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Autore: lovejero    09/04/2012    1 recensioni
“Adoro l’odore della cioccolata calda, perché è più intenso. Mi dà una sensazione di pace, di allegria, di dolce, di golosità. Di stare in pace col mondo. Per me odora di relax, perché ti fa venire voglia di non fare assolutamente nulla e di goderti il resto della giornata. Mi fa venire voglia di berne a litri e mangiarne a quintali, se non fosse per il fatto che mi farebbe andare in coma diabetico.”
One-shot classificatasi terza al contest "Profumo - storia di...un'originale" indetto da Perla_Nera 92 e portato a termine da Ria-Chan.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nick forum: Vera84.
Nick EFP: lovejero
Titolo storia: Chocohome
Profumo: Cioccolato
Citazione: “Adoro le persone che mi fanno ridere. Penso che ridere sia la cosa che mi piace di più. E’ la cura per moltissimi mali” (Audrey Hepburn)
Rating: Verde
Genere/Avvertimenti: Romantico, one shot
Note: La cioccolateria “Chocolate Garden” esiste davvero ed è situata a Soho, a New York. I riferimenti ad Audrey Hepburn sono tratti da due film di grande successo dell’attrice: Colazione da Tiffany (Holly Golightly) e Vacanze romane (principessa Anna).
 
 
 

Chocohome

 

“Sono le 18 del 20 gennaio 2012. Qui a Radio Music, a tenervi compagnia per questa sera, c’è Sarah Spencer e il tema di oggi ci viene fornito da una frase di Audrey Hepburn: “Adoro le persone che mi fanno ridere. Penso che ridere sia la cosa che mi piace di più. E’ la cura per moltissimi mali.” Quindi, ascoltatori di New York, chiamateci al solito numero e diteci cos’è o chi vi fa ridere. Una persona, una situazione, un oggetto: Radio Music vi aspetta per discuterne insieme. Intanto ascoltiamo la prima canzone della scaletta, più che adatta al tema di oggi: Smile, di Avril Lavigne”.
Sarah si tolse le cuffie, guardando al di là del vetro, nella sala regia, dove Ben stava sgranocchiando le sue patatine alla paprika.
Quel giorno il karma non era dalla sua parte: aveva trascorso una mattinata impegnativa al comune, per il cambio di domicilio, e aveva affrontato una fila che non sembrava finire mai tra bambini urlanti e ascelle maleodoranti; era corsa poi in banca, in quanto si erano verificati strani movimenti sul suo conto corrente, di cui naturalmente non era a conoscenza: a quanto pare avevano clonato la sua carta di credito e quindi aveva rifatto la trafila burocratica per richiederne una nuova.
Alle 13, quando tutto sembrava finito e si apprestava a raggiungere la sua amica Mary a pranzo a Brooklyn, era scoppiato un temporale: ovviamente non aveva l’ombrello e aveva finito per ritrovarsi fradicia. Aveva disdetto l’appuntamento con l’amica ed era corsa a casa per cambiarsi perché nel pomeriggio doveva andare in giro alla ricerca degli stivali da abbinare al vestito che Michael le aveva regalato per Natale: ricerca però, che si era rivelata infruttuosa.
Si era completamente dimenticata del tema giornaliero che avrebbe discusso in radio, per cui, quando era arrivata in sala di registrazione e aveva trovato Ben che le porgeva il foglio, le era venuta voglia di urlare e mandare tutto all’aria.
Discutere della voglia di ridere era decisamente l’ultimo dei suoi pensieri. Ma era il suo lavoro e veniva pagata per quello, per cui aveva preso un bel respiro e si era costretta mentalmente a dare un tono squillante e felice alla sua voce.
Ben le fece segno che la canzone stava per finire, per cui si sistemò meglio sulla sedia e si rimise le cuffie. 3, 2,1, via.
“Bene ragazzi e ragazze di NY, giovani e anziani, mamme e papà all’ascolto: siete su radio Music, a tu per tu con Sarah e il tema di oggi è ridere. Abbiamo preso spunto da una frase di uno dei miei miti, l’adorabile Audrey Hepburn! Quante di voi, giovani fanciulle, avrebbero voluto vestire i panni di Holly Golightly o vivere un’intensa storia d’amore come la principessa Anna? Per la Hepburn era importante ridere, perché le curava tantissimi mali. Anche io, comunissima mortale, nata e cresciuta a NY, lo penso. E molto spesso, a tal proposito, mi viene in mente l’odore del cioccolato. Voi penserete: “Ma che diavolo c’entra la cioccolata con il ridere?” E io vi rispondo: c’entra, c’entra! Soprattutto nella mia vita.
Nell’attesa di ricevere la prima telefonata, vi racconto il legame che c’è tra l’odore del cioccolato e la frase della Hepburn…Era il 1990, e a NY aveva appena nevicato. Ricordo che faceva molto freddo ed erano passati due giorni dal Natale. Mia madre decise di fare un piccolo spuntino, preparandomi una cioccolata calda. Avete mai annusato fino in fondo l’odore del cioccolato? Sa…di buono. Certo, è una frase alquanto banale e ovvia, ma...vera. Sfido chiunque, soprattutto quelli che non mangiano il famigerato cibo degli dei, a dirmi che la cioccolata, nel suo odore e sapore, non è buona. Che mondo sarebbe senza cioccolata? Sarebbe un mondo triste, ve lo dico io! Anzi, ve lo dice una ricerca scientifica, secondo la quale il cacao aumenta la secrezione della serotonina, il cosiddetto ormone della felicità, procurando così una sensazione di appagamento e benessere. E non potrebbe essere più vero, secondo me. Anzi, sapete che vi dico? Che mi diciate, oltre alla persona, oggetto, situazione che vi fa ridere, se avete mai provato a sentire realmente l’odore del cioccolato, che cosa rappresenta per voi. Comunque, ritornando all’episodio della mia infanzia, mia madre mi chiese di annusare dentro la tazza e dirle cosa percepivo. Io scoppiai a ridere, pensando che mia madre avesse sbattuto la testa da qualche parte, e invece lei mi sorprese come al solito: infilò dentro la tazza il suo naso, inspirando forte e chiuse gli occhi. Assaporò letteralmente quel momento e mi disse: “adoro l’odore della cioccolata calda, perché è più intenso. Mi dà una sensazione di pace, di allegria, di dolce, di golosità. Di stare in pace col mondo. Per me odora di relax, perché ti fa venire voglia di non fare assolutamente nulla e di goderti il resto della giornata. Mi fa venire voglia di berne a litri e mangiarne a quintali, se non fosse per il fatto che mi farebbe andare in coma diabetico.”
Sarah rise, mentre gli occhi si fecero lucidi per il ricordo.
“Ogni volta che mamma aveva una giornata storta, si preparava sempre una tazza di cioccolata. Non ne eravamo mai sprovvisti. Quel giorno poi, fu bellissimo: era la prima volta che mio fratello Matt, che all’epoca aveva quattro anni, vedeva e toccava realmente la neve. Uscimmo fuori a giocare a colpi di palle di neve e pupazzi. Non smettemmo mai di ridere. Ecco perché ogni volta che mangio o bevo la cioccolata, la annuso. Mi fa venire in mente sempre quel giorno del lontano 1990, la spensieratezza di noi bambini e di mamma. Per me, la cioccolata profuma di…casa.”
Sarah si tolse le cuffie, mentre si diffondevano le note di At last di Etta James. Alzò gli occhi verso il grande orologio posto sulla parete laterale: le 18.30.
Scosse la testa, notando l’assenza di segnale sul suo telefonino. E non poteva nemmeno assentarsi. Michael era andato a Philadelfia a parlare con dei fornitori e non si era ancora fatto sentire dall’ora di pranzo. Evidentemente non era ancora tornato.
Udì la fine della canzone, per cui si rimise le cuffie, mentre Ben l’avvisava dalla parte opposta del vetro che avevano due telefonate in linea.
“Ok, ragazzi, abbiamo la prima telefonata. Pronto?”
“Pronto? Ciao Sarah, mi chiamo Denise e chiamo da NY.”
“Ciao Denise di NY. Allora, dicci..chi è o cosa ti fa ridere?”
“Ecco, sì, io sono diventata mamma da due anni, per cui…ogni volta che ho una giornata storta, mi basta guardare mio figlio per farmi ritornare il sorriso. Per cui, condivido pienamente quello che dice Audrey Hepburn! E per quanto riguarda il cioccolato, forse mi dissocio dalla massa, ma io sono diabetica: l’odore del cioccolato sa di vietato, di proibito, ecco!”
“Ok, ok, ho capito Denise da NY, è un vero peccato però: non sai cosa ti perdi! E per quanto riguarda tuo figlio, cosa posso dirti? Penso che un figlio sia il dono più grande che una donna possa ricevere, sai? Ti cambiano la vita…solamente in meglio. Passiamo ora all’altra telefonata: pronto, chi abbiamo in linea?”
“Ciao Sarah, sono Anna da Detroit. La mia felicità è mio marito: mi fa sempre ridere. E non solo quando ho una brutta giornata, ma sempre. Che sia una battuta, o il tono di voce ironico, o un’imitazione. Lui mi fa bene. E’la mia cura. Per quanto riguarda il cioccolato, beh, per me profuma di matrimonio, perché la mia torta nuziale era ripiena di cioccolato fondente e ogni volta che ne mangio un po’, ripenso inevitabilmente a quel giorno.”
Terribilmente romantica, pensò Sarah. Sospirò, volgendo lo sguardo verso il vetro. E le si fermò il respiro, perché una sorpresa del genere non se l’aspettava.
In piedi accanto a Ben, al di là del vetro, con un bicchiere del Chocolate Garden in mano, c’era il suo Michael. Gli sorrise, pensando che si prospettavano delle ore decisamente migliori di quelle appena trascorse.
“Ok, Anna da Detroit, fattelo dire: sei molto romantica! E a proposito di romanticismo…il mio bellissimo fidanzato” – guardò Michael negli occhi, sorridendogli – “mi ha appena fatto una sorpresa: non facendosi sentire tutto il giorno, è piombato qui in studio portandomi una tazza di cioccolato…per cui, io ora vi lascio con la pubblicità, ma subito dopo ascolterete  Chocolate di Kylie Minogue, e io ne approfitto per salutarlo e ringraziarlo come si deve. A dopo, sempre su Radio Music, con Sarah Spencer!”
Vide Michael che rideva scuotendo la testa: ormai si era abituato al fatto che una parte della sua vita privata diventasse di dominio pubblico attraverso la radio; Sarah sapeva che non gli dava nemmeno fastidio, perché era una cosa che a lei piaceva fare. E se lei ne era contenta, chi era lui per impedire tutto ciò? Abbandonò le cuffie sul tavolo, alzandosi rapidamente e dirigendosi nella sala regia.
Si fermò proprio davanti al ragazzo, senza però gettargli le braccia al collo, gesto che avrebbe voluto fare sin da subito.
“Mi hai portato la cioccolata..”
Vide Michael sorridere nuovamente. “Ho ascoltato la trasmissione in macchina: quando era iniziata, ero già a NY. Una piccola deviazione e…eccomi qua.”
Il ragazzo le allungò il bicchiere proveniente da una delle cioccolaterie migliori della città. “Qualcosa mi dice che hai avuto una giornata storta, e so che in questi casi, non c’è niente di meglio di una cioccolata calda che ti ridia il buonumore.”
“Uhm, grazie! Sicuro che è una sensazione? Non sono stati i messaggi che ti ho lasciato o la telefonata disperata di oggi pomeriggio?” Sarah prese al volo il bicchiere, sentendo il ragazzo ridere. Tolse il tappo e annusò, chiudendo gli occhi, poi inspirò forte come la madre le aveva insegnato, e assaporò quel momento, consapevole che Michael la stava guardando divertito. Era un gesto che ripeteva abitualmente.
Depose il bicchiere sul mobile lì vicino, per avvicinarsi ancora di più al ragazzo. Gettò le braccia al collo, accarezzando i suoi corti capelli biondi.
“Sai, credo di aver scoperto una cosa…”, mormorò sulle labbra del fidanzato.
Michael le cinse la vita, avvicinandola ancora di più a lui. “Ah, sì?” Sarah annuì.
“L’odore del cioccolato mi riporta indietro negli anni, alla mia casa, con mamma e Matt. Poco fa, invece, il mio primo pensiero sei stato tu.”
“Beh, te l’ho portata io…”
“No, non c’entra quello. E’ che…il cioccolato profuma anche di te.” Lo guardò nei suoi occhi azzurri, esprimendogli tutto l’amore che provava. “ Sei tu la mia casa.”

 


Ciao a tutti, e auguri di Buona Pasqua, anche se in ritardo!
Questa one-shot ha partecipato e si è classificata terza al contest "Profumo - Storia di...un'originale" indetto da Perla_Nera92 e poi portato a termine da Ria-Chan, che ringrazio ancora una volta per la serietà e la tempestività che ha dimostrato.

In settimana, ci sarà l'aggiornamento di "You've got a friend", per cui...stay tuned!

A presto, 

Veronica xD

  
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