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Autore: Milla Chan    09/04/2012    4 recensioni
-…Se è una scusa per provarci con me, sappi che è un no.- ipotizzò ad alta voce Nor, avvicinando piano la mano alla sua testa e sfiorandola lentamente con una sorta di repulsione malgestita, non ricevendo risposta mentre un altro flash illuminava la stanza, seguito dal rumore rintronante che sembrava aver fatto tremare la stanza. Dan uggiolò ancora, e Nor capì che quella sarebbe stata una lunga notte…
[ Dedicata a Moetrollice ]
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Danimarca, Norvegia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per Anna, che piano piano sta imparando ad apprezzare questi due tanto da darmi dei prompt. <3

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Dan camminava velocemente per il corridoio, avanzando a tentoni contro il muro, teso come una corda di violino. Sentiva la pioggia scrosciare con violenza, il vento ululare. Aveva provato a non farci caso, a rigirarsi nel letto e riaddormentarsi, ma proprio non ce la faceva.
…Ah. Ma figuriamoci, non aveva certo paura!
Ci fu l’ennesimo lampo, e il fragore del tuono che lo seguì pochi secondi dopo lo fece sussultare con un piccolo guaito.
Corse più veloce, finché non aprì la porta che cercava e si scaraventò nella camera.
 
-Norge?- gli uggiolò vicino all’orecchio, arrancando sul lenzuolo e stringendolo forte tra le mani.
Gli rispose un mugolio di disappunto, mentre la figura del ragazzo si rigirava nel letto.
-Norge, fammi spazio…- mugolò Dan senza mezzi termini, provando a prendersi una parte del letto.
-…Mh?...- la testa di Norvegia si alzò di poco dal cuscino, spaesato. -…Dan? Ma che…?- borbottò con voce impastata, fregandosi gli occhi e non capendo proprio niente.
-…Idiota.- disse secco dopo qualche secondo, abbastanza lucido per spingerlo giù dal letto e girarsi dall’altra parte.  –…Ma vattene a dormire.-
-Norgee…- pigolò, lamentoso e disperato, inginocchiato a terra, appoggiando le mani e il mento sul materasso.
Non ricevendo risposta alcuna, decise di passare al contrattacco prima che qualche altro tuono lo spaventas-… Emh… Disturbasse.
-…Okay. Allora vado in camera di Tino.- disse alzandosi in piedi, facendo le spallucce.
Silenzio. Solo i tuoni in lontananza e la pioggia battente.
-…Lui mi fa sempre spazio, nel letto.- aggiunse con un sorriso sornione, sentendo Nor fremere nel buio.

Passò qualche minuto, prima che Dan si girasse con un sospiro verso la porta.
Mosse un passo e si sentì strozzare. Cadde nel morbido, sul materasso, vedendo Nor che gattonava sul letto.
-…Cambiato idea?- mormorò vago e subdolo, massaggiandosi un po’ il collo.
-…Idiota…- ringhiò l’altro a bassa voce, alzando le coperte per farvici sgusciare dentro un Danimarca decisamente soddisfatto.

Appena in tempo, perché un accecante lampo illuminò la stanza, seguito da un rombo decisamente fragoroso.
Dan si fece piccolo contro il petto di Nor, completamente sotto le coperte.
-…Dan, stai scherzando?- chiese sul limite dello sconvolgimento Norvegia. -…Non puoi avere paura di un temporale, il tuo neurone è andato in ferie?-
Non rispose, limitandosi a stringere forte il suo busto e appiccicandovi la guancia.
-…Se è una scusa per provarci con me, sappi che è un no.- ipotizzò ad alta voce Nor, avvicinando piano la mano alla sua testa e sfiorandola lentamente con una sorta di repulsione malgestita, non ricevendo risposta mentre un altro flash illuminava la stanza, seguito dal rumore rintronante che sembrava aver fatto tremare la stanza. Dan uggiolò ancora, e Nor capì che quella sarebbe stata una lunga notte…
 
-Hai paura davvero, non riesco a crederci.- affermò stupito Nor dopo mezz’ora buona di fulmini, tuoni e danesi timorosi come bambini di sei anni. Sospirò, ormai seduto con la schiena appoggiata alla testiera del letto e Dan che se ne stava bellamente in mezzo alle sue gambe, la faccia affondata nella sua pancia.
-…Così soffochi.- disse alzando un sopracciglio. Pensò un po’ a ciò che aveva detto, fissando la sua testa di capelli spettinati.  –…Oh, giusto, forse è meglio così.-
Dan mugolò con disappunto, alzando il capo verso di lui.
Entrambi si erano abbastanza abituati al buio. Non era tanto difficile per Nor vedere gli occhi da cucciolo del danese guardarlo con un’espressione a metà tra l’adorante e il supplicante.
Dan lo adorava perché l’aveva fatto entrare sotto le coperte e lo supplicava di non mandarlo via?
Probabile.
Scosse la testa e lasciò che le braccia appoggiate alla schiena larga del ragazzo scivolassero inermi sul materasso.
-…Non mi lascerai dormire per tutta notte?- chiese rassegnato.
-Guarda che puoi dormire…- gli rispose finalmente, strusciando un po’ la testa contro il ventre.
-Non con un fottuto gatto in cerca di attenzioni spalmato addosso.- rispose atono.
-…Solo finchè il temporale non finirà, promesso.- mormorò facendo il labbruccio, stringendo forte la sua maglietta del pigiama.
-Non è vero.- sbuffò Norvegia, stropicciandosi gli occhi con la sua solita flemma.
Dan si zittì. Già, aveva ragione. Quando sarebbe finito il temporale non si sarebbe certo alzato dicendo “Oh, okay, è tutto e finito torno in camera mia, grazie.”.
No, non ne sarebbe stato capace. Gli piaceva così tanto, stare nel suo letto. Vorrebbe che ci fossero più temporali, così avrebbe avuto più scuse per infilarsi tra le sue coperte.

-…Saresti andato davvero da Tino?- borbottò a voce bassa Nor.
L’altro ghignò, allungando le mani verso il viso del ragazzo e disegnandone i lineamenti.
-No, lo sapevo che mi avresti fatto entrare. Gelosone~-
Sentirono un borbottio basso, uno di quei tuoni che si stanno preparando a spaccarti i timpani.
Nor tappò immediatamente le orecchie a Dan con i palmi delle mani proprio mentre il cielo sembrava squarciarsi. Non che effettivamente servisse molto, dopotutto non attutiva poi tanto. Ma Dan apprezzò il gesto.
-Sei un danese stupido, te l’ho detto così tante volte che mi viene la nausea.-
Nor lo scansò via, tornandosene sotto le coperte con la ferma intenzione di prendere sonno.
Gli diede le spalle, ma Dan gli si appiccicò come una cozza allo scoglio.
Nor se ne stava a fissare il vuoto, le mani tra la sua guancia e il cuscino che stava scomodamente dividendo. I tuoni erano sempre più lontani e la pioggia sempre più debole.
Finalmente riusciva a sentire le palpebre pesanti, e la sensazione di essere tanto leggero, quasi dimenticandosi di avere quel fastidioso danese che stranamente aveva deciso di starsene fermo e, chissà, magari anche dormire.
Sapeva bene che non se ne sarebbe mai andato di sua spontanea volontà. Per questo lo ignorò, decidendo di non mandarlo via. Ma non poteva ignorare anche il suo respiro. Non riuscì a fare a meno di voler sincronizzarlo col suo; era una così bella sensazione. Quando il petto si alzava, si alzava anche il suo; quando si abbassava, si abbassava anche il suo, e lui respirava sul suo collo, placidamente.
Sentì la mano del danese sul ventre, e la raggiunse con la sua, sfiorandola, con un gesto naturale.
-…Dormi?- gli sussurrò Dan vicino all’orecchio.
Nor trattenne un sospiro. Non cambia mai, quell’idiota. Forse se ne sarebbe pentito, ma decise di non rispondere e di mantenere il respiro regolare.
L’altro si zittì definitivamente, stringendo un po’ più forte Nor contro di lui.
 
Socchiuse gli occhi.
Si ritrovò il viso dormiente di Dan a pochi millimetri dal suo e sussultò appena.
Sì, era riuscito ad addormentarsi, ma capì che era stata una di quelle dormite che ti lasciano più assonnato di prima.
Roteò gli occhi, provando ad alzare la testa per poi farla ricadere sul cuscino, abbassando le palpebre svogliato.
Mosse la mano e, con stupore, si accorse di avere le dita intrecciate con quelle di Dan.
Sbuffò, strusciando un po’ il viso sul cuscino, sperando che l’altro non si svegliasse proprio in quel momento, almeno si sarebbe goduto un po’ quei contatti senza dover per forza essere acido o far finta che gli dessero fastidio.
Piantò il gomito sul cuscino, appoggiando la testa sul palmo della mano e guardando le dita del danese che stringevano le sue. O forse erano le sue che stringevano quelle di Dan?
Bah, poco importava, a dir la verità.
Sbadigliò, socchiudendo un po’ gli occhi per la luce che filtrava dalla finestra.
Abbassò le iridi sul ragazzo davanti a sé, vedendo i capelli color grano sparsi sul cuscino (sul suo cuscino…!) e l’espressione beata.
Rimase un po’ ad osservarlo, ad osservare i giochi di luce sulla sua pelle e tra i suoi capelli, ad osservare le labbra appena dischiuse, a sentire il rumore cadenzato del suo respiro tranquillo.
Stirò la bocca, guardandosi attorno con la maggior lentezza possibile per poi premere l’indice contro la testa di Dan, assicurandosi che stesse dormendo ancora profondamente.
Gonfiò le guance, chinandosi con nonchalance su di lui e lasciandogli un bacio tra i capelli.
Lasciò la sua mano, tirandosi a sedere, rosso in volto.
Si mise a braccia incrociate, creandosi la sua espressione indifferente e allungando le mani per scrollarlo con forza.
-Danese senza l’ombra massa grigia, dormi troppo, sono sveglio da un sacco di tempo e....-
Dan sussultò, tirandosi a sedere tanto velocemente da tirare una testata a Norvegia.
-Nooorge, che male…!- strillò portandosi la mani in fronte e sdraiandosi di nuovo, dolorante.
-…Sei un…Idiota…- l’altro lo guardò con gli occhi lucidi dal male, trattenendosi dall’urlargli in faccia ma non dal ringhiargli contro, tenendosi le mani sul naso.
-Gnèèè.- si lamentò l’altro facendogli una linguaccia e allungando le braccia per abbracciarlo affettuosamente, mentre Nor gli affondava le mani tra i capelli e tirava con forza, provando a staccarselo di dosso tra varie imprecazioni.
-Grazie per stanotte, Nooor!- cinguettò dondolandosi a destra e a sinistra.
-Non farmi pentire di averlo fatto.- borbottò, sentendosi quasi soffocare dalle braccia del danese.
-Stanotte posso venire ancora da te?- chiese supplicante.
-No.- rispose subito, lapidario, il norvegese.
-…Vuoi un bacio?- disse di punto in bianco l’altro, tenendolo per le spalle con un sorriso che andava da un orecchio all’altro
-Ma sei scemo?- chiese Nor alzando appena un sopracciglio.
-Vuoi un bacio.- affermò, non ascoltandolo minimamente, annuendo vigorosamente con la testa e sporgendosi verso di lui.
-Tu sei…- iniziò, pronto a sputargli in faccia, interrotto però dall’urlo dell’altro.
-Baaaaaacio!-
Dan lo prese per la testa, arricciando le labbra e stampandogli, con un sonoro schiocco, un bacio sulle labbra, mentre Norvegia sgranava gli occhi.
Quel dannatissimo, infantile, stupido, lunatico, testardo, megalomane, egocentrico danese.

Che però tanto piaceva a Nor, per qualche motivo. Per qualche motivo che lo rendeva strano, magari tanto strano quanto quell’altro, pensava.
Sì, quel danese.
Quel danese che per lui, davvero, andava fuori di testa…
 
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Angolo autrice.
Fluff a non finire grazie alla (o PER COLPA DELLA…) mia amata Moetrollice, che nelle ore di scuola, invece di stasene attenta a prendere appunti come una diligente alunna di Liceo Classico, mi suggerisce prompt troppo teneri per non essere scritti! EVVIVA!
Fatemi sapere se vi è piaciuta, mi raccomando!
Un bacione a tutte! <3

   
 
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