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Autore: LastHope    09/04/2012    6 recensioni
- Eravate dei perdenti quando io ero bambino e lo siete stati fino alla fine della vostra vita -
'' Ehi ciccione scelgo te '' dissi indicando Nappa.
'' stupida terza classe potrai assecondare di nuovo della mia regale presenza solo se diverrai un guerriero forte e preparato cosa che, da come ti vedo ora, non sembri proprio '' dissi mollando la presa sul collo del plebeo
Ecco come il principe, quando era bambino, ha incontrato i Saiyan (Radish e Nappa) che faranno poi parte della sua fortissima squadra.
Buona lettura:)
[sono sempre accettate recensioni sia positive che negative SENZA offese grazie] ♥
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nappa, Radish, Re Vegeta, Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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 WHEN I MET YOU. 

Mi distesi su quel pavimento freddo e bagnato e ancora sporco dei resti di quegli alieni che avevo fatto fuori in meno di dieci minuti usando parzialmente la mia forza.
Ero steso sul pavimento della camera nella quale mi allenavo, non che io fossi stanco ma avevo finito l’allenamento e mi stavo annoiando.
Ma che razza di allenamenti mi facevano fare? Quegli alieni non erano minimamente all’altezza del principe dei Saiyan.
Avevo solo cinque anni e mostravo una forza perfino superiore ad alcuni Saiyan adulti.
Inutile dire che mi vantavo fin troppo delle mie fantastiche capacità combattive.
<< Fatemi uscire >> urlai
Quegli stupidi alieni non erano nemmeno in grado di aggiustare una camera per gli allenamenti guasta. Mi chiedo perché non li avessi eliminati sul momento.
Infimi, ecco cos’erano.
Erano tutti degli infimi esseri che non meritavano nemmeno di vivere.
<< Fatemi uscire subito razza di stupidi esseri >>
avevo cinque anni ma la proprietà di linguaggio che avevo era alta confronto alla media.
Finalmente la porta bloccata si aprì scricchiolando, dovevano sistemarla al più presto o la mia ira li avrebbe sopraffatti.
Mi avviai verso l’uscita, c’era un alieno verde che era ancora intento a capire quale era il problema che, come ogni volta, mi faceva rimanere chiuso in quella stanza più del dovuto.
Gli lanciai un’occhiata più che eloquente, egli mi guardò con quegli occhi schifosamente troppo grandi e di un colore orrido.
<< M-mi scusi principino, l-la porta della camera si era bloccata, di nuovo.. >> balbettava, tipico.
Avevano tutti paura a parlare con me.
<< Oltre a essere un incapace sei pure un coniglio >> sputai, la mia prepotenza e cattiveria erano pari solo al mio livello combattivo.
Lo presi dal colletto della tuta che indossava << Io, il grande Vegeta, non voglio più restare chiuso in quella camera un minuto di più del dovuto >> lo fulminai con il mio sguardo profondo e crudele che a volte inquietava anche la mia stessa madre. << vedi di sistemarla o mi vedrò costretto a prendere provvedimenti >> detto ciò gli risi in faccia, sapeva quello che intendevo dire ed ero sicuro che se quell’alieno teneva minimamente alla sua vita non  sarei più stato bloccato dentro la sala.
La mia risata sadica venne interrotta dall’ingresso del servitore di mio padre
<< Principino Vegeta, suo padre il re vuole vederla >>
Non risposi e mi diressi verso la sala del trono dove ero certo si trovasse il mio genitore.
Spalancai l’enorme portone con solo una mano facendo sussultare la guardia dietro di me.
Sorrisi. Adoravo mettermi in mostra e di mostrare ai presenti le mie capacità e fargli intendere che se avessi voluto avrei potuto schiacciarli come infimi insetti.
<< Vegeta >> mi chiamò mio padre.
Il re era esattamente la mia fotocopia, tecnicamente io ero la sua ma non volevo certo sentirmi inferiore a lui.
lo raggiunsi ai piedi del trono dove si trovava, mi inchinai seppur con un grande sforzo. Ero stato cresciuto come se fossi il migliore e il più potente e ora anche inchinarmi a mio padre mi irritava parecchio.
<< Vegeta >> ripeté << mi hanno riferito che di recente ti lamenti dei tuoi allenamenti, è la verità? >>
Ottimo, sapeva già tutto. I miei allenamenti di recente non mi allettavano più, gli avversari erano troppo deboli e spesso avevo distrutto pareti per un troppo accumulo di energia.
<< Sì padre. Gli alieni con cui mi alleno sono troppo deboli, il loro livello combattivo non è nemmeno la metà del mio. Se continuo così non migliorerò mai. >>
Ero sicuro e regale, ero davvero un principe. Non un principe qualunque, ero il principe dei Saiyan.
I Saiyan erano guerrieri spietati e imbattibili, molte popolazioni erano state messe sotto assedio da noi, soprattutto se avessimo  deciso di attaccare durante la luna piena.
I nostri corpi sarebbero mutati fino a diventare scimmioni giganteschi e dalla potenza inimmaginabile, ma, ovviamente, usavamo questa tecnica solo sui pianeti dove il livello combattivo degli abitanti era piuttosto alto perché tale tecnica procurava seri danni al pianeta che poteva risultare meno alloggiabile e il prezzo sarebbe calato.
Mio padre sorrise guardando mia madre che era seduta adiacente a lui, era fiero di me e io lo sapevo, ovviamente non lo avrebbe mai ammesso ma avere un figlio così non è una cosa da tutti i giorni e la nascita di mio fratello lo aveva dimostrato. Quel pivello.
<< E scommetto che hai già un piano su come migliorare i tuoi allenamenti giusto? >> disse tornandomi a guardare.
Ovvio che avevo già un piano, con chi credeva di avere a che fare, con un babbeo?
Io sono il principe dei Saiyan e ho sempre un piano per tutto.
<< Sì padre, voglio combattere contro dei guerrieri Saiyan.
Basta combattere contro infimi alieni voglio fare una battaglia seria. >>
Mio padre sorrise, gli assomigliavo troppo e sapeva che niente mi avrebbe fermato.
Mia madre al contrario scosse la testa, lei non era d’accordo, non lo era mai stata ma ciò non mi era mai importato. Io sono quello che comanda e io faccio ciò che mi pare.
<< Vegeta non credi che nostro figlio sia troppo piccolo per scontrarsi con Saiyan adulti? >>
Ma che diavola blaterava? Io piccolo? Io avevo un livello superiore al suo per giunta.   
Con mio grande stupore prima che io potessi educatamente contestare, il re intervenne
<< Suvvia Rosicheena, Vegeta è più forte di molti Saiyan, se la caverà >>
non che gli importasse, sapevo che mio padre era un uomo cinico e spietato ma per un bambino  di cinque anni quello era solo una dimostrazione implicita di affetto e non certo una scusa per formare una completa e spietata macchina da guerra e portatrice di morte e dolore.
Sorrisi e uscii dal portone senza nemmeno salutare, ero troppo felice.
Andai in camera mia e iniziai a prendere a calci e pugni il fantoccio, ormai in pessime condizioni, attaccato al soffitto.
Un calcio a destra uno a sinistra poi mi piego e un pugno sul fianco.
Erano le mosse base da seguire e mi allenavo giorno e notte per essere perfetto e fluido in ogni piccolissimo e insignificante movimento, io ero il principe e io dovevo essere perfetto.
Il mio riscaldamento fu interrotto da una guardia venuta ad avvisarmi che avrei dovuto scegliere il mio compagno di allenamenti il giorno seguente.
Eccellente, avrei iniziato subito.
Andai a dormire con l’adrenalina già in circolo nel mio  corpo. Avrei scelto il più forte
e l’avrei battuto, dimostrando non solo al mondo ma anche a me stesso di essere l’essere perfetto.
Dormii poco poiché la voglia di combattere e di umiliare quel non ancora noto combattente mi allettava parecchio.
Era arrivata mattina, faceva abbastanza caldo ma un Saiyan non le sente certe cose e anche se le sentisse di certo non si sarebbe lamentato.
Feci colazione da solo, come sempre, poiché i miei genitori erano già in piedi pronti a sbrigare faccende incomprensibili e noiose come contratti, riunioni, eventi e tutto ciò che ha a che fare con la burocrazia.
Storsi il naso a pensare che un giorno tutto ciò me lo sarei dovuto sorbire io e mi infilai un intero panino in bocca.
Finii la colazione in circa un’ora e mezzo, tempi record rispetto all’appetito di un Saiyan.
Dopo aver incontrato alcuni sudditi per volere di mio padre mi ritarai nelle mie stanze attendendo con ansia il primo pomeriggio nel quale sarebbe arrivato momento da me così atteso.
Mi allenai fino all’ora di pranzo contandolo come un allenamento pre-vittoria.
Andammo a mangiare in una sala enorme, una delle tante nel palazzo nella quale io non ci avevo mai messo piede, non perché mi era proibito entrare ma perché la mia curiosità non era tale da spingermi ad andare a vederla.
Mangiai in quella stanza affollata da Sayian, probabilmente di seconda classe, che discutevano delle loro risorse, dei nuovi acquisti e dell’allenamento dei loro figli.
Io non commentai poiché se avessi mostrato loro la mia forza li avrei sicuramente umiliati  perciò passai l’intero pranzo ad osservare le portate sparire tra le fauci di quei cittadini rozzi e per nulla eleganti.
Schifato da quel loro comportamento mi sedetti all’angolo del tavolo in modo da poter passare più inosservato possibile ma dopotutto io ero il principe e infatti i sudditi più coraggiosi tentavano a provare di stabilire una flebile discussione amichevole con me ma, ovviamente, invano.
Rispondevo con secchi << Tsk >> o << Umpf >> o a volte, solo per non sembrare ripetitivo, abbozzavo anche dei sommessi ringhi.
Finalmente quando, con mia somma gioia, finimmo di mangiare mio padre invitò gli ospiti a essere spettatori alla scelta del compagno di allenamento di suo foglio.
Io indossavo una normale battle suit blu e i miei fidatissimi guanti bianchi, che non mancavano mai nell’abbigliamento di un degno principe.
Raggiungemmo l’uscita che portava al giardino interno del castello dove erano riuniti i combattenti che io stesso avrei giudicato.
Appena varcai l’uscio notai che oltre ai guerrieri erano presenti anche della comune gentaglia
<< terze classi >> sussurrai storcendo il naso.
Mio padre mi scortò fino a essere davanti ai combattenti poi mi sussurrò che avrebbe iniziato la manifestazione con un discorso
Io annuii incurante, era giunto il mio momento e anche se avesse fatto un discorso l’attenzione sarebbe stata del tutto mia.
Mi avvicinai a quei plebei stando attento di non toccare nessuno, non volevo di certo infangarmi con il loro odore o peggio con la loro sporcizia.
Tenevo la testa alta, il busto eretto e le braccia incrociate, perfino in mezzo a milioni di persone la mia posa si sarebbe riconosciuta.
Mio padre aveva iniziato esponendo qual era il problema e il perché io volessi un compagno adulto e forte quando una mano mi toccò la spalla.
Mi girai con gli occhi che emanavano fiamme, chi aveva osato fare un affronto simile a me?
Vidi che il plebeo che aveva la mano sulla mia regale spalla mi stava sorridendo, che cosa futile. Mi liberai subito da quell’oltraggioso contatto ma egli non perse il sorriso che aveva stampato su quel volto da babbeo
<< Ciao >> mi disse
Ciao? Osava salutare me, il principe di tutti i Saiyan con un misero e squallido ‘ciao’?
Inammissibile, ecco cos’era.
Non risposi, decisi di non farci caso, se ne sarebbe andato se l’avessi ignorato.
Al contrario delle mie più rosee aspettative il ragazzo se ne stava lì a fissarmi con un’aria da folle.
Aveva i capelli neri e lunghi  e gli occhi neri, come tutti i Saiyan d’altronde.
<< che vuoi? >> gli urlai scocciato
<< Tu sei Vegeta vero? >>
Roteai gli occhi, stavo parlando con una terza classe, mi vergognavo di me stesso.
<< Visto che sai chi sono perché mi stai rivolgendo la parola? >>
Non potevo accettare che quei plebei si prendessero certe libertà come toccare o parlare con me, il loro principe.
Lui non sembrò affatto intimorito << Volevo salutarti principino >>
Mi stava prendendo in giro? Voleva salutarmi
Non volevo portare avanti ancora quella conversazione che era tutto fuorché principesca.
Gli voltai le spalle ma lui continuava a parlare con me tentando un qualsiasi contatto.
Ero sconcertato e arrabbiato. Quella infima terza classe mi stava rovinando la giornata e come se non bastasse sembrava non avesse nessuna intenzione di smettere continuando a dire di chiamarsi Radish, che sua madre tra pochi mesi avrebbe partorito e che suo padre era un bravissimo combattente: era insopportabile.
La vena sulla mia tempia destra iniziò a tremare convulsamente, mi girai di scatto in un attacco  d’ira, gli strinsi il collo con una mano e con voce calma e pacata gli parlai guardandolo negli occhi
<< Ascoltami bene terza classe, non osare mai più rivolgerti a me con questo tono e potrai avere l’onore di assecondare la mia regale presenza solo se diventerai un guerriero forte e preparato cosa che, da come ti vedo ora, non sembri proprio. >> lasciai la presa e lui cadde a terra con un tonfo sordo. Mi guardò massaggiandosi nel punto dove avevo maggiormente fatto pressione << Allora puoi star certo che diventerò un ottimo guerriero >>
Alzai un sopracciglio. Del coraggio ne aveva da vendere se si rivolgeva a me con quel tono da saputello ma riguardo alla sua forza sarebbe dovuto migliorare parecchio per entrare nella mia cerchia di guerrieri che avrei avuto in futuro.
Sentì mio padre finire il discorso perciò, senza corrucciarmi molto di lasciarlo lì senza risposta, mi diressi a passo spedito verso di lui.
<< Bene Vegeta, questi sono i guerrieri più forti che si sono presentati sono: Caul, Gherkin, Beet e Nappa. >>
<< Solo quattro? >>
Non era certo una vasta scelta ma mi dovetti accontentare.
Caul lo esclusi prima ancora di testare a quanto corrispondesse la sua forza, era smilzo e era alto poco più di me, non era certo adatto a un Saiyan forte come me.
Gherkin era di corporatura media, niente in confronto a Beet e Nappa.
Gli ultimi due mi allettavano molto, o per lo meno mi allettava il fatto di un possibile scontro con quei due colossi.
Presi il rilevatore che mi pose mio padre.
Lo rivolsi verso Caul e, come mi aspettavo, non era degno di me.
Gherkin non era male ma non abbastanza per quello che mi serviva.
Beet al contrario di quanto mi aspettassi aveva un livello minore di quello di Caul: che delusione.
Nappa era il migliore, era forte, muscoloso e il suo livello era uguale se non leggermente superiore al mio. Inammissibile, dovevo superarlo a tutti i costi.
Io sono il principe e lui è il suddito. Io comando e lui ubbidisce. Io vinco e lui perde.
Puntai l’indice verso di lui << Ehi ciccione, voglio te! >>
Mio padre lo fece avanzare e mandò via quegli altri che erano una vergogna per la razza Saiyan.
<< Bene Nappa da oggi in poi sarai il compagno di allenamento di Vegeta >>
Lo guardai dal basso, era così alto, era si e no cinque volte la mia stazza.
Mi sorrise sereno, non era preoccupato di doversi scontrare con il principe in persona?
<< Seguimi >> gli ordinai e ci dirigemmo verso la sala degli allenamenti mentre la folla che era rimasta a osservare si stava piano piano dissolvendo.
Prima di entrare lanciai uno sguardo eloquente all’alieno verde e lui mandando giù il groppo di saliva che gli si era formato in gola mi fece segno di entrare.
Mi fermai davanti a Nappa e con la mano gli feci segno di attaccare.
Combattemmo duramente per tutto il pomeriggio, lui era forte ma la presenza di tutti quei muscoli lo rendevano molto lento, cosa che a me non accadeva dato anche il fatto che avevo cinque anni e la mia agilità era ottima.
Quel giorno non vinse nessuno ma, al contrario di tutti gli altri allenamenti a cui mi ero sottoposto, caddi a terra stanco e mi addormentai in quella stanza dove avevo appena combattuto mostrando la mia potenza.
Nappa mi prese in braccio e mi appoggiò delicatamente sul mio letto. Da quel giorno non smisi mai di allenarmi, dovevo superarlo, dovevo vincere, dovevo essere il migliore.
Mi impegnai a lungo e riuscii a superarlo molteplici volte.
Ora guardo il cielo e ripenso a quel giorno in cui Kakaroth ti ha ridotto male e non ho tentennato io stesso dal privarti della tua vita.
Io a sette anni ero già in grado di batterti, di sbatterti al suolo come se fossi un misero insetto e di farti sputare sangue con la facilità di come si rubano caramelle a un bambino.
Quel terza classe che nel giorno in cui ti ho incontrato ha osato rivolgermi la parola è diventato un guerriero di tutto rispetto venendo a far parte della nostra squadra.
Siete morti entrambi e io ora guardo il cielo ricordando i momenti in cui eravamo degli sterminatori senza cuore e senza pietà.
Quando ero piccolo eravate dei perdenti e lo siete rimasti fino all’ultimo istante della vostra insulsa vita. Ma a parte ciò devo ammettere di essere cambiato stando sulla Terra e che voi, in una parte remota del mio cuore, mi mancate.


IL MIO PICCOLO ANGOLINO
Ho scritto questa One-Shot perché mi sono sempre chiesta come Vegeta abbia incontrato i suoi fedeli e adorabili compagni di squadra e allora mi sono messa all’opera.
Spero di non aver annoiato nessuno(:
Come sempre, sono gradite le recensioni sia positive che negative (per quest’ultime senza offese), mi fa molto piacere sapere cosa pensate delle mie storie ♥
Buona lettura a tutti e buona Pasquetta
-S. ♥ 

  
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