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Autore: noraepatch    09/04/2012    3 recensioni
Una festa,una casa abbandonata,un omicidio tutto raccontato dal punto di vista della protagonista..Spero vi piaccia!
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ero ubriaca, avevo esagerato.. come al solito. Uscii da quel locale e mi appoggiai su una macchina parcheggiata lì vicino. Intorno a me non c'era nessuno, erano tutti dentro a godersi quella festa. Mi avevano convinta a venirci, mi diedi della stupida in quel momento. Se fossi rimasta a casa l'indomani non avrei avuto sicuramente quel mal di testa post sbornia. Mi sentii osservare così alzai la testa di scatto ma non vidi nessuno. Ritornai ai miei pensieri e poi sentii di nuovo quella sensazione. Iniziai così a camminare senza meta, solo i miei piedi mi guidavano. Mi sentivo seguita così mi girai più volte ma non vidi nessuno soltanto alberi e qualche macchina. Erano l'una di notte e non sapevo dove andare. Bene. Arrivai vicino ad una casa, con un recinto di legno, alberi intorno e la solita aura spettrale che conferisce alle case abbandonate un tocco horror. Sentii dei passi sulla ghiaia, così mi girai ma come prima non vidi nessuno. Spaventata decisi di entrare.

Ed ecco come finii in una casa fredda e vuota, senza finestre e via d'uscita. Mi sentivo in trappola, senza nessuno a cui chiedere aiuto. Dentro di me sapevo che da un momento all'altro sarei svenuta per la paura. Sentivo dei rumori, forse dei passi.. e l'angoscia dentro di me cresceva. Iniziai a sentire il ticchettio del pendolo, o forse era il battito del mio cuore? Ero confusa, non riuscivo a capire dove mi trovavo. Pensai a tutto quello che avevo fatto in diciotto anni, niente. Non avevo fatto niente. Niente di importante o di importante per me.” Eh sì, la paura porta a pensare a questo" dissi tra me e me.

Ancora passi. Ancora  rumori. Non mi mossi di lì, sapevo che se avessi fatto qualche passo verso la porta sarei morta. I rumori continuavano. "Bella bambina, ti va di giocare?" sentì dire. Mi girai di scatto e urlai "Chi sei? Cosa vuoi da me?" silenzio. Nessuno rispose. "Voglio solo giocare un po’". Ecco, ci mancava qualcuno che voleva giocare!

Spaventata cercai la porta d'ingresso, le mie mani esitavano e mi tremavano, cercai di calmarmi così che le mie mani smettessero di tremare e io cercassi quella maledetta porta dalla quale non sarei mai dovuta entrare.

Rise di gusto, divertito dalla mia paura, e mi disse "Non riuscirai mai a scappare". Bene, molto rassicurante.

Iniziai a correre, cosa molto sbagliata da fare senza luce, e inciampando caddi a terra come un sacco di patate.

Rise di nuovo. Mi alzai e continuai la corsa anche se non sapevo dove andare. Trovai una porta, la aprii.

Vidi una luce, una candela accesa.. Ma non era una stanza. Sembrava un ripostiglio.

Mi chiusi dentro aspettando di sentire qualche passo, qualche rumore ma niente. Non sentivo niente. Ero frastornata e dolorante, mi ero fatta davvero male cadendo a terra. Mi sedetti sul pavimento freddo e mi guardai intorno. C'erano vari oggetti: dei cappotti, una scopa, un quadro, uno scatolo di scarpe, una maschera che mi fissava.. UNA MASCHERA?!

"Bù!" disse ridendo e sorridendo malignamente. Sussultai e mi precipitai ad aprire la porta. Ma essa non si apriva, rimaneva chiusa.

"Ecco è finita" pensai dopo molto tempo visto che il mio cervello era andato in standby.

"avanti, uccidimi" dissi ritrovando il coraggio che non avevo mai avuto.

"Tempo al tempo..ne abbiamo tanto vero?" disse con una punta di acidità.

"Dimmi cosa vuoi da me!" dissi tra i singhiozzi e lasciandomi cadere a terra. Mi sentivo vuota, come quella casa, come quella situazione. Non provavo niente, nemmeno paura.

Non mi rispose ma si avvicinò di più a me. E solo allora notai cosa aveva in mano. Un coltello, di quelli che si usano per affettare la carne… In questo caso la mia. Sudavo freddo e allora decisi di fare l'ultima cosa che avrei voluto fare in vita mia: supplicare.

"Ti prego! Non uccidermi ti prego! Risparmiami" detto questo mi disse "Smettila ragazzina, ti ho già detto cosa voglio" dopo di questo non sentì più nulla, soltanto il vuoto.

   
 
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