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Autore: E l i z a    10/04/2012    6 recensioni
Dietro le quinte:
*Prende il microfono e si schiarisce la voce.*
Sono tornata con una nuova long,short-fic, anche se non ho ancora finito l'altra xD Questa fanfic è un UlquiHime dove:
Non esistono Hollow, non esistono shinigami, non esistono mondi paralleli e nessuno è morto. Sono tutte persone “reali” di famiglie abbastanza nobili, e vivono in posti altolocati. L'idea di ambientare la fanfic nell'800 mi è venuta leggendo un'altra fanfic ed Orgoglio e Pregiudizio.
Potrebbe essere OOC.
« Allora, quando sarà il prossimo ballo? » S'intromise la signora Kuchiki, rimasta in silenzio ad ascoltare le amiche.
« Tra dieci giorni. E si svolgerà qui a Meryton. » Rispose prontamente la signora Kurosaki.
« È un ottima notizia, e spero che gli Schiffer prenderanno parte al ballo, cosi potremmo avere modo di conoscere l'intera famiglia. » Aggiunse infine la signora Inoue.
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Inoue Orihime, Kurosaki Ichigo, Schiffer Ulquiorra
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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I quattro fiori di Ibisco.

I.

Correva l'anno 1846 quando, a luglio, Netherfield fu finalmente affittato. I nuovi proprietari, a quanto pare, erano i signori Schiffer, una piccola famiglia proveniente dal nord dell'Inghilterra, con circa quattro o cinque mila sterline di rendita l'anno. Il signore e la signora Schiffer, ancora poco conosciuti nel vicinato -o almeno cosi credevano-, erano delle persone quantomai insolite. Erano ancora molto giovani, forse arrivavano ai trent'anni ed avevano un unico figlio, Ulquiorra. Erede quindi indiscusso del patrimonio del padre: era un ottimo partito, e le madri delle ragazze già gli avevano messo gli occhi su. Conoscendo per il momento, solo il cognome della famiglia, Il signore e la signora Inoue con la signorina -sorella del primo-, in una delle loro solite passeggiate pomeridiane, passarono accanto alla casa, ormai già abitata, per pura curiosità. Rimasero stupiti dal vedere che molte giovani signorine erano fuori dalla porta pronte a conoscere il loro nuovo vicino, per cercare di entrare nelle sue grazie. Per pochi attimi videro la famiglia al completo uscire di casa. Il ragazzo, che aveva più o meno l'età di Orihime, era molto delicato nei tratti e sembrava anche molto riservato. Salutò le ragazze in maniera molto generale, con una piccola riverenza, senza mostrare per nessuna un vero interesse, mentre i genitori, un po' imbarazzati dalle enormi visite che stavano ricevendo, si limitarono a sorridere, senza fermarsi ulteriormente. Mentre si avviavano lungo il vialetto che li avrebbe condotti in strada, la famiglia scorse i signori Inoue e gentilmente fecero un piccolo inchino di saluto, cordialmente restituito, poi, per un breve istante, i due giovani si fissarono, lui un po' indifferente, mentre lei, incuriosita. Dopo poco, le due famiglie si divisero ed entrambe si avviarono per andare dove era richiesta la loro presenza.
« Oh, caro, non trovi interessanti i nostri nuovi vicini? Penso sia il caso di conoscerli per bene, un giorno. Infondo, rimarranno qui per un lungo periodo, non credi? »
« Beh, penso che invaderli ora non sia il caso, a meno che non vogliamo sembrare come tutti gli altri, che vanno li solo per l'interesse economico delle loro figlie. »

La famiglia Inoue era composta da 3 persone. Sora Inoue, fratello maggiore ed anche capo di famiglia, sua moglie e la piccola sorellina, Orihime Inoue. I genitori dei due, morti alla tenera età di trentun'anni, lasciarono il patrimonio e l'eredità al figlio maggiore. Al tempo, una rendita di circa due mila sterline l'anno bastava a dir poco. La signorina Orihime, quando il patrimonio dei genitori andò al fratello, era troppo piccola per poter lasciare la casa in cui viveva, quindi rimase a vivere con il giovane. Una volta che egli trovò moglie, quest'ultima non si fece problemi ad accettare la piccola: Era una donna molto intelligente, tenera di cuore e alquanto sensibile. Aveva un carattere amabile e dei modi raffinati, era inoltre una donna molto bella e semplice.
La famiglia viveva a Longbourn e quella sera era stata invitata dalla famiglia Kurosaki, insieme alla famiglia Kuchiki, per una allegra cena in compagnia. Quelle tre famiglie erano molto unite sin da quando i giovani di tutte e tre erano molto piccoli, cosi spesso si ritrovavano per passare un pomiriggio od una sera tra giochi e chiacchiere. La famiglia Kurosaki, altra famiglia con una rendita annuale abbastanza alta, viveva a Meryton, non molto lontano da Longbourn, quindi le loro serate in compagnia non avvenivano mai di rado, anzi erano alquanto frequenti.
Quella sera le ragazze della famiglia erano prese a spettegolare sul nuovo arrivato e sul ballo che si sarebbe presto svolto, in cui speravano sinceramente di vederlo partecipare. Gli uomini della casa non erano nella sala da pranzo: Erano tutti in biblioteca, intenti a leggere dei libri, invece che sentire frivoli pettegolezzi da parte delle loro figlie e sorelle. Le donne, invece, non si abbandonavano ai pettegolezzi, bensì preferivano parlare seriamente della questione.

« La nuova famiglia arrivata è un po' insolita, non trovate Signora Inoue? Un figlio solo, che cosa strana per le famiglie d'oggi. »
« In effetti si, mia cara, hai proprio ragione. Ma infondo, avranno avuto i loro motivi. »
« Allora, quando sarà il prossimo ballo? » S'intromise la sinora Kuchiki, rimasta in silenzio ad ascoltare le amiche.
« Tra dieci giorni. » Rispose prontamente la signora Kurosaki.
« E si svolgerà qui a Meryton. » Riprese, dopo una breve pausa. « E' stato organizzato dal signore e la signora Urahara, quella coppia è molto allegra e appariscente. A Meryton sono conosciuti da tutti. »
« È un ottima notizia, li trovo particolarmente simpatici, e spero che gli Schiffer prenderanno parte al ballo, cosi potremmo avere modo di conoscere l'intera famiglia. Mi sembrano molto gentili e socievoli, anche se credo che siano stati spaventati dall'enorme accoglienza ricevuta dalle varie ragazze del vicinato. » Aggiunse infine la signora Inoue, e le tre donne risero di gusto.
Le ragazze invece, siccome per timidezza non erano andate a far visita al giovane, chiedevano alla signorina Orihime di raccontargli un po' cos'era successo durante la passeggiata con il fratello.
« Ah, mi è sembrato molto silenzioso, forse è anche poco socievole, ma è davvero un ragazzo dai tratti delicati. » Aveva ammesso la giovane, che scrutava il soffitto cercando di ricordarsi la scena. « Tuttavia. » Aggiunse. « Penso che si fosse mostrato così solo perché qui non conosce ancora nessuno, e credo che tutte quelle attenzioni su di lui l'abbiano messo in imbarazzo. Cercando di farlo partecipare ad alcune nostre discussioni, magari potrebbe rivelarsi anche una piacevole compagnia » Concluse infine, con un sorriso. Lei capiva facilmente le persone, e dai loro comportamenti riusciva a cogliere sempre un lato positivo. Orihime era sempre stata una ragazza gentile, solare e amabile, forse un po' troppo allegra, ma non aveva mai causato problemi a nessuno. Era anche lei una ragazza dal cuore tenero, non sapeva trovare un lato negativo nelle persone e ogni qualvolta le si ponesse davanti una situazione spiacevole per qualche suo caro, ma anche per un semplice conoscente, cercava sempre di trovare un rimedio che facesse contenti tutti, e provava sempre a mettere di buon'umore le persone. Lei non era mai stata una ragazza che portava rancore, anzi, non riusciva ad essere sgradevole neanche con le persone che sapeva non avrebbero dovuto ricevere attenzioni positive. Inoltre, odiava veder soffrire la gente, anzi avrebbe preferito soffrire lei, al posto di altri, per cui avrebbe fatto di tutto, pur di vederli star bene. Ma lei era fatta così, era fin troppo buona.
« Spero allora di poter fare la conoscenza di questo ragazzo al ballo che si terrà tra pochi giorni qui a Meryton. » Disse la signorina Kuchiki, mentre sorseggiava una tazza di tè accuratamente preparata dalla servitù dei signori Kurosaki. Le sorelle Kurosaki, Karin e Yuzu, avevano ascoltato con occhi sognanti la descrizione e le osservazioni di Orihime, sperando di vedere presto questo ragazzo che le aveva così tanto incuriosite.
Gli uomini, che nel frattempo erano rimasti tutto il tempo in biblioteca, avevano posato i libri e instaurato un piccolo discorso sull'età delle giovani ragazze e dell'unico figlio maschio dei Kurosaki, che arrossendo in volto preferiva lasciare da parte l'argomento. La sua proposta non fu accettata ed il signor Kurosaki iniziò a spronarlo a cercare moglie, dicendo che la signorina Inoue particolarmente, era
ben piazzata, in tutti i sensi.
Dieci giorni passarono in fretta, e la sera in cui si sarebbe tenuto il ballo a Meryton non tardava ad arrivare. Difatti, il pomeriggio stesso, tutte le ragazze erano in casa -ognuna nella propria- a prepararsi, siccome si erano già concordate su che tipo di abito mettere e che colori scegliere, per evitare inconvenienti, come quello di vestirsi allo stesso modo. Tutti furono pronti in perfetto orario, la carrozza fuori dalla casa della famiglia Inoue era già li fuori ad aspettarli. Salirono e si diressero, visibilmente contenti, alla casa dei signori Urahara.
Il signor Kisuke e la signora Yoruichi li accolsero con enorme allegria, -come erano soliti fare con tutti- li fecero entrare ed accomodare, offrendo qualcosa da bere di quando in quando, mentre chiacchieravano. Poco più tardi, quando furono arrivati tutti gli invitati, iniziarono le danze. Molte delle dame erano già impegnate, tra le quali le signorine Yuzu e Karin, che però purtroppo erano costrette a ballare
entrambe e contemporaneamente con il loro padre. La signorina Kuchiki aveva rifiutato due o tre balli offerti da dei giovani presenti nella sala. La ragazza odiava balli di qualsiasi tipo e non avrebbe mai accettato un'offerta da un giovane che per di più non conosceva. Lei era tale e quale al marito della sorella; Molto riservato e spesso anche scontroso, molto orgoglioso della sua famiglia come di se stesso. Raramente faceva trasparire i suoi sentimenti, tranne che con la moglie Hisana, che al contrario di lui era molto dolce, sorridente e disponibile con tutti.
D'un tratto il signorino Kurosaki s'avvicinò alle ragazze comodamente sedute su due poltrone accanto al tavolino su cui erano servite varie bevande, non lontano dalla porta che dava all'enorme balcone. Conversarono un po' su come avevano trascorso quei dieci giorni da quando quella sera si erano lasciati e, finiti gli argomenti, il giovane, titubante, chiese se la signorina Inoue volesse ballare. Lei, inizialmente visibilmente sorpresa dalla proposta -dato che aveva sempre creduto, a malincuore, che il signorino preferisse l'amica- accettò con sommo piacere. Quella sera non poteva andare meglio di come già non stesse andando, se non fosse stato per il fatto che presto si accorsero del signorino Schiffer e del suo assoluto silenzio. Le ragazze si erano spesso dette, durante i giorni che precedevano il ballo, che -se gli Schiffer fossero stati presenti- se volevano farlo ambientare in quel nuovo quartiere, dovevano coinvolgerlo nelle loro discussioni, ma avevano paura di essere troppo invadenti, per la prima sera, se si fossero presentate così e senza riguardi. Finito il ballo della signorina Inoue con Kurosaki, sia lei che la signorina Kuchiki si avvicinarono alla famiglia Schiffer per porgere un veloce saluto, sperando che quest'ultimi le intrattenessero per parlare. E così fu.

« Buonasera, signori Schiffer. » Disse Orihime accennando loro un lieve inchino, mentre Rukia faceva lo stesso, dopo il saluto dell'amica.
Di tutta risposta sorrisero, inchinandosi lievemente anche loro. Dopo le reciproche presentazioni, iniziarono a conversare su quanto fosse bella Netherfield e di quanto fossero simpatici i nuovi vicini, anche se dovettero ammettere che forse erano un po' troppo invadenti. Le ragazze a quelle affermazioni si giustificarono -pensando che quei signori non dovessero farsi dei pregiudizi su tutti- dicendo che era raro vedere che qualcuno si trasferiva da quelle parti e quindi a Longbourn, come a Meryton e dintorni, erano tutti molto entusiasti di fare nuove conoscenze. Parlato un po' con i genitori del ragazzo, le due s'avvicinarono a lui con modi molto naturali, presentandosi e ricevendo le attenzioni che si aspettavano. Il ragazzo non era timido, tutt'altro. Era solo molto disorientato a causa dei cambiamenti rapidi di quartiere e dalle nuove ed
invadenti vicine.
Conversarono per un buon quarto d'ora e Orihime constatò con grande felicità che tutto quello che aveva pensato su di lui era vero.
Dopo altre chiacchiere e circa due tre balli con il signorino Kurosaki, stanca ed accaldata, si diresse sul balcone a prendere un po' d'aria. Il giovane la raggiunse dopo poco, preoccupato, chiedendole se stesse bene. Lei rispose con un sorriso, dicendo che non c'era nulla che non andasse, voleva solo ammirare il cielo, quindi entrambi, parlando, contemplarono l'esterno della casa. L'enorme balcone era adornato da molti tipi di fiori, che d'estate mostravano tutta la loro bellezza, sbocciando.

« Questi fiori sono bellissimi. » Azzardò Orihime, sorridendo e abbassandosi leggermente per osservarli meglio.
« Sono fiori di Ibisco. » Una voce più profonda di quella del signorino Kurosaki provenne dalle loro spalle ed entrambi si voltarono, trovando il giovane della famiglia Schiffer che con un bicchiere in mano si accingeva -fermatosi in quel momento appoggiato allo stipite della porta per parlare- ad uscire sul balcone.
« Quei fiori si trovano soprattutto d'estate. E' una pianta molto bella, ma cresce in poche parti del mondo, da cui poi viene importata perfino qui. »
« Se crescono d'estate, perché qui ce ne sono solo
quattro? Dovrebbe essere piena di fiori! » Gridò esaltata.
La ragazza non potè far altro che sorridere, e quando il signorino Schiffer notò le due mollette che reggevano i capelli di Orihime, anche sul suo viso si disegnò un sorriso. Avvicinandosi lentamente a lei, indicò, ma senza toccarla o sfiorarla per paura di offenderla, una delle sue due mollette.
« Sai, anche questi sono fiori d'Ibisco. »
La ragazza sorrise, sfiorandosi la molletta.
« Credo sia ora di tornare dentro, Orihime, sta iniziando a far freddo qui fuori. » Kurosaki aveva interrotto il silenzio che era calato, riprendendo anche l'amica, per paura che la sua salute potesse essere compromessa dal tempo.. Ma anche perché si sentiva escluso dalla conversazione.
« Dentro. » Disse Schiffer prima che i due tornassero nella sala.
« Potrei chiederle di concedermi l'ultimo ballo? » Sorrise e poi chinandosi le porse la mano.

 


Dietro le quinte:
*Prende il microfono e si schiarisce la voce.*
Sono tornata con una nuova long,short-fic, anche se non ho ancora finito l'altra xD Non ho intenzione di farla troppo lunga, la suddividerò più o meno in tre o quattro capitoli e la lascerò incompiuta, ma spero che l'ultimo capitolo possa comunque appagarvi v.v (Kyah, troppi paroloni che uso poco, mi stanno sopraffacendo! AHHH!) Comunque. Questa fanfic è un UlquiHime, se non s'era capito, con un piccolo accenno di IchiHime, non perché io voglia farla sembrare una piccola, povera
mignotta emh, donna dai facili costumi, ma perché per una volta voglio farla essere al centro delle attenzioni dei ragazzi, soprattutto di Ichigo, prima che venga finalmente a scoprire che di lui gliene importa ben poco ahah. Oltre questo, non dico che mi piaccia il suo personaggio, ma mi intriga sotto diversi punti di vista: Sembra stupida (forse lo è anche) quando sta con Ichigo, poi viene rapita da Ulquiorra e con lui si trasforma in una ragazza profonda (eheh), che sa riflettere e che non ripete solo Kurosaki-kun a destra e manca, ma anzi, forse si fa cogliere alla sprovvista, durante la morte di Ulqui (TT__TT), da sentimenti veri che però non riconosce o non accetta, non lo so. Dico solo che amo questa coppia perché forse è l'unica che Tite ha voluto rappresentare come seria, perché ci credo veramente poco che una ragazza innamorata che si trova sola in una stanza con l'”uomo” che ama non abbia neanche il coraggio di baciarlo, maddai. (Io come minimo sarei saltata addosso al tipo.) Lasciando da parte i miei piccoli sprazzi di perversione e le mie riflessioni vi do alcuni piccoli accorgimenti su quello che probabilmente non avete capito, dato che non ho spiegato e/o rappresentato: Non esistono Hollow, non esistono shinigami e non esistono mondi paralleli. Sono tutte persone “reali” e sono famiglie abbastanza nobili, e vivono in posti altolocati. L'idea di ambientare la fanfic nell'800 mi è venuta leggendo un'altra fanfic che la ambientava nell'800 e siccome ultimamente sto leggendo Orgoglio e Pregiudizio, che sinceramente sto anche amando. (Elizabeth e il padre, sono loro che in realtà amo.) La parte del trasferimento, i nomi dei luoghi e il ballo sono presi da li (voi direte giustamente, ha copiato tutto, e invece no!), e sono riadattati e modificati -ovviamente- a modo mio, ma non farò una copia del libro, non sono cosi stupida xD Era solo per incentrarlo nell'800, i capitoli a seguire saranno totalmente miei. Ah un ultima cosa, il fratello di Orihime (la quale ho scoperto oggi che era il nome, ed io che ero stra convinta che Inoue fosse il nome o.o -l'avrei preferito-), come avrete capito, non è morto, la moglie è totalmente inventata e la madre di Ichigo è viva e vegeta, come Hisana. (Ma in quanti siete morti oh. ò.ò) Non c'è nessuna parentela tra Rukia e Byakuya perché non è mai stata adottata dal casato ma è sempre rimasta in famiglia e più avanti inserirò altri personaggi di bleach, con dei lievi cambiamenti perché sennò non so come farli rientrare nella storia e ce li voglio assolutamente xD Bene, dopo questo poema spero di avervi chiarito tutto, se avete altre domande, beh, ponetemele senza problemi e se ci sono critiche, fatele a tutto spiano, alla fine sono qui non solo per far leggere ciò che scrivo ma anche per migliorare :3.
So che non piace a tutti il romanticismo -e forse una punta di pessimismo ci sarà- dell'ottocento, quindi mi spiace se vi ho deluso, ma non voglio -se mai ci fossero, anche se dubito- critiche sul tempo storico. Detto questo, spero che la seguiate in molti e che lasciate una piccola recensioncina, fa sempre piacere ad una autrice -non mi ritengo manco scrittrice, non sono degna di tale titolo ahaha- sapere ciò che pensano i suoi lettori :D Un grande abbraccio, alla prossima!
Ulquiorra: « Finito il poema? Dietro le quinte, signorina, ci siamo anche noi. Ed ora, con permesso, vorrei chiederle se gradisce una tazza di tè. […] Chi tace acconsente. »

  
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