Firework.
"Baby, you’re a firework. Come on, let your colors burst "
Black*Star corre sotto la pioggia, madido di sudore, è il cinque Agosto.
Si stava allenando, jogging, per diventare un Dio bisogna avere un corpo perfetto, poi, da un momento all'altro, le gocce d'acqua avevano iniziato a rigargli il viso e si insinuavano tra i capelli azzurri.
In un altro momento, Black*Star non avrebbe pensato a nessun altro che non fosse sè stesso, eppure ora, l'immagine di una ragazza rannicchiata sul divano, coi lunghi capelli color biondo cenere che le coprono il viso e le lacrime di terrore che scorrono, non vuole proprio abbandonare la sua mente.
I tuoni rimbombano e lui corre, non si ripara sotto i balconi nè si interessa alle sue spalle nude, è un big ed i big non prendono la febbre per una stupidissima pioggerella.
I capelli incollati al viso, gli abiti fradici ed il respiro affannato.
Il cielo è scuro, piange e così starà facendo anche Maka, ne è certo.
Soul una volta gli ha confidato che la sua Meister è sempre stata terrorizzata dai tuoni, quella era una delle sue poche debolezze, così, quando il temporale era iniziato, aveva pensato subito di andare da lei.
Le vie di Death City sono vuote, salvo qualche coppietta che si ripara sotto un ombrello, qualche ragazzino che corre via sporco di fango e consapevole del fatto che la madre lo sgriderà per essersi macchiato.
Quando si trova sotto casa di Soul e Maka fa un sospiro di sollievo, batte i pugni sulla porta con forza gridando "Maka aprimi!".
Lei sgrana gli occhi sorpresa, smette per un attimo di piangere al suono della voce dell'amico, si alza, le gambe tremano ed i passi sono incerti, lo sguardo basso ed i capelli attaccati al viso.
Apre e sono lì, occhi azzurri contro occhi verdi, capelli biondo cenere contro capelli blu, Black*Star e Maka, Maka e Black*Star.
Mentre la guarda, pensa che non è esattamente la ragazza che avrebbe desiderato per sè, non è bellissima, non ha un fisico prosperoso, è una secchiona impacciata e violenta, ma, dietro quella facciata che allontanerebbe qualsiasi ragazzo, ci sono coraggio, forza e tanta voglia di andare avanti.
Quasi non ci crede, ma quella fragile biondina che ha di fronte, tremante e terrorizzata, ha davvero sconfitto il Kishin.
Nonostante tutto, ne è innamorato -se è quello il cosiddetto "amore"-, perché lei è abbastanza forte da tenere testa ad un big come lui e sa che, quando diventerà un Dio, gli sorriderà e gli dirà di non montarsi troppo la testa, perché il cammino non è ancora finito.
Lui se n'è accorto: anche dietro la secchiona senzatette c'è qualcosa di femminile, di colorato, e lo vede ogni volta che si slega i capelli, che sorride spontaneamente o che si imbarazza.
Maka è come uno di quei fuochi d'artificio che ci mettono tanto ad esplodere, a rivelarsi, che salgono su e sembra che poi ricadano giù, che scoppiano solo dopo e irradiano il cielo dei loro colori magnifici. Lei è come quei fuochi, quelli che si rivelano sempre essere i più belli.
« Mi fai entrare? Mi sto inzuppando, un big come me non rimane fuori sotto l'acqua! » dice Black*Star rivolgendole un ampio sorriso.
« Oh, sì, certo. » balbetta lei e per un attimo si era scordata dei tuoni e della sua paura, poi di nuovo il frastuono e si accuccia a terra, coprendo gli occhi con la frangia.
Le si avvicina e l'abbraccia, ma l'abbraccio di Black*Star non è come l'abbraccio di Soul, per lei, sì, l'albino la fa sentire protetta, ciò che le fa provare l'altro, invece, è qualcosa di totalmente diverso.
« Ma che fai? Piangi? Non sapevo che anche le secchione come te piangessero come delle innocue ragazze. » lui scherza, ma continua a stringerla, sorride.
« Zitto, idiota. »
« Maka, pensa che i tuoni siano solo il rumore di alcuni grandissimi fuochi d'artificio. Non averne paura. »
« Solo... dei fuochi d'artificio? » chiede titubante la bionda.
« Sì. »
Lei sorride, lui l'abbraccia e sembra andare tutto bene, il temporale finisce.
I due siedono sul divano, vicini, senza sapere realmente perché sono lì.
« Black*Star, grazie. Ma... perché eri qui? »
« Dovevo parlare con Soul, ma a quanto pare quell'idiota non è in casa. » spiega.
« Posso riferirgli io, dimmi. »
« Digli solo che è per questioni di rivalità e anche che io supererò Dio, quindi, deve essere pronto. » dice sorridendo, lei ricambia, anche se un po' perplessa.
« Non montarti la testa, non sei poi così bravo, posso batterti anche io! »
« Senza Soul? »
« Sono forte anche senza di lui, non sottovalutarmi! »
Black*Star lo sapeva già, ma sentirle pronunciare quelle parole lo rende felice, Maka stessa lo rende felice, ma lui non è un melenso ragazzino che passa il tempo a compiangersi.
Lui punta a superare Dio, non può abbassarsi a sdolcinate dichiarazioni d'amore, ci sarà sempre quando lei avrà bisogno d'aiuto e questa è la dimostrazione d'amore più grande che possa fare.
Maka si appoggia al suo petto e si copre col plaid, è stanca, le lacrime e la paura le hanno messo sonno. Il ragazzo le passa un braccio attorno alle spalle e la abbraccia.
« Idiota. »
« Secchiona senza tette. »
Parlano con tono scherzoso, senza volersi offendere davvero.
« Se non avessi sonno ti maka-chopperei a morte. »
« Dai, sei carina anche se porti una prima scarsa. »
Restano così, a prendersi in giro, fino ad addormentarsi. Vicini e col sorriso stampato sul viso.