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Autore: None of me    06/04/2012    3 recensioni
Puro e sano femslash. Andrea e Silvia, e la loro storia senza definizioni. Spero vi piaccia, perchè ci ho messo l'anima, ed è anche una delle one-shot più lunghe che abbia mai scritto.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Andrea e Silvia'
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Andrea osserva il cielo azzurro sopra di loro, pur non perdendo mai di vista la sagoma di Silvia. Lei è seduta sul telo, e riflette staccando fili d'erba dal terreno. Andrea si prende un paio di secondi per pensare a quanto sia terribile quello che sta facendo e ai milioni – miliardi – di steli che ogni giorno vengono falcidiati da persone meditabonde, ma poi lascia perdere, perché deve tornare a concentrarsi su qualcosa di più importante: la voce di Silvia, che la richiama bruscamente.
Si è girata di tre quarti verso di lei, ma mantiene lo sguardo fisso a terra. Andrea vorrebbe imprecare per questo.
-Che cosa ne pensi?   
Già solo il fatto che lo chieda a lei dovrebbe rincuorarla. Non lo chiede mai a nessuno, e non si fida mai delle risposte che ottiene. Eccetto delle sue. Silvia segue tutto ciò che dice con una fede che spesso la sorprende. Nessuno ha mai valutato così tanto il suo parere.
-Riguardo Giacomo? Te l'ho già detto che a me non piace.
E come potrebbe piacerle? È il migliore amico di Silvia, suo ex fidanzato ed innamorato di lei da ormai due anni. Anche se sembra che, grazie a Dio, ora gli sia finalmente passata.
-Lo so benissimo, anche se non ho mai capito il perché.
-Non mi ispira fiducia.
E questa è la verità. Giacomo ha conosciuto Silvia durante un campo inglese e se ne è innamorato perdutamente. Come è possibile dichiararsi innamorati di qualcuno a quel modo dopo nemmeno due settimane di frequentazione? Ed è pure noioso. Deve essere uno di quelli che si innamora delle cause perse, solo per poter soffrire del non essere ricambiati.
Arrivata a questo punto Andrea devia il percorso mentale, conscia del rischio che corre nel parlare di amori non corrisposti. Poi ci ripensa, perché non è la stessa cosa. Lei conosce Silvia da quando aveva quattro anni e si è trasferita nel nuovo palazzo con i suoi, perché la casa di prima, con la nascita della  sorellina, si era fatta troppo piccola. La conosce da quando lei e sua madre si sono presentate davanti alla porta che recitava sul campanello “ famiglia Bianchi” per fare amicizia con i nuovi vicini.
Lei si è innamorata di Silvia dopo otto anni di frequentazione costante, che prevedono un pianerottolo in comune, ore di chiacchiere davanti alla porta, la stessa scuola, lo stesso autobus, la stessa classe e spesso lo stesso banco. Ora anche la stessa palestra. Lei se ne è innamorata conoscendo ogni sua espressione a memoria ed ogni suo stato d'animo alla perfezione. La ama perché parte imprescindibile di lei, e come non si potrebbe amare il proprio braccio?
-E invece Marco si?
-Assolutamente.
-E perché?
Perché con Marco, Silvia ha pomiciato e basta. Perché lui non l'ha mai contesa a livello emotivo, perché lui non vuole quel pezzo della sua anima a cui anelano Andrea e Giacomo.
-Perché non si è mai mostrato diverso da quello che è.



-Andrea, ma come fai?
-In che senso come faccio?
-A sopportarla. È indisponente e quasi sempre isterica. Come fai a non litigarci in continuazione?
-Io ci litigo in continuazione.
-Da fuori non sembra.
-Meglio così.
-Ma sul serio, come fai?
-Non faccio nulla. Silvia è fatta su misura per me. È  il mio esatto opposto. Non posso che litigarci e non posso che avere bisogno di mantenerla sempre al mio fianco.



Lucia se ne è appena andata e Andrea non riesce a contenersi per l'emozione. Stanno insieme! Le piace, le è sempre piaciuta e ora vuole stare con lei. E Andrea ora è fidanzata con la ragazza di venti anni più bella che abbia mai visto, ed il suo sogno d'amore è arrivato al coronamento. La prima cosa che fa è chiamare Silvia per dirglielo.



-Io non so che fare Giulia.
-In che senso?
-Tu lo sai vero che tu e Silvia siete le mie migliori amiche?
-Si certo, perché?
-...
-Andrea...?
-Niente Giulia, lascia stare. Ti voglio un bene dell'anima.
-Anche io Andrea, ma sei sicura che...?
-Si, non importa. Era una stupidaggine.



Andrea ogni volta che arriva l'estate – o anche solo viene superato il mese di Gennaio – si presenta davanti casa di Silvia in mutande. O almeno, questo è quello che sostiene Anna da secoli, e che da secoli la invita a non chiacchierare con lei sul pianerottolo – dove chiunque può, e la vede – con solo una magliettona del padre addosso. Andrea la ignora, perché i pantaloni in casa le hanno sempre dato un senso di scomodità ed è andata da Silvia anche in condizioni peggiori – mutande e reggiseno -  per poi rendersi conto troppo tardi che il salone era pieno dei parenti bacchettoni di Silvia o che in camera sua c'era l'insegnante di ripetizioni della sorella. Silvia ancora arrossisce al ricordo, Andrea tuttora sghignazza.
Le loro chiacchierate sono sempre lunghissime, e toccano qualsiasi argomento. Il loro posto preferito è davanti la porta di Silvia, tanto che Andrea ritiene che l'unica immagine di lei che le rimarrà impressa negli anni è quella della sua sagoma appena oltre la soglia. A volte si spostano in casa di Andrea, a volte entrano in casa di Silvia, ma di solito questo avviene  quando è vacanza e non devono studiare. Ora stanno affrontando un liceo durissimo, ed è sempre più difficile passare del tempo insieme. La situazione peggiora se si pensa alla educazione che ha ricevuto Anna, che per definirla con una espressione particolarmente evocativa è “da bastone nel culo”.


Silvia vuole fare un lavoro che renda.
Andrea vuole fare un lavoro che la diverta.
Silvia vuole trovare un amore stabile, che dia certezze.
Andrea ancora cerca di capire che cosa sia l'amore che prova per Silvia.
Silvia viene da una famiglia che ritiene che la cosa più importante in assoluto sia quello che i vicini pensano di loro.
Andrea viene da una famiglia di gente strana. Tra duchi diseredati, hippies, scrittori, artisti e sociologhe che partono regolarmente per l' Africa non ci si raccapezza più nessuno.
Silvia ritiene che il massimo della gioia sia avere un essere di sesso maschile con cui divertirsi.
Andrea ha alle spalle un padre con problemi di alcool andatosene di casa quando aveva solo 14 anni, una madre incasinata e masochista, una sorellina depressa e un tentativo di suicidio avvenuto in un bagno. Troppi problemi e troppi dolori per poter pensare che tutta la felicità sia circoscritta al trovare qualcosa da fare il sabato sera.




Quando sua madre piangeva a volume troppo alto perché si potesse far finta di non sentirla, Andrea prendeva le chiavi e suonava a Silvia. La casa di Silvia era un altro mondo, diverso dal suo: poco popolato, silenzioso e sereno. Andrea respirava solo quando si chiudeva quella porta alle spalle.
È così che erano divenute amiche all'inizio. Prima di scoprirsi a vicenda, prima delle migliaia di gesti quotidiani da condividere ogni giorno, prima delle loro avventure e delle loro stronzate. Prima di conoscere Giorgia e Giulia, prima di cominciare a voler loro del bene, prima del migliore amico di Andrea, Simone, prima di Giacomo, prima di Marco e prima di Lucia. Prima di ogni singola persona che in seguito ha popolato il loro mondo. Prima di tutto. E Andrea, come potrebbe dimenticarsi di ciò?



Silvia ha regalato ad Andrea un maglione per il compleanno. Dice che è stufa di vederla girare per strada nuda e che ogni volta è costretta a preoccuparsi di una sua eventuale polmonite o di un eventuale stupro e ha molto di meglio da fare che badare a quell'idiota della sua amica. Il maglione è asimmetrico, con una manica più bassa e una più alta: Silvia afferma di averlo preso apposta. L'ha visto così storto e ha subito pensato a lei. Andrea scoppia a ridere e l'abbraccia.


La risata di Silvia è una esplosione. Risuona per poco tempo e si disperde nell'aria con altrettanta rapidità. Eppure, Dio...è intensa. Il mondo rientra su se stesso e si annulla, divenendo macchie di inchiostro bianche, particelle vuote sospese nel niente. E poi, così come è iniziata, termina. Flash confusi, fari di una macchina che ti accecano al buio, stridio, rumore di vita...l'esistenza ti si svela sotto forma di colori, frastuoni, metropoli affollate e oscure, l'intero sviluppo di...tutto, si ricrea sotto i  suoi occhi, mentre la storia compie passi a ritroso e allucinazioni distorte prendono possesso della tua mente. Finisce. E la realtà non è più accartocciata su sé stessa, ma si rivela, si libera della morsa che l'ha occlusa e lascia finalmente intravedere le immagini chiaramente. Ti ripiomba addosso e lo scontro fa quasi male, mentre sobbalzi dalla sorpresa. A volte non le piace. Non la ama quando si macchia di superficialità, e diviene vuota...
Diviene frivola quando la usa come segno di apprezzamento per la battuta di un ragazzo. In quel momento non la sopporta. Proprio per nulla. Le sa di principessine sul pisello, ragazzine idiote e frivolezza. A volte pensa la irriti perché lei non è così, altre perché  teme che sia così sul serio e ha paura di star solo facendo finta di non essersene accorta. L'ipotesi peggiore è la gelosia. E forse è anche l'unica corretta. Non odia la sua risata, odia che la dedichi a qualcun altro all'infuori di lei. Silvia è sua, ma non è nelle condizioni di rivendicarne il possesso. A volte ritiene sia giusta l'una, a volte l'altra. È una domanda alla quale non vuole ottenere risposta.




Andrea si veste spesso da uomo, e questo è costante argomento di scherno da parte di Silvia. Andrea ogni volta non può fare altro che ridere perché Silvia è una delle persone più divertenti che abbia mai incontrato.
-Lo sai?
Andrea si volta distrattamente verso Silvia, mentre accelera il passo.
-Che cosa?
Silvia si gira e le sorride radiosa.
-Io posso fare le battute stupide solo con te. Basta che tu sia...non felice, anche solo tranquilla, e ridi sempre. Ma ridi sul serio, non solo per fare finta.
Andrea, tanto per non smentirsi, ridacchia piano.
-Lo sai che sono un pubblico facile.
-Di una facilità allarmante, oserei aggiungere. Per questo si capisce subito quando sei arrabbiata con me, perché quando faccio una battuta tu non ci scherzi sopra.
Andrea sorride mite e riflette su quelle parole. Probabilmente l'unico motivo per cui con lei ride così tanto è che è Silvia stessa a renderla abbastanza serena da farlo. Non che sia mai stata un persona poco incline alla risata, anzi, ma con Silvia è sempre tutto diverso, tutto più felice.
O almeno, lo è quando non litigano.


Silvia e Andrea litigano spessissimo. E non si parlano anche per settimane. Caratteri troppo diversi e troppo incompatibili perché tra loro possa filare tutto liscio. Alla fine una delle due cede sempre, ma l'ultima volta il silenzio di Andrea è durato più del dovuto.
Silvia si è preoccupata, ma non volendo costringere Andrea a stare con lei non ha fatto nulla.
Si sono conciliate - dopo quella che è sembrata a tutte e due una eternità - nella cucina di Andrea,  mentre lei fumava la pipa. Silvia invece mangiava il suo pranzo – un piatto di pasta al pesto – e negava con tutto il suo essere di aver passato la settimana precedente a chiamare Giorgia al telefono per chiederle cosa le convenisse fare con Andrea. Quest'ultima non insiste e lascia correre quella piccola bugia, perché sa quanto Silvia ci tenga al suo orgoglio. Poi si sporge verso Silvia e la rassicura dicendole che tornerà sempre da lei, perchè fintanto le importerà di loro è disponibile ad ingoiare il suo, di orgoglio.




-Quindi abiteremo insieme anche da grandi?
-Ovvio. Appena finiremo il liceo ci affitteremo un appartamento in un altro stato e vivremo lì. E anche quando saremo sposate abiteremo nello stesso palazzo.
-Ti immagini? Finirò per trascurare mio marito per te. Tipo “Amore, ma oggi è il nostro anniversario!” “Si, ma ho promesso ad Andrea di uscire con lei!”
-Povero. Quasi mi fa pena. Penserà che lo stai tradendo per me.
-Questo no. Lo sai che sono la persona più etero del mondo.
-Si Silvia, lo so.
...
-Ma Lucia? Come si trova in Romania, ora che si è trasferita?
-Bene, a quello che dice.
-Non ti manca neppure un po'?
-No.
Come potrebbe mancarle se non l'ha mai amata?




Andrea invita spesso Silvia a prendere un the da lei. Un tempo si facevano latte e biscotti, ma ora lo stomaco di Silvia ha dei problemi e non lo può digerire, così ripiegano sul the.  Andrea mette spesso su il caffè. È ridicolo e lo sa pure lei, dal momento che nessuna delle due lo ama particolarmente, però, anche se non apprezza la bevanda in sè, ama baciare con l'aroma del caffè sulla lingua, e stupidamente spera sempre di poterlo provare anche con Silvia. Dopo si dà sempre dell'idiota.


Silvia e Andrea si sono baciate una volta.
Era sera tardi ed erano in giro con dei loro amici, completamente ubriache. Silvia era sulle spalle di Marco, e per scherzare aveva afferrato il bavero della maglia di Andrea e se l'era tirata addosso fino a baciarla. Silvia il giorno dopo si era dichiarata disgustata da quel gesto, Andrea aveva cercato di dimenticarlo.



Silvia afferra un quaderno e lo sbatte piano sulla testa di Andrea. Sono tre ore che cerca di spiegarle il teorema di Ruffini, ma Andrea sta alla matematica quanto Silvia all'italiano. Ossia zero.
-Andrea concentrati!
-Ma sono concentrata!
-No, non lo sei. Dai che domani c'è il compito!
Andrea sbuffa e cerca di fissare lo sguardo sulla formula scritta sul suo quaderno. Inutile dire che dopo nemmeno tre secondi abbandona e si volta a fissare Silvia.
Che la sta osservando.
Ha una espressione divertita e le labbra piegate in un sorriso. Quando Andrea si gira le abbassa immediatamente e riporta gli occhi sul foglio. Andrea fa uno scatto e per pochi attimi è convinta che baciarla nonostante tutto sia la soluzione migliore. Poi pensa a cosa c'è in gioco e lascia perdere, chiedendosi per quante altre storie dovrà passare, prima di potersi dimenticare di Silvia.



Andrea spesso si chiede cosa succederebbe se dicesse la verità a Silvia. Se lo chiede non perché non sappia la risposta, ma perché pensare ad una soluzione alternativa è l'unico modo che ha per sopravvivere, per respirare.
Ma ogni volta persino la sua mente si rivolta all'idea di una Silvia che dice che ricambia, o che anche solo è disposta a provarci, per vedere come va, per lei, in nome della loro amicizia. Troppo assurdo. Ma non può farne a meno.




E alla fine è troppo tardi per tornare indietro, perché questi otto anni non sono stati altro che un treno in corsa destinato allo scontro.
Ha rivisto la scena per anni nella sua mente, ed ora è disposta al suicidio, all'atto finale. È davanti alla porta di casa di Anna, e sta suonando. Troppo tempo, troppe storie andate in malora, troppa Silvia nella sua vita. Perché Silvia è ovunque, nei suoi pensieri e in ogni luogo. E anche se sa di rivestire anche lei un ruolo molto importante nella vita della amica, le due situazioni non si equivalgono.



Silvia è etero, terribilmente etero.
Ma Andrea è una parte fondamentale della sua vita e solo ora che è nel suo salotto, rossa in volto ma decisa, lo realizza. E se dice di sì non è perché ama le donne. Le donne le fanno schifo.

Ma perché lei è Andrea. E se può averla solo in quel modo, allora l'avrà così. Perché è disponibile a tutto pur di mantenerla legata a sé, anche a baciare una ragazza. Anche a farci l'amore insieme.
L'importante, alla fine, è averla accanto a sé per il resto della sua vita.





Andrea è in canottiera e mutande, e profuma di Silvia. Come da mesi ormai. Cerca di districarsi dal groviglio di lenzuola che compone il letto dove si trova e mette confusamente i piedi a terra. Silvia non è nella stanza. Si alza e si incammina verso il salotto, decisa a trovarla.
Neanche il tempo di realizzare e si ritrova davanti la sorella di Silvia che, dopo averla squadrata velocemente, si volta verso quest'ultima e scoppia a ridere. Silvia ancora arrossisce al ricordo, Andrea tuttora sghignazza.

E prepara il caffè, perché quell'aroma, misto al sapore di Silvia, è troppo per chiunque.





ANGOLINO: dunque, prendetevela con coloro che hanno indetto l'iniziativa "Let's ship again" perchè altrimenti non sarei stata presa dal sacro fuoco dello slash e non mi sarei in lanciata in quello che - mi rendo conto solo ora- è un vero e proprio obbrobrio. è tutta colpa loro, c'è poco da fare o dire. I prompt utilizzati sono "Caffè", "Maglione" e (anche se in modo molto soft e senza un vero e proprio riferimento specifico) "gameover". Detto ciò, siete ora liberi di insultarmi.


  
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