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Autore: kimartwins18    10/04/2012    1 recensioni
Londra.New York City.5570 kilometri di distanza.
Ai due estremi del mare i sentieri di due giovani si riincontreranno e non e´certo a nessuno dove questi li condurranno.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La giovane Chloe camminava lentamente per le vie di Londra

IT’S BEEN A LONG TIME…

 

 

 

La giovane Chloe  camminava lentamente per le vie di Londra.

 Un sole pallido sporgeva oltre le leggere nuvole grigie e un forte vento scompigliava inevitabilmente i lunghi capelli della ragazza.

 L’umidità sempre presente, nonostante si trovassero in pieno giugno, aveva contribuito ad alterare l’umore di Chloe, già stanca per la lunga camminata.

Non si sarebbe mai trasferita in Inghilterra, pensò.

 Non aveva la più pallida idea di dove si trovasse né di dove stesse andando. Non conosceva quella città, così diversa da casa sua.

In quel momento si ritrovò in un parco quasi disabitato. L’unico rumore che riusciva a percepire erano gli squittii degli scoiattoli e il canto delicato degli uccelli . A parte quello:silenzio. Un silenzio inaspettato che la colse di sorpresa, non ci era abituata.  In fondo non le dispiaceva…provava un’ incredibile e appagante tranquillità.

Niente giornalisti o fotografi, niente amici ipocriti, niente famiglia protettiva, niente di niente.

Si diresse verso una panchina e, sedendosi, si mise ad osservare le papere che starnazzavano tranquille nel laghetto di fronte a lei.

Adesso che ci faceva caso ,il parco non era del tutto vuoto: dalla parte opposta al laghetto vide delle persone che facevano jogging e altre che semplicemente si godevano il sabato pomeriggio facendo una passeggiata.

Chloe guardò speranzosa lo schermo del suo cellulare. Speranza vana però, che svanì non appena si accorse di non aver ricevuto neanche un messaggio.

La sua amica Leslie sarebbe dovuta venire a prenderla circa un’ora fa davanti al suo albergo, ma di lei neanche l’ombra.

Così, nell’attesa, Chloe aveva deciso di fare due passi per esplorare Londra.

Pessima idea, si ritrovò a pensare, perché adesso non sapeva proprio come tornare indietro.

Chiuse gli occhi, decisa a lasciar scivolar via ogni pensiero negativo.

Questa era la quarta volta che si trovava nella capitale inglese.  Le ultime tre visite non le avevano lasciato un segno profondo. Si era trattato soltanto di partecipare a delle premiere per i suoi film.

Ma la prima volta Chloe se la ricordava molto bene nonostante fossero passati sette anni.

 

 Era il novembre del 2011. Si trovava lì per la prima volta per la prima inglese del suo nuovo film.

A rendere più speciale il tutto però era stato Lui. I suoi occhi incredibilmente azzurri,la pelle così chiara ,comune a quasi tutta la popolazione inglese. E la sua personalità apparentemente introversa ma che Chloe sapeva essere solo una maschera, che copriva una persona davvero speciale.

 Ma il suo sorriso, così prezioso e autentico, aveva  fatto nascere la sua prima vera cotta.

Una cotta da quattordicenne che poi era svanita lentamente, dopo che lui era tornato a vivere a Londra e lei in California.

Strano pensare a lui proprio in quel momento…chissà come sarà adesso, dove vive, cosa fa.

 Chloe aprì gli occhi. Le ci volle un minuto per riadattarsi alla luce del sole,ma poi si alzò, decisa ad esplorare anche l’altra parte del parco.

Percorse il ponticello di legno che  sovrastava il laghetto e arrivò sull’altra sponda.

Osservò l’orologio: sedici e trenta.

Avrebbe dovuto cercare di ritornare all’albergo, con o senza Leslie.

Si diresse verso l’uscita mentre un ragazzo in tenuta da jogging la sorpassava con un’andatura ritmica, voltando solo un attimo il viso nella sua direzione.

 

Impossibile, pensò. Quegli occhi così azzurri Chloe se li ricordava bene. Non avrebbero potuto appartenere a nessun’altro se non a…

Trattenne il fiato, sorpresa. Era indecisa sul da farsi: rincorrere lo sconosciuto o rimanere ferma come uno stoccafisso e avere dubbi perenni?

Ma non ci fu bisogno di nessuna sua iniziativa.

Il ragazzo rallentò e dopo qualche metro si fermò, voltandosi.

E i suoi dubbi furono confermati.

Il ragazzo che si trovava di fronte non era più il ragazzino che ricordava.

Allora più basso di lei, seppur di poco, adesso la superava di più di dieci centimetri.

La corporatura esile aveva lasciato il posto ad un corpo slanciato e atletico e il viso aveva preso una caratteristica molto più matura, delineato da lineamenti decisi.

Ma gli occhi, gli occhi erano incredibilmente uguali. Aveva lo stesso sguardo misterioso , quasi glaciale. Chloe provò uno strano calore al centro del petto,talmente inaspettato da farle paura. Doveva ammettere che la crescita gli aveva dato incredibili vantaggi:il giovane uomo che si trovava davanti a lei era incredibilmente attraente. Ma Chloe scacciò immediatamente questo pensiero inopportuno. Lei aveva il suo Carter a cui pensare…

 

-Chloe?- chiese lui con un tono incerto.

-Asa!- la sua non era una domanda, era certa di aver ritrovato il suo vecchio amico.

Gli si avvicinò e l’abbracciò.

Solo ora si accorse di quanto in realtà gli era mancato.

-Cosa ci fai qui?- chiese lui con tono sorpreso, sciogliendo l’abbraccio.

-Che incredibile coincidenza…io sono qui per una premiere. Immagino di non poterti fare la stessa domanda…vivi ancora qui, giusto?

-Eh già-

Erano sempre stati così: lei un fiume di parole, lui giusto l’indispensabile.

-Ma vedo che sei da sola,ti sei persa per caso?

-Che cos’è quella risatina?Non è carino ridere di una povera ragazza che non trova più la strada per il suo albergo- il suo tono voleva essere offeso, ma suonò soltanto divertito.

-Vedo che non sei cambiata affatto!- Chloe si limitò a sorridere con un alzata di spalle.

-Quindi potrebbe questo gentiluomo inglese aiutare questa povera straniera…?-mise su la sua faccia da cucciolo e Asa non fu in grado di rispondere altrimenti  –Con grande piacere milady, saprebbe dirmi il nome del suo palazzo?

-The Lily’s Shadow Hotel…sai As, devo ammettere che sei proprio convincente in questo ruolo. Recentemente hai preso parte a qualche nuovo film?-

E così si incamminarono raccontandosi quel che potevano degli anni in cui si erano persi di vista.

Tuttavia rimase fuori dalla conversazione qualsiasi riferimento alle loro vite amorose, dettaglio che tutti e due si erano ripromessi di non tirare in ballo.

 

Trascorsero una ventina di minuti. I due passeggiavano: lui  le faceva da guida turistica,lei lo ascoltava rapita.

Chloe si sentiva incredibilmente bene: il tempo le era sembrato volare via velocemente, troppo velocemente.

Non riusciva a fare andare via quel sorriso idiota che le si era stampato in faccia da una buona mezzora. Eppure non avrebbe dovuto sentirsi così felice, leggera, avvolta da un insopportabile calore che le offuscava i pensieri.

Quel ragazzo le faceva uno strano effetto. Troppo strano.

Non le era mai capitato un simile stordimento. L’unica volta che le era successo  qualcosa di simile era stato circa tre anni prima, quando aveva incontrato Carter.

Carter…e fu quello il campanello d’allarme, un pensiero così immediato che la fece bloccare di colpo.  Stava succedendo tutto troppo in fretta, non avrebbe dovuto sentirsi in quel modo, era sbagliato…

Asa si voltò,accortosi che la ragazza era rimasta indietro.

-Qualcosa non va?- disse  preoccupato.

-Oh no, niente. Scusa, ero solo sovrappensiero…quanto credi che manchi per arrivare?

-Oh, ma siamo quasi arrivati…vedi quella piazza là in fondo,lì si trova l’albergo- disse indicando il palazzo in questione.

-Sì, mi pare di ricordare. Credo che da qui posso farcela da sola. Grazie per il tuo aiuto, è stato un piacere rivederti- e lo abbracciò.

 E rimasero così per tempo che a Chloe sembrò lunghissimo, sembrava un abbraccio d’addio. Ed era quello che voleva  significare per lei. Doveva tagliare quel sentimento sul nascere. Non poteva lasciarsi trascinare in quel vortice che, ne era sicura, non le avrebbe lasciato scampo.

Sciolse così l’abbraccio e si voltò, decisa a fermare tutto il più presto possibile.

-Aspetta…vai via così? Come posso ritrovarti?-

Il suo sorriso la fece sciogliere. Lo aveva fatto, aveva usato quel sorriso speciale che riservava solo a pochi. Questo ,però, era un  colpo basso,pensò. Si ritrovò indifesa e si scordò di quel che si era ripromessa di fare.

-Starò qui a Londra per altri quattro giorni, la premiere è lunedì…se vuoi posso darti il mio numero.-

-Con molto piacere.-

Asa si ritrovò così con un nuovo numero in rubrica.

-Quindi adesso vado…a presto- disse la ragazza .

- A presto…- e Chloe si voltò incamminandosi verso il suo albergo.

 

Durante il tragitto si ripromise di non pensare assolutamente a niente. Solo arrivata nella sua stanza, si fiondò sul letto e tirò fuori il cellulare.

Aveva bisogno di sfogarsi e le venne in mente solo una persona: Leslie.

 

Un’ora dopo le due ragazze si trovavano sedute sul grande tappeto della stanza,  mangiando cioccolatini.

-Quindi sono arrivata alla conclusione che l’unica responsabile di tutto questo sei tu!- disse Chole con aria divertita

-Colpa mia…e che avrei fatto?- disse la rossa fintamente indignata.

-Se non fosse stato per te non mi sarei trovata in quel parco da sola e  non lo avrei incontrato. Diamine…quel ragazzo mi ha mandato letteralmente in tilt. Capisci?!? Ora che è ripiombato di colpo nella mia vita ha incasinato tutto. Non so, Les. Non ci capisco più un accidente…ma è a Carter che devo pensare, al mio bel fidanzato che mia aspetta a Los Angeles. Non posso permettermi distrazioni.

 

-Sai che parli davvero tanto?!?- fece Leslie con una risatina –Ma d’altronde sei fatta così e ti devo sopportare..-

-Ehi- fece Chloe con tono offeso, lanciandole un cuscino.

Entrambe e ragazze scoppiarono a ridere. –D’accordo,d’accordo la smetto…ma vuoi sapere come la penso io? Stai correndo troppo…dopotutto l’hai visto solo una volta. Non è detto che devi incasinarti la vita così.

-Se lo dici tu…

- Ma bando alle ciance, sono in vena di chiacchiere…dimmi com’è, è carino? Da che me lo ricordo non è poi così male…- disse Leslie portando alla mente i ricordi.

-Non è poi così male affatto…- e seguì una descrizione dettagliata del suo viso, dell’abbigliamento, e di qualsiasi altra cosa lo riguardasse.

-Sai, mi sento proprio stupida…sembriamo delle quattordicenni. Ma devi vedere il sorriso che hai quando ne parli…forse ho sottovalutato la cosa.

- Speriamo di no…- disse Chloe.

-Comunque se è così carino e fantastico come dici tu forse potresti presentarmelo…sai che la tua migliore amica non ha un fidanzato, giusto?- e gli fece l’occhiolino.

-Les!! Quanto sei stupida…ma forse hai ragione, te lo potrei presentare.- così me lo tolgo dalla testa, aggiunse mentalmente. –Solo che non so se ce l’ha già una fidanzata. Non ne ha parlato, così come non gli ho parlato di Carter,dopotutto.

 

-Ma non ti preoccupare…non lo sai che questa ragazza fantastica è in grado di scoprire qualsiasi mistero?!-

-Evviva la modestia!- disse Chloe ridendo.

-E comunque se è già fidanzato mi basta anche il fratello, o il cugino…

-Sembri proprio disperata-

-Eh già, ma d’altronde ,di questi tempi, vuoi rifiutare un giovane inglese di bella presenza? Sai ,non crescono mica sugli alberi- Leslie stava dando libero sfogo all’immaginazione.

-Eh va bene,finiamola qui…che ne dici di vederci un film?Ma che non sia una commedia sdolcinata,così penserò ad altro.

-E così sia!- disse Leslie con aria solenne.

Dopo un’ora e mezzo di Star Wars, le due ragazze si ritrovarono entrambe nel mondo dei sogni, troppo stanche dalla lunga giornata appena trascorsa.

 

 

Ed ecco qui:il primo capitolo. Qualche settimana fa sono andata al cinema a vedere Hugo Cabret e non ho potuto fare a meno di immaginare come potrebbero essere stati Hugo e Isabelle da grandi. Trovo che abbiano una strana sintonia…

Ma comunque se non conoscete gli attori potete immaginare i protagonisti con qualsiasi persona vogliate…è per questo che voglio postare la storia tra le originali.

Spero di aver fatto del mio meglio.

 

 

 

 

  
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