Con rumore di carta stropicciata.

 

 

La prima volta che Mrs Hudson aveva portato delle uova di cioccolata in casa, John era rimasto a dir poco sconvolto alla scoperta che Sherlock ignorasse il fatto che queste venissero prodotte in pasticceria e non da una gallina di cioccolato.

Aveva successivamente scoperto che, quando era piccolo, Mycroft gli aveva raccontato una storia inverosimile secondo la quale al mondo esisteva una razza particolare di galline che era in grado di deporre uova di cioccolato.

Quando aveva cercato di spiegargli – con tutto il tatto possibile – che era impossibile che un uomo della sua età credesse ad una cosa del genere, la risposta era stata calma, pacata e concisa.

– Non vedo perché avrei dovuto documentarmi a tal proposito, John. Sapere che non esistono le galline di cioccolata mi serve forse per risolvere qualche indagine?

A quell'osservazione John non aveva saputo replicare ed era andato a riporre le uova in cucina, un po' intenerito dall'ingenuità di Sherlock che per alcune cose poteva essere anche un genio, ma per altre si dimostrava decisamente simile ad un bambino sprovveduto.

Col passare del tempo, John si era reso conto che regalare delle uova di Pasqua a Sherlock solo per il gusto di vedere i suoi occhi mentre le scartava per trovare la sorpresa era totalmente inutile.

In realtà, e questo non lo avrebbe mai confessato a nessuno, John adorava le sorprese, cretine per quanto potessero essere, e il fatto che Sherlock le prevedesse tutte, gli faceva saltare i nervi.

– Portachiavi... macchinina... agenda con la copertina glitterata. Che noia, questi regali sono idioti e sempre uguali.

Quando Sherlock faceva così, John era tentato di pubblicare un annuncio nel blog nel quale chiedeva a tutti gli ammiratori del suo amico, di mandare direttamente tavolette di cioccolato, visto che le uova non avevano nessuna attrattiva.

Eppure John non avrebbe mai pensato che, a distanza di soli due anni, la voce cantilenante di Sherlock che azzeccava il contenuto di ogni uovo, gli sarebbe mancata così tanto.

Non avrebbe mai creduto che il rumore della carta stropicciata non sarebbe bastato a coprire la mancanza di Sherlock così come copriva le sue osservazioni petulanti.

Non avrebbe mai pensato che quelle parole - Portachiavi... macchinina... agenda con la copertina glitterata. - avrebbe finito per sentirle solamente nella sua mente, convincendosi per un attimo che fossero reali.

E che poi, guardandosi attorno, avrebbe scoperto ancora una volta che, in quell'appartamento di Baker Street, era rimasto completamente solo senza nessuno ad indovinare il regalo contenuto nell'unico uovo di Pasqua che si era concesso quell'anno.

 

 

 

 

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È scientificamente provato: io e i contest non andiamo d'accordo .____. Mi blocco proprio, anche se il prompt mi ispira e ho il tempo che vorrei per produrre qualcosa di decente.

Questa schifezza storia partecipa all'iniziativa "Let's ship again" indetto da Genio del Male con il prompt del giovedì "Uova di cioccolata" e teoricamente dovrebbe essere slash, ma logicamente non lo è (o perlomeno, non lo è esplicitamente u___ù).

Spero che, nonostante tutto, non vi abbia fatto troppo ribrezzo.

Un bacio,

Aika.