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Autore: Elaeth    07/04/2012    8 recensioni
Richard e Roxanne. Due comuni ragazzi, legati dallo stesso desiderio di cambiare.
Fra loro nasce subito una particolare alchimia, che solo una conoscenza più approfondita saprà far evolvere in qualcosa di più.
Riuscirà Rox a far sentire Rich finalmente bene con se stesso?
Saprà Rich far dimenticare a Rox tutte le delusioni che ha vissuto?
(Tratto dal prologo)
« Tu non credi nel colpo di fulmine? »
« Se ti dico di no sono scontata? »
« Abbastanza. »
« Beh... in realtà io ci credo. »
« Allora perché non pensi che possa essere successo tra noi due? »
« Perché non so niente di te. A parte che sei biondo e hai gli occhi verdi. »
« Non è così che dovrebbe essere un colpo di fulmine? »
« Come? »
« Imprevisto e devastante. »
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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« E così... anche una ragazza carina come te soffre. »

« Scusami? »

« Sì, insomma... ti stai torturando le mani da almeno tre quarti d'ora. »

« E tu mi hai guardata per tutto questo tempo? »

« È difficile non notarti. »

 

« Comunque io non soffro. »

« Questo me lo dice la tua dolce boccuccia, ma non il tuo corpo. »

« A dirla tutta, il fatto che tu stia facendo di tutto per leggermi dentro mi fa capire che hai qualche problema anche tu. In fondo, neanche ci conosciamo. »

« Lo hai ammesso. »

« Cosa? »

« Stai soffrendo per qualcosa. »

« Io non ti conosco. »

« Già, questo lo so anche io. »

 

« Fai così con tutte le ragazze che vedi sedute su una panchina? »

« Solo con quelle particolarmente carine. »

« Davvero un pessimo modo per rimorchiare. »

« Oh, tu non lo sai, ma già mi ami. »

« Ovviamente. Infatti stavo pensando al nostro matrimonio. »

« Vedi? Avevo ragione. Già mi ami. »

« Sì, splendido biondino. Non posso fare a meno di te. »

« Posso dire lo stesso, splendida rossa. »

 

« Guarda che scherzavo. »

« Riguardo a cosa? »

« Non ti amo. Nemmeno di conosco. »

« Tu non credi nel colpo di fulmine? »

« Se ti dico di no sono scontata? »

« Abbastanza. »

« Beh... in realtà io ci credo. »

« Allora perché non pensi che possa essere successo tra noi due? »

« Perché non so niente di te. A parte che sei biondo e hai gli occhi verdi. »

« Non è così che dovrebbe essere un colpo di fulmine? »

« Come? »

« Imprevisto e devastante. »

 

« Sei strano. »

« Grazie. »

« Io ti dico che sei strano e tu mi dici grazie? »

« La parola ''strano'' implica qualcosa a te sconosciuto. Significa che sono diverso da chiunque tu abbia mai incontrato. È un bene. »

« La gente di solito si tiene lontana dal diverso. »

« Tu non lo stai facendo. »

« Forse non voglio essere come tutti gli altri. »

« Allora è per quello. »

« Cosa? »

« Soffri solo perché vuoi essere te stessa. »

« E chi non vorrebbe esserlo? »

 

« Dovresti farlo. »

« Di cosa parli? »

« Dovresti essere te stessa. »

« Non è così facile. »

« Con me lo stai facendo. »

« E chi ti dice che io sia così? Tu non mi conosci. »

« Ma a quanto pare non ti conosce veramente nemmeno chi ti sta accanto tutti i giorni. »

« Non è colpa loro. Sono io che mi nascondo. »

« Non farlo. »

« Perché? »

« Il dono più bello che tu possa mai fare a te stessa è la sincerità, non mentire su chi sei realmente. »

 

« A quale scopo? »

« Cosa? »

« A quale scopo mi hai rivolto la parola? Volevi divertirti con una ragazzina in difficoltà? »

« Credevo avessi vagamente capito come sono fatto. »

« Abbiamo solo parlato di me. »

« Credimi, non vorresti sentire parlare di me. »

« O forse sei solo tu che non vuoi farlo. »

« La verità fa male, sai. E forse la mia verità è molto dolorosa. »

« Ma tenerti tutto dentro ti farà solo ancora più male. »

« Non se ci sono abituato. »

« Questo è quello che pensi. Ma arriva un momento in cui tutto quello che hai dentro di te brucia, e brucia anche tutto il tuo corpo dall'interno, cellula dopo cellula. »

« Pensi di aver capito tutto di me? »

« Gran parte, sì. »

« E cosa hai capito? »

« Finora tu hai perso molte cose, molte cose preziose. Il problema non è sapere di chi è la colpa, il problema è che tu attaccavi sempre qualcosa di te a tutte le cose che perdevi. Non avresti dovuto. Avresti dovuto tenere qualcosa da parte per te, invece di lasciarla andare via con il resto. Così ti sei consumato poco a poco. Perché? Perché l’hai fatto?»

« Perché così era più facile lasciare andare via dalla mia vita tutto ciò che voleva sparire. »

« Non devi. Se quel qualcosa se ne stava andando è perché non faceva più parte di te. Devi accettare che se ne vada, perché nella vita non rimane tutto uguale. Si cambia, si migliora. Ricominciare da zero avrebbe potuto aiutarti, avrebbe potuto renderti migliore. »

 

 

« I tuoi occhi. »

« Cos'hanno che non va? »

« Sono cambiati. »

« Eh? »

« Prima, quando ti ho rivolto la parola, erano grigi, quasi ghiacciati. Adesso sono azzurri, del colore del cielo. »

« Non è possibile. »

« Sai, dicono che gli occhi sono lo specchio dell'anima. »

« E allora? »

« Forse significa soltanto che in questi pochi minuti qualcosa dentro di te è cambiato. »

« O forse è solo il frutto della tua fervida immaginazione. »

« Non credo. »

« Come fai ad esserne così sicuro? »

« Perché ora stai sorridendo, e prima non lo facevi. »

« Sorrido perché mi fai ridere. »

« Vedi? Stai cambiando. Scommetto che non ti saresti mai divertita con un estraneo. »

« Stai dicendo che è merito tuo? »

« Io sto solo cercando di aprirti al mondo esterno, di farti vedere tutto ciò che ti circonda. »

« Non ti capisco. »

« Se tu ora ti giri, vedrai solo un parco. Ma quando finirai di parlare con me, vedrai ciò che è veramente. »

« E cioè? »

« Questo è l'esempio di tutto il bello che c'è al mondo. Siamo circondanti ovunque dalla bellezza, dobbiamo solo essere così bravi da aprire gli occhi e vederla per ciò che veramente è. »

 

« Tu sei bello. »

« E poi dici a me che ci stavo provando? »

« No, dico sul serio. Non solo fisicamente, intendo in generale. Nessuno mi aveva mai parlato in questo modo. »

« Credevo l'avessimo superato la fase del sono-diverso-dagli-altri. »

« Volevo solo dirtelo. Sai, qualcuno mi ha detto che devo essere me stessa. »

« È essere te stessa dirmi che sono bello? »

« È sincerità. Dirti che sei bello è solo la verità; perché tenermelo dentro e fare la parte della ragazzina timida che non è in grado di parlare con un bel ragazzo? »

« Allora devo essere sincero anche io. »

« Cosa aspetti? »

« Sei bella anche tu. »

« Non sono bella nel modo in cui adesso il mondo vuole le belle. »

« Sei bella per me, ed è tutto ciò che in questo momento mi importa. »

 

« La vedo, sai? »

« Che cosa? »

« La bellezza intorno a me. »

« Sono felice di saperlo. »

« Avevi ragione. La bellezza è ovunque. »

« Lo so. È davvero meraviglioso, non trovi? »

« Cosa esattamente? »

« Starsene seduti qui, al sole, a parlare con qualcuno di cui non conosciamo il passato, ma di cui siamo sicuri che questa conversazione intaccherà il futuro. »

« Tu credi che ci rincontreremo? »

« Solo se tu lo vuoi veramente. »

« Perché? »

« Perché se vogliamo qualcosa con tutto il cuore alla fine si avvererà. »

« Io lo voglio. Voglio rivederti in futuro, e poter dire: ''Io ti conosco!'' »

« Allora sarà il destino a farci rincontrare, sta’ tranquilla. »

« Qual è il tuo nome? »

« È così importante saperlo? »

« Voglio poter dire di averti conosciuto, ma per farlo devo sapere come chiamarti. »

« Un nome non cambierà niente. Potrei chiamarmi anche ''Mignolino'', ma rimarrei comunque il ragazzo con cui hai parlato per un'ora. »

« Fallo per me. »

« È davvero così importante? »

« Fa parte della vera me stessa la curiosità. »

« Allora non mi metterò contro la vera te. Non potrei mai, dopo tutto il tempo che abbiamo impiegato per tirarla fuori. »

« Avanti, dimmi come ti chiami. »

« Rich, mi chiamo Rich. »

« Grazie. »

« Ehi! Ora sono io a voler sapere il tuo nome! »
« È davvero così importante saperlo? »

« Sì, mi è vitale saperlo. »

« Roxanne. »

« È un onore conoscerti ufficialmente, Rox. »

  
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