorrerla, poi si voltò verso Nicole e le mise appena due dita sotto il mento, costringendola a guardarlo.
“Io ti ho in pugno Nicole! Ho ucciso tutti coloro a cui tenevi, stavo per farti uccidere tua madre condannando te all’inesistenza senza neppure muovere un dito, ritorcendoti contro ciò che tu stessa hai fatto. Tutto questo non ti fa pensare? Non ti fa ragionare sul fatto che è…inutile stare qui a combattere? Che una volta fatti i conti io sono e resto di fatto il più forte tra noi due?” - le sibilò.
Nicole gli schiaffeggiò la mano per scostargliela dal suo viso e si tirò di nuovo in piedi, tenendo i pugni serrati e deglutendo per lo sforzo immane che stava facendo per non esplodere del tutto e dare di matto.
“No, Astaroth! Tutto questo….mi spinge soltanto ad odiarti di più! E se è all’odio che mi devo rifare pur di riuscire a batterti, allora così sia! Non mi arrenderò mai!” - gli risposte e, detto ciò, lo scontro riprese più arduo di prima.

Le parole di Nicole riecheggiavano ancora per la sala quando lei ed Astaroth ripresero ad attaccarsi a vicenda senza esclusione i colpi.
Damon non sapeva se sentirsi fiero di lei oppure no.
Lasciarsi guidare dall’odio….
Lui l’aveva fatto spesso. Per la sua intera vita si era soltanto lasciato trasportare dall’odio prima verso suo padre, poi verso Stefan, poi verso il mondo intero e chiunque altro gli capitasse a tiro. A volte anche il suo riflesso allo specchio era stato fonte d’odio per lui e carburante malsano per andare avanti.
Purtroppo però, solo molto tardi si era reso conto che l’odio non era la migliore delle compagnie nella vita, solo quando ormai era sul punto di non avere più nulla l’aveva capito, solo quando aveva aperto gli occhi e gli era parso chiaro che le sua non era più “vita” nel vero senso del termine, ma assomigliava più ad un galleggiare nel mare del rimpianto lasciandosi trasportare e tentando di copiare ciò che per gli altri era vita vera.
Chi era colui a cui si era rifatto maggiormente per tentare di emularne la vita? Stefan, ovviamente!
L’aveva seguito in lungo e in largo, si era trasferito a Fell’s Church solo perché l’aveva fatto anche il suo fratellino, se ne era andato con Stefan e ci era poi tornato sempre al seguito di Stefan. Si era introdotto a forza nelle vite di Mutt, Meredith e Bonnie perché loro erano amici di Stefan ed era diventato una terrificante ossessione per Elena perché di lei era innamorato Stefan.
Questo, fino al giorno in cui era cambiato tutto e Nicole e Lilian avevano fatto irruzione nella loro vita. Nel lasso di tempo che era seguito Damon aveva imparato a capire che l’unico prototipo di vita non era quello che aveva Stefan e che persino lui, mettendo da parte tutto quell’odio che ormai covava senza una ragione valida, poteva riuscire a crearsene una sua di vita, una vita diversa da quella che aveva sempre vissuto si, ma che forse era in grado di renderlo stabile e felice.
Ma tutto questo, appunto, poteva averlo….mettendo l’odio da parte.
A volte l’odio era utile, soprattutto quando avevi bisogno di mettere insieme le forze e non avevi più nulla a cui aggrapparti, ma a lungo andare diventava soltanto un ingombro, un peso che non ti avrebbe più lasciato andare, un’agonia talmente subdola che non ti accorgevi neppure di stare lì a subirla e lui non voleva che questo succedesse a Nicole perché, per quanto forte lei potesse essere, aveva anche dimostrato di assomigliargli troppo per non spingerlo a credere che si, ci sarebbe cascata nella trappola che il suo stesso odio le avrebbe teso.
Se voleva davvero sconfiggere Astaroth ed essere felice in seguito allora doveva farlo trovando un altro metodo, qualcosa di altrettanto forte, ma diverso, qualcosa che non avrebbe pregiudicato per sempre la sua vita da lì in avanti.
Ma come poteva fare a dirglielo? A parlarle di quella sua preoccupazione?
Sperò che lo capisse, che ci riuscisse da sola in molto meno tempo rispetto a quanto ce ne aveva messo lui.
“D-Damon…” - una mano di Bonnie si serrò sul suo braccio, lo stesso che la teneva.
Lui si voltò a guardarla mentre riapriva gli occhi dopo i pochi attimi in cui aveva perso i sensi per via di ciò che le era successo.
Damon si sentiva in colpa.
Nonostante avesse provato a reagire, Astaroth l’aveva sbattuto via senza il minimo sforzo continuando a tenere Bonnie prigioniera.
In quegli istanti era riuscito a capire ciò che l’altro Damon aveva provato giorno dopo giorno per via del fatto che l’altra Bonnie era stata rapita dal Figlio del Fuoco e non era stato carino per niente.
Strinse Bonnie a se mentre l’aiutava a rimettersi seduta sull’angolo di pavimento in cui erano entrambi. Lei si lasciò abbracciare mentre ancora si sfiorava delicatamente il collo cercando di fare grandi respiri profondi.
“Come sta Nicole?” - gli chiese Bonnie, sommessamente.
“Combatte…” - rispose lui.
Cos’altro avrebbe potuto dirle?
Bonnie annuì ancora stretta nel suo abbraccio, con la testa appoggiata sul suo petto e gli occhi rivolti di nuovo allo scontro.
Piangeva. Damon riusciva a sentirla così come sapeva che quelle lacrime non erano dovute a ciò che era successo a lei in prima persona, ma a ciò che Nicole aveva dovuto subire in quei momenti e a ciò che era ancora costretta ad affrontare.
Inoltre il breve discorso che avevano fatto poco prima aleggiava ancora silenziosamente tra loro due e pesava, eccome se pesava.
Pesava su Bonnie e pesava su Damon, soprattutto su Damon perché per lui non ricordare tutto ciò che era successo in quel viaggio era mille volte più spaventoso che per gli altri.
Tutti loro, inclusa la streghetta, avrebbero soltanto dimenticato un periodo di tempo in cui si, forse c’era stato qualche misero cambiamento nel loro modo di vedere le cose, ma nulla di troppo drastico o che, comunque, non avrebbero potuto recuperare.
Per lui era diverso. In lui il cambiamento era stato davvero drastico. In quei giorni nel futuro aveva imparato non solo a vedere gli altri sotto una nuova luce, ma aveva in particolar modo imparato a vedere se stesso sotto una nuova luce e ci era riuscito perché….aveva visto il risultato di quel cambiamento, nella fattispecie aveva conosciuto e parlato con Nicole, l’altro Damon e l’altra Bonnie, era stato aiutato nel cambiamento, quasi trascinato di peso attraverso il cambiamento e dubitava seriamente che sarebbe arrivato allo stesso risultato senza quel particolare e atipico aiuto.
Ma non era tutto.
Bonnie pensava a Nicole e al fatto di perdere ogni memoria di lei e Damon pensava alla stessa cosa: anche lui aveva paura di perderla.
Bonnie si aggrappò con tutta la sua forza a lui nel momento in cui tutto intorno a loro cominciò a tremare. La sequela infinita di colpi, magici e non, che Astaroth e Nicole si infliggevano a vicenda si era arrestava per un attimo e il demone aveva levato un grido verso l’altro, focalizzando la sua attenzione sulle travi di legno grezzo che svettavano a circa cinque metri d’altezza, le travi infuocate su cui Lilian aveva combattuto e che di lì a poco, all’ennesimo richiamo del demone, si staccarono dai ganci che le tenevano stabili e legate alle pareti e precipitarono giù ad una velocità inaudita, andando a schiantarsi tutte sul piccolo spazio che Nicole stava occupando e da cui stava cercando di scappare senza riuscirci.
La ragazza finì sepolta viva sotto metri di legno.
Damon spalancò gli occhi e cercò di ricordare se qualcuno gli avesse mai detto se tra i modi per uccidere un ibrido come Nicole o come Lilian ci fosse anche quello convenzionale per uccidere dei vampiri qualsiasi cioè un pezzo di legno infilato dritto nel cuore, ma non riuscì a riportare nulla alla mente.
I secondi passavano e Nicole non accennava a liberarsi dal peso di quelle travi e a mostrasi di nuovo.
La polvere che si era sollevata tornò a depositarsi sul pavimento e di Nicole non c’era ancora traccia.
Possibile che fosse finito tutto così? In uno sbuffo di ragnatele sollevate?
Possibile che lui, Bonnie, loro…l’avessero persa così?
“Damon….che succede? Perché non lancia quella roba via da lei e si rimette in piedi?” - la domanda di Bonnie arrivò alle sue orecchie carica di angoscia, ma portò nella sua mente anche la luce di una rivelazione nuova a cui prima non era arrivato.
Abbassò il suo sguardo su Bonnie e le accarezzò il viso, facendo si che lei muovesse il capo quel tanto che bastava da portare i loro occhi a scontrasi e allora capì: non avrebbe perso Nicole e non avrebbe perso Bonnie perché…non voleva.
Ricordò i giorni prima del loro viaggio nel futuro e riportò alla mente tutti gli sforzi che faceva per tenere lontano dalla sua attenzione la consapevolezza che la streghetta fosse da sempre innamorata di lui e allora comprese anche perché Nicole l’avesse sempre definito un’idiota e trattato con così tanto astio. Perché tutto, fin dall’inizio, era sempre e solo dipeso da lui.
Bonnie l’aveva sempre ed inspiegabilmente amato quindi l’unico che davvero poteva mettere a rischio l’esistenza di Nicole era lui, lui con i suoi tentennamenti e si, le sue paure. Ma adesso che aveva realizzato che l’ultima cosa che voleva era separarsi da Bonnie e perdere Nicole allora…allora non ci sarebbe più stato nulla e nessuno in grado di indebolire lui, indebolire la sua streghetta o indebolire la loro unica e straordinaria figlia.
“Damon che…?” - tentò di dire Bonnie, ma lui non le permise di parlare.
Scosse la testa, le sorrise e annullò del tutto la distanza che separava le loro labbra. Bonnie si irrigidì all’inizio, ma Damon sorrise ancora contro le sue labbra e serrò la presa sulla sua vita, portandole dietro la nuca la mano con la quale le stava accarezzando il viso, immergendo le dita tra i suoi boccoli rossi e delicati.
Bonnie si abbandonò a lui con un gemito, aggrappandosi alle sue spalle e donandogli tutto ciò che aveva da dare.
In quel momento, l’ incantesimo che Astaroth aveva fatto per limitare i poteri mentali di Damon si frantumò nel momento esatto in cui la connessione telepatica sempre presente tra lui e Bonnie esplose nelle loro menti, avvicinandoli come non aveva mai fatto prima.
Il vampiro e la strega scomparvero.
Damon conobbe Bonnie e Bonnie conobbe Damon.
A qualche metro di distanza, le travi ammassate sul corpo di Nicole si mossero e poi volarono via con una violenza tale che, sbattendo contro le pareti della sala, si disintegrarono, lasciando la ragazza libera e di nuovo nel pieno delle sue forze.

C’erano poche cose in cui effettivamente Nicole era brava. Nonostante tutto era ancora soltanto una ragazza di appena vent’anni e forse Lilian aveva ragione a rimproverarle in continuazione il fatto di essersi sempre preoccupata troppo di tutto senza mai godersi la sua età e, anzi...lasciandola correre via da lei soltanto per la convinzione che l’eternità sarebbe stata ad aspettarla, rimanendo dalla sua parte sempre e comunque.
In quante cose si era sbagliata se ne rendeva conto soltanto adesso…
Si era persa tutto, concentrandosi solo sull’allenamento, sulle sfide, sulle lotte. I combattimenti, era quella la cosa in cui Nicole era in assoluto la migliore.
Per bravura era riuscita a superare suo zio e addirittura suo padre, per non parlare dell’infinito numero di “nemici” che sin da ragazzina aveva tenuto lontano da Fell’s Church.
Di difendere la città ne aveva fatto la sua missione, la sua unica ragione di vita, ma ora che quella vita era realmente appesa ad un filo mentre combatteva in fondo l’unica grande battaglia per la quale si era preparata per anni e che valesse davvero la pena combattere, si guardava indietro e capiva che gli anni passati per lei si erano lentamente trasformati in un accumulo di rimpianti ed esperienze mai vissute.
La sua facciata da ragazza tosta ed indipendente l’aveva sempre protetta dalla realtà effettiva dei fatti e la sua costante propensione nel voler proteggere Lilian l’aveva fatta vivere nell’illusione che, tra le due, fosse lei l’insegnante e Lilian l’allieva quando invece se avesse fatto più attenzione si sarebbe resa conto che anche lei aveva molto da imparare da quella sua cugina così sensibile e appassionata di cose comuni.
Sperava di rincontrarla e convincerla ad occuparsi di lei e della sua inesperienza alle faccende del mondo al di fuori del soprannaturale, per questo combatteva.
Sperava di rivedere i suoi genitori e ringraziarli per averla amata così come avevano fatto.
Sperava di rincontrare Matt e potergli dire quanto le fosse stato d’aiuto.
Sperava di rivedere i suoi zii, in particolare sua zia Elena e magari darle quell’abbraccio che non le aveva mai dato.
In quell’attimo Nicole si rese conto che poco prima aveva mentito ad Astaroth….per la prima volta da quando lo conosceva.
Gli aveva detto che si sarebbe rifatta all'odio che covava nel cuore per riuscire a batterlo, ma aveva appena realizzato che di odio lei non ne aveva. Ripensava a tutte le persone che aveva perso quel giorno e alla possibilità di riaverle indietro e provava solo amore e forse era da quel sentimento che doveva trarre la forza necessaria per battere il demone.
Bonnie e Damon gliene avevano appena dato una prova, dopotutto…
Sotto quelle travi si era sentita in trappola, sul punto di cedere e di gettare la spugna, debole e irrequieta, ma loro le avevano donato coraggio e forza e l’avevano fatto senza chissà che discorsi o chissà che potenti incantesimi, solo tramite l’amore.
Ironico che stesse pensando seriamente di far fuori Astaroth riversandogli addosso tutto l’amore che provava!
Eppure in quel momento sentiva che era quella la cosa giusta, si sentiva rinata a pronta all’atto finale, qualsiasi cosa esso avrebbe comportato.
Astaroth le si scagliò nuovamente contro reggendo una spada fatta di puro fuoco.
Nicole si preparò a riceverlo e deviò ogni suo affondo tenendo tra le mani un unico fulmine di elettricità azzurra.
Diede tutta se stessa, tenendo gli occhi fissi in quelli del demone e tentando di prevedere ogni sua mossa.
Nel frattempo, lo sentiva….
Sentiva chiaramente l’atmosfera caricarsi di Potere pronto ad esplodere e il terreno sotto i loro piedi cominciare a tremare.
Ogni volta che lei in passato si era ritrovata a chiedere come avrebbe fatto a capire la differenza tra uno scontro qualsiasi tra lei ed Astaroth e LO scontro, Matt le aveva sempre risposto che lo avrebbe capito da sola, che avrebbero percepito entrambi una convinzione tale da parte dell’altro che persino ciò che avevano intorno ne avrebbe risentito perché due potenze come la sua e quella del Figlio del Fuoco che si scontravano in una battaglia all’ultimo sangue avrebbero suscitato sicuramente delle reazioni, reazioni negli essere oscuri e malvagi che sarebbero accorsi ad appoggiare Astaroth e reazioni positive negli esseri fatti di bene e luce che sarebbe stati invece dalla sua parte.
Nicole l’aveva sempre reputata una visione un po’ troppo romanzata e forse mistica di ciò che sarebbe accaduto, ma in quel momento si rese conto che Matt aveva sempre parlato con cognizione di causa ed obiettività, affidandosi alla ragione e ai fatti, senza inventarsi stupide favole per farle credere di stare andando incontro ad un meraviglioso quanto atroce destino.
Non era colpa di Matt se quello era il tipo di destino che effettivamente le era stato riservato.
E fu lì che si rese conto di aver sempre sottovalutato anche le idee di Astaroth.
Lui l’aveva affrontata sin dall’inizio ribadendole che loro due erano le facce opposte di una stessa medaglia, che lei era l’unica in grado di competere con lui così come lui era l’unico in grado di competere con lei, che loro rappresentavano il bene e il male in lotta per l’ennesima volta sotto spoglie diverse.
Non crederci era stato facile, ma adesso quelle idee si stavano facendo largo lentamente nella sua testa mostrandole la cruda realtà per quello che era.
Si voltò un attimo solo verso Damon e Bonnie.
Loro due se ne stavano lì, abbracciati a guardarla con una strana consapevolezza negli occhi che Nicole non riusciva a decifrare del tutto.
Si sentì quasi in dovere di ricambiare i loro sguardi con uno che esprimeva tutta la sua determinazione ad affrontare finalmente quel momento, come a volerli rassicurare della sua scelta e forse era proprio così, era ciò che le figlie facevano con i propri genitori.
Lei ed Astaroth si bloccarono a metà della sala, spada contro spada, occhi negli occhi.
“E’ il momento…” - fece il demone.
Nicole annuì e insieme scattarono all’indietro, mettendo una notevole distanza tra loro, ma restando comunque sulla stessa linea d’aria.
Nicole sospirò e rivolse le mani al suolo, chiudendo gli occhi e seguendo soltanto l’istinto.
Sentiva delle voci nella sua testa e dei sussurri arrivarle alle orecchie. Sentiva le carezze del vento placido sulla pelle e sentiva il colore e l’energia infusale nel corpo dai raggi di sole che erano riusciti a farsi strada fino a lei attraverso l’oscurità di quel Castello. Avvertiva le anime degli animali accorsi nel bosco all’esterno, avvertiva il bisbiglio dell’acqua e, per ultimo, le sembrò di percepire un bacio lieve su una guancia e una carezza tra i capelli.
Immaginò che fosse Lilian, la sua anima, tornata per darle forza.
Immaginò che fossero suo padre e sua madre, venuti a dimostrarle ancora una volta il loro appoggio.
Immaginò che fosse Meredith a trasmetterle l’autocontrollo necessario a non crollare.
Immaginò che fossero suo zio Stefan e sua zia Elena accorsi a mostrarle quanto l’impegno e l’amore possono portare lontano.
Immaginò che fossero Alaric ed Owen a ribadirle quanto la sua cocciutaggine l’avrebbe aiutata ancora una volta.
Immaginò che fosse Matt a darle la saggezza necessaria a far confluire in lei tutta la valanga di sensazioni nuove e positive che il mondo intorno a lei si stava prodigando per trasmetterle.
Immaginò se stessa, a sei anni, mentre correva spensierata tra gli alberi dell’Old Wood e desiderò incontrare ancora quella bambina, correre con lei e dirle di non aver paura di ciò che l’aspettava perché avrebbe avuto sempre intorno a lei persone capaci di guidarla verso la scelta più giusta, persone che l'avrebbero protetta anche mentre era lei che proteggeva loro.
Il vento intorno a lei si levò e Nicole sorrise, aprendo le braccia e la sua mente lasciando che la Natura prendesse tutto da lei ed in cambio le restituisse altrettanto.
Una luce bianca ed accecante scaturì dalla sua stessa aura, da sotto la sua pelle, e l’avvolse completamente, creando una sfera pulsante che divenne parte di lei, seguendola mentre apriva gli occhi e avanzava verso Astaroth.
Quella sfera, quella forza, quel Potere…..quella era la sua arma, quella era tutto l’amore e tutta la bontà che aveva racchiuso da sempre in lei.
Astaroth fece altrettanto, avanzò verso di lei seguito da un’ombra nera e profonda, terrificante solo a guardarla, un’arma che era l’esatto opposto della sua e che rappresentava tutto il vero male di cui il demone era fatto e si era alimentato negli anni.
Nicole si sentiva leggera in quei momenti e quando le due energie - quella sua e quella di Astaroth - entrarono in collisione, ne scaturì una guerra estenuante tra bene e male.
L’ombra e la luce si rincorrevano, si cercavano, si allontanavano, si avvicinavano e si mischiavano, tuffandosi l’una nell’altra e lasciando lei e il Figlio del Fuoco senza fiato.
L’ombra aumentò di potenza all’improvviso, schiacciando la luce sotto il peso della sua crudeltà e Nicole si sentì morire lentamente.
Si portò una mano al petto, lì dove sentiva una fitta straziante, ma non si arrese.
Immaginò ancora i suoi genitori e Lilian, le uniche persone in grado di darle forza e allora si rimise in piedi e provò a spingere, ad avanzare.
Le voci di Damon e Bonnie arrivavano alle sue orecchie attutite dai sibili della battaglia in atto, ma erano pregne di così tanta preoccupazione per lei che Nicole interpretò anche quelle come un nuovo motivo per lottare, un qualcosa che la spingeva a continuare.
Avanzò ancora ed Astaroth con lei.
Si ritrovarono a meno di tre centimetri di distanza e fu lì che lei fece ciò che il demone non si sarebbe mai aspettato: si fece avanti e lo abbracciò mentre i suoi occhi si colmavano di lacrime.
“Non importa chi hai ucciso! Io ti perdono!” - gli sussurrò.
Intorno a lei tutto esplose quando la luce schiacciò l’ombra definitivamente.
Astaroth fece per allontanarsi, per tentare di riprendere il controllo delle cose, ma Nicole non glielo permise e lo strinsi ancora più forte, facendo ciò che si era prefissata: annientarlo con l’amore, mostrargli almeno quella realtà meravigliosa e priva di solitudine prima di vederlo sparire.
La luce aumentò  e Nicole chiuse gli occhi mentre Astaroth cominciava a gridare, di dolore, di sconfitta, prima che in un ultimo gemito sofferente il corpo del Figlio del Fuoco, il demone Unico nel Tempo, il demone che non era mai nato, ma sempre esistito si disintegrasse del tutto, trasformandosi nella stessa cenere in cui Astaroth aveva trasformato nei secoli ogni suo nemico, ogni anima buona che aveva tentato di fermarlo.
L’intero mondo venne sconvolto da un tremito che me minò le stesse fondamenta e tutto prese a girare.
La luce di Nicole non accennava a svanire, anzi…tutto intorno a lei cominciò a svanire in seguito alla morte del demone che aveva tenuto il Tempo stesso in ostaggio per millenni interi, tutto svaniva eccetto lei e la luce che formò un vortice, un ciclone di cambiamento di cui lei era l’epicentro, l’occhio immobile, il punto fisso.
Cosa sarebbe successo….non lo sapeva.
Vedeva la sua intera vita che le sfrecciava davanti, vedeva le cose mutare davanti ai suoi occhi, ma lei….lei non cambiava, lei rimaneva sempre le stessa e lei conservava ancora ogni ricordo di quella che era stata la realtà fino a che lei aveva compiuto il suo destino.
Si voltò a guardare Bonnie e Damon, ma anche loro erano svaniti, presi dalla magia del vortice, e allora Nicole sorrise, un sorriso colmo di serenità: forse tutto ciò che era successo avrebbe avuto delle conseguenze su di lei e lei sola, ma almeno aveva salvato davvero la sua intera famiglia e Fell’s Church.
Forse...il destino... non era il gran bastardo che aveva sempre creduto.








NOTE:
Ciao a tutte e buon giovedì sera!*_*
Vi dirò, stasera sono emozionata e anche parecchio in ansia nel postare questo capitolo.°°
Emozianata perchè....beh...per ovvie ragioni direi!XD Ormai siamo arrivati alla fine di questa storia! Giovedì prossimo posterò l'epilogo e poi metterò per l'ennesima volta la parola FINE ad una fanfiction a cui tengo molto e che ho scritto, diciamocelo, sia per me che per voi che mi sostenete tanto con le vostre stupende parole o anche solo leggendo.
Invece sono in ansia perchè, giuro, ho lavorato a questo capitolo fino a ieri notte e non mi convinceva per niente! Fin dall'inizio ho sempre voluto trovare un modo per portare Astaroth alla sua fine che fosse degno del personaggio che è e che ho creato nel mio immaginario. Inoltre volevo legarlo a Nicole anche nella morte....e oltre ( ma di questo parlerò nell'epilogoXD). Non so se ci sono riuscita, se ce l'ho fatta ad adempiere a questi miei due propositi senza scadere troppo nel banale e soprattutto riuscendo a decrivere bene l'intera scena! Spero di si, ma mi sa che adesso sta a voi giudicare!XD Io tengo le dita incrociate e comunque sapete che io sono sempre qui anche per qualsiasi dubbio o critica vogliate farmi ed espormi!
Le scene Donnie...ci sono state, visto? E ho voluto comunque far si che in qualche modo si ricollegassero direttamente al combattimento che spero di aver reso al meglio così come per i sentimenti dei personaggi, per questo ho pensato di diviere questo capitolo in 4 POV, uno a testa!*_*
Che altro dire....Ah si! Il discorso che fanno all'inizio Damon e Bonnie, il fatto che Nicole si accorga che tutto intorno a lei sta cambiando, ma nulla cambia per lei in prima persona, quello che vi ho detto prima del fatto che volevo che Astaroth fosse legato a Nicole nella morte ed oltre....queste sono tutte cose che spiegherò nell'epilogo di giovedì, quindi non preoccupatevi!
A proposito...l'epilogo sarà un luuuuungo POV Nicole perchè....beh, lo capirete perchè lei può essere sul serio l'unica in grado di mettere la parola fine alla storia.
Detto questo....ringrazio chiunque abbia letto e/o recensito lo scorso capitolo!
In occasione dell'epilogo ho deciso che non lascerò spoiler questo lunedì sul blog, quindi vi aspetto direttamente qui giovedì prossimo.
A giovedì...BACIONI...IOSNIO90!!!

   
 
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