Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: Edelvais    09/04/2012    7 recensioni
Bene, era nella sezione E, Geoff c’era, Bridgette c’era… le sue labbra si incresparono in una smorfia quando lesse il nome del criminale nemico di Geoff. Avrebbe pagato per non avere quel teppista in classe.
“Come hanno potuto metterlo insieme a te dopo quello che ti ha fatto!”
Esclamò la mora guardando Geoff, che sorrise imbarazzato.
“Smorfiosa ficcanaso, fatti gli affari tuoi, credi che le abbia solo prese!?”
Riconobbe quella voce sgraziata e inorridì, pensando al fatto di dover avere in classe per i rimanenti due anni di liceo quel delinquente di Duncan Evans.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Duncan, Geoff, Gwen, Trent | Coppie: Duncan/Gwen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 Choose what your heart suggests.





Cap. 25 La festa più bagnata!





 

 
Per "l'immensa gioia" di Gwen, giunse finalmente il fatidico giorno della festa di Heather.
Mancava circa un'oretta scarsa prima dell'arrivo di Duncan e la gotica aveva le mani nei capelli fissando disperata il suo guardaroba.
"La  smorfiosa ha detto di vestirsi bene, e con questo lei intendeva diversamente da come mi vesto solitamente, quindi… "
Immerse il capo nell'ammasso di capi di abbigliamento dentro l'armadio, e riemerse con in mano dei jeans chiari ovviamente strappati e una maglietta lunga nera con stampato sopra un teschio bianco con dei ghirigori attorno; in più Gwen scelse le all star nere al posto dei suoi amatissimi anfibi.
"Oh be', si dovrà accontentare. " Pensò facendo spallucce.
In alcuni minuti finì di farsi la piastra, consigliatale da Bridgette.
Si guardò allo specchio: be' doveva ammettere che non era niente male con i capelli lisci.
Non appena ebbe terminato i preparativi per la festicciola, ecco che sentì suonare il campanello.
<< Vado io tesoro! >> Squittì Sophie dal primo piano.
<< Salve Sophie! >> La salutò Duncan non appena la donna gli aprì la porta.
<< Ciao Duncan, sei molto carino sai? >>
 << Ahah be' ti ringrazio! >>
Proprio in quel momento stava scendendo le scale Gwen, che si batté una mano in fronte a causa delle parole della madre."Non cambierà mai!" Constatò.
Duncan era vestito normalmente, tranne per il fatto che al posto delle solite magliette con i teschi indossava una camicia slacciata in modo trasandato fino all'altezza del petto e con le maniche arrotolate fino al gomito.
Il ragazzo si sorprese nel vedere Gwen con i capelli così lisci, era molto più bella!
<< Divertitevi cari! >> Esordì Sophie rompendo il silenzio che si era creato.
<< Oh… si grazie mamma, ciao! >>
<< Arrivederci Sophie! >> Salutarono uscendo di casa.
 
<< Sai, stai molto meglio con i capelli così. >>
Disse Duncan una volta solo con Gwen.
<< Oh, grazie. E' il primo complimento sincero che mi fai! >> Scherzò lei.
<< Invece tu non me ne hai mai fatto nessuno. >>
<< Cavolo è vero! Allora, lasciami pensare… quella camicia ti dona particolarmente. >>
<< Ah be' naturale che ti ha fatto quest'effetto. Ti hanno colpita subito i miei pettorali, giusto? >> Si vantò lui scherzando.
Nel frattempo, erano arrivati nel luogo dove Duncan aveva parcheggiato la sua moto.
<< I-in moto? >> Balbettò Gwen leggermente a disagio, ricordando l'ultima volta che l'aveva brutalmente trascinata alla velocità del vento nelle strade di Toronto.
<< Si, perché? Hai paura? >> La schernì l'altro.
La gotica scosse vigorosamente la testa.
<< Bene, allora sali Raggio di Luna, andiamo alla festa! >>
Una volta saliti entrambi sul bolide, sfrecciarono per le strade di Toronto fino ad arrivare davanti ad una villa enorme: due piani di lusso e sontuosità, un maestoso giardino ben curato si protendeva davanti ai solo occhi esterrefatti e dalla strada, si riusciva ad intravedere una parte della piscina dietro l'abitazione.
<< Wow. >> Commentò Gwen sbalordita.
<< Non pensavo fosse talmente ricca da permettersi tutto questo… >> Convenne Duncan.
I due citofonarono e, come risposta, ecco la voce fastidiosa di Heather.
<< Benvenuti nella mia umile dimora, amici miei, entrate pure! >>
<< Non ho mai sentito una frase con più falsità e bugie messe insieme. >>
Il punk scoppiò a ridere.
<< Hai ragione. Andiamo dai. >>
Così si incamminarono per la stradina di ciottoli che separava il cancello dal portone d'ingresso. Una volta suonato anche il campanello, ecco Heather in persona ad accoglierli.
<< Oh ma guarda. Stranamente avete seguito il mio consiglio e vi siete conciati… bene è una parola esagerata per voi, quindi… diciamo meglio di prima. >>
Gwen alzò gli occhi al cielo, arrendendosi al caratteraccio acido della mora.
<< E il mio regalo? Non mi avete portato niente razza di incivili maleducati che non siete altro?! >> Sbottò poi squadrandoli da capo a piedi.
<< E' il pensiero che conta. >> Replicò acida la gotica facendosi spazio ed entrando nell'abitazione seguita da Duncan, lasciando Heather con una smorfia di odio dipinta in volto.
Appena dentro casa, si guardarono attorno; tutto era decorato nei minimi particolari.
Nonostante fossero solamente le otto e mezza, c'erano già un mucchio di persone, alcuni erano i loro compagni di classe e altri non li avevano mai visti prima.
Molti ballavano nel salotto con la musica ad altissimo volume, altri invece chiacchieravano animatamente davanti al tavolo delle vivande, come stavano facendo appunto Trent e Courtney, i quali appena videro Gwen e Duncan, scesero in pista a ballare, lanciando loro delle occhiatacce fulminanti.
<< Cosa ti dicevo io? Ci sono anche quei due guastafeste! >> Bofonchiò la gotica non appena li scorse tra la folla.
<< Stai tranquilla, ti assicuro che non ci disturberanno. >> Ammiccò Duncan.
<< Ragazza! >> Gwen si sentì chiamare da una voce inconfondibile.
<>
<< Oh, è stato quel ragazzo laggiù ad invitarmi! >> La ragazza indicò Harold dall'altra parte della sala che le stava riempiendo il bicchiere di punch.
<< Ma quello è Harold! >> Esclamò la gotica.
<< Lo conosci? >>
<< E' in classe con me. >>
L'africana cambiò discorso.
<< Allora mentivi! >> Sbottò fissando Duncan.
<< A che proposito? >> Chiese Gwen, perplessa.
LeShawna indicò il punk, che nel frattempo si stava ancora guardando intorno.
<< LeShawna! Non è il mio ragazzo! >>
L'altra fece spallucce.
<< Oh be', sappi che Black Mama ha sempre ragione! >> Poi se ne andò, facendole l'occhiolino.
<< Ehi streghetta, io mi sono stufato di stare qui dentro, ce ne andiamo? >>
Domandò Duncan.
<< E dove vorresti andare? >>
Senza rispondere, il punk le afferrò il polso e si fece largo fra la folla, uscendo dal retro e ritrovandosi davanti alla piscina.
<< Wow! >> Esclamò Gwen.
Era davvero un bellissimo spettacolo: la luna si rifletteva nella superficie dell'acqua, mentre il suo sorriso argenteo illuminava lievemente quella serata.
<< Hai visto? >> Sussurrò Duncan indicandole la luna alta nel cielo.
Gwen volse il naso al firmamento, guardando ciò che le aveva segnalato il punk.
Inaspettatamente, il moro l'afferrò per le spalle e la spinse all'indietro, facendola precipitare di schiena nella piscina. Gwen non fece nemmeno in tempo a gridare che si ritrovò inzuppata da capo a piedi. Quando riemerse, sputacchiando acqua qua e là, incenerì Duncan con lo sguardo, che nel frattempo si stava piegando in due dalle risate.
<< Duncan! Ma cosa ti è saltato in mente!? Sei un idiota! >> Sbraitò furente di rabbia.
<< Eh dai streghetta, è solo uno scherzo! >>
<< Ma sono bagnata fradicia! Ti sembra divertente!? >>
"Adesso vediamo chi la spunta." Pensò la gotica con un ghigno.
<< Aiutami ad uscire, razza di troglodita che non sei altro! >>
Si avvicinò a bordo piscina e afferrò la mano che Duncan le aveva teso per aiutarla a salire; ma invece di issarsi, puntò i piedi sul muretto e si buttò all'indietro, trascinando con sé anche il punk che cadde anche lui in acqua.
<< Gwen! >> Sbottò riemergendo.
<< Eh dai criminale dei miei stivali, è solo uno scherzo! >> Replicò la gotica imitando la voce di Duncan.
Il ragazzo le si avvicinò senza proferir parola e, quando fu a pochi centimetri da suo viso, cercò con un ghigno di colmare nuovamente quella distanza, ma Gwen gli schizzò l'acqua addosso, per poi cominciare a nuotare verso il bordo della piscina.
<< Eh no mio caro, prima devi riuscire a prendermi! >> Ridacchiò.
<< Con piacere! >>
Così cominciò l'inseguimento e, per la sfortuna della giovane, Duncan fu più veloce e le piombò addosso facendole appoggiare la schiena al muretto.
<< Presa. >> Le sussurrò all'orecchio, sorridendo malizioso, prima di appoggiare le labbra su quelle di lei. Gwen ricambiò, e si lasciò andare a quel bacio così passionale cingendogli il collo con le braccia. A rovinare quel momento così intimo, si intromise il venticello fresco e tagliente, che sferzava i loro volti. La gotica si staccò da quel contatto.
<< Duncan… >> Ansimò tremando.
<< Si? >>
<< Ho freddo. >>
<< Hai ragione, in effetti questo fottutissimo venticello mi sta dando piuttosto fastidio. >>
<< Se non mi avessi buttata in piscina, razza di decerebrato che non sei altro, forse non staremmo tremando da capo a piedi! >> Protestò Gwen mettendo il muso ed incrociando le braccia al petto.
Duncan le cinse i fianchi.
<< Ma dai, in fondo ci siamo divertiti. >>
<< Parla per te. >>
L'ennesimo brivido di freddo attraversò la sua schiena, facendola tremare come una foglia.
Il punk sembrò accorgersene e, delicatamente, la sollevò facendola sedere sul muretto della piscina, raggiungendola un attimo dopo.
<< E ora che vuoi fare? >> Gli chiese sospettosa.
<< Andiamo dentro! >> Le rispose come se fosse la cosa più normale del mondo.
Gwen inarcò un sopracciglio.
<< Bagnati fradici come siamo? Spero vivamente che tu stia scherzando, Duncan Evans.>>
<< Ovviamente, non essendo uno sprovveduto come una certa persona -, disse ricevendo un'occhiataccia fulminante da parte della gotica - ho ideato un piano. >>
<< Sentiamo. >>
<< Allora,noi entreremo in casa per poi precipitarci da Heather dicendo di essere incidentalmente caduti in acqua, poi tu fingerai di star male in modo da farci dare dei vestiti asciutti! >>
La giovane storse la bocca non appena cercò di immaginarsi la comica scenetta di loro due che fingevano di essere "accidentalmente" caduti in piscina, implorando quella vipera di Heather di dar loro dei vestiti puliti; scosse  immediatamente la testa, contrariata.
<< Cosa c'è che non va? E' una strategia perfetta! >>
<< Perfetta? Quella strega non ci presterà mai neanche uno straccio! >>
<< Non se ti fingi malata in modo tale da spaventarla a tal punto da costringerla a darti dei vestiti per cambiarti! Non permetterebbe mai che suo padre venisse a sapere che ti sei fatta male durante una sua festa dove la responsabilità era interamente sua! >>
Gwen sembrò pensarci su un momento.
<< D'accordo, Mister Non-sono-uno-sprovveduto, ma se non dovesse funzionare... >>
Aggiunse con tono minaccioso.
<< Tranquilla streghetta, funzionerà. >>
Anche se poco - okay, molto poco - convinta, accettò la proposta di Duncan, spinta anche dal freddo pungente che la stava divorando.
Insieme entrarono dal retro e, senza che nessuno facesse caso a loro, si immischiarono nella massa di persone che ballavano e saltavano a ritmo con la musica, cercando di trovare Heather. Dopo alcuni minuti di ricerca, la scovarono a limonare allegramente con Alejandro, mentre reggeva un bicchiere di birra in mano.
"Per fortuna che lo odiava…" Pensò esibendo una smorfia di disgusto.
<< Credo che sarà più facile del previsto. >> Sussurrò il punk, indicando la bevanda alcolica.
<< Ehm… Scusaci Heather, ma abbiamo un problemino. >> Disse poi picchiettando sulla sua spalla.
La ragazza si girò, staccandosi suo malgrado dal ragazzo e fissando Duncan e Gwen con aria scocciata.
<< Be'? Che volete? >> Si, era mezza ubriaca, però manteneva ugualmente il suo caratteraccio di sempre!
<< Sarò breve. Dunque, Gwen è caduta per sbaglio in piscina mentre ammirava il bel cielo stellato di questa notte e cercando di rimanere in piedi, si è aggrappata a me e siamo caduti tutti e due in acqua. Gwen ha avuto però la febbre solamente una settimana fa e se non si cambierà immediatamente i vestiti credo che le verrà una ricaduta piuttosto grave! >> Detto questo, Duncan fece un segnale alla ragazza che cominciò a tossire.
Heather, anche se non completamente lucida, congedò Alejandro e fece loro cenno di seguirla nelle camere nel piano superiore, sbuffando.
Poi, senza dire una parola, aprì una delle tante stanze e, da un armadio enorme, tirò fuori una maglietta e dei jeans per Duncan e una t-shirt bianca e un paio leggings nere per Gwen, lanciandoli poco educatamente contro i due.
<< Fateveli bastare, e non fraintendetemi, lo sto facendo solo perché non voglio che mio padre mi proibisca di organizzare le feste in casa solo per colpa di una sciocca che si ammala durante il mio compleanno! >> Bofonchiò per poi uscire barcollando dalla stanza.
<< Secondo me lo sta facendo anche perché l'alcool le ha dato alla testa. >>
Gwen annuì.
<< Dobbiamo cambiarci entrambi… qui? >> Chiese poi arrossendo.
Duncan sorrise malizioso, per poi avvicinarsi a lei.
<< Si, ti vergogni per caso? >>
<< Scusa tanto se non mi va di farmi vedere in biancheria intima da un criminale! >>
Il punk si allontanò dalla ragazza, facendo spallucce.
<< D'accordo, cambiati pure allora. Resterò girato. >>
<< Allora un minimo di materia grigia c'è in quella zucca vuota! >>
La gotica si tolse la maglietta bagnata, restando in reggiseno e, cercando di fare presto, si infilò la t-shirt di Heather, seguita dai leggings.
<< Bene, puoi girarti ora. >>
Duncan si voltò, slacciandosi la camicia e notò con immensa soddisfazione, l'espressione stupita di Gwen nel vedere i suoi addominali scolpiti. In effetti - e la gotica doveva ammetterlo -, aveva un fisico niente male!
<< Che c'è? Stai sbavando come un San Bernardo oppure ho le visioni? >> Ridacchiò compiaciuto dell'effetto che aveva provocato alla giovane.
<< Tsk. Non scherziamo. >> Borbottò spostando lo sguardo dal ragazzo.
<< Te l'ho già detto che non sei per niente brava a dire bugie? >>
<< Te l'ho già detto che non sei per niente simpatico? >>
<< Cerchi guai, Raggio di Luna? >> La provocò sorridendo sornione.
<< No, voglio solo uscire di qui, quindi se non ti dispiace, muoviti. >>
<< Ai suoi ordini, capitano! >> Scherzò finendo di cambiarsi.
<< Possiamo andare ora? >>
Duncan annuì aprendole la porta e facendola cavallerescamente uscire per prima, accompagnando il tutto da un finto inchino.
Insieme, tornarono al pian terreno, dove regnava il caos più totale.








Nota dell'autrice.

Eccomi di nuovo qui a rompervi le scatole!
Grazie a tutti voi che siete arrivati fin qui, spero che il capitolo vi sia piaciuto ^^
Un bacione a tutti quanti!


Vostra Ed.




   
 
Leggi le 7 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: Edelvais