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Autore: CASSYMIRTOLUNA    06/04/2012    1 recensioni
Kurt e Blaine non potrebbero essere più innamorati e felici e Blaine è determinato a mantenere le cose in questo modo anche a costo di tenere nascosto a Kurt una parte importante del suo passato
Ma quando alcune persone entreranno nel quadro e alcuni eventi inattesi si abbatteranno sulla coppa d'oro del McKinley Blaine capirà che il passato non può restare sepolto per sempre...
Attenti alla fluffosità della storia!Tanto angst ma anche TANTO comedy
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Sebastian Smythe, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Blaine non riusciva a ricordare di essere stato in un luogo che fosse più bello di quello.
Era steso a pancia in su sull’erba bassa e verde di un grande prato. L’ombra di una imponente  quercia lo colpiva nei punti giusti rendendo , insieme al soffio leggero di una brezza opportuna , più che sopportabili i raggi di un sole che splendeva sereno nel cielo azzurro e sgombro da nubi.Blaine inspirò l’aria con forza lasciando che il profumo di erba tagliata di fresco gli invadesse le narici.

“Non riesco a ricordare un momento in cui mi sia sentito meglio”

sussurrò voltandosi a guardare la figura del ragazzo steso accanto a lui.
Aveva le braccia piegate dietro la nuca e le lunghe gambe incrociate l’una sull’altra. La luce colpiva in maniera suggestiva la sua pelle bianca e candida come porcellana rendendola splendente anche più del solito.
Si voltò verso di lui aprendo gli occhi di un colore che Blaine non era ancora riuscito a descrivere in maniera appropriata; erano di quello strano blu che a Blaine richiamava alla mente il cielo estivo e limpido in quel particolare ed unico momento del giorno immediatamente successivo alla sera e subito prima della notte quando l’aria sembra intrappolare contemporaneamente la luce del tramonto, della luna e delle stelle. Quel blu affascinante era impreziosito da sfumature azzurre e verdi e da raggi dorati che decoravano il tutto come sottili fili d’oro.

“Ti amo così tanto, Kurt” disse Blaine girandosi su un fianco per guardarlo meglio

Kurt gli rivolse un sorriso assonnato prima di girarsi anche lui, imitando la posizione di Blaine. Alzò la mano bianca dalle lunghe dita affusolate allungandola verso di lui. Blaine chiuse gli occhi pregustando già il dolce tocco della sua mano morbida sul suo volto che però non venne.

“Mi dispiace ma non posso più farlo”

Blaine spalancò gli occhi. Kurt era seduto sull’erba e si fissava le mani con aria di sconfitta

“Cosa non puoi più fare?”

gli chiese Blaine alzandosi a sedere anche lui mentre una strana sensazione gli si accendeva nello stomaco

“Questo”

rispose Kurt  allungando di nuovo la mano per toccare la guancia di Blaine ma ancora una volta non lo fece.

“Non capisco”

disse Blaine confuso. La mano di Kurt fece un movimento come se stesse scendendo lungo il contorno del suo collo e poi lungo il braccio destro, fino al polso ma ancora senza toccarlo.

Poi Blaine capì.

Vedeva la mano di Kurt stretta intorno al suo polso ma non riusciva a sentirla

“Che significa? Che succede?”

chiese Blaine sentendo crescere l’agitazione dentro di lui. Kurt gli lasciò il polso e si alzò in piedi

“Che il nostro tempo è finito. Sapevi che sarebbe successo”

disse guardandosi i piedi.Blaine scattò in piedi a sua volta

“No, ti prego! Deve esserci un errore!”

disse Blaine cercando di afferrare il polso di Kurt per attirare la sua attenzione ma era la sensazione più strana del mondo cercare di toccare qualcosa che non puoi sentire. Vide la sua mano sfiorare per un attimo il polso di Kurt ma il ragazzo non sembrò accorgersene. Provò come la  sensazione che qualcosa di eccezionalmente prezioso gli fosse stato strappato via.

“Non può essere”

disse sfregandosi le mani al volto ormai ricoperto di lacrime di frustrazione.Kurt si voltò e gli rivolse uno sguardo triste

“Mi dispiace “ disse

In pochi secondi dense nuvole nere coprirono il cielo, gettando sulla radura una cupa ombra scura. L’aria sembrò farsi pesante e rarefatta rendendo difficile anche respirare. Un freddo gelido si arrampicò lungo la schiena di Blaine .
La pelle bianca di Kurt era l’unica cosa visibile nell’oscurità crescente, baluginava nel buio come riflettendo una luce inesistente.
Si fissarono nel buio per un lungo attimo. Blaine era impegnato in una silenziosa preghiera

Ti prego. Ti prego, non lasciarmi. 

Sentì nuove lacrime correre lungo le guance, avrebbe voluto chiudere lo spazio tra di loro, abbracciarlo e baciarlo e pregarlo di non andare via ma aveva paura. Paura del fatto che Kurt avrebbe potuto non sentire i suoi baci e le sue carezze e la sola idea faceva insopportabilmente male.
Le ombre cominciarono ad invadere quel poco che era visibile di Kurt, come se mani sporche di vernice nera gli stampassero sul volto e sul corpo delle impronte indelebili, come se la notte stesse mangiucchiando la sua sagoma confondendola  con tutto il resto.

“Mi dispiace”

ripeté Kurt ormai quasi del tutto inghiottito dall’oscurità

“No! NO!”

fu allora che Blaine trovò la forza per muoversi ma era troppo tardi. L’ultimo pezzo di Kurt sparì nella notte proprio mentre Blaine si lanciava su di lui. Atterrò sul terreno duro

“Nonono!”

disse tastando il terreno e poi l’aria dove un attimo prima c’era Kurt

“NO!NO! Nono lasciarmi! Ti prego, torna da me! KURT!KURT! Ridatemelo! KURT!”

Blaine si accasciò a terra piangendo in modo convulso. Il dolore sembrava dilaniarlo con la ferocia di una lama incandescente. Desiderò morire. Niente aveva più senso.

Qualcosa lo afferrò per le spalle e lo girò a pancia in su. La stessa forza prese a scuoterlo con vigore.

In un battito di ciglia tornò la luce.

In un altro apparve anche un volto.

Cooper.

Cooper che lo osservava con una espressione sconvolta.

Era un incubo. Solo un incubo. Uno stupido incubo… Di nuovo.

Cooper   lo strinse contro di sé lasciando che Blaine affondasse la testa sulla sua spalla.
Rimasero così per un po’, seduti contro la testiera del letto con Cooper che lo teneva abbracciato mentre gli accarezzava dolcemente la testa sussurrando di tanto in tanto parole di conforto.

“Questa volta mi dirai di che si tratta?”

chiese Cooper , dopo un tempo che sembrò infinto

“No”

disse Blaine staccandosi da lui

“Non me lo ricordo”

Cooper emise un sospiro frustrato mentre Blaine scendeva dal letto e si infilava nel suo bagno. Sentì i passi di Cooper che lo seguivano. Blaine guardò la sua immagine allo specchio. Aveva gli occhi rossi e il viso rigato dal fantasma delle sue lacrime. Aprì il rubinetto e usò il potere rinfrancante dell’acqua fresca come ulteriore rassicurazione del fatto che fosse sveglio. Che quello era un incubo.

Certo che è un incubo. Ti risulta che la notte vada in giro a mangiucchiare la gente?

“Dovrò dirlo a mamma”

disse Cooper. Blaine si immobilizzò e si voltò a guardare il fratello che stava appoggiato contro lo stipite della porta con le braccia conserte contro il torace

“No, Cooper. Senti mi dispiace di averti svegliato ma…”

“Zitto, Blaine. Lo sai che non è quello… Ma è la quarta volta che succede da quando sono tornato e onestamente ogni volta mi spaventi a morte. Chiederò alla mamma di prenderti un appuntamento con il dottor Bryson, magari…”

“No!” disse Blaine con fermezza, sentendo immediatamente crescere la rabbia dentro di lui

“Ma, Bi…” cominciò Cooper

“Non prenderò altri farmaci”

disse Blaine a denti stretti guardando Cooper con rabbia e stringendo i pugni contro i fianchi.

“Blaine, è giusto che lo sappiano anche i vecchi. Voglio dire…e se…”

“Ti prego, non dire niente a mamma”

lo interruppe con voce tremula mentre la rabbia si trasformava rapidamente in paura

“E’ solo stress, io…ti prego…Non è come l’ultima volta. Te lo giuro, Cooper, davvero”

Sentì gli occhi riempirsi di lacrime e abbassò lo sguardo sui suoi piedi. Era ormai più di un anno che aveva smesso con quella roba ed era stato l’anno più bello della sua vita. Non aveva alcuna intenzione di tornare indietro, al tempo in cui era stato solo l’ombra di sé stesso.
Non notò che Cooper gli si era fatto più vicino fino a che sentì le sue mani che gli stringevano delicatamente le spalle. Alzò lo sguardo per incrociare gli occhi azzurri di suo fratello maggiore.

“Ascolta, Bi. Facciamo un patto. Io non dico niente alla mamma ma domani prendiamo un appuntamento dal dottor Bryson. Per parlare “

aggiunse mentre Blaine apriva la bocca per ribattere

“Non ti può obbligare a prendere i farmaci ma almeno ci darà un parere e magari qualcosa per farti dormire…senza incubi. Perché sono solo gli incubi, vero? Non c’è altro…vero?”

Blaine sentì il petto riscaldarsi. Il suo rapporto con Cooper non era esattamente come quello dei fratelli Winchester di Supernatural soprattutto da quando lui  era partito per il collage molti anni prima e ormai tornava a casa di tanto in tanto e per brevi periodi, ma in momenti come quello apprezzava appieno la presenza di Cooper nella sua vita. La sua mente tornò a qualche anno prima. A quando era rimasto in ospedale per oltre due settimane dopo il pestaggio durante il suo primo anno di liceo e Cooper gli era rimasto perennemente accanto aspettando che Blaine si addormentasse prima di andare a casa per una doccia o qualche ora di sonno. A poco era servito che Blaine gli ricordasse più o meno continuamente che non stava per morire e non era necessario restasse al suo capezzale e sì, anche se era triste che i suoi genitori fossero tornati in Europa per i loro meeting d’affari appena due giorni dopo il suo ricovero, non era compito di Cooper prendere il loro posto. Cooper gli ordinava puntualmente di tacere mentre tirava fuori i loro vecchi giochi di infanzia per cominciare interminabili partite a scarabeo o a Monopoli che finivano inevitabilmente in una gara a chi imbrogliava con maggiore scaltrezza inventando parole o rubando soldi alla banca.
Una stretta gentile sulle spalle gli ricordò che Cooper aspettava ancora una risposta

“No” disse Blaine

“Non c’è altro” promise con sincerità

“Se ci dovesse essere altro me lo dirai?”

chiese Cooper, ancora fissandolo negli occhi come alla ricerca di rassicurazione.
Blaine annuì

“Quindi abbiamo un patto? Domani telefono a Bryson. E non dirò niente alla mamma…per ora.”

“Ok”

disse Blaine, provando un immenso moto di gratitudine verso il fratello.

“Ok”

sancì Cooper facendo scivolare via le mani dalle spalle di Blaine.
Blaine si schiarì la gola

“Senti, Coop…”

“Aww, lascia stare fratellino. Lo so che fai schifo a professare il tuoi sentimenti affettuosi nei miei confronti e io so come va a finire quando non sai come esprimerti a parole. E non mi pare il caso di mettere su uno spettacolo musicale alle” guardò l’orologio da polso
“quattro e trenta del mattino. Wow”

Solo allora Blaine notò che Cooper era completamente vestito

“Stavi uscendo?”

“Stavo rientrando, genio” rispose Cooper con uno sbadiglio sonoro


“Su, andiamo a dormire” disse uscendo dal bagno senza prima avergli rivolto un ultimo sguardo scrutinatore

Blaine controllò ancora la sua immagine allo specchio prima di seguirlo. Aveva un aspetto orribile. Non ricordava l’ultima volta che aveva dormito decentemente. Le immagini del sogno non volevano saperne di lasciarlo in pace.

“Incubi. Solo incubi” disse al suo riflesso prima di uscire dal bagno.

Trovò Cooper steso sul suo letto. Si era tolto gli stivali e aveva già gli occhi chiusi come a pretendere di essere addormentato da ore

“Cooper…” cominciò Blaine

“Dormiamo, ok?” tagliò corto Cooper senza aprire gli occhi

Blaine sospirò ma stava sorridendo quando si sdraiò accanto a Cooper e spense la lampada sul comodino non prima di aver accarezzato rapidamente la foto incorniciata di Kurt appoggiata lì accanto.

Ma Blaine non dormì più quella notte. Era troppo terrorizzato per farlo. Rimase sveglio ascoltando il respiro regolare di Cooper accanto a lui .
Kurt sarebbe venuto a prenderlo per andare a scuola insieme solo da lì a qualche ora. Si aggrappò a quella prospettiva rasserenante cercando di bloccare fuori dalla mente le immagini inopportunamente vivide del suo incubo.

Non ci riuscì. 
  
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