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Autore: hussykawa    09/04/2012    7 recensioni
Beh, questa storia è per tutti i sentimentalisti, quelli che amano Soul Eater alla follia. Parla del futuro dei nostri eroi, e parla soprattutto dei loro figli, che vivranno delle avventure fantastiche fra lotte, combattimenti, intrighi amorosi e... parenti imbarazzanti. Come se la caveranno Eater Evans, Jacqueline O'Lamp, Jake O'Lamp, Silver*Star, Kirikou Briam e Kill Er alla Shibusen? Dovranno affrontare Kishin, streghe e vili traditori, ma soprattutto gli ostacoli più grandi: zii e genitori moolto famosi! Hika_chan88
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Post Soul Eater'
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Capitolo 1: Una noiosissima lezione, la prima missione per il Team Battle?

SilverStar era molto annoiata, quella mattina.

Aveva già 15 anni e non le era ancora stata assegnata nessuna missione importante.

I suoi genitori, BlackStar e Tsubaki, erano famosissimi ed erano dei Maestri d’Arma abili e veloci.

Lei invece si era ritrovata con un Partner timido e riservato, che al solo udire la parola “battaglia” scappava via in un lampo.

Figuriamoci quando gli dico: -Perché non recuperiamo qualche Uovo di Kishin? Così diventerai Falce della Morte!-. Ma no, Kirikou si trasforma in Arma e si attacca alla parete come un decoro a forma di stella! Io voglio l’AZIONE!” pensava SilverStar, immaginandosi mentre lanciava Kirikou verso un Kishin, facendo esplodere il malefico essere.

L’Arma in questione era seduta accanto a lei e ascoltava sconsolato la lezione del Dottor Stein.

Kirikou era giù di morale: il suo sguardo correva da quello annoiato di SilverStar a quello divertito di Eater, Jake e Jacqueline, che scherzavano allegri sotto di lui mentre Kill ammirava i propri capelli neri, con tre strisce bianche che suo cugino Death the Kid aveva tanto odiato.

Magari anche io e SilverStar fossimo così affiatati...” pensava.

«Bene, ragazzi. Oggi proveremo la Risonanza a Catena. Selezionerò alcuni di voi, che dovranno provare a connettere le proprie anime in gruppo» annunciò il Dottor Stein.

«Allora...» disse osservando i suoi alunni «Bene. Eater Evans, Jake e Jacqueline O’Lamp, SilverStar, Kirikou Briam e… Kill Er».

Un boato si alzò dagli studenti.

I 6 ragazzi si alzarono e, un po’ titubanti, raggiunsero l’insegnante vicino alla cattedra.

«Allora: le Armi si dovranno trasformare e dovranno eseguire l’Eco dell’Anima con i rispettivi Artigiani. Questi ultimi dovranno, utilizzando la Visione dell’Anima, cercare quella dell’altro Maestro e dell’Arma a lui collegata. Così, se le vostre Anime riusciranno a sintonizzarsi, avrete una “spinta di potere”, che vi darà la forza per sconfiggere anche nemici molto più forti».

«Forza, ragazzi, andiamo!» esclamò Eater pieno di entusiasmo.

Kill assunse un’espressione indifferente, come per dire: “Come mai tanto entusiasmo? Non stiamo facendo niente di particolare”.

Poi, fece lo stesso un cenno d’assenso al suo Partner, e gli disse: «Bene. Cominciamo».

Sgranocchiò un biscotto a forma di maschera di Lord Shinigami che aveva tirato fuori da chissà dove e chiuse gli occhi per assaporarlo meglio.

I fratelli O’ Lamp si trasformarono subito, adagiandosi nelle mani dei rispettivi Maestri d’Arma.

I due fratelli non si assomigliavano proprio: alto e atletico lui, bassa e cicciotta lei, avevano due caratteri diametralmente opposti.

Anche in forma d’Armi erano diversi, poiché una era una Lanterna Infuocata, e l’altro era una Balestra.

Jake era cosparso di fregi e d’intagli che raffiguravano fiamme.

Era stata Kill a scolpirgliele, poiché teneva molto all’estetica della sua arma.

Eater, invece, esattamente come i genitori, i famosissimi Maka e Soul, che avevano sconfitto il primo Kishin, se ne fregava della bellezza della propria Arma: a lui importava solo della forza e della potenza di quest’ultima.

Quindi sommergeva la pigra Jacqueline di allenamenti e diete, che lei trovava ogni scusa per saltare.

Ma torniamo alla lezione del Dottor Stein.

SilverStar era emozionata e sicura di sé: sapeva che avrebbe dato il massimo per riuscire a fare bella figura.

Kirikou, invece, approfittando del fatto che da Arma nessuno poteva vedere la sua espressione, tremava come una foglia mossa dal vento.

Tutto sommato, comunque, sperava di farcela e di stupire, una buona volta, la sua Meister.

Non devo deludere SilverStar: lei tiene tanto a questa prova. Oh, ma chi voglio prendere in giro! Non ce la farò mai!” pensava il ragazzo sconsolato.

«Ehi, Kirikou! Ricordati che io credo in te. E poi cosa ci vuole a fare un Eco dell’Anima? Mettiamocela tutta!» lo incitava SilverStar.

Il viso di Kirikou emerse dal metallo: sorrise timidamente, e SilverStar gli strizzò l’occhio, fiduciosa.

Poi si concentrò, e cercò dentro di sé la forza e la connessione con il suo Partner.

All’improvviso, all’unisono le Armi e gli Artigiani gridarono: «ECO DELL’ANIMA!».

Le loro Anime si accesero come fiamme: il Dottor Stein era ammirato; da dietro le lenti dei suoi occhiali osservava soddisfatto la potenza delle Anime dei ragazzi.

Si connetterono prima le due Anime di SilverStar e di Kirikou: quella della ragazza era di un blu mare intenso, con sopra una stella gialla, mentre quella dell’Arma era beige e nera, proprio come i suoi capelli.

Poi fu la volta di Kill e di Jake: l’Anima rosso sangue di lei, con sopra 3 strisce bianche, le Linee di Sanzu, segno dell’immenso potere degli Shinigami, contrastava con quella arancione e viola di lui.

Per ultimi si unirono Eater e Jacqueline: le loro Anime erano quasi uguali, entrambe gialle.

Ognuna delle due portava impresso il volto stilizzato del proprietario.

Ad un tratto, le fiammelle che ardevano su ogni Anima, si innalzarono come fili di fumo e raggiunsero l’altissimo soffitto dell’aula.

I fili s’intrecciarono e le Anime si fusero fino a formare un’unica grande fiamma, che inondava tutto lo spazio presente.

Le Armi mutarono: il fuoco che ardeva dentro Jacqueline si fece più intenso, il manico si allungò e si assottigliò, tanto che la ragazza pareva proprio un fucile lanciafiamme.

Jake, invece, diventò più grande e un altro laccio si fissò al braccio di Kill.

Le punte di Kirikou, invece, si affilarono e si ingrandirono, finché quella che prima era solo una stella ninja poco più grande del braccio della sua Meister, diventò molto più grande, quasi metà di SilverStar.

Le sue punte iniziarono a brillare d’argento, così come le fiamme delle altre due Armi.

Era stupendo e tutti gli studenti li guardavano affascinati.

Prima che anche le linee di Sanzu di Kill iniziassero a comparire, il Dottore disse: «Bene! Adesso che siete abbastanza potenti, provate ad attaccarmi! Su, forza, sono anche disArmato!».

I ragazzi non se lo fecero ripetere due volte: veloci e scattanti, Eater e SilverStar attaccarono il dottore da due lati: in questo modo, l’uomo avrebbe dovuto spostarsi in avanti, cadendo nella loro trappola.

Infatti, grazie alla Risonanza a Catena, potevano ascoltare l’uno i pensieri dell’altro, cosa che normalmente avveniva solo fra un Meister e la sua Arma.

Avevano strutturato così il loro piano:

 

Kill e Jake, sfruttando la capacità della Shinigami di divenire invisibile, si sarebbero nascosti agli occhi di Stein.

La ragazza sapeva benissimo che egli era in grado di Vedere le Anime, così aveva fatto sparire l’Onda della propria.

Intanto SilverStar e Eater l’avrebbero attaccato dai fianchi.

Siccome il Dottore era attaccato al muro, non avrebbe avuto altra scelta che venire in avanti, dovendo così combattere contro un avversario invisibile.

Eater e SilverStar l’avrebbero così sorpreso da dietro.

Nonostante il piano fosse ben strutturato, i ragazzi erano coscienti dell’abilità e della bravura del loro professore, che sapeva benissimo combattere anche senza un’Arma.

Tutto sommato, ce l’avrebbero messa tutta.

Quando Eater e SilverStar attaccarono, il Dottor Stein allargò le braccia.

Nonostante la fiammata partita da Jacqueline, l’uomo non si scostò di un millimetro, parando il colpo ricevuto da SilverStar con l’Onda della propria Anima.

Poi passò al contrattacco, colpendo la ragazza dritta nello stomaco con una scarica di energia.

Eater, mentre Stein era impegnato con gli altri due, utilizzò Jacqueline come un jetpack per schizzare in aria.

Successivamente, appena si trovò esattamente sopra a Stein, si lasciò cadere.

Quest'ultimo si scostò all'ultimo secondo e Eater rovinò a terra, facendo quasi un buco nel pavimento.

Kill, intanto, sgranocchiava biscotti.

Ad un certo punto, vedendo che gli altri due erano in difficoltà, ricomparve.

Tese il braccio e sparò, colpendo Stein in un braccio.

Il Dottore si rese conto di dov'era e, prima che potesse scomparire di nuovo, la intrappolò in una gabbia di energia.

Dopo che ebbe fatto lo stesso anche con gli altri si risedette sulla sua amata sedia e li liberò.

«Avete combattuto bene, ma avete bisogno ancora di un po' di esercizio. Vedrete che con il tempo migliorerete. Comunque le vostre Anime si sono sintonizzate subito, perciò formerete una Squadra. Sarete il Team Battle. Potete andare, la lezione è finita».

I neo-membri del Team Battle si avviarono verso l'uscita dell'Aula, un po' sconsolati.

Solo Kill continuava a sgranocchiare biscotti, come se non fosse stata appena sconfitta da un uomo disArmato.

«Beh, io vado da mio zio. Gli racconterò cosa è successo».

«FERMA!» le urlò dietro SilverStar prima che scomparisse.

La shinigami si voltò lentamente, fissandola con i suoi occhi giallissimi.

«Voglio venire anch'io. È tutta una vita che aspetto che mi venga assegnata una missione importante e oggi, dopo la sconfitta, mi sono detta: “Per riscattarti devi riuscire a dimostrare a te e agli altri che vali”. Siccome tu sei la nipote di Lord Shinigami, forse potresti mettere una buona parola per il nostro Team».

Kill la squadrò, guardandola dall'alto al basso.

Poi sorrise, enigmatica e affascinante, come faceva suo cugino, facendo impazzire Jake.

«E va bene. Eater, Jacqueline, venite anche voi. Siccome non posso teletrasportarvi tutti, andrò a piedi con voi. Anche se così si consumerà la suola delle scarpe».

Poi si voltò e, a passo deciso, si incamminò: Kill camminava in modo strano, fin troppo perfetto.

Successivamente rivelò che aveva imparato a camminare così per non sgualcire la gonnellina a pieghe nera, che le dava un’aria da studentessa di un college privato.

Anche le mani seguivano un movimento regolare, per non spiegazzare camicia e cravatta.

Kill era l'esempio della perfezione.

Aveva dovuto imparare ad essere perfetta: tutti parlavano di suo cugino Death the Kid e lei non sopportava che le dicessero: «Lui sì che è un grande Death Scythe Meister».

Nonostante lui avesse ormai 32 anni, Kill soffriva molto quando la sua ombra di fama la oscurava.

Così aveva superato tutte le difficoltà con precisione e perfezione, in modo che sembrasse proprio una Dea della Morte, senza difetti.

In realtà anche gli shinigami erano pieni di difetti (come testimoniava suo cugino con l'ossessione per la simmetria), ma questo alla ragazza non interessava.

Come stavamo dicendo, il Team Battle si avviò al completo nella Camera della Morte, lo ‘studio privato’ di Lord Shinigami.

Oltrepassarono il Corridoio che portava alla Camera, il cui soffitto era formato da tante Ghigliottine (per questo era chiamato il Corridoio delle Ghigliottine).

Giunsero così al cospetto di Lord Shinigami.

La Camera della Morte era immensa: il soffitto era un finto cielo punteggiato da nuvolette ricciute che vagavano per la Camera, sfiorando anche il suolo.

Solo una parte della Camera era piastrellata: era lì che stava Lord Shinigami.

I 6 ragazzi salirono una breve scala e raggiunsero lo zio di Kill.

Non c'era nessun arredamento, a parte lo Specchio della Morte, dal quale il Dio osservava tutto ciò che succedeva e attraverso il quale chiunque poteva contattarlo.

Parlare con lui era molto semplice: bisognava alitare su di uno specchio e scrivere il Numero della Camera della Morte, cioè 42 42 564.

Questo numero era denso di significato: in giapponese, se scrivi in lettere il numero, ovvero shini shini koroshi, salta fuori morte morte omicidio.

Gli unici altri ‘elementi decorativi’ erano tante croci nere da cimitero conficcate nel terreno giallo e beige che circondava quella specie di altare.

«Ciao ciao ciao Kill! E anche a voi, ragazzi!» li salutò allegramente Lord Shinigami.

«Buongiorno, Sommo Shinigami» risposero tutti, tranne Kill, che fece: «Ciao, zio».

«Ehm, quelle tre strisce bianche ti stanno, ehm, benissimo, oggi!» disse un po' impacciato, cercando di strappare un sorriso a Kill.

Lei fece di nuovo quel suo sorriso sghembo, e lo zio non poté trattenersi dal dire: «Quando fai questo sorriso somigli proprio a mio figlio!».

Kill alzò un sottile sopracciglio, perplessa.

Poi, come se qualcuno le avesse dato una botta in testa, improvvisamente si ricordò il motivo di quella visita.

«Zio, siamo qui per chiederti una missione».

 

P.S.: CIAO LETTORI ANNOIATI! STARETE PENSANDO QUALCOSA TIPO “UHM, QUESTA STORIA MI FA PROPRIO SCHIFO, E’ NOIOSA” E PROBABILMENTE AVETE RAGIONE. MA NON VI PREOCUPATE: LA PAZZOIDE CHE SCRIVE HA IN MENTE TANTE BELLE COSUCCIE DA SCRIVERE (ANCHE MOOLTO CATTIVE PER IL TEAM BATTLE). SO COSA CERCATE: IL PATHOS, L’AZIONE E IL ROMANTICISMO SBACIUCCHIOSO (NON NEGATE). BENE! BASTA CHIEDERE CHE VI SFORNO QUALCHE CAPITOLO INTERESSANTE. MA ADESSO MI DEVO CONCENTRARE SU QUELL’ALTRA MIA STORIA, OVVERO “42 42 564 PRONTO SOCCORSO CAMERA DELLA MORTE”. MA APPENA HO UN ATTIMO CONTINUO ANCHE QUESTA. RECENSITE, MI RACCOMANDO! ASPETTATE… MMH… GRAZIE PER IL BISCOTTO, KILL (MANGIA). SCUSATE PER L’INTERRUZIONE, NON SI SCRIVE CON LA BOCCA PIENA. VI SALUTO! SYMMETRICAL KISSES,

NATURALICE24

   
 
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