NOTA DELLAUTRICE:(Ciao a tutti, mi chiamo Kadyia. Questa è la mia prima fiction che scrivo, quindi siate clementi e commentate. Questa è romantica e un po’ drammatica, come saranno tutte le mie storie future. Vi avverto, sono molto pessimista e vado matta per le coppie in cui c’è kei, Yuri, Boris, Rei, ma non mi dispiacciono neanche quelle con Ralf e Thakao quindi aspettatevi questo genere di fiction. Ora vi lascio alla lettura. Mi raccomando commentate.(Kady))
LA SCIARPA DI KEI
Sono già le sette di mattina, la sveglia che “urla”
insistentemente per farmi alzare dal letto.
Io la ignoro continuando a
dormire.
Ogni giorno al sorgere del sole mi viene da pensare a lui.
Una
voce dura strilla dal corridoio.
<< Kei vieni, la colazione è pronta!
Muoviti oggi devi ritornare nel collegio! >>
Con aria stressata e con
la voce impastata di sonno gli rispondo:
<< Arrivo papà!
>>
Esco dalla camera e mi dirigo verso la cucina, dove mio padre
continua con il suo discorso, che ogni mattina ascolto solo a metà.
<<
Sei scappato dal monastero di tuo nonno, e tu sai bene che io non posso tenerti
con me, quindi dovrai andare in questo collegio e se scapperei ritornerai nel
monastero! >>
<< ma… >>
<< Niente ma, figliolo.
Tutto chiaro?! >>
<< certo padre, farò come desideri!
>>
Da quando mio nonno ha fatto uccidere Yuri, non ho mai più rimesso
piede nel monastero.
Finisco di mangiare, mi vesto e mi preparo per andare al
collegio.
Mi metto quell’odioso giaccone che mi ha regalato mio padre e la
mia inseparabile sciarpa.
Mi ritrovo a correre, a perdifiato, per non perdere
la corriera.
Mi siedo in due posti vuoti, uno in cui mi siedo io e nell’altro
la mia valigia, per non fare sedere nessuno, poi mi reimmergo nei miei
pensieri.
La mia attenzione ricade sulla mia sciarpa.
È un oggetto molto
prezioso per me.
Mi è stata regalata tre anni fa, da un mio carissimo
amico.
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Mi ricordo
il giorno in cui l’ho conosciuto, eravamo nel monastero di mio nonno.
In quel
luogo nessuno parlava, erano tutti soldati impassibili e glaciali.
L’unico
che attirò la mia attenzione fù lui.
Aveva i capelli rosso-fuoco resi dritti
dal gel, ma non come tutte le persone normali di questo mondo, no, lui li faceva
a forma di corna.
I suoi occhi erano azzurri-ghiaccio e quando ti guardava ti
raggelava.
Un vero diavolo in persona.
Se devo dire la verità io non ero
poi così diverso da lui, almeno caratterialmente.
Ero nuovo in quel
posto e lui fu incaricato di insegnarmi tutte le tecniche e le informazioni che
dovevo conoscere, per sopravvivere all’interno di quel monastero.
Così, ci
conoscemmo, e diventammo come fratelli.
Se uno di noi aveva un problema,
l’altro subito lo sapeva e faceva il possibile per aiutarlo.
Il suo sguardo
era divento caldo e dolce, ma non per gli altri, solo ed
escusivamente per
me.
Sotto la corazza di freddo e impassibile ragazzo, Yuri, era dolce,
sensibile e affettuoso…
Un vero amico.
Forse più di un amico, alla
fine.
Continuammo a frequentarci e con noi cresceva anche il nostro amore
reciproco.
Era come un sogno, incastonato in un incubo…
Ma era un
bellissimo sogno.
E come tutti i sogni era destinato a svanire.
. . .
Mi ricordo che era una splendida giornata di maggio, faceva caldo, e un
tenue venticello soffiava rendendolo più fresco.
Yuri mi fece chiamare da un
suo amico fidato e mi chiese di andare
nel cortile.
Doveva dirmi
una cosa importante.
Io ignaro mi precipitai.
Il suo volto cupo.
Gli
occhi lucidi, segno di ore e ore passate a piangere.
Capii subito che
qualcosa non andava.
Mi ricordo ancora le sue parole, così esplicite, che mi
sembravano incomprensibili.
<< Kei…addio >>
lasciò cadere a
terra un pacchetto e se ne andò via, senza lasciarmi il tempo di chiedere
spiegazioni.
I miei occhi vennero inondati da lacrime, che, con tutti i miei
sforzi, non riuscii a trattenere.
In quel pacchetto c’era questa sciarpa e un
biglietto.
"Kei non piangere per quello
che ti ho detto e per quello che
ti scriverò in seguito.
Hito, tuo nonno,
mi ha mandato a morte. Oggi è
stata l’ultima volta che mi hai
visto.
Io non ti ho mai detto
una cosa molto importante e tengo
che tu lo sappia.
Io ti amo. Porterò
il tuo amore perfino nella tomba. Hito
mi aveva ricattato dicendomi o io
o tu. Si come avrai già capito
ho scelto di morire io per salvare
te.
Ora sei tu il capo dei neoborg.
Il mio tempo è finito devo proprio
scappare. Ti supplico non ti scordare
di me.
Io… ti…amo. E ti amerò per
sempre.
Yuri"
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Da quel
giorno non ho mai più rivisto Yuri.
Nessuno mi disse cosa gli avesse fatto
mio nonno, ma io mi sentivo in parte responsabile della sua scomparsa, si perché
lui è morto per salvare me. Mi sento anche in colpa per non avergli mai rivelato
quello che provavo per lui, perché non era semplice amicizia, ma amore. Io
rimandavo sempre perché non ne avevo il coraggio. Però a furia di rimandare l’ho
perduto e non lo rivedrò mai più.
Questa sciarpa è l’unico ricordo che mi è
restato di lui e da allora non me ne sono più separato.
NOTA DELL'AUTRICE:(grazie di essere stati con me in questa
storia e di averla letta fino in fondo. Vi è piaciuta? Commentate. Ci vediamo
alla prossima fiction. Bacioni a tutti. By Kadiya.
^_^)