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Autore: LonDoNfLorEnCEFirES    08/04/2012    1 recensioni
Siamo in un epoca ignota, forse tra cavalieri e draghi, ma ciò non è importante. Una storia tormentata tra un principe e una plebea, sfuggita alla morte da un piccolo fraintendimento. Le vicende sempre più assurde, come nei sogni, faranno cadere le poche certezze di un epoca buia in un oblio, dal quale la protagonista riuscirà a sfuggirne solo con l'aiuto dalla mente brillante del suo amato.
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Genere: Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La fanciulla scrutò bene il ragazzo, i lineamenti morbidi gli davano un senso di nobiltà, ma i vestiti sdruciti e logori tradivano il bel viso. Si strofinò gli occhi stupita di tanta bellezza. Lui non la poteva vedere mentre lei, silenziosa, si sporgeva dal cespuglio per spiarlo.
Un senso d'inquietudine avvolse la fanciulla che per colpa delle sue mansioni che la intralciavano e l'ora tarda, doveva tornare a casa. Scoccato un ultimo sguardo, tornò su i suoi passi.
Fantasticava alla possibilità di essere cinta tra le sue braccia, si prese una ciocca di capelli tra le mani e continuo a fantasticare tra quel lugubre sentiero. In prossimità del villaggio si sistemo la gonna e gli zoccoli, si pettinò alla meglio i capelli.
Giunta a casa, sua madre l'accolse alla sprovvista, doveva finire ancora di sistemare le varie stanze, e così una ragazzina di 11 anni fu mandata fuori. Non sapeva cosa fare, senza pensarci un attimo stava correndo dal suo amato, si sporse in avanti.
Mentre lo guardava meglio si accorse che nel suo splendore spuntava già la barba, sgradita fin troppo da lei che detestava quando suo padre la costringeva a farsi dare un bacio sulla guancia. Si accovacciò e con le mani sul volto sussultava, quando si cimentava sulla lotta con le spade.
Era in compagnia di altri uomini più vecchi, vestiti un po' più elegantemente. Forse stavano cacciando e quindi non era un ottima idea restare nei paraggi, ma lei restava lì seduta incantata da tanta bellezza in un unica persona.
Suo padre aveva cercato in tutti i modi a scegliere un marito adatto ma ogni volta che questi "pretendenti" si presentavano alla sua porta, rimaneva follemente delusa, si aspetta di ricevere un principe di un'altro stato che veniva a cercarla per la sua grande bellezza o per il suo canto melodioso, ma entrambe erano a nostro sfavore, la bellezza non era paragonabile al fascino di sua sorella 16enne, con un bel seno prosperoso, la carnagione un po' scura, i capelli dorati e gli occhi marroni vivaci che risaltavano tantissimo al tramonto.
Mentre la nostra beniamina, beh… Sarebbe stata albina se non fosse per i capelli nero pece, morbidi e setosi. Gli occhi forse erano l'unico pregio, di ghiaccio, molto spesso gli uomini che si presentavano alla sua porta per la sua mano, rimanevano impauriti da tanta freddezza mentre altri ammaliati volevano per forza averli tutti per se, una volta sposati. Ma lei tra i mille pretendenti non ce ne era uno che… aveva fatto breccia. Molto spesso erano uomini tarchiati di mezza età che erano alla ricerca di giovani piaceri e ciò la spaventava.
Suo padre non l'aveva mai costretta a scegliere ma gli ripeteva ogni giorno e in ogni situazione, che la famiglia contava su di lei e sul suo matrimoni forse fortunato per non finire sul lastrico.
Ma questi problemi nella sua mente non esistevano più, troppo concentrata a spiarlo. Il ragazzo inforcò l'arco, trattenne un po' il respiro poi, in un attimo una "creatura del celo" cadeva ormai morta a terra.
Corse a controllare la preda catturata, si trattava di un fagiano, difficili da trovare in una stagione del genere. In cima alla collinetta, si lecco le labbra affamata, la carestia di quell'anno era stata disastrosa.
Metà del villaggio si trovava  sotto 3 metri di terra, lontano dal villaggio. Si erano spente, quelle vite, come candele, una a una le candele si spegnevano. Anche la poverina si sarebbe spenta se non fosse subentrata sua sorella e il meraviglioso matrimonio dall'altra parte della valle a centinaia di miglia.
Dopo un po' si accorse che il sole stava calando fin troppo in fretta, voleva stare ancora lì per un poco ad osservare attentamente la caccia. Si alzò e proprio nel momento in cui i tre uomini erano restati zitti, calpestò un ramoscello.
Un tonfo sordo raggiunse l'orecchie dei cacciatori, voleva fuggire ma era troppo intimorita, si nascose dietro a una quercia, conscia del fatto che forse avrebbe evitato una possibile freccia. Per fortuna o sfortuna era coperta non solo dal cespuglio ma da molte erbacce e piante. Lei non poteva sentire il confabulare sospettoso della piccola compagnia, ma il più giovane sfidato dai più vecchia salì la collinetta aggrappandosi a erbacce e radici e nella bocca un pugnale, forse convinto di trovarsi davanti un cinghiale o altro.
La ragazza poverina congelò, per un po' gli tremarono le gambe, ma il ragazzo si stava troppo avvicinando.
Forse per preservare l'anonimato o dal panico non disse nulla, del l'errore madornale di essere una preda, corse verso il villaggio e si rifugio tra due querce. Il ragazzo annaspava ancora per la lunga salita, si tolse il pugnale dalla bocca. Riusciva a vederlo con il coltello in mano intento ad annusare l'aria in cerca di lei, forse la credeva una spia o nemica.
Ma lei così piccola e indifesa come poteva esserlo? Si acquattò disperata e con le ginocchia alla bocca, sentiva dei passi avvicinarsi.
Non si accorse neanche che il suo corpo era scattato in avanti e che il ragazzo involontariamente l'aveva pugnalata al fianco, cadde con il pugnale ancora conficcato nella sua carne a pochi passi dalle budella e dallo stomaco, subito mise le mani al pugnale e cerco di  tirarlo fuori da lì, mentre il tutto accadeva i suoi occhi erano chiusi dal discusto di vedere del sangue, il suo sangue. Il ragazzo stravolto dal orribile scempio, teneva il gomito sopra alla bocca pronto a vomitare.
Aveva visto di peggio, ma non aveva mai colpito mortalmente un uomo. Sarebbe morta per colpa sua e non riusciva a pensare a niente. L'unico pensiero fu "quant'è carina con quei boccoli".
Mentre il ragazzo 16enne la guardava soccombere, lei riuscì a sfilare il coltello dalle sue carni, dal dolore e dallo sforzo svenne. Il ragazzo shoccato chiamò gli altri uomini.
Quando lo raggiunsero capirono tutto, presero la fanciulla in braccio e la portarono al sicuro seguita da un bellissimo ragazzo che si tormentava ancora per la sua imprudenza. Come avrebbe mai potuto prendere le redini di un casato, se non riusciva a trattenere il suo lato selvaggio di uccidere qualsiasi cosa si muovesse?
Anche a tavola, tagliava con grande forza la carne di vitello, riducendola in brandelli.
Non la mangiava neanche schifato. Si ripromise che se fosse sopravvissuta l'avrebbe sposata, conscio delle pochissime possibilità che la giovanissima sarebbe rimasta in vita per altri 3 giorni.
Resosi conto di quel maligno pensiero si maledisse e pregò Dio di salvarla.
La ragazza mosse le dite delle mani, forse una speranza c'era per lei e anche per il suo sogno di sposarsi felicemente.
   
 
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