Lucciola


Cosa significa essere la guerriera della morte?

Me lo chiedo spesso quando osservo il lago immenso che si staglia davanti i miei occhi.
Non posso non chiedermelo. Fa ormai parte di me questa domanda.
Potrei chiederlo a Serenity… la principessa sarebbe felice di accontentarmi, di rivelarmi il mistero che mi circonda.

Perché non lo faccio?

Perché ho paura.
Non voglio sapere la risposta perché temo che essa non mi piaccia.
Se mi dovesse rivelare che il mio compito è solo quello di distruggere interi pianeti fino a disintegrare l’universo e tutte le persone che amo non sopravvivrei.
Sapere che con il solo oscillare della mia falce posso creare la morte e la distruzione mi terrorizza.

E intanto faccio oscillare su e giù un filo d’erba…

Che quiete che c’è in questo luogo, mi piace.
Mamma Setsuna, mamma Michiru e papà Haruka hanno fatto bene a portarmi qui, mi rilasso. Mi sento libera. Sono solo Hotaru.

Mi piace osservare le montagne verdeggianti che si rispecchiano nelle acque leggermente increspate.
Adoro il vento che leggero e delicato mi passa tra i capelli e mi alza la gonna.
Amo la tenera erba che mi carezza i piedi nudi solleticandomi.
Venero il profumo dei fiori freschi che ho intrecciato fino a farne una coroncina.
Sembra tutto così calmo e placido. Potrei essere in paradiso senza che me ne accorga!

No.

Mi illuderei e basta.
Purtroppo a me il paradiso è negato. La guerriera della morte e della rinascita è legata per sempre al ciclo continuo della vita.
Che scopo ha la mia morte se poi ritorno sempre ed inesorabilmente a vivere?
Perché questi pensieri mi tormentano?
Odio questa vita… eppure vi sono legata per sempre.
Non posso neppure godere di questo luogo magico senza che tristi pensieri mi raggiungano strappandomi alla mia pace interiore.
A quella che mi sforzo credere sia pace interiore e non morte dell’anima.

Sono seduta su questa sponda da troppo tempo ormai.
La notte è calata e il buio avanza.
Paradossalmente ho paura del buio.
Io che combatto nel nome di Saturno, il pianeta che rappresenta la nascita e la distruzione… Io che sono Sailor Saturn temo l’oscurità a cui conduco le mie ignare vittime con un sorriso.
Ma a loro è concesso di vedere la luce alla fine del tunnel buio, mentre io continuo a vedere la notte, sempre e comunque, la notte.

Vorrei conoscere l’alba.

Desidererei con tutto il cuore potermi abbandonare alla dolce carezza del sole del nuovo giorno, quel sole che Sailor Moon porta con sé ovunque vada.

Ma ciò non mi è permesso.

Io sono la messaggera che viene dalle profondità della morte, ricevo il sostegno del pianeta della distruzione, sono la guerriera del silenzio, sono destinata a restare sola.
Anche se per un piccolo periodo della mia triste esistenza conobbi anch’io l’affetto.
Ma a differenza di tutte le mie compagne che sono soggette, prima o poi, alla caducità del tempo io non finirò la mia esistenza.

Io sono il ciclo continuo.

Ma sono fragile.
Sono come mi ricorda sempre il mio nome: una lucciola.

Un'esistenza effimera, una luce che splende brevemente nell'oscurità prima di dissolversi.

Spero solo che la mia luce possa condurmi alla risposta alla mia domanda.
Perché ho bisogno di sapere.
Ho bisogno di sentirmi dire che non sono un sogno che sparirà al crepuscolo per ricomparire alle prime luci dell’aurora.
Perché anche la morte si può sentire sola.
Io ne sono la prova.
Ma io non sarò più una lucciola.
Io riuscirò ad uscire da questo vicolo buio.
Io illuminerò la via per tutti, ed un giorno porterò anche me stessa in quel luogo meraviglioso.

Perchè ne sono convinta.
Ho fiducia in me.
Credo nel mio compito perché non sono sola.
Le mie compagne mi aiuteranno.
Cureranno la piccola lucciola ferita.

Allora io sarò solo Hotaru.