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Autore: GiorgiaAmy    11/04/2012    1 recensioni
Una ragazza, un cuore, un unico amore. Storia basata su un lungo flash-back con moltissimi colpi di scena.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era notte. Le finestre aperte lasciavano correre una fresca brezza estiva e la luna illuminava la stanza buia. Faceva caldo, troppo per essere il ventidue di giugno. Il letto bagnato di sudore mi impediva il sonno. Avevo troppi pensieri per la mente per riuscire a dormire, ed in particolare lui. .

Tutto ebbe inizio il 10 marzo del 2006.  Era una giornata splendida: il sole brillava, gli uccelli canticchiavano sui rami degli alberi e la città era avvolta in una misteriosa tranquillità. Aprii gli occhi verso le sette di mattina grazie alla sveglia dei vicini. Rimasi per un po’ sdraiata nel mio letto a guardare fuori dalla finestra;  da lì si vedeva solamente una nuvola di fumo grigio intenso causata dalla centrale posta a pochi isolati dal mio palazzo. Non avevo niente da fare in particolare perciò mi alzai con calma, facendo un’abbondante colazione. La casa profumava ancora di birra e patatine a causa della festa della notte precedente organizzata dalla mia migliore amica, Ania, per festeggiare il mio nuovo lavoro, già. A quanto pare sarei diventata segretaria di una grande azienda, ma credo che la festa non fosse solo per quello. Avevo rotto da poco con il mio ragazzo ed era una settimana che non uscivo di casa, probabilmente la festa era una scusa per tirarmi su di morale; era prevedibile che Ania facesse una cosa del genere. Fin da quando eravamo piccole si è sempre presa cura di me ed, in un certo senso, è come se fosse mia sorella maggiore. Ancora in uno stato di dormi-veglia, mi sedetti sul divano e chiusi gli occhi. La testa mi scoppiava ed il traffico delle macchine che ormai incominciavano a circolare per la città non mi aiutava a stare meglio. Pensare, ultimamente non mi faceva granché bene, perciò mi vestii in fretta ed uscii; nell’aria svolazzava un fresco profumo di pulito. Era una giornata splendida, piena di allegria, eppure il mio morale era ancora a terra, sovrastato dalla montagna di pensieri che mi giravano in testa; nulla, sembrava riuscire a distrarmi, a farmi dimenticare quel suo sorriso o quelle sue labbra.                                                            Così, decisi  di andare a trovare il mio migliore amico, Den; lui sì che avrebbe saputo darmi una mano. Consigliere personale e poeta nato, era l’unico capace di riuscire a comprendere tutte le mie preoccupazioni.

Eccoci qui, Ross Avenue 15;  Dio, da quanto tempo non ammiravo questa piccola casetta, eppure ricordavo ancora ogni minimo dettaglio: dalla magnifica porta intagliata, alle fessure nel muro dove, da piccoli, nascondevamo i giocattoli. Quante ne abbiamo passate insieme. Solo ora mi rendevo conto di quanto volessi bene a quel pazzo, scemo, rimbambito del mio migliore amico.
Suonai il campanello e subito sentii la serratura della porta che si apriva. Alto, magro, slanciato, con un fisico perfetto, capelli e occhi castani; non era cambiato per niente da quando, un anno fa, era partito per la Colombia.                                                                                                                                     Subito mi riconobbe e mi saltò addosso, abbracciandomi come solo lui sapeva fare:
-         E tu?! Cosa ci fai qui? – mi disse, sorridendomi.
-         Sono venuta a farti una visitina. Non ci vediamo da un po’ e, in tutto questo tempo, ho una marea di cose da raccontarti; e poi, sentivo la tua mancanza. – dissi a mia volta, ridacchiando.
-         Giusto, giusto. Entra, dai.
Amavo quel posto. Aveva un non so che di misterioso ed accogliente allo stesso tempo. Mi sedetti sul divanetto nel salotto ansiosa di raccontargli ogni minimo particolare; anche lui sembrava essere impaziente, perciò iniziai dal principio: dal Natale disastroso in famiglia, alla prima di una lunga serie di litigate con il mio lui, allo scatafascio totale qualche giorno prima.
Sembrò capirmi al volo, tanto da interpretare alla perfezione i miei sentimenti.
-         Hai paura, già. Vorresti solo scomparire. In fondo ora nessuno ha bisogno di te. E’ questo quello che pensi, giusto?
-         Si ma…- mi interruppe.
-         Come lo so? Semplice. Tu sei esattamente come me. Non a caso siamo così legati, lo hai mai notato? So io cosa ti serve – mi abbracciò. – Vai dal parrucchiere, mettiti un vestitino sexy e inizia a scatenarti; sta sera si va a ballare!
Già, lui sapeva esattamente come prendermi. Così, eseguii gli ordini; mi precipitai dal parrucchiere, andai a comprare un vestito carino per la serata e, in men che non si dica, ero pronta; pronta a ballare e a divertirmi con i miei più cari amici.
   
 
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