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Autore: Nyappy    07/04/2012    4 recensioni
«Ollie, ti ricordi da piccola i tuoi cosa ti davano, quando stavi male?» trillò Alicia, con le mani nascoste dietro la schiena.
«No.» rispose questa. La testa, le stava esplodendo la testa – però era curiosa.
«Voilà!» Alicia le porse un sacchetto di carta marrone con un enorme faccina sorridente disegnata sopra «Cioè, ne avevo troppa voglia!» le si avvicinò e lo aprì – subito l’aria odorò di lampone, un profumo caldo e quasi vellutato che le fece venire l’acquolina in bocca.
«Ehi, ma questo è…»
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Shoujo-ai, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Syrup

«Ollie~!»
La voce allegra di Alicia la raggiunse dalla cucina, provocandole una fitta ancora più intensa alla testa «Indovina cosa ti ho portato!»
«Leash…» rantolò Olivia, rigirandosi nel piumone.
Alicia non doveva vederla in quello stato, assolutamente no. E non poteva entrare, dato che la sua camera sapeva sicuramente di morte – ma le possibilità che Leash restasse in cucina erano prossime allo zero assoluto.
Anche se era sepolta nelle coperte, riusciva a sentire lo stesso il passo energico dell’altra che saliva le scale, a ritmo di qualche canzone indiavolata che doveva star ancora ascoltando.
«No…» piagnucolò. Era davvero rimasta a letto per giorni, morente, senza la forza di trascinarsi fuori dalla stanza per fare qualcosa. La casa era un macello, la sua camera la cosa peggiore di tutte e il suo aspetto… meglio non pensarci.
Due colpi sulla porta – ahia! – e il suono della maniglia poco oliata: Alicia entrò nella stanza e lei poteva immaginare la sua reazione, pur senza vederla. Arricciava sempre il naso, quando qualcosa non andava bene – e la situazione non andava bene per niente.
«Va’ via.» si lamentò, stringendosi la gola «È tutto un disastro.»
«…non essere così negativa.»
Che bella risposta. Olivia calciò le coperte ed emerse dall’antro oscuro e pure un bel po’ caldo, sbattendo gli occhi per la luce.
Alicia si mise le mani sui fianchi e si guardò attorno, corrucciando le labbra di un lucido rosa. Ma come si era vestita?
«Leash, quello doveva essere un regalo per le occasioni speciali.» Olivia indicò con un cenno del capo la maglia a rete sotto la felpa gialla, che non c’entrava nulla con la gonna di jeans piena di strappi. Vent’anni e non sapere ancora vestirsi…
«E scusa, ma i collant con le scarpe da ginnastica sono un pugno nell’occhio.» continuò, portando indietro il ciuffo di capelli biondi che gli era finito sul viso. Era spettinatissima, cavolo.
«A me piacciono.» Alicia si tolse le cuffiette dalle orecchie con un sorriso, che si affievolì «Sto male così?»
Olivia sospirò. L’altra poteva andare in giro con un sacchetto di plastica nero e le zeppe, sarebbe stata bene comunque «No, non stai male vestita così.»
“È solo che sei spastica ad abbinare le cose”
«Bene!» Alicia appoggiò la tracolla sul comodino, facendo tintinnare tutte le spille e le linguette metalliche della Coca Cola attaccate alle zip «Sbaglio o siamo tranquille, oggi?»
Perché quello era uno dei motivi principali dei loro battibecchi, ma lei stava troppo male per mettersi davvero a ripeterle la solita tiritera «Sto morendo.» si lamentò Olivia.
«Comunque…» l’altra si mise a trafficare con la tracolla. Sembrava quasi fuori posto, con quel giallo fluo, nella sua stanza – eppure stava così bene con i colori pastello! Con un vestitino semplice, rosa come le pareti, ed i capelli castani raccolti sarebbe stata perfetta.
Utopia.
«Ollie, ti ricordi da piccola i tuoi cosa ti davano, quando stavi male?» trillò Alicia, con le mani nascoste dietro la schiena.
«No.» rispose questa. La testa, le stava esplodendo la testa – però era curiosa.
«Voilà!» Alicia le porse un sacchetto di carta marrone con un enorme faccina sorridente disegnata sopra «Cioè, ne avevo troppa voglia!» le si avvicinò e lo aprì – subito l’aria odorò di lampone, un profumo caldo e quasi vellutato che le fece venire l’acquolina in bocca.
«Ehi, ma questo è…»
Alicia tirò fuori dal sacchetto una bottiglietta di vetro marrone dall’aria familiare, con il tappo nero ed il contagocce di plastica morbida «Lo bevevi anche tu, vero?»
Olivia annuì, annusando l’aria dolcissima. Quel profumo la faceva tornare quasi bambina, quando aveva la tosse e non vedeva l’ora di bere lo sciroppo.
Alicia le accarezzò i capelli con un sorriso «Me lo spacciavano per sciroppo normale, non per medicina. Ho girato quattordicimila farmacie per trovarlo!»
«E perché?» sbadigliò lei. Poteva provare ad alzarsi? Sì, poteva almeno provarci. Si sedette sul letto, mentre le piangeva il cuore per l’orribile pigiama che stava indossando – rosa pallido, modello nonno, con felpa e sciarpa e probabilmente altro che non le veniva in mente al momento.
Alicia le strizzò l’occhio «Io ne avevo voglia, tu bisogno. Utile e dilettevole, no?»
…no.
«Leash.» la chiamò lei. L’altra sbatté gli occhi, con un sorriso curioso «Sto morendo, ma in tutto questo non ho tossito nemmeno una volta.»
«…ops?»
 
«Sai cosa mi fa venire in mente?» la voce di Alicia coprì il volume basso della TV. Stavano guardando un programma di cucina, la creazione di una delle torte più cioccolatose della storia.
«No, cosa?» lei si strinse nel piumone che copriva entrambe, accoccolate sul divano. Alla fine aveva preso due pastiglie invece che una, solo perché così poteva evitare di fare la zombie quando c’era Leash con lei.
«Sto ingrassando solo a guardarlo.» si lamentò l’altra. Quella alla TV era non era una torta, era una bomba atomica di calorie.
«Sai cosa fa venire in mente a me, tutto questo, invece?» le domandò Olivia, sporgendosi per prendere la bottiglia di sciroppo dal tavolino di fronte a loro.
«Mmh?»
«Domani avrai l’influenza anche tu.» sospirò.
«Lo so.» Alicia le fece l’occhiolino «Niente uni per una settimana!» esclamò, sfregandole il viso sul braccio.
«Ehi!» sorrise Olivia.
Voleva sentirlo ancora, quel profumo di lampone. La coperta era nuova e sapeva di pulito, ma era un odore artificioso, seppur buono. Non che quello dello sciroppo fosse naturale…
«Che stai facendo?» le domandò l’altra.
Lei svitò il tappo con facilità «Sai, quando ero piccola, ogni volta che avevo la tosse… era un po’ un dramma.»
Alicia la fissò con i suoi grandi occhi scuri, corrucciando appena le labbra «Perché?»
«Beh, c’era mia madre che urlava perché voleva dormire e io continuavo a tossire.» sorrise Olivia. Ricordi, ecco cos’erano. Lontani e offuscati, come visti attraverso la nebbia «E volevo lo sciroppo, ma era sul ripiano più alto dell’armadio, non ci arrivavo.»
Aveva quest’immagine molto chiara in mente: le sue manine protese ed il grande armadio bianco, nella penombra del corridoio.
Alicia le appoggiò la guancia sul braccio. Chissà perché aveva voglia di raccontarle quel ricordo, non ci pensava da… anni. Doveva ringraziare il suo regalo.
«Poi arrivava mio fratello che mi diceva “Aspetta, Lentiggini, arrivo” e si sporcava le mani, perché la bottiglia era sempre appiccicosa.»
«Lentiggini…» ridacchiò Alicia.
«E poi mi diceva “Cinque gocce, ma solo cinque, eh!” e io ne bevevo a sorsi.» Olivia appoggiò la testa sullo schienale del divano, chiudendo gli occhi.
«Forse è per quello che sei venuta su male.»
«Ehi!» quello era un colpo basso!
«Ssht. Mi vai bene così.» Alicia le appoggiò una mano sulla spalla e si sporse su di lei, sfiorandole il naso con le labbra «Sbaglio o sei un po’ giù?»
Era un po’ giù? No, in fondo no «È solo nostalgia.» rispose Olivia, strizzando gli occhi. I capelli dell’altra sul viso le facevano il solletico.
«Anche perché adesso ci sono io qui con te.»
Un altro sorriso «Appunto.»


Scritta per la maratona Let’s ship again con il prompt sciroppo :) un po’ di fluff, che a questo mondo ci vuole!
 
   
 
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