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Autore: Lily BlackRose    12/04/2012    2 recensioni
[Quinta classificata al contest GRAZIE LUCIO (un omaggio ad un grande che ci ha lasciato)di Parsifal]
“Vorrei rimanesse sempre così piccola, libera da problemi e sofferenze” aggiunse Taro continuando a guardare la piccola, con il cuore un poco più sereno, che rideva da sola per qualcosa che era attinente al gioco che stava facendo.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Taro Misaki/Tom, Tsubasa Ozora/Holly
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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AUTORE: Lily Blackrose
TITOLO: Ricordi d’infanzia
FANDOM\ORIGINAL: Captain Tsubasa
CANZONE SCELTA: Attenti al lupo “E noi due qui distesi a far l'amore 
in mezzo a questo mare di cicale, 
questo amore piccolo così 
ma tanto grande che mi sembra di volare, 
e più ci penso più non so aspettare.”
GENERE: Sentimentale e Malinconico 
RATING: Verde
AVVERTIMENTI: un poco Yaoi, ma poco, poco XD
NOTE: Ho scritto questa fan pensando a quando io da piccola l’ascoltavo con i miei genitori e giocavo allegramente. Più che altro la cantavo e facevo ridere tutti, ma avevo cinque anni e ci può anche stare XD Ovviamente ho messo Taro e Tsubasa assieme (li adoro non ci posso fare niente :P) e la piccina Sakura è puramente inventata ^^ ho fatto che è figlia di Jun, ma non ho messo il nome della madre, siccome non tutti possono aver letto la mia e quindi non conoscere la storia di Jun e Lily, quindi chi la legge può benissimo pensare che sia Yayoi *rabbrividisce* spero che possa piacere. Buona lettura e buona correzzione!
 

...Ricordi d’infanzia...


Il sole iniziava a tramontare lentamente in quella calda sera di inizio estate e Taro Tsubasa e la piccola Sakura stavano giocando allegramente in giardino. La piccola era seduta dolcemente sull’erba con in mano la sua bambola preferita, mentre i due ragazzi erano sulle sedie di legno poco distanti che la sorvegliavano. La radio trasmetteva alcune canzoni del passato, così che i due ragazzi un poco erano divenuti nostalgici per i bei tempi che assieme avevano trascorso durante quel torneo delle elementari. Molte canzoni avevano associati dei ricordi. La bambina rideva e giocava allegramente con la sua casa delle bambole, il viso un poco arrossato per il sole che aveva preso nel pomeriggio, il vestitino color lavanda a tratti le svolazzava sulle gambe per la leggera brezza che si stava levando a rinfrescare la sera imminente. La musica volava attorno a loro come le risate della piccola ed era come se tante farfalle solleticassero la loro mente facendoli gioire di quei dolci momenti assieme.
 

C'è una casetta piccola così, 
con tante finestrelle colorate, 
e una donnina piccola così, 
con due occhi grandi per guardare, 
e c'è un omino piccolo così, 
che torna sempre tardi da lavorare, 
e ha un cappello piccolo così, 
con dentro un sogno da realizzare, 
e più ci pensa più non sa aspettare.

 
Attirata dalla musica la piccola smise di giocare prendendo ad ascoltare la canzone, la prima strofa le piaceva un mondo, siccome la sua casa delle bambole era uguale alla piccola descrizione che vi era nella canzone.
“Zio Taro... anche tu mi hai dipinto una casetta piccolina con tutte le finestre colorate...” mormorò la bambina alzandosi e correndo verso i due ragazzi si fece prendere in braccio dallo zio che dolcemente le carezzò i capelli.
“Beh... avevi detto che la volevi come l’arcobaleno e così l’abbiamo fatta!” sorrise il ragazzo guardando il compagno che gli sedeva al fianco, il quale gli posò una mano sulla spalla amorevole. Sakura guardò i due zii e sorrise felice, gli piaceva passare i pomeriggi con loro, erano molto buoni con lei e giocavano a tutto. Quando la mamma ed il babbo non c’erano adorava andare a casa loro. Le piaceva anche giocare a calcio, siccome vinceva quasi sempre e lo zio Tsubasa le diceva sempre che aveva un grande talento. Si, il calcio era bello e divertente, ma le piaceva di più guardare loro due allo stadio o il suo babbo Jun che giocava, però quando si scontravano l’uno contro l’altro a lei non piaceva e non voleva vedere. Li voleva tutti nella stessa squadra. Guardando le due bambole che teneva in braccio la piccola sorrise ancora ed iniziò a mostrarle ad i due.
“Questa con gl’occhi grandi è la mamma, che sta sempre a casa con me ad aspettare che ritorni il babbo, mentre questo...” sollevò l’altra bambola “E’ il babbo che torna sempre tardi dagli allenamenti e quando mi vede mi fa tante feste!” la bambina rideva felice. Adorava i suoi genitori. Con un piccolo scatto si fece rimettere a terra tornando a guardarli.
“Tua mamma e tuo babbo ti voglio bene ed anche noi te ne vogliamo!” disse Tsubasa chinandosi appena a carezzarle una guancia con dolcezza, per lui quella piccina era la cosa che più si avvicinava ad una figlia.
“Mi volete bene anche se non giocherò a calcio da grande?” chiese Sakura con gli occhi che le stavano divenendo lucidi per la paura di essere rifiutata per quella cosa, mentre Taro le posava le mani sulle spalle.
“Tesoro, noi ti vorremo sempre bene, qualsiasi cosa tu decida di fare!” la rassicurò dolcemente strofinando il naso contro il suo facendola ridere.
“Il babbo ha un grande sogno, vuole vincere la coppa del mondo con voi e io sono sicura che l’anno prossimo lo farete!” dette quelle parole tornò verso la casetta delle bambole riprendendo a giocare serenamente.

Amore mio non devi stare in pena, 
questa vita è una catena, 
qualche volta fa un po' male, 
guarda come son tranquilla io 
anche se attraverso il bosco 
con l'aiuto del buon Dio, 
stando sempre attenta al lupo. 


“Vorrei davvero che fosse così” mormorò Taro in modo che solo Tsubasa potesse sentire l’amarezza che vi era nella voce. La canzone diceva proprio le parole giuste, qualche la vita fa un po’ male. Cerchio o catena che dir si voglia. Era un circolo vizioso, non si poteva essere sempre felici nella vita ed il ragazzo lo sapeva bene, troppe volte da bambino aveva detto addio agl’amici per via del lavoro di suo padre, aveva creduto di essere forte abbastanza per farlo, ma poi quando gl’addii erano diventati tanti, ne sentiva il peso sul cuore, restando sempre impassibile all’esterno. Un sorriso che sapeva d’amaro gli passo sulle labbra facendolo sospirare.  
“Vedrai che lo sarà!” soffiò Ozora al suo orecchio dandogli poi un bacio sulla guancia che fece ridacchiare la bambina e alzare gli sguardi dei due verso di lei “Perché ridi?” gli chiese poi Tsubasa.
“Mamma ha ragione... siete davvero carini!” disse fra una risata e l’altra concentrandosi nuovamente su quello sta stava facendo.
“Vorrei rimanesse sempre così piccola, libera da problemi e sofferenze” aggiunse Taro continuando a guardare la piccola, con il cuore un poco più sereno, che rideva da sola per qualcosa che era attinente al gioco che stava facendo.
“Purtroppo crescerà, ma noi saremo sempre accanto a lei per proteggerla e Dio vorrà la sua vita sarà felice!”
“Si, noi la proteggeremo da qualsiasi lupo famelico che voglia farle del male!” annuì Misaki avvicinando ancora di più la sedia a quella del suo ragazzo e accoccolandosi contro di lui.

Attenti al lupo. Attenti al lupo. 
Living togheter. Living togheter


“Attenti al lupo, attenti al lupo” stava cantando un poco stentoreamente Sakura, muovendo le bambole a ritmo con la canzone come se stessero ballando, ma poi la strofa non riuscì a capirla siccome era in una lingua che lei ancora non conosceva “Cosa vuol dire quello che ha detto?” chiese guardando nuovamente i due.
“Vivere assieme” Tradusse amorevolmente lo zio Tsubasa, posando un braccio sulle spalle dell’amato.
“Come me, la mamma ed il babbo? O te e lo zio Taro?” chiese con gl’occhi che brillavano la piccola.
“Esatto, proprio così”
“Allora mi piacciono quelle parole!”

Laggiù c'è un prato piccolo così 
con un gran rumore di cicale, 
e un profumo dolce e piccolo così, 
amore mio è arrivata l'estate, 
e noi due qui distesi a far l'amore 
in mezzo a questo mare di cicale, 
questo amore piccolo così 
ma tanto grande che mi sembra di volare, 
e più ci penso più non so aspettare. 


Gli occhi castani e quelli neri di Tsubasa non abbandonarono un momento la bambina, che aveva lasciato le bambole a terra ed ora correva allegramente a piedi scalzi sull’erba fresca del prato ed annusava ogni singolo fiore a cui arrivava. Le piaceva particolarmente quello del glicine che ad arco sormontava l’ingresso del vialetto di casa. Tsubasa sorrise, anche a lui piaceva quel profumo dolce ed allo stesso tempo delicato. Una folata di vento glielo fece arrivare alle narici e lui ispirò profondamente ricordandosi che l’ultima volta che aveva fatto l’amore con Taro, dalla finestra aperta entrava proprio quel profumo. Se non ci fosse stata Sakura avrebbe preso il ragazzo e avrebbe fatto di nuovo l’amore con lui subito, ma doveva aspettare e la cosa gli risultava un poco difficile.
“Qualcosa non va?” chiese Taro intuendo un certo malessere nel compagno che gli stava affianco.
“No tutto bene, ma vorrei tanto far l’amore con te ora... ed aspettare mi risulta difficile” gli soffiò all’orecchio con fare malizioso facendo arrossire il ragazzo.
“Ti amo Tsubasa!” mormorò Misaki andando a dare un dolce ed appassionato baci al ragazzo che amava sin dalle lontane elementari. L’estate era la stagione che entrambi amavano di più, siccome si erano conosciuti in estate e potevano passare quasi tutto il tempo assieme, liberi da quasi tutti gl’impegni calcistici che avevano. Le cicale stavano piano, piano smettendo di cantare, lasciando il posto ad i grilli che facevano risuonare l’aria della sera.

Amore mio non devi stare in pena, 
questa vita è una catena, 
qualche volta fa un po' male, 
guarda come son tranquilla io 
anche se attraverso il bosco 
con l'aiuto del buon Dio, 
stando sempre attenta al lupo. 

Attenti al lupo. Attenti al lupo. 
Living togheter. Living togheter


Anche l’ultima strofa della canzone era finita ed i due ragazzi si erano alzati andando a spegnere la radio che avevano portato in giardino, mentre il portone del vialetto di casa di apriva e Jun entrava per venire a riprendere la sua piccolina.
“Babbo!” urlò Sakura appena lo vidi e si precipitò verso di lui, il quale sorridendo la prese al volto fra le braccia baciandole una guancia.
“Hai fatto la brava?” le chiese retoricamente guardando poi verso Taro e Tsubasa che si erano avvicinati.
“Shi... ho giocato con le bambole e ascoltato tante belle canzoni!” raccontò entusiasta la piccola buttandogli le braccia al collo e nascondendo il visetto sulla sua spalla.
“E’ sempre un tesoro...” aggiunse Taro prendendo per mano Tsubasa, il quale annuì dolcemente.
“Sai papà sono fortunata... ho tante persone che mi voglio bene... te, la mamma, lo zio Taro e lo zio Tsubasa... sono davvero tanto felice... “ da in braccio a Jun si volse a guardare i due zii e mandò loro un bacio con  la mano, che fu preso al volo e posato sul cuore da entrambi.
“E’ proprio vero piccina... ti vogliamo tanto bene! Adesso però dobbiamo andare che la mamma sta preparando la cena!” dopo quelle parole Jun ringraziò calorosamente i due per aver tenuto la sua piccola quel pomeriggio, quindi sempre con Sakura in braccio si diresse fuori dal vialetto, mentre lei guardava indietro e diceva “Vivremo sempre assieme!” ed i due in coro le rispondevano: “Living togheter”.
Ed era vero, era quello che avrebbero voluto fare tutti quanti, vivere per sempre assieme, felici e contenti, ma la vita riserva sempre delle strane soprese e così si accontentavano di assaporare appieno quei pochi momenti di gioia riempiendo di sogni e sorrisi il futuro sconosciuto.
   
 
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