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Autore: xla    09/04/2012    2 recensioni
Che cosa regalare all’uomo più perfetto della terra? Già ti ha detto culo che una creatura così stupenda ti abbia cagato, non rovinare tutto come tuo solito. Ehy, Frank, mi hai sentito?
Piccola storia, per il compleanno di Gerard. Frerard, ovviamente.
[Revenge!AU]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE: I My Chemical Romance, in questo caso, nello specifico, Gerard Way e Frank Iero, non mi appartengono. La storia è totalmente inventata, non scritta a scopo di lucro. Ed ogni cosa presente nella storia inerente o riferita a fatti o persone o azioni reali è totalmente causale.

Titolo: My Rose
Fandom: My Chemical Romance
Autrice: xla
Beta: autobetata O.o
Pairing: Frank/Gerard
Rating: Giallo
Avvertimenti: One-Shot, Slash.
Genere: Romantico, Sentimentale
Intro: “Che cosa regalare all’uomo più perfetto della terra? Già ti ha detto culo che una creatura così stupenda ti abbia cagato, non rovinare tutto come tuo solito. Ehy, Frank, mi hai sentito?
Piccola storia, per il compleanno di Gerard. Frerard, ovviamente.
[Revenge!AU]
Note: Anche questa, come molte delle mie storie, è nata unicamente grazie alla mia Honey. Se non ci fosse lei, gran parte delle idee, non mi sarebbero mai balenate nella testa. Il rating giallo è unicamente per via di qualche parolina colorita, nulla di più, solo per sicurezza.
Tantissimo Auguri Gee <3 [quanti anni? Ehy, una signora, non rivela mai la sua età ahahah]
Ps: colgo l’occasione per manifestare la mia immensa felicità dell’arrivo del piccolo Miles *ò*. Siamo a quota tre, dai Frank e Jam, altri due e possiamo mettere su una band al completo xD. Sono per il Frerard, lo sapete ma… dio, quanto amo le loro mogli *____*. Donne d’oro u.u. Insomma: li amo, perché non dovrei essere felice quando lo sono loro? xD.
Buona lettura <3.
xo-xo

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MY ROSE
capitolo unico

Che cosa regalare all’uomo più perfetto della terra? Già ti ha detto culo che una creatura così stupenda ti abbia cagato, non rovinare tutto come tuo solito. Ehy, Frank, mi hai sentito?
Ma, soprattutto, come comportarsi, quando suddetto uomo- nonché tuo, specifichiamo, alla domanda: amore, cosa vorresti, per regalo? Oppure che, lo stronzo infame, scopre tutti i tuoi trucchetti per riuscire a capire cosa potergli fare, ti risponde “avere te, è il regalo più bello che potessi desiderare. Te, sei il mio regalo. Non ne voglio altri”. No, davvero… che gli puoi dire?
Frank non sapeva dove cavolo sbattere la testa. Era impacciato sia nei gesti sia nelle parole. Non riusciva a essere come Gerard eppure, se Gee aveva scelto di stare con lui, qualcosa di speciale, doveva pur averla, no?.. No?
A Frank, ci volle tutto il pomeriggio, per capire che non doveva pensare a cosa, fare a Gerard, ma semplicemente, a fargliela. È bastato pensare al suo poeta preferito che, l’immagine d’associargli accanto, è nata come la cosa più naturale del mondo.
Così, prendendo al volo lo zaino- pregando i Misfith che dentro ci fosse, altrimenti addio regalo, e si precipitò fuori dalla porta. Ma non prima aver dato un bacino alla sua Pansy.

*

Se Mikey non si decideva ad andarsene nel Paese Fatato in groppa a un unicorno, ce l’avrebbe spedito lui. Sì, a fanculo!
Era tutta la sera che si brindava e che fioccavano pacchetti da tutte le parti. Ma Frank poteva chiaramente leggere, in quegli occhi d’incanto, che Gerard aspettava solo il suo, di regalo. Tuttavia non era ancora il momento, sarebbe arrivato solo alla fine serata, quando tutti sarebbero andati via, quando sarebbero rimasti da soli.
Ecco perché Frank voleva che The UnicornBoy, se ne andasse a dormire.
Verso le due e trenta di notte, il piccolo Way diede loro la buonanotte e, tra uno sbadiglio e l’altro, incespicando nei propri passi, s’incamminò verso le scale che portavo al piano di sopra, al piano terra, poi, per inerzia, più che perché fosse realmente cosciente, sterzando con le converse, imboccò la seconda rampa di scale.
Gerard era perplesso.
-Vado ad aiutarlo, non vorrei che si rompesse qualcosa. –
Cazzo, il piano stava andando a farsi fottere!
-Ehm, ma no, Gee – lo fermò – Vedrai che ce la fa, ce l’ha fatta con la prima rampa! – sorrise, sicuro di se - Infondo, cosa vuoi che possa succedere? –
Da sopra, d’improvviso, se senti qualcosa che ruzzolava, in modo certamente pesante. E che aveva tutta l’aria d’essere parecchio doloroso.
Le ultime parole famose, complimenti Frankie, hai appena permesso che il fratello del tuo fidanzato si spezzasse l’osso del collo da gru che ha!
Poi, Gee, apprensivo com'è, non poteva NON andare nel panico.
-Mikey! –
Quasi dall’oltre tomba, si sentì la voce sbilenca di Mikes.
-Ahahah è uno scherzetto! Sto bene! Sto beeene! –
-Sicuro, Bro? –
-Oddio mio, Gee, si! Torna pure a limonare con Frankie, io vado a sbaciucchiarmi il cuscino a forma di papera che mi ha regalato Alicia. Sai, anche io, ho una ragazza! –
A mano a mano che andava avanti, il tono della voce si affievoliva sempre di più. Segno che Mikey si era rimesso su e stava salendo le scale. Gerard aveva tirato un sospiro di sollievo, mettendosi nella testa, un post-it con su scritto che doveva, più tardi, controllare Mikey. Più tardi, perché ora, finalmente, aveva Frankie tutto per se. E Frank, nonostante la voce in sottofondo di Mikes che diceva; “sto per moririeee”, non poteva fare a meno di pensarlo anche lui.
Finalmente soli!
Ora, il problema era solo uno: come dare la scatola a Gerard, senza sembrare il solito ragazzino che incontra per la prima volta il suo eroe e non sa mettere due parole di senso compiuto di fila, senza mordersi la lingua. Una parola…
Intanto, Gerard stava dando una semi ripulita allo scantinato che, ora più che mai, somigliava ad un porcile- ma quanto danno potevano fare cinque ragazzi?
Frank si girò e gli uscì spontaneo un sorriso tra l’intenerito e il furto.
-Inutile che ci provi, Gee, solo io so, qual è la scatola –
Vide quelle graziose e invitanti guance, riempirsi, in segno di disapprovazione. Mhf, il suo Peter Pan voleva il regalo. Era tutta la sera che, con vinta disinvoltura, girava per la stanza, spostava un po’ qua, un po’ la per riuscire a trovarlo. Una parte del cervello di Gerard, era arrivata a pensare che Frank se ne fosse scordato, l’altra, quella più porca, gli diceva ben altro. A quale dar retta?
Frank ebbe pietà di lui, e di se stesso, perché non ce la faceva più! Prese l’uomo delle meraviglie che cantava di non star bene e lo condusse sul divano, si sedettero.
Gee era impaziente: fremeva dalla curiosità. Era pur vero che aveva detto che non voleva nulla, ma tutto, nell’atteggiamento del più piccolo, negli ultimi giorni, gli aveva fatto capire che stava macchinando qualcosa, e lui non vedeva l’ora di sapere cosa.
-Chiudi gli occhi, Gee! –<
Accuccia, parte porca!
Gerard obbedì e Frank sorrise, muovendogli una mano davanti, per verificare se effettivamente li aveva chiusi, oppure no.
-Frank, li ho chiusi… -
-Ehy! – fece sconcertato – Sei un baro! Li hai aperti! –
-No, tesoro – spiegò paziente – Sento solo l’aria che mi porta il tuo profumo. –
Okay, se Gerard avesse avuto davvero, gli occhi aperti, vedrebbe un Frank che era a metà tra il “oddiomioiotiamo” e il “aspe… non è che è un modo gentile di dire che è ora che mi faccia una doccia?”.
Per precauzione e per sbagliare, si concesse qualche minuto di euforia totale, seguito da una controllatina all’igiene serale- no, niente aloni sotto le ascelle, perfetto, quindi poteva prendersi qualche altro secondo di autocompiacimento!
-Il mio profumo? –
Gerard annui in risposta, come se stesse gustando un dolce squisito e questo, a Frank bastò per tutte le altre domande che avesse potuto fargli.
Si girò, e si sporse oltre il bracciolo del divano per prendere il proprio zaino- bell’idea, quella di nasconderlo sotto la coperta dei Puffi di Mikes, Gee non si avvicinava mai a quella cosa, troppi traumi! Si ricompose e, s’improvviso, si rese conto di qualcosa che aveva tralasciato nel fare un regalo a Gerard: aveva fatto un regalo a Gerard! Sì, forse la cosa mancava un tantino di logica ma… capitelo…
-Ehm… - iniziò a parlare, preoccupato e un po’ incerto – E’… -
-Cosa, piccolo? – sapeva cosa stava per dire, ma voleva sentirlo dalla sua voce, di cui poteva udire ogni sfumatura e vibrazione, ora che aveva gli occhi chiusi e non poteva usare la vista, per bearsi dello splendore che poteva essere il suo piccolo cucciolo tutto tatuato.
-Il mio regalo… per te –
Gee sorrise, dolcemente.
-Ma – si affrettò l’altro a continuare – Non… se non ti piace, posso cambiarlo. Dimmelo, se qualcosa non ti piace, okay? –
Il volto del più grande, si fece perplesso, ma la voce, in contrasto, era più che ovvia, come se stesse parlando di una cosa che l’altro, dovesse già sapere.
-Amore… me l’hai fatto tu. Viene da te. Il fatto che mi stai porgendo il tuo regalo, vuol dire che, non solo mi hai pensato, ma ti sei anche premurato e preso il disturbo, di cercarlo e di darmelo. Può anche essere una lumachina senza guscio, su una fogliolina, o un sasso con sopra dello sputo. Quello che per me conta, è che viene da te. –
Okay, se dopo quest'uscita, deludeva le sue aspettative con un regalo che non gli sarebbe piaciuto: si sparava!
-E’… solo un… pensierino. Da- davvero, Gee. Avrei voluto fare di più. Avrei dovuto, fare di più! Io… -
-Amore! –
-Si? –
-Lumachina… -
Frank sorrise e prese coraggio, ma appena mise la scatola sulle gambe di Gerard, il cuore, aveva iniziato ad attere, più forte di una batteria impazzita!
-Posso aprire gli occhi? –
-Aspetta… - gli prese le mani e le condusse sul coperchio della scatola. Gerard, delicatamente, roteò di poco le proprie mani e chinò la testa, baciando quelle mani da chitarrista, che tanto adorava.
Si sparava e, da morto, avrebbe comunque trovato il modo di legarsi a un grosso macigno e buttarsi in un fiume! Deciso!
Gee riabbassò le mani e lascò che Frank gli condusse le mani sul regalo. Percepì della stoffa crespa, e capì che dovesse essere il nastro.
-Tanti auguri, amore mio… - era il momento d’aprire gli occhi.
Lo fece e si trovò, sulle gambe, una scatola rossa con un nastro nero. Tirò quest’ultimo, piano, e aprì il coperto con la stessa cura con cui sfogliava i fumetti e la stessa curiosità e concentrazione di quando ascolta i cd degli Iron Maiden o le loro canzoni.
All’interno, cera… un libro. Mh, no. Non era un libro.
Posò il coperchio sul tavolo pieno di roba, e trasse fuori il contenuto.
-Se c’è qualcosa che… -
-E’… - carezzò la copertina di foglie secche su carta nera lucida – Un portafoto… -
Prese a sfogliarlo: - Frank, mi… mi hai regalato… un portafoto? –
-Se c’è qualcosa che non va, dimmelo! – ripeté per la millesima volta – Per favore… -
Gee sorrise – Cosa potrebbe non anda… -
Le parole, smisero di uscire dalla sua bocca storta, appena capì. L’album era una raccolta di foto, di ogni tipo di rosa rossa si potesse immaginare. Scontato, dite, che sia il suo fiore preferito? Mh, che ci volete fare, prima d’essere un poeta maledetto, era pur sempre un fottuto romantico senza speranza di guarigione! E, il tutto, era reso più dolce, dal fatto che Gee sapesse perfettamente, che era stato Frank, a fare quelle foto. Per lui. Era sorprendente. E lui, era davvero fortunato, ad avere un ragazzo come-
Nell’ultima pagina, non c’era nessuna foto, solo una freccia, che indicava verso l’alto.
D’istinto, Gerard alzò gli occhi e, davanti a se, c’era Frank che gli porgeva un mazzo di bellissime rose rosse.
E lo vedeva lì, il suo Frank, col piercing che luccica, sul labbro che è dolcemente in su e quegli occhi che lo guardavano con amore e una punta di nervosismo, perché teme sia una cosa troppo sdolcinata, perfino per Gerard.
Frank è lì, fermo. Pronto ad aspettarsi qualunque cosa.
La mano di Gerard, prese a carezzare piano una di quelle rose, poi, con cura, avvicina la mano al volto del proprio ragazzo.
-Tutte queste rose... sono stupende. Ma non sono nulla, in confronto a te, amore mio. Perché sei tu, la mia rosa rossa preferita, Frankie –
Intanto, Frank, si era totalmente perso in quegli occhi pieni di meraviglie e tesori, solo per sé.

FINE

   
 
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